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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 05/03/2015

Sant'Adriano

Post n°2194 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

Sant’ Adriano di Cesarea


Sant' Adriano di Cesarea

Nome: Sant’ Adriano di Cesarea
Titolo: Martire
Ricorrenza: 05 marzo

Subì il martirio con Eubulo l’anno 309, «sesto anno della persecuzione», secondo la testimonianza di Eusebio. Essendo venuti ambedue a Cesarea in Palestina per aiutare i martiri di quella città, i due santi furono scoperti e, per aver confessato la loro fede, furono condannati alle belve il cosidetto “damnatio ad bestias”.

Adriano, dopo essere stato gettato in pasto ad un leone, fu finito con la spada. Nei sinassari greci il giorno 7 o 8 maggio è celebrata la festa dei Ss. Eubulo e Giuliano.

Dal Martirologio Romano: “A Cesarea in Palestina, sant’Adriano, martire, che, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, nel giorno in cui gli abitanti erano soliti celebrare la festa della Fortuna, per ordine del governatore Firmiliano, fu per la sua fede in Cristo dapprima fu gettato in pasto a un leone e poi sgozzato con la spada.”

 
 
 

Inca

Post n°2193 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

Torino, Inca Cgil apre sportello immigrazione a Porta Palazzo

Da questo pomeriggio sarà attivo a Torino, nei pressi dello storico mercato di Porta Palazzo, area ad alta concentrazione straniera, uno sportello immigrazione gestito da operatori del patronato Inca-Cgil per fornire assistenza, consulenza e informazioni ai lavoratori stranieri in tema permesso di soggiorno e pratiche di accesso ai vari servizi della Città di Torino.

L’apertura del nuovo sportello è parte del progetto della Cgil torinese di reinsediamento e capillare presenza nel territorio e nei quartieri della città. “L’apertura di questo sportello nella zona di Porta Palazzo – sottolinea il presidente della Circoscrizione 7, Emanuele Durante – è quanto mai opportuna per arrivare alle persone che vivono il nostro territorio e fornire informazioni riguardanti i propri diritti e doveri, perché il punto cardinale della nostra strategia di lavoro in Circoscrizione è il concetto di cittadinanza inclusiva”.

 
 
 

Lavoro subordinato

Post n°2192 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

McDonald’s: riconosciuti a ex tirocinante i contributi da lavoratore subordinato

McDonald’s torna a fare notizia, a pochi giorni da “Unhappy Meal, L’elusione fiscale di McDonald in Europa”, la ricerca a cura di Filcams e Fp Cgil, primo passo di una mobilitazione globale contro la multinazionale del panino, fortemente sospettata di non pagare le tasse nei paesi in cui fa affari. Stavolta è una notizia positiva: si è conclusa felicemente la vicenda di un ex tirocinante ad un fast food McDonald’s di Bologna, che si era rivolto all’ispettorato del lavoro tramite il sindacato dopo essere stato licenziato. Lo racconta la Filcams di Bologna, in un comunicato.

Il 15 ottobre 2013 il ragazzo veniva assunto da Bologna family restaurant, azienda che gestisce in franchising il ristorante McDonald’s a Bologna, con un contratto di tirocinio della durata di un anno. Il contratto prevedeva un orario di lavoro pari a 30 ore settimanali per sei giorni, e uno stipendio pari a 500 euro al mese.

Al 31 luglio 2014 al lavoratore veniva però improvvisamente comunicata la risoluzione unilaterale del rapporto, senza particolari spiegazioni. Il lavoratore, un ragazzo di vent’anni, si era rivolto allora al sindacato di categoria Filcams Cgil, che già si era occupata di quell’esercizio per verificare le condizioni dei lavoratori al suo interno cominciando una battaglia contro i falsi tirocini nei fast food. Con il sindacato, il giovane decise poi di rivolgersi all’ispettorato del lavoro richiedendone l’intervento perché gli venisse riconosciuto il carattere subordinato del suo rapporto.

