Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 11/04/2015

The Economist

Post n°2318 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

The Economist 

 
 
 

le Figaro

Post n°2317 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Le Figaro 

 
 
 

Le Monde

Post n°2316 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Le Monde 

 
 
 

THE TIMES

Post n°2315 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

The Times 

 
 
 

The Indipendent

Post n°2314 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

The Indipendent 

 
 
 

EL PAIS

Post n°2313 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

El Pais 

 
 
 

EL MUNDO

Post n°2312 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

El Mundo 

 
 
 

DIE WELT

Post n°2311 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Die Welt 

 
 
 

USA TODAY

Post n°2310 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

USA Today 

 
 
 

DER TAGSSPIEGEL

Post n°2309 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Der Tagesspiegel 

 
 
 

il manifesto

Post n°2308 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Il Manifesto 

 
 
 

il fatto quotidiano

Post n°2307 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

Il Fatto Quotidiano 

 
 
 

TFR

Post n°2306 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

 

TFR anticipato, l'accordo ABI per le PMI

 

Ecco l'accordo ABI per le PMI sotto i 50 dipendenti che chiedono il finanziamento bancario per versare il TFR anticipato ai dipendenti previsto dalla Legge di Stabilità: termini e modalità.

 - 9 aprile 2015Pmi TVYTD Video Downloader scarica i video in streaming 

 

TFR

Documenti necessari per ottenere il finanziamento bancario, modalità e termini dell'operazione, regole sui casi particolari (ampliamento credito, estinzione anticipata, interruzione): è tutto contenuto nell'accordo fra l'ABI e i Ministeri dell'Economia e del Lavoro per i prestiti bancari alle PMI sotto i 50 dipendenti al servizio del TFR anticipato, previsto dalla Legge di Stabilità 2015. L'intesa è stata siglata lo scorso 20 marzo, e fa partire i finanziamenti per le imprese che scelgono di farsi anticpare la liquidità per l'anticipo TFR ai dipendenti che lo richiedono.

=> TFR: decreto in Gazzetta, l'anticipo da aprile

 

 

 

TFR in busta paga

Come è noto, la Legge di Stabilitàconsente ai dipendenti di tutte le aziende private italiane di chiedere il TFR anticipato in busta paga, che viene liquidato fino al 2018. L'opzione può essere esercitata una sola volta ed è irreversibile fino al 30 giugno 2018. La somma anticipata è soggetta a tassazione ordinaria, e non a quella più favorevole prevista per il TFR accantonato. Il decreto applicativo (DPCM 29/2015) è in vigore dallo scorso 3 aprile.

Accordo ABI

L'accordo con l'ABI era particolarmente atteso dalle PMI, perché consente l'applicazione della regola in base alla quale le aziende fino a 50 dipendenti possono chiedere alla banca di anticipare le somme dovute ai dipendenti che chiedono il TFR in busta paga, applicando le stesse condizioni previste per la rivalutazione del TFR, con rimborso al 30 ottobre 2018 (oppure entro il mese successivo alla cadenza del rapporto di laovor, nel caso in cui quest'ultimo si interrompa prima). L'anticipo del TFR riguarda i periodi di paga che vanno dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018.

=>TFR anticipato: guida ai pro e controDocumentazione

Il datore di lavoro deve presentare alla banca la seguente documentazione:

  • certificazione INPS del trattamento di fine rapporto maturato in relazione ai montanti retributivi dichiarati per ciascun lavoratore (articolo 1, comma 31, Legge 190/2014, e articolo 6 DPCM 29/2015);
  • visura camerale che attesta l'insussistenza di situazioni di difficoltà aziendale individuate dall'articolo 3 del DPCM.
  • ulteriori documentazioni eventualmente richieste dalla banca a cui si chiede il finanziamento (ad esempio: la data di pagamento degli stipendi).
Tempistiche

La banca, dopo aver ricevuto la richiesta del datore di lavoro, presenta all'INPS la richiesta di finalizzare l'operazione, utilizzando la piattaforma elettronica dell'Istituto previdenziale. Il contratto di finanziamento vero e proprio viene poi siglato fra banca e impresa entro il mese precedente l'avvio della liquidazione del TFR anticipato, fonrnendo una disponibilità creditizia pari alla quota di TFR da versare mensilmente al dipendente. Il primo mese di disponibilità sarà giugno 2015.

