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Messaggi del 02/07/2015

Previdenza

Post n°2479 pubblicato il 02 Luglio 2015 da deosoe

 

Previdenza complementare: al via le adesioni a Fon.Te. per lavoratori somministrazione

A partire da ieri, 1° luglio, i lavoratori assunti con contratto di somministrazione - sia a tempo determinato che indeterminato - possono iscriversi a Fon.Te., il fondo negoziale di previdenza complementare del settore terziario, commercio, turismo e servizi. Lo rende noto il Nidil Cgil.

Con la possibilità di aderire a Fon.Te viene così garantito ai lavoratori in somministrazione l'accesso alla previdenza complementare di natura contrattuale permettendo di rafforzare ed integrare la pensione pubblica, specie per i lavoratori in somministrazione caratterizzati da carriere lavorative e contributive non sempre continuative. 

L'adesione avviene attraverso il versamento del Tfr che viene maturato dalla data di iscrizione, mentre gli enti bilaterali del settore della somministrazione (Ebitemp e Formatemp) garantiscono ai lavoratori ulteriori vantaggi.

Infatti, in base all'accordo sottoscritto dalle agenzie per il lavoro e dalle organizzazioni sindacali di settore (Felsa Cisl, NIdiL Cgil, UilTem.p) e per tutto il periodo di vigenza del CCNL della somministrazione viene infatti garantita a tutti i lavoratori che si iscriveranno a Fon.Te una contribuzione aggiuntiva al Tfr.

In particolare, a tutti i lavoratori vengono riconosciuti un contributo aggiuntivo base pari all'1% della retribuzione utile per il calcolo del Tfr nel periodo di riferimento (a cui si aggiunge l'1% dell'Agenzia per il lavoro, anche questo finanziato dalla bilateralità), oltre a un contributo integrativo pari a quanto già versato in termini di contribuzione base (ulteriore 2%), per tutto il periodo lavorato.

Il contributo base e quello integrativo spettano anche ai lavoratori assunti a tempo indeterminato che percepiscono l'indennità di disponibilità. Inoltre solo per i lavoratori a tempo determinato viene erogato un contributo forfettario aggiuntivo pari a 320 euro per missioni di lavoro nell'anno fino a 104 giorni; 160 euro per missioni di lavoro nell'anno comprese tra 105 e 164 giorni; 100  euro per missioni di lavoro nell'anno comprese tra 165 e 334 giorni. Anche la quota una tantum di iscrizione al fondo è a carico degli enti bilaterali.

rassegna.it

 

 

 
 
 

Cittadinanza

Post n°2478 pubblicato il 02 Luglio 2015 da deosoe

 

Inas, Inca, Ital e Acli Liguria - Richieste cittadinanza, rischio mercato nero

Comunicato stampa di Inca Cgil, Inas, Cisl, Ital Uil e Acli regione Liguria

Dallo scorso mese di giugno le richieste di cittadinanza si possono effettuare solo in via telematica con il rischio di una proliferazione del mercato nero delle domande online. L'allarme è stato lancialo in queste settimane dai patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli: le richieste di coloro che chiedono la cittadinanza italiana possono essere presentate solamente sul portale del Ministero dell'interno attraverso un codice pin personale; il rischio che si corre è che ci si debba affidare obbligatoriamente a studi legali o ad altre strutture di consulenza a pagamento, se non addirittura a faccendieri.  Si tratta infatti di pratiche estremamente delicate che sino a questo momento erano seguite gratuitamente dai patronati. Con le nuove disposizioni il patronato non ha più chiavi di accesso al sistema informatico del Ministero; solo la persona che deve effettuare la pratica possiede le credenziali necessarie.

Negli anni gli uffici di patronato hanno fornito assistenza gratuita nella compilazione del modulo cartaceo e questo modo di lavorare ha arginato non poco il mercato di queste attività, terreno molto produttivo per molti faccendieri che purtroppo caratterizzano il mercato delle pratiche che riguardano il settore dell'immigrazione. Data la delicatezza della pratica, dove un errore può costare molto caro, molti cittadini infatti preferiscono avvalersi di un aiuto. Per questi motivi i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli hanno ritenuto opportuno che si predispongano le necessarie procedure per l'accesso al sistema telematico del ministero dell'interno nelle modalità già in uso almeno per le altre tipologie di istanze (permessi e carte di soggiorno).

In Liguria il bacino dei possibili richiedenti la cittadinanza italiana è composto da 140mila immigrati regolari di cui il 22% minorenni. Essendo precluso l'intervento gratuito dei patronati, agli aspiranti cittadini non rimane che cercare aiuto a pagamento, con costi che possono andare dai 150 ai 500 euro per il solo invio della pratica, su cui poi si sommano le spese ministeriali.