Pochi giorni fa, l’ispettorato ha dato ragione al ragazzo, obbligando l’azienda al versamento dei contributi come se fosse stato un dipendente. “Non basta il versamento dei contributi – dice la Filcams -: ora agiremo perché al ragazzo venga riconosciuta anche la differenza retributiva, e per far sì che il tirocinio non venga più utilizzato come tipologia di contratto per coprire in realtà posti di lavoro da addetti banconieri fast food”.

 
 
 

Legge Fornero

Post n°2191 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

Cgil, tavolo per cambiare Fornero, flessibilità senza tagli

 ”Chiediamo al governo di aprire al più presto un tavolo per cambiare radicalmente la legge Fornero: è necessario intervenire introducendo meccanismi di flessibilità, ma senza prevedere nuovi tagli agli assegni previdenziali”. Con queste parole Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, rinnova all’esecutivo la richiesta di un confronto sulla previdenza, avanzata più volte, anche con Cisl e Uil negli scorsi giorni.

Lamonica ricorda la posizione della confederazione di corso d’Italia: “l’esigenza di flessibilità è ormai ineludibile, ma deve significare la modifica dei requisiti di accesso e quindi l’abbassamento delle soglie di età in cui è possibile andare in pensione, poiché quelle attualmente previste sono palesemente insostenibili”. “Non può trattarsi – afferma la segretaria – di un ulteriore taglio alla consistenza degli assegni, e quindi di un’operazione pagata interamente dai lavoratori, ma di una riconsiderazione dell’impianto rigido e punitivo della legge, anche alla luce della irriducibile diversità dei lavori cui questa, invece, si applica in modo uniforme”.

La dirigente sindacale commenta poi l’intervista rilasciata al ”Corriere della Sera” dal presidente dell’Inps Tito Boeri, sostenendo l’accordo della Cgil sulla “necessità di restituire all’istituto trasparenza amministrativa e vicinanza ai cittadini, entrambe gravemente compromesse negli ultimi anni”. “Così come – continua – sollecitiamo anche noi da tempo una riforma della governance adeguata, nella quale però, a differenza del professor Boeri, riteniamo che il ruolo delle parti sociali non possa essere ricondotto alla sola funzione di controllo”. Lamonica spiega che “lavoratori ed imprese sono i principali finanziatori, oltre che percettori, delle prestazioni previdenziali e – conclude – devono poter incidere sulle scelte strategiche degli Enti, mantenendo comunque separate le funzioni di indirizzo da quelle di gestione, cui non abbiamo mai chiesto di partecipare”.

 
 
 

Assofondopensioni

Post n°2190 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

Ddl Concorrenza: Assofondipensione, va emendato

“Confidiamo che il ddl Concorrenza possa essere adeguatamente emendato, se non stralciato nei punti di maggiore criticità e incoerenza con il sistema previdenziale complessivo”. Lo ha affermato questa mattina a Roma il presidente di Assofondipensione Michele Tronconi, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Parlamentare di Controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza sociale.

Assofondipensione è l’associazione che riunisce i fondi pensione negoziali cui sono iscritti oltre due milioni di lavoratori dipendenti.

Il ddl prevede la possibilità di trasferire automaticamente a un’altra forma pensionistica complementare il contributo che il datore di lavoro versa al fondo pensione negoziale cui è iscritto il dipendente.

Secondo Assofondipensione “il provvedimento sminuisce il ruolo dei fondi pensione negoziali, incentivando fondi pensione aperti e piani individuali di previdenza (Pip) delle assicurazioni a trasformare gli aderenti ai nostri fondi – ha affermato Tronconi- in una sorta di terreno di caccia preferenziale”.