=> TFR anticipato: calcoli caso per caso

Ricordiamo che nelle imprese sopra i 50 dipendenti o comunque anche nelle PMI di dimensioni inferiori che non chiedono il finanziamento bancario, l'anticipo del TFR è versato al dipendente a partire dal mese successivo alla richiesta, mentre invece nel caso in cui venga attivato il finanziamento bancario il versamento avviene a partire dal quarto mese successivo alla domanda. Quindi, a giugno si riceverà l'anticipo relativo al TFR maturato in marzo. L'ultimo versamento, relativo al giugno 2018, avverrà invece entro ottobre 2018. La banca eroga la somma al datore di lavoro entro il giorno 5 di ciascun mese e, comunque, fra il quinto e il terzo giorno precedente al versamento degli stipendi.

Garanzie e interessi

Il finanziamento è automaticamente garantito dall'INPS e controgarantito dallo Stato, senza bisogno di alcuno specifico adempimento. Il tasso di interesse non può superare quello di rivaluazione del TFR (l'1,5%).

Rimborso e revoca

L'azienda dovrà rimborsare il finanziamento in un'unica soluzione al 30 ottobre 2018,oppure il mese successivo a quello in cui interviene, eventualmente, l'interruzione del rapporto di lavoro. È possibile ampliare la richiesta di finanziamento anche successivamente alla prima domanda, sia a fronte di nuove richieste di anticipazione TFR da parte dei dipendenti sia a parità del numero di dipendenti. Nel caso in cui il datore di lavoro utilizzi il finanziamento per finalità diverse a quelle previste dall'anticipo TFR, il prestito è automaticamente revocato e va restituita la somma già incassata. Nel caso in cui si interrompa il rapporto di lavoro, l'impresa lo comunica alla banca attraverso la denuncia contributiva mensile e l'Istituto presenta la conseguente richiesta di rimborso. Se l'impresa non paga, la banca si avvale del Fondo INPS. (Fonte: l'accordo ABI sul TFR antucipato e le Linee Guida).

 

Se vuoi aggiornamenti su TFR ANTICIPATO, L'ACCORDO ABI PER LE PMI inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

 

 

 
 
 

CGIL

Post n°2305 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

 

Cgil, esce il film sul 25 ottobreUn racconto collettivo della imponente manifestazione di piazza San Giovanni, ideato e coordinato da Francesco Maselli e diretto da 13 registi d'eccezione. Prodotto da Edit Coop in collaborazione con Radioarticolo1 ed Ediesse

Piazza San Giovanni gremita di persone giunte da tutta Italia per dire al governo di cambiare marcia sul lavoro. Dalle immagini girate quel giorno, il 25 ottobre 2014, nasce un film collettivo (Cgil e Il Cinema per il Cambiamento, Italia 2014) ideato e coordinato da Francesco Maselli.

La direzione è stata affidata a tredici registi d'eccezione quali lo stesso Citto Maselli, i registi e attori Sabina Guzzanti e Moni Ovadia, la decana del documentario Cecilia Mangini, lo scrittore e sceneggiatore Giorgio Arlorio, lo scenografo Marco Dentici, la regista e sceneggiatrice Gioia Benelli, la giornalista e documentarista Giovanna Boursier, i registi Fabiomassimo Lozzi, Tommaso Mannoni, Sara Olivieri, Enzo Rizzo, Nino Russo.

sul sito di Rassegna.it il trailer del film

 

 

 
 
 

Braccianti

Post n°2304 pubblicato il 11 Aprile 2015 da deosoe

 

I braccianti stranieri, "in regola col permesso, ma ancora senza diritti"Lo studio è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e il Laboratorio di teoria e pratica dei diritti (Ltpd) del dipartimento di giurisprudenza dell'Università Roma Tre e con il sostegno della Fondazione Charlemagne, di Open Society Foundations, della Fondazione con il Sud e della Fondazione Nando Peretti.

Lavoro nero o con gravi irregolarità contributive, sottosalario, caporalato, orari eccessivi, mancata tutela della sicurezza e della salute, difficoltà nell'accesso alle cure, situazioni abitative ed igienico-sanitarie disastrose. Sono queste le condizioni di vita dei lavoratori migranti in agricoltura denunciate dal rapporto "Terraingiusta" curato da Medici per i diritti umani (Medu) presentato a Roma.

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e il Laboratorio di teoria e pratica dei diritti (Ltpd) del dipartimento di giurisprudenza dell'Università Roma Tre e con il sostegno della Fondazione Charlemagne, di Open Society Foundations, della Fondazione con il Sud e della Fondazione Nando Peretti.

