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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 10/02/2015

Corriere della Sera

Post n°2047 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da deosoe

Corriere della Sera

 
 
 

il fatto quotidiano

Post n°2046 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da deosoe

Il Fatto Quotidiano

 
 
 

News

Post n°2045 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da deosoe

News
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Incentivi Smart&Start: i moduli di domanda

Disponibili i moduli per l'accesso al bando Smart&Start: domande dal 16 febbraio che però, precisa Invitalia, non è un click-day.

Start-up innovative, le FAQ del bando...
PMI e start-up: prospettive per...
Export e innovazione: risorse per le PMI toscane
ICT: contributi e servizi di incubazione a Firenze
CREDIamoCi: nuove soluzioni di accesso al credito
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Home » Impresa » Normativa » INPS: controversie su contributi e previdenza
INPS: controversie su contributi e previdenza

Controversie previdenziali in materia di contributi INPS, opportunità di dilazione, avvisi di addebito e riscossione coattiva.

Francesca Pietroforte - 9 febbraio 2015
Pmi TVOffice 365: la casella email in ordine con Clutter

 

INPS
I soci di società commerciali sono tenuti al pagamento dei contributi INPS alla gestione commercianti dilazionati in quattro rate annuali (L. 662/1996): se ciò non avviene, l'Istituto può procedere con la riscossione coattiva delle somme con cadenza trimestrale.

=> Scopri le novità 2015 sulle Pensioni

INPS e abuso di diritto

L'INPS deve emettere un avviso di addebito annuale cumulativo (artt. 1175 e 1375 c.c.) di tutte le rate maturate fino a quel momento, all'interno dei limiti previsti dellaprescrizione (individuati dalla legge in 5 anni). Nella pratica però questo non avviene: l'Istituto infatti è solito emettere diversi avvisi di addebito, riferibili a differenti gruppi di trimestri o addirittura a un solo trimestre per volta, contravvenendo quindi alle norme citate e incorrendo in un abuso di diritto.

 

Questo comportamento incide sulcontribuente visto che prolunga il periodo necessario per saldare i debiti con l' INPS, poiché determina un aggravio di spese prodotte da possibili opposizioni (invece di concretizzarsi in una singola devono far fronte a più procedimenti) e, inoltre, comporta il rischio di costituzione di più giudicati contraddittori, direttamente proporzionale al numero di giudici coinvolti per via della parcellizzazione delle richieste al medesimo contribuente.

Controversie previdenziali

Il meccanismo di riscossione attraverso i ruoli (D.Lgs. 46/1999) conferisce all' INPS la possibilità di procedere attraverso questo strumento per riscuotere i propri crediti contributivi, ma al tempo stesso sottolinea che:

«se l'accertamento dell'ufficio è impugnato davanti all'Autorità giudiziaria, l'iscrizione a ruolo è eseguita in presenza di provvedimento esecutivo del giudice" (art. 24, co. 3).»

=> Previdenza, sconosciuta a piccole e medi imprenditori

Ricorsi

Malgrado ciò, l'Istituto tende a ritenere che il ricorso in opposizione all'avviso di addebito previsto ex art. 24, co. 5, D.Lgs. 46/1999 non può determinare lo stesso effetto dato dal co. 3 dello stesso articolo, e in questo modo giustifica l'emissione di più avvisi di addebito dopo il primo, sebbene esista un ricorso in opposizione ad avviso di addebito.

Ma leggendo la norma si evince che il Legislatore abbia inteso, attraverso il termine "impugnato", non necessariamente una opposizione attraverso apposito ricorso giudiziale, ma anche nella situazione in cui l'accertamento venga opposto al momento della proposizione di opposizione all'avviso di addebito, costituito sulla base e in dipendenza di un accertamento ispettivo. In sintesi si tende ad interpretare la parola "impugnato" in senso estensivo, come se l'impugnazione abbia il valore di una contestazione. Secondo questa tesi, attestata anche dal Tribunale di Modena(sentenza del 14 aprile 2005), anche un giudizio di opposizione ex art. 25, co. 5 può rappresentare l'impossibilità da parte dell'Istituto di emettere altri avvisi di addebito per lo stesso credito.

A confermare la tesi si consideri che la parcellizzazione del credito contributivo viola il dovere di correttezza e buona fede e il dettame riconosciuto dalla Costituzione di processo giusto, attraverso la disarticolazione da parte del creditore dell'unità sostanziale del rapporto, poiché messa in atto nel processo e tramite il processo, palesando un evidente abuso. In ultimo, ma non meno importante, il moltiplicarsi dei processi viola il principio sancito dall'art. 113 della Costituzione della ragionevole durata del processo.

 

Se vuoi aggiornamenti su INPS: CONTROVERSIE SU CONTRIBUTI E PREVIDENZAinserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

 

 
 
 

Il Santo del giorno

Post n°2044 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da deosoe

 

Santa Scolastica

Santa Scolastica

 

Nome: Santa ScolasticaTitolo: VergineRicorrenza: 10 febbraio

È la sorella del grande S. Benedetto, fondatore dell'Ordine Benedettino e del monachismo d'Occidente. 