Con la sua attività, il patronato ha avuto un ruolo decisivo nel promuovere il riconoscimento dei diritti e oggi è diventato un punto di riferimento fondamentale per i tanti stranieri che lavorano e vivono regolarmente qui. Negli anni il patronato ha saputo costruire una nuova interlocuzione con le istituzioni italiane, svolgendo un'azione importante per la modifica delle norme in materia di migrazione e spiace dover constatare l'esclusione del patronato dall'espletamento delle pratiche.

 

 

 
 
 

Disabili

Post n°2477 pubblicato il 02 Luglio 2015 da deosoe

 

Incentivo per assunzioni disabili

Il decreto 27 maggio 2015 (pubblicato sul sito del Ministero del lavoro) stanzia e ripartisce tra le regioni fondi necessari all'incentivo per le assunzioni di disabili nell'anno 2014 e consistente nella riduzione dell'aliquota contributiva. Le risorse messe a disposizione ammontano a 21.910.10 euro  che vengono ripartite fra tutte le regioni in funzione delle assunzioni effettuate negli anni precedenti.

Gli incentivi sono a beneficio dei datori di lavoro del settore privato soggetti o meno all'obbligo di assunzione di disabili: cooperative sociali e consorzi, organizzazioni di volontariato. La Lombardia è in testa con il maggior numero di assunzioni (circa 6 milioni di euro) seguita dal Veneto (4 milioni di euro) e Lazio (circa 3 milioni di euro), ultima, l'Abruzzo con 167 mila euro.

 

 

 
 
 

Fiom

Post n°2476 pubblicato il 02 Luglio 2015 da deosoe

 

Indagine Fiom - Fatica e ansia, i «dolori» di chi lavora in Maserati

La fatica che provoca dolori insistenti alle braccia, l'ansia dovuta alla brevità delle pause, ai ritmi di lavoro forsennati, ma anche alla paura di ritorsioni in caso della denuncia di un infortunio. È questo il quadro che esce dalla indagine realizzata nelle scorse settimane dalla Fiom Cgil alla Maserati di Grugliasco (Torino), mediante la somministrazione di questionari inerenti alla salute e sicurezza sul lavoro. Un'iniziativa pensata per conoscere nel dettaglio gli orientamenti dei lavoratori su un tema così importante e prepararci nel migliore dei modi all'elezione degli Rls nel gruppo Fca.

Il questionario, strutturato con dieci domande a risposta multipla su carichi di lavoro, ritmi produttivi, organizzazione aziendale e stress da lavoro correlato, è stato distribuito ai cancelli delle diverse realtà produttive, e sempre ai cancelli è stato ritirato nei giorni seguenti. Molti lavoratori lo hanno compilato accuratamente, riconsegnandolo ai nostri delegati. Tantissimi hanno scritto osservazioni nello spazio dedicato ai suggerimenti su come intervenire e affrontare i vari problemi della sicurezza, a dimostrazione dell'apprezzamento e dell'ottima accoglienza dell'iniziativa. Successivamente abbiamo elaborato i dati e "costruito" un piccolo opuscolo, corredato da grafici a torta per rendere immediati i risultati e comprendente anche altre utili informazioni, che abbiamo distribuito in maniera capillare, suscitando l'ampio consenso di tutti i lavoratori.

Dai risultati emerge la fatica e l'ansia che si vive quotidianamente. Alla Maserati il 46,5 per cento accusa costantemente dolori insistenti alle braccia, una percentuale che supera l'80 per cento se si sommano anche coloro che dichiarano di accusare dolori saltuariamente. La stragrande maggioranza (86 per cento) dichiara che per risolvere il problema dei dolori bisognerebbe aumentare le pause, in quanto sono troppo brevi. Più del 70 per cento sostiene che una rotazione delle postazioni sarebbe utile ad alleviare il dolore alle braccia, mentre il 91 per cento dichiara che ritmi produttivi più lenti sarebbero un beneficio (e il 93 per cento ritiene utile una migliore organizzazione del lavoro). Il 66 per cento denuncia, inoltre, la presenza di fumo dei gas di scarico nelle officine.

Un dato significativo, su cui sarà necessario riflettere, è che il 25,6 per cento dei lavoratori sostiene che, in caso di infortunio, avrebbe problemi a denunciarlo. Alcuni dichiarano timori di ritorsioni e fenomeni di pressione psicologica da parte della gerarchia aziendale. Questi fattori, insieme ai ritmi intensi, causano stress e ansie: alla Maserati il 37,8 per cento ha risposto "molto", il 39,4 "abbastanza". Plebiscitaria, infine, la risposta sul ruolo degli Rls: il 92,2 per cento ritiene che i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza debbano essere più incisivi e maggiormente presenti nei reparti produttivi per parlare con i lavoratori e risolvere i problemi.

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