Da febbraio 2014 e per undici mesi, cinque territori dell'Italia centrale e meridionale sono stati oggetto di studio seguendo le stagioni agricole dalla Piana di Gioia Tauro in Calabria, alla Piana del Sele in Campania, dal Vulture Alto Bradano in Basilicata all'Agro Pontino nel Lazio. Nel periodo estivo è stata inoltre monitorata la raccolta del pomodoro nell'area della Capitanata in Puglia. Per mezzo di cliniche mobili, gli operatori di Medu hanno svolto un servizio di prossimità a bassa soglia, mappando e raggiungendo gli insediamenti abitativi dei lavoratori immigrati, prestando prima assistenza medica, fornendo informazioni e orientamento socio-sanitario. Durante il viaggio sono stati intervistati 788 migranti, dei quali 744 hanno ricevuto assistenza sanitaria per un totale di 876 consulti medici.

Secondo quanto riscontrato dagli operatori, la gran parte dei lavoratori stranieri assistiti dal team di Medu era in possesso di un regolare permesso di soggiorno. "Per motivi di lavoro nelle aree a maggior presenza stanziale come la Campania e il Lazio - spiega il rapporto -, per protezione internazionale o motivi umanitari nei contesti con maggior flusso stagionale come la Calabria oppure ancora con caratteristiche miste in Basilicata. La percentuale di migranti in condizione di irregolarità è risultata trascurabile nell'Agro Pontino e nel Vulture Alto Bradano e ridotta a non più di un quarto dei migranti assistiti nella Piana del Sele e nella Piana di Gioia Tauro".

Il fenomeno, secondo il rapporto, è apparso rilevante soprattutto nella Piana di Gioia Tauro dove l'83 per cento dei migranti incontrati dagli operatori lavorava senza contratto. Tuttavia anche in territori dove i lavoratori con contratto sono risultati essere la maggioranza (circa i due terzi nella Piana del Sele e nel Vulture Alto Bradano e quasi il 90 per cento nell'Agro Pontino) il "lavoro grigio" rappresenta una modalità diffusa: un lavoro caratterizzato da sottosalario e da irregolarità salariali e contributive.

 Nonostante le tante inchieste sul tema, il fenomeno del caporalato è ancora una volta risultato diffuso in tutti i contesti, in particolar modo nei territori con maggior presenza di lavoratori stagionali come la Piana di Gioia Tauro e il Vulture Alto Bradano, dove rispettivamente i due terzi e la metà dei migranti intervistati hanno ammesso di aver dovuto ricorrere a tale tipo di intermediazione illecita per trovare lavoro. Tuttavia, il fenomeno non manca anche in territori come l'Agro Pontino, caratterizzati da presenze stanziali: "il fenomeno del caporalato si presenta con caratteristiche peculiari abbracciando l'intero ciclo del lavoro - spiega il rapporto -, a partire dal reclutamento nel paese d'origine, e assumendo talvolta le caratteristiche di una vera e propria tratta di esseri umani".

Rispetto agli anni precedenti, spiega il rapporto del Medu, per quanto riguarda le condizioni abitative e igienico-sanitarie dei migranti nelle zone caratterizzate dai flussi stagionali di braccianti, come la Piana di Gioia Tauro, il Vulture Alto Bradano e la Capitanata,non ci sono miglioramenti e le condizioni appaiono ancora una volta assai gravi. "Baraccopoli e casolari fatiscenti rappresentano ancora oggi il drammatico quadro da "crisi umanitaria" che segna il paesaggio di queste campagne - spiega il rapporto -. In particolare in Calabria, il 79 per cento dei migranti assistiti alloggiava in insediamenti precari privi di qualsiasi servizio mentre in Basilicata viveva in queste condizioni addirittura il 98 per cento dei braccianti". Le principali patologie rilevate, infine, risultano essere correlate alle dure condizioni di lavoro nei campi e alle critiche situazioni di precarietà sociale, abitativa e igienico-sanitaria riscontrate nei territori di intervento.

A fronte di un fenomeno di "così ampie proporzioni", però, da parte delle istituzioni, sia locali che nazionali, non c'è stata una risposta efficace. Anche se qualcosa sta cambiando, non senza difficoltà. "Nel corso della scorsa stagione - spiega il rapporto -, i governi regionali di Puglia e Basilicata hanno avviato dei piani organici con il preciso obiettivo di migliorare le condizioni lavorative e abitative dei migranti impiegati in agricoltura. Se da un lato, però, le strategie messe in campo dalle due task force create ad hoc, hanno avuto il grande merito  di affrontare il problema in tutta la sua complessità, tenendo conto dei molteplici aspetti interconnessi, dall'altro, la realizzazione concreta degli specifici interventi ha dimostrato gravi carenze sia negli aspetti della pianificazione sia in quelli più propriamente operativi.

da Redattore Sociale

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: deosoe
Data di creazione: 30/12/2012
 

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