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Messaggi del 04/06/2015

La mia pensione

Post n°2448 pubblicato il 04 Giugno 2015 da deosoe

 

Inps - La mia pensione

Al nuovo progetto INPS che consente di simulare la pensione futura denominato "La Mia Pensione", hanno fatto accesso 908.935 contribuenti. Ad un solo mese dal suo avvio l'Istituto ha rilasciato 288.980 nuovi PIN, per un totale di PIN attivi pari a 17.102.265. Il nuovo servizio fornisce indicazioni in merito alla data prevista del pensionamento e alla simulazione dell'importo della pensione che si riceverà al termine dell'attività lavorativa.

Interessante notare che a fare accesso sono stati molti under 40, e più in particolare 222.461. A fare il maggior numero di accessi sono stati i contribuenti di Lombardia e Veneto. In generale sono state effettuate 235.582 simulazioni della pensione. Una volta utilizzato il servizio, il sistema propone alcune domande di valutazione, da queste è emerso che:

  • nel 34% dei casi i contribuenti hanno giudicato buono il servizio, il 30% "molto buono", il 10% "scarso" e il 9% "sufficiente";
    nel 70% dei casi gli utenti non hanno ritenuta necessaria una consulenza da parte di un operatore INPS dopo aver effettuato la simulazione e il 45% dei contribuenti ha ritenuto l'importo futuro della pensione calcolato con la simulazione molto vicino alle proprie aspettative;
    dopo aver utilizzato il servizio tra il 17% e il 20% dei contribuenti, sia al di sotto dei 30 anni che quelli al di sopra dei 30, ritiene poco probabile l'eventualità di riutilizzarlo, tra il 30% ed il 31% "abbastanza probabile" e tra il 24% ed il 29% "molto probabile".

Pmi.it

 

 

 
 
 

Di Vittorio

Post n°2447 pubblicato il 04 Giugno 2015 da deosoe

 

Fondazione G. Di Vittorio: Ocse, la vera faccia della diseguaglianza

La Fondazione Giuseppe Di Vittorio ripropone un'analisi delle diseguaglianze crescenti nel nostro Paese sulla base dei dati del rapporto Ocse diffuso alla fine di maggio. L'Ocse ha diffuso infatti la versione in italiano del Better Life Index, che dal 2011 si propone di misurare le condizioni di "benessere" nei 34 paesi membri (più Brasile e Federazione Russa) su 11 dimensioni che superino la sola misurazione in termini di Prodotto Interno Lordo. 

La fotografia che ne esce per l'Italia non è certamente confortante, dato che il nostro paese si colloca al di sotto della media dei paesi considerati in quasi tutte le dimensioni, sicuramente in quelle più significative. Inoltre, si confermano le larghissime distanze tra le diverse regioni, con condizioni ancora peggiori nel Mezzogiorno.

Secondo l'Ocse, infatti, l'Italia vanta buoni risultati solo in poche valutazioni sul benessere. Si colloca, infatti, al di sopra della media in quanto a equilibrio lavoro-vita privata e stato di salute; ma al di sotto della media in quanto a impegno civile, abitazione, benessere soggettivo, qualità ambientale, occupazione e guadagni, e istruzione e competenze. In Italia, il reddito medio disponibile pro-capite aggiustato era pari a 25.166 dollari annui, leggermente inferiore alla media Ocse, pari a 25.908 dollari annui.

Si riscontra, tuttavia, un notevole divario tra le fasce più ricche della popolazione e quelle più povere: il 20% più ricco della popolazione, infatti, guadagna circa 6 volte le somme guadagnate dal 20% più povero. In termini di occupazione, in Italia il 56% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un impiego retribuito, al di sotto del tasso medio di occupazione Ocse (65%). In particolare, in Italia il 66% circa degli uomini ha un impiego retribuito, a fronte del 47% delle donne.  L'indice sfata anche qualcuno dei molti luoghi comuni diffusi - anche dall'Ocse stessa - sull'Italia, rilevando che la garanzia del posto di lavoro rappresenta un altro fattore costitutivo essenziale della qualità occupazionale. Coloro che si trovano di fronte a un rischio elevato di perdere la propria occupazione sono più vulnerabili, soprattutto nei paesi in cui il sistema di protezione sociale è meno sviluppato. In Italia, i lavoratori hanno una probabilità del 5,9% di perdere il lavoro, una cifra superiore alla media Ocse del 5,4%, dato che colloca il nostro paese al 27esimo posto tra i 36 considerati.

 (sul sito della Fondazione la nota completa: www.fondazionedivittorio.it)

 

 

 
 
 

Amianto

Post n°2446 pubblicato il 04 Giugno 2015 da deosoe

 

Belgio - Fondo Vittime Amianto (AFA): bilancio di 8 anni di attività

Da alcuni mesi nel nostro Paese si sta discutendo del Fondo Vittime Amianto dopo la sua estensione anche alle vittime "civili" di questo materiale. Appare, dunque, opportuno ed utile verificare quanto avviene negli altri Paesi che hanno introdotto già da tempo questa forma di tutela, partendo dall'esperienza belga.

Nell'ambito del Fondo Malattie Professionali (FMP) Belga  è stato istituito dalla Legge-programma del 27 dicembre 2006 (titolo IV, capitolo VI, articoli da 113 a 133)  un "Fondo Speciale Amianto" (AFA) che indennizza sia le vittime per esposizioni in ambito professionale che per esposizioni di tipo ambientale o in quanto parente convivente con un esposto professionale sia, infine, per esposizioni di tipo hobbistico.

Il finanziamento del Fondo è assicurato congiuntamente dallo Stato (con un montante annuale di 10 milioni di euro indicizzati ogni 31 gennaio con decisione del Re), da contributi sociali e da "donazioni". Il Fondo amianto perviene ad indennizzare  esclusivamente: mesotelioma ed asbestosi oltre ad altre malattie determinate "dal Re" e di cui sia dimostrata la derivazione da una esposizione all'amianto.

Ad oggi il Fondo amianto (Arrete Royal dell'11 marzo 2007) ammette alla tutela le seguenti patologie:
1) ispessimenti pleurici diffusi se bilaterali (in quanto assimilati all'asbestosi);
2) mesotelioma
3) asbestosi
e per la sola asbestosi deve essere dimostrata una esposizione ad almeno 25 fibre/anno.

Ad oggi, dunque, il AFA non indennizza le placche pleuriche,  il tumore del polmone ed il tumore della laringe, che sono invece riconosciuti come malattie professionali ad opera del FMP. Dalla sua creazione (e dunque in 8 anni) il Fondo AFA ha riconosciuto 1453 malati di mesotelioma, 1153 erano lavoratori esposti professionalmente all'amianto (il 67% di questi casi provengono dal settore privato). Per gli altri 338 malati si è pervenuti al riconoscimento sulla base di una  esposizione non-professionale.

n 23° 2015 numero newsletter.doc

 

 

 
 
 
 
 

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