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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 04/05/2015

San Ciriaco

Post n°2389 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

San Ciriaco di Gerusalemme


San Ciriaco di Gerusalemme

Nome: San Ciriaco di Gerusalemme
Titolo: Vescovo e martire
Ricorrenza: 04 maggio

Il nome di San Ciriaco è noto anche a chi ignora tutto sul conto di questo personaggio, grazie alla bellissima chiesa romanica che domina la città adriatica di Ancona dall’alto del colle roccioso del Guasco.

Si può anzi dire che la chiesa di San Ciriaco, larga di fianchi e acuta di facciata, con il portale denso d’ombra nello sfascio della luce marina, non soltanto è il monumento più insigne di Ancona, ma anche l’inconfondibile punto di riferimento della città a forma di ancora.

Di quell’ancora, San Ciriaco costituisce il simbolico anello, che unisce mare, terra e cielo. La chiesa alta sul colle, è sempre stata, infatti, il visibile fulcro della vita spirituale e anche civile della città. L’immagine di San Ciriaco, poi è stata impressa sulle monete anconetane e ripetuta nelle opere degli artisti, così come il nome di San Ciriaco è stato incluso nei pubblici decreti cittadini e ripetuto nelle preghiere dei fedeli.

Ciriaco fu Vescovo di Ancona sulla metà del IV secolo: il suo episcopato coincise con il più fortunato affermarsi dei Cristianesimo in quella regione, dopo la stretta della persecuzione e nel clima della pace costantiniana.

Le notizie sul conto dei Vescovo di Ancona sono quasi tutte leggendarie, ma secondo la tradizione la gloria di San Ciriaco sarebbe cominciata ancor prima della sua esaltazione alla cattedra anconetana. Egli infatti avrebbe fornito a Sant’Elena le indicazioni necessarie per rintracciare, sul Calvario, nel fon-do di una cisterna, i resti delle tre croci innalzate il Venerdì della Passione. Anzi, secondo un antico storico, il nome stesso di Ciriaco che invece è di origine greca e significa « signorile » deriverebbe dalle parole latine quaerenda crux, cioè « ricerca della Croce ».

Con il ritrovamento della Croce, il giovane palestinese si sarebbe convertito al Cristianesimo, e spinto dal fuoco della vocazione apostolica si sarebbe messo a predicare tra i connazionali. Il suo zelo e i molti successi lo costrinsero ad abbandonare la Palestina. Così il convertito di Gerusalemme sarebbe approdato, dal mare, nella città guardata dal Cònero.

Ad Ancona, Ciriaco fu Vescovo carico di meriti, e nel suo lungo episcopato la fede cristiana mutò profondamente il volto della città adriatica e la vita di quella popolazione pacifica, attiva e devota.

Sempre secondo la tradizione, egli sarebbe ritornato, da vecchio, a Gerusalemme, pellegrino nei luoghi della sua gioventù e della vita dei Signore. Qui, la spada dei giustizieri di Giuliano l’Apostata avrebbe interrotto il suo viaggio, facendolo rinascere alla Grazia dove era nato al mondo.

Le sue reliquie tornarono però ad Ancona, e furono poste al sicuro, sul Guasco, nell’aereo anello dell’ancora formata dalla città adagiata tra mare e monte. E qui ancora riposano, in un’urna d’argento, sotto le volte della bellissima cattedrale che dal Patrono della città ha preso il nome, rendendolo illustre anche nell’arte e nella storia.

 
 
 

Appalti

Post n°2388 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

Cgil: consegnate le firme per la legge sugli appalti

La Cgil ha consegnato alla Camera dei deputati le firme raccolte per la proposta di legge di iniziativa popolare per la riscrittura delle norme in materia di appalti pubblici e privati. Nella tarda mattinata il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, accompagnata dal segretario confederale Franco Martini, ha incontrato il Presidente della Camera Laura Boldrini per illustrare i contenuti della proposta. La consegna è avvenuta  al termine della raccolta firme promossa dalla Cgil con lo slogan “Gli appalti sono il nostro lavoro, i diritti non sono in appalto”, una campagna itinerante lanciata sei mesi fa e che ha percorso in lungo e il largo tutta la penisola.