I lavoratori, ha spiegato il presidente di Assofondipensione, sarebbero incentivati a transitare nei fondi negoziali solo al fine di acquisire il diritto al contributo del datore di lavoro, mentre i fondi aperti e i PiP sarebbero incentivati a preferire (e ricercare) questa tipologia di clienti che si portano in dote il contributo pagato dalle aziende. In questo modo, secondo Assofondipensione si crea una guerra ”fratricida”. “La corsa ai già iscritti avrebbe un effetto a somma zero e andrebbe a scapito delle adesioni complessive alla previdenza integrativa. Senza contare che la discontinuità dei flussi finanziari a favore del singolo fondo pensione, proprio in ragione di possibili uscite per trasferimenti verso altre forme di previdenza complementare, spingerà la gestione del risparmio previdenziale – ha affermato Tronconi – verso le asset class più liquide con ottiche di breve termine”.

Tronconi ha anche ricordato gli ottimi rendimenti medi delle gestioni della previdenza complementare: “A fronte di una rivalutazione del Tfr al minimo storico dell’1,3%, nel 2014 i fondi pensione negoziali hanno reso il 7,3%, i PiP il 7,2% e i fondi aperti il 7,5%”.

Tronconi ha poi spiegato: “Se si considera la cosiddetta ”posizione media capitaria” si scopre un andamento ben diverso rispetto al volume delle adesioni: per i fondi negoziali è cresciuta nell’ultimo anno del 15,3%, per i fondi aperti dell’8,9% e per i PiP soltanto del 5,4%: a dimostrazione della maggiore regolarità contributiva dei fondi negoziali, sostenuti dal contributo del datore di lavoro, mentre negli altri casi sospensioni dei versamenti e richieste di anticipazioni sono più frequenti”.

 
 
 

Lavoro

Post n°2189 pubblicato il 05 Marzo 2015 da deosoe

Fillea-Cgil, proposta legge per tutelare lavoro e legalità

Una proposta di legge di iniziativa popolare in tema di appalti. Con tre obiettivi politici. E’ quella presentata dalla Cgil e che è al centro del convegno, a Roma, al Centro congressi Frentani, promosso da Fillea e Cgil, a sostegno, appunto, della raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare.

Il primo obiettivo da raggiungere, per il sindacato, con la nuova legge, è di “affermare una tutela reale dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici e privati messi in discussione da almeno tre provvedimenti legislativi in questi ultimi 2 anni”. E ancora, continua la Cgil, “portare un ulteriore contributo per il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese, che non solo finiscono per ripercuotersi pesantemente sulle stesse condizioni di lavoro, ma che perpetuano un quadro di riferimento della competitività fra le imprese caratterizzato dalla dominanza dei costi in alternativa alla qualità e alle capacità imprenditoriali”.

Poi, aggiunge il sindacato di Corso d’Italia, “consolidare ed estendere la clausola sociale riferita al mantenimento del posto di lavoro in caso di cambio di appalto affermando che, laddove cambia di titolare dell’appalto ma si è in presenza della continuità del lavoro, è legittimo consolidare la continuità dei rapporti di lavoro in essere”. Per realizzare “questi tre obiettivi, la legge afferma senza possibilità di equivoci -aggiunge il sindacato- quanto originariamente previsto dalla legge 276 del 2003, ovvero che il committente dell’appalto è responsabile in solido, entro il limite dei due anni, del trattamento salariale e contributivo dei lavoratori in appalto in caso di inadempienza dell”appaltatore”.

“Questo vincolo lo si estende, innovando l’attuale normativa, a tutti i lavoratori impiegati non occasionalmente da una parte terza e in particolare alle funzioni di logistica e di trasporto nonché nei rapporti di affiliazione commerciale”, spiega.

Per il sindacato, “questa proposta complessiva, sorta dall”esigenza di porre riparo alle storture introdotte dal decreto legge n.5/20123 prima e dalla legge n. 92/2012 poi e, successivamente, dal dl n. 76/2013, si propone di raggiungere l’obiettivo da cui è partita, ma anche l’ambizione di produrre una iniziativa nella direzione della ”pulizia” del mercato anomalo degli appalti per quanto attiene alla concorrenza sleale, nonché un passo significativame

 
 
 
 
 

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