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Messaggi del 16/05/2015

Pensioni

Post n°2416 pubblicato il 16 Maggio 2015 da deosoe

Restituzione di una parte della rivalutazione pensioni solo per assegni fino a 4-5 volte il minimo, nei prossimi mesi: verso il decreto del Governo dopo la sentenza Corte Costituzionale, le ipotesi.Barbara Weisz - 15 maggio 2015Pmi TVDEF 2015: Padoan annuncia PIL +0,7% Pensione Restituzione di una parte della rivalutazione pensioni, magari non subito ma a partire dai prossimi mesi: sono questi gli orientamenti del governo per il decreto sulla reindicizzazionepensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco pensioni della Riforma Fornero. I condizionali continuano ad essere d’obbligo fino a quando l’esecutivo non presenterà il provvedimento vero e proprio, atteso per il consiglio dei ministri di lunedì 18 maggio.=> Pensioni: perché il blocco è incostituzionaleMa ci sono dichiarazioni dello stesso premier, Matteo Renzi:«Stiamo studiando come fare a superare il limite della Corte e contemporaneamente a ridare una parte di quei soldi».Il punto è sempre lo stesso: recepire la sentenza riducendo al minimo l’impatto sui conti pubblici, sia per non compromettere la fragile ripresa sia per non rischiare di sforare il patto comunitario. Fra le varie ipotesi delle ultime ore, anche quella che vede un provvedimento che di fatto rimanda ogni decisione a dopo l’estate, per trovare le risorse nella prossimaLegge di Stabilità. Il punto è il seguente: la sentenza della Corte Costituzionale «non ha detto che non si può fare il blocco» ha spiegato sempre Renzi:«Ma che fatto in quel modo lì, non andava bene».La sentenza, lo ricordiamo, stabilisce che il blocco della rivalutazione dei trattamenti superiori a tre volte il minimo non rispetta i principi di proporzionalità e adeguatezza stabiliti dagli articoli 36 e 38 della Costituzione. Questo, perché l’asticella fissata dalla legge a tre volte il minimo va a intaccare pensioni non abbastanza elevate, che andrebbero quindi salvaguardate.=> Rivalutazione pensioni, decreto in arrivoDunque, par di capire che l’Esecutivo stia mettendo a punto un meccanismo che restituisca l’indicizzazione recuperando il necessario principio di equità ma senza pesare eccessivamente sui conti pubblici. Le ipotesi: la restituzione totale per i trattamenti fino a 4-5 volte il minimo e il blocco per quelle più alte. Si parla anche di un meccanismo progressivo,applicando dei coefficienti ridotti di reindicizzazione sopra tre volte il minimo, fino all’azzeramento intorno ai 2500 euro al mese lordi. Considerando che i trattamenti fino a tre volte il minimo non sono mai stati bloccati, significherebbe restituire solo una parte dell’indicizzazione non riconosciuta negli anni scorsi, e solo ai trattamenti fino a 4-5 volte il minimo, mantenendo il blocco per le pensioni più alte. Le prime risposte certe, arriveranno con il CdM di lunedì prossimo. Se vuoi aggiornamenti su PENSIONI: RIMBORSI CON LEGGE DI STABILITÀ 2016 inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:15 maggio 2015Pensioni, varie Lascia un commentoModificaIncentivi all’esodo: le retribuzioni 2015Share on FacebookShare on Facebook+1+1Share on TumblrShare on Tumblr La contribuzione figurativa per incentivi all’esodo di lavoratori vicini alla pensione si calcolano con nuove regole NASpI, senza massimale, per domande presentate dal primo maggio: messaggio INPS.Barbara Weisz - 13 maggio 2015Pmi TVDEF 2015: Padoan annuncia PIL +0,7% INPSIl passaggio dall’ASpI alla NASpI, la nuova assicurazione sociale per l’impiego prevista dalla Riforma Ammortizzatori Sociali del Jobs Act, comporta modifiche al calcolo del beneficio a favore dei lavoratori vicini alla pensione che si dimettono con gli incentivi all’esodo previsti dalla Riforma del Lavoro (legge 92/2012). Lo comunica l’INPS, conmessaggio 3096/2015.=> Incentivi all’esodo: come funziona la pensione anticipata senza diventare esodati In pratica, i lavoratori che presentano domanda per incentivi all’esodo a partire dal primo maggio 2015, hanno il beneficio calcolato con le regole previste per laNASpI (quindi, sugli ultimi quattro anni), mentre per tutte le domande precedenti valgono le vecchie regole (che prendono a riferimento le retribuzioni degli ultimi due anni). La precisazione riguarda il metodo con cui si calcola la contribuzione figurativa.=> In pensione con incentivi all’esodo: Guida INPS per datori di lavoroLa legge (articolo 4, commi da 1 a 7-ter, legge 92/2012, modificata dalla legge 221/2012), riconosce ai lavoratori a cui mancano meno di quattro anni alla pensione, dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti, una forma di prepensionamento per cui l’INPS riconosce loro un assegno pari a quello della pensione piena, pagato dal datore di lavoro. Ricordiamo che si tratta di uno strumento attivabile solo sulla base di specifico accordo sindacale, nell’ambito di procedure di ristrutturazione aziendale.=> Incentivi all’esodo: istruzioni per aziende privatizzateLa norma prevede che la contribuzione figurativa si calcoli con le stesse regole previste per l’ASpI nei caso di cessazione involontaria del rapporto di lavoro (licenziamento o dimissioni per giusta causa). Quindi: contributi proporzionati alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni, divisa per le settimane di contribuzione e moltiplicata per 4,33. Dallo scorso primo maggio, però, l’ASpI è sostituita dalla NASpI, in base al decreto di Riforma Ammortizzatori Sociali attuativo del Jobs Act. E il calcolo della contribuzione figurativa NASpI è diverso, prevedendo come riferimento l’imponibile previdenziale degli ultimi quattro anni, sempre diviso per il numero delle settimane di contribuzione e moltiplicato per 4,33.La conseguenza di questa evoluzione normativa è che coloro che presentanodomanda di incentivo all’esodo dopo il primo maggio 2015 calcolano la contribuzione figurativa con le nuove regole. Nel caso in cui invece la domanda sia stata presnetata prima, il calcolo non subisce cambiamenti, nel senso che continua a essere effettuato, per l’intero periodo in cui spetta il beneficio, sulla base dell’imponibile degli ultimi due anni. C’è anche un’altra precisazione importante dell’INPS, che recepisce le indicazioni già espresse dal ministero del Lavoro: la contribuzione figurativa per chi sceglie questi incentivi all’esodo resta piena, senza applicare i massimali previsti per la NASpI.(Fonte: messaggio INPS 3096/2015). Se vuoi aggiornamenti su INCENTIVI ALL’ESODO: LE RETRIBUZIONI 2015 inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2415 pubblicato il 16 Maggio 2015 da deosoe