Un impegno straordinario messo in campo dalla Cgil, che in questi mesi ha organizzato centinaia di iniziative, banchetti e dibattiti. Gli appalti e i sub appalti pubblici e privati dei diversi settori, da quello delle forniture e dei servizi a quello delle costruzioni, ricoprono un segmento produttivo importante: quelli pubblici da soli rappresentano più del 15% del Pil nazionale. I lavoratori impiegati sono oltre 3,5 milioni, spesso sono costretti a fare i conti con la mancanza di tutele adeguate e di diritti e con condizioni di illegalità. La proposta della Cgil fa leva su tre punti principali: affermare una tutela reale dei trattamenti di questi lavoratori, messi in discussione da più provvedimenti legislativi negli ultimi due anni; contrastare le pratiche di concorrenza sleale tra le imprese, incentrata sulla riduzione dei costi e non su capacità imprenditoriali e qualità del lavoro; consolidare ed estendere la clausola sociale per il mantenimento del posto di lavoro in caso di cambio di appalto.

 
 
 

Previdenza complementare

Post n°2387 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

Previdenza complementare: Fon.Te, apertura a lavoratori somministrati

“Si apre una nuova fase per la previdenza complementare dei lavoratori in somministrazione. Fon.Te, il fondo pensione complementare dei lavoratori del terziario, commercio, turismo e servizi, ha modificato il proprio statuto aprendo anche ai lavoratori somministrati la possibilità di iscriversi al fondo stesso”. E’ quanto si legge in una nota.

“Si avvia a conclusione con questo atto -si precisa- su cui si sono impegnate fortemente le organizzazioni sindacali dei lavoratori in somministrazione Nidil Cgil, Felsa Cisl, Uiltemp Uil, teso a garantire ai lavoratori somministrati la previdenza complementare, dopo la decisione della Covip di sciogliere Fontemp – fondo per i lavoratori in somministrazione che ha iniziato ad operare nel 2011 – per non aver raggiunto un numero minimo di adesioni”.

Dopo una fase transitoria, che porterà i lavoratori già iscritti a Fontemp a decidere se mantenere o meno la propria adesione alla previdenza integrativa anche nel nuovo fondo, a partire dal primo luglio sarà possibile iscriversi a Fon.Te. L’iscrizione a Fon.Te “sarà consentita a tutti i lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato e indeterminato, ai quali la bilateralità del settore della somministrazione garantirà per tutta la vigenza del contratto nazionale della somministrazione il finanziamento delle posizioni individuali secondo quando previsto dall’accordo sottoscritto da Nidil, Felsa, Uiltemp e Assolavoro”. In particolare, “ai lavoratori in somministrazione assunti a tempo determinato e indeterminato viene riconosciuto: un contributo base pari all’1% della retribuzione per il calcolo del Tfr nel periodo di riferimento (a cui si aggiunge l’1% del datore di lavoro anche questo finanziato dalla bilateralità); un contributo integrativo pari a quanto già versato in termini di contribuzione base, per tutto il periodo lavorato”.

Solo per i lavoratori a tempo determinato un contributo forfettario aggiuntivo pari a: 320 euro per missioni di lavoro nell’anno fino a 104 giorni; 160 euro per missioni di lavoro nell’anno comprese tra 105 e 164 giorni; 100 euro per missioni di lavoro nell’anno comprese tra 165 e 334 giorni. Anche i lavoratori assunti a tempo indeterminato ma momentaneamente in disponibilità hanno diritto al finanziamento del contributo base dell’1% calcolato sul Tfr dell”ultima missione (più 1% datore di lavoro). Anche la quota associativa prevista da Fon.Te sarà a carico della bilateralità. In pratica il lavoratore potrà finanziare la propria previdenza complementare soltanto con il Tfr maturando.