Fin dalla giovinezza si consacrò al Signore col voto di verginità, e più tardi, quando già il fratello aveva fondato l'abbazia di Montecassino, fece costruire un monastero alle falde di quel monte per sé e per quelle che l'avessero voluta seguire. 

Molte giovani infatti le si unirono formando di quella casa una comunità religiosa, di cui ella fu abbadessa. Il fratello ne determinò le regole, e l'ordine si chiamò delle « Benedettine ». 

Da principio S. Scolastica saliva una volta all'anno all'abbazia del fratello, per conferire con lui: ma egli trovò che non era conveniente ch'ella si recasse fin lassù, essendo il viaggio troppo disagevole; perciò si offerse di scendere a lei. 

Quando scendeva; si intratteneva in discorsi spirituali; ed alle volte mangiavano anche assieme. Avvenne in una di queste volte, che doveva essere l'ultima, che i loro discorsi si protraessero più a lungo del solito onde, declinando ormai la giornata, S. Benedetto fece cenno ai suoi frati che l'avevano accompagnato ch'era ora di ripartire e che quindi si tenessero pronti. Scolastica però gli s'oppose pregandolo a rimanere fino alperchè — diceva — mi pare che questa debba essere l'ultima volta che ci intratteniamo assieme.

— Ma che dici, sorella mia, le rispose egli, non sai che non posso trascorrere la notte fuori della mia cella? — e s'alzò deciso a ripartire. 

Scolastica, visto inutile ogni ulteriore tentativo, chinò la fronte fra le mani e pregò in segreto. 

Intanto S. Benedetto e i suoi frati si avviarono, aprirono la porta per uscire sulla stradetta e videro... scrosciare un acquazzone che, chi vi fosse stato presente, avrebbe pensato ad un secondo diluvio. E a completare il quadro si aggiungevano tuoni e lampi che pareva volessero squassare il monte. È da notare che pochi minuti prima il cielo era tutto terso. 

— Dio ti perdoni, sorella mia, ma che hai tu fatto? — la riprese il fratello costretto a rientrare in casa. Ed ella candidamente: — Ti pregai di rimanere fino a domani e non mi hai ascoltata; per questo mi sono rivolta al Signore ed Egli mi ha esaudita. — E allora sia fatta la volontà di Dio! 

Quella notte fu trascorsa in preghiere, in sante conversazioni, in pii esercizi di pietà e la mattina S. Benedetto si avviò all'abbazia. 

Tre giorni dopo, mentre egli stava pregando, alzando lo sguardo, vide l'anima della sorella portata su ali d'Angeli salire al cielo e, anzichè piangere. ne lodò il Signore. 

Benedetto mandò poi alcuni frati a prendere il corpo della Santa, lo fece portare all'abbazia, e seppellire nella propria tomba. 

PRATICA. Il miracolo ottenuto da S. Scolastica ci insegna a pregare con semplicità che è pure umiltà, e con fede: due requisiti senza dei quali la preghiera non può essere esaudita. 

PREGHIERA. O Signore, che hai fatto salire in cielo sotto forma di colomba l'anima della tua beata Scolastica per mostrare la via dell'innocenza, concedici, per sua intercessione e per i suoi meriti, di vivere nell'innocenza onde meritare di raggiungere i gaudii eterni.

 

 

 
 
 

Agricoltura

Post n°2043 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da deosoe

 

A Rosarno convegno Flai, FAi e Uila su lavoro nero in agricoltura

"Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può". E' il titolo dell'iniziativa di Fai, Flai e Uila in programma il 13 febbraio a Rosarno alla quale interverrà anche il ministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina.

Tema del convegno sarà il lavoro nero in agricoltura e le misure concrete da mettere in atto contro forme di sfruttamento e caporalato che affliggono il settore da Nord a Sud.

"Con questa iniziativa - spiegano Fai, Flai e Uila -, che si svolge in uno dei luoghi simbolo della drammaticità del problema, intendiamo valorizzare le nuove opportunità offerte dalla normativa recentemente introdotta con Campolibero, nonché sostenere l'iter degli emendamenti che ripropongono elementi importanti della nostra proposta unitaria per il mercato del lavoro agricolo. Infatti, va sottolineato quanto i problemi dello sfruttamento e del sommerso nel lavoro agricolo, nonostante gli sforzi fatti, non siano ancora stati risolti". 

"Dalla introduzione nel 2011 dell'articolo 603bis del codice penale - precisano i sindacati -, che prevede il reato di caporalato quale reato penale (pena la reclusione), un primo importante passo è stato fatto, ma la normativa vigente è insufficiente. Per questo è necessario intervenire sull'incrocio tra domanda e offerta di lavoro per bloccare all'origine la filiera dell'illegalità e dello sfruttamento".

Oltre al ministro Martina, interverranno Stefano Mantegazza, segretario generale Uila Uil; Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil; Luigi Sbarra, commissario Fai Cisl nazionale; Teresa Bellanova, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; Mauro Nori, direttore generale Inps; Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria; Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti; Mario Guidi, coordinatore Agrinsieme.

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: deosoe
Data di creazione: 30/12/2012
 

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