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Sant' Ubaldo di Gubbio

Sant' Ubaldo di Gubbio

 

Nome: Sant' Ubaldo di GubbioTitolo: VescovoRicorrenza: 16 maggio

Ubaldo nacque a Gubbio intorno al 1085. Orfano di entrambi i genitori, venne educato da uno zio molto religioso, il quale tuttavia ostacolò il suo progetto, manifestato quando aveva quindici anni, di ritirarsi a vita solitaria; gli consentì, però, di associarsi ai canonici di San Secondo. 

Ordinato nel 1114 sacerdote dal vescovo Giovanni, Ubaldo intraprese r opera di riforma della chiesa ritirandosi, come già aveva fatto san Pier Damiani, nel monastero di Fonte Avellana. A Gubbio fece ritorno nel 1129 per reggere come vescovo la diocesi su preciso ordine dello stesso papa Onorio II. 

Gubbio era allora una città piuttosto inquieta, divisa da feroci discordie che contrapponevano fazione a fazione, casato a casato. E sulle strade cittadine spesso correva il sangue. 11 vescovo Ubaldo si offrì a fare da paciere e un giorno mise a repentaglio la propria vita nel tentativo di sedare una delle tante violente sommosse. Si era gettato tra i contendenti supplicandoli di desistere, ma era stato travolto. Solo quando gli eugubini si accorsero d'averlo lasciato malconcio sul terreno, posero fine alla rissa, preoccupati della sorte del loro vescovo e pentiti della loro insensatezza. Da quel giorno gli animi si calmarono. Ubaldo, amato dal popolo perché era sempre pronto a difenderlo dall'arroganza dei potenti, resse la città per oltre trent'anni, salvandola dalla distruzione minacciata da Federico Barbarossa. 

Come papa Leone aveva fatto con Attila, il vescovo Ubaldo andò incontro all'imperatore, armato solo della forza della fede e del prestigio della sua dignità episcopale. Barbaross, colpito da tanto coraggio, mutò proposito e risparmiò la città.

Ubaldo morì il 16 maggio 1160. Trent'anni dopo sull'onda della sincera venerazione tributata degli eugubini al loro santo vescovo eletto anche a patrono della città. Ubaldo venne incluso nell'albo dei santi.

 

 

 
 
 
 
 

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