I sindacati ritengono che aver mantenuto nella disponibilità dei lavoratori in somministrazione la possibilità di costruire il proprio futuro previdenziale sia una grande opportunità: da una parte perché alla previdenza pubblica si affianca quella complementare; dall’altra perché rimane nella scelta dei lavoratori la possibilità di cogliere i vantaggi che offre la bilateralità della somministrazione, frutto della contrattazione collettiva di settore, e di valorizzare al meglio il proprio risparmio previdenziale.

 
 
 

Ocse

Post n°2386 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

Ocse, Italia al 4° posto per disoccupazione lunga durata

Resta alta in Italia la quota dei disoccupati di lunga durata. Secondo la fotografia scattata dall’Ocse nel rapporto Oecd 360 sul Belpaese, la percentuale è salita al 60% nel quarto trimestre del 2013, dal 45% del quarto trimestre del 2007. Un livello “alto” rileva l”Ocse, con il quale l’Italia si è collocata al quarto posto della classifica Ocse dopo Slovacchia, Grecia e Irlanda.

La media della zona euro nell’ultimo trimestre del 2013 era intorno al 50%. In termini di occupazione, il 58% delle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni in Italia ha un lavoro retribuito, al di sotto della media Ocse di occupazione del 65%. Il 68% degli uomini ha un lavoro retribuito, contro il 48% delle donne, a indicare come le donne incontrino ancora difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare. In generale, inoltre, gli italiani lavorano 1.752 ore l’anno, meno della media Ocse di 1.765 ore.

 
 
 

Naspi

Post n°2385 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

Confermato il diritto alla NASPI nel caso di licenziamento disciplinare

In risposta ad un interpello, la Direzione Generale del Ministero del lavoro chiarisce che:

- nel caso di licenziamento disciplinare la NASPI viene riconosciuta al lavoratore perché tale licenziamento rientra nella fattispecie della cosiddetta “disoccupazione involontaria” per numerosi motivi tra cui i principali sono l’aspetto dell’assoluta discrezionalità del datore di lavoro nel comminare tale licenziamento, l’aspetto dell’impugnabilità nelle opportune sedi giudiziarie. La Naspi verrà riconosciuta anche nel caso che il lavoratore accetti l’offerta economica del datore di lavoro.

Concludendo si riconosce il principio del diritto alla Naspi in conseguenza di un atto unilaterale di licenziamento del datore di lavoro.

 
 
 

Amianto

Post n°2384 pubblicato il 04 Maggio 2015 da deosoe

Amianto: Oms, in Ue 15.000 morti l’anno per malattie collegate

“Non possiamo permetterci di perdere quasi 15.000 vite ogni anno in Europa, in particolare lavoratori, per malattie causate dall’esposizione all’amianto. Ognuna di queste morti è evitabile”. Lo ha affermato Zsuzsanna Jakab, direttore regionale per l’Europa dell’Oms, nel corso di un meeting ad Haifa (Israele) su salute e ambiente.

“Esortiamo tutti i Paesi – ha aggiunto – a lasciare la riunione di Haifa con l’obiettivo di adempiere all”impegno fissato nel 2010 e di sviluppare politiche ad hoc entro la fine di quest’anno, per eliminare le malattie legate all’amianto dal volto dell”Europa. C’è poco tempo per farlo”. Il rapporto ”Progressi verso l’eliminazione delle malattie legate all’amianto”, presentato nel corso della riunione, indica che questa sostanza, in realtà un gruppo di minerali fibrosi naturali, è responsabile di circa la metà di tutte le morti per cancro sviluppato sul posto di lavoro. Secondo le nuove stime, i decessi per mesotelioma in 15 Paesi europei costano più di 1,5 miliardi di euro annui.

 ”L’amianto è un killer silenzioso ormai riconosciuto: i disturbi di salute derivanti dall’esposizione a esso di solito compaiono dopo diversi decenni. Ciò significa che molte più persone si ammaleranno e moriranno nei prossimi anni in tutta Europa “, ha evidenziato Guénaël Rodier, direttore della divisione di Malattie trasmissibili, sicurezza sanitaria e ambiente dell’Oms. “Questa nuova relazione valuta in che misura i Paesi europei hanno agito per eliminare le malattie correlate all’amianto e fornisce raccomandazioni per il futuro”.

 
 
 
 
 

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