Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 22/07/2015

Francesco Casula Lìteras puntada francesco casula

Post n°2511 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 
 
 

Sfruttamento

Post n°2510 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Nardò, la morte per sfruttamento

"La morte del lavoratore sudanese nei campi di raccolta sta destando, giustamente, scalpore e sdegno nell'opinione pubblica e ci pesa non poco sottolineare che non avremmo mai voluto leggerne la notizia. Perché le morti sul lavoro si possono evitare e, da molti anni, la nostra organizzazione sta svolgendo un'instancabile attività sindacale nelle campagne della zona di Nardò, di concertazione con le parti datoriali e di denuncia a tutti i livelli istituzionali. Passi avanti in questi anni sono stati fatti, ma la strada da percorrere è ancora troppa e decisamente in salita". Così in un comunicato la Flai Cgil di Lecce sulla tragica vicenda che ha visto la morte di un bracciante sudanese di 47 anni colto da un malore letale mentre raccoglieva pomodori vicino Nardò.

Non è la prima morte né sarà l'ultima, denuncia il sindacato, visto che "i lavoratori vengono spesso utilizzati anche per più di dodici ore al giorno, adottando il seguente sistema: ci sono squadre di braccianti che iniziano a lavorare alle 5 del mattino e che, quasi sempre, una volta finito il lavoro in un campo, vengono spostati, in tarda mattinata, a lavorare in un altro campo fino al pomeriggio inoltrato".

"Sono anni - continua la nota - che la Flai Cgil denuncia irregolarità nei contratti e nell'organizzazione del lavoro e sono anni che chiediamo la necessità di controlli da parte degli organi ispettivi della Direzione territoriale del lavoro, dell'Inps e delle forze dell'ordine: controlli che, a nostro parere, sono attualmente inadeguati e insufficienti".

I sindacati hanno messo da tempo a disposizione uno strumento per favorire l'emersione di irregolarità nel lavoro: il ''Protocollo sulla raccolta dei prodotti stagionali nell'area nord ovest della Provincia'', sottoscritto da ConfAgricoltura, Coldiretti, Cia e Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, infatti, punta a introdurre meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro, come tra l'altro previsto dalla determina regionale che ha introdotto le liste di prenotazione, in un comparto fortemente compromesso da ampie irregolarità su un ambito ben più vasto che non il solo agro neretino".

La Flai sottolinea però che "se manca la volontà dei datori di lavoro a utilizzare questi strumenti, i protocolli servono a poco" e rimarca come "il sistema di accoglienza organizzato dall'amministrazione del Comune di Nardò risulta inadeguato: la tendopoli allestita è infatti priva di ombreggiatura e per questo inabitabile dai lavoratori che, purtroppo, preferiscono ricorrere alla struttura, fatiscente e gestita dai caporali, della ex falegnameria o ai casolari abbandonati disseminati nella campagna".

"Apprendiamo proprio oggi - conclude la nota -, tra l'altro, che, accanto a tutto questo, il servizio di Emergency non potrà essere garantito e anche per questo esprimiamo profonda preoccupazione per una situazione che continua a essere precaria e senza controllo alcuno, non degna di un territorio civile e accogliente come il nostro".

Sul lavoro della Flai e più in generale sulle sfide a cui è chiamato il sindacato nei settori dell'agroindustria si può ascoltare in podcast l'intervista al segretario generale Stefania Crogi (http://www.radioarticolo1.it/audio/2015/07/21/25023/le-sfide-del-sindacato-interviene-stefania-crogi).

rassegna.it

 

 

 
 
 

Pensioni

Post n°2509 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Pensioni: Cgil, governo dimentica 50mila esodati

"Il governo ha completamente dimenticato che rimangono almeno 50mila esodati da includere nella salvaguardia, intervenga per chiudere definitivamente questa pagina nera", questa la denuncia di Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil.

Lamonica ricorda inoltre che "l'Inps non ha ancora ottemperato all'impegno preso con il Parlamento di rendere noto il numero esatto di lavoratori effettivamente salvaguardati e le risorse finora spese al riguardo. Si tratta di dati indispensabili - spiega - perché proprio a partire dalle risorse impegnate ma non spese si può procedere alla settima salvaguardia, completando così una vicenda che è scandalosamente ancora in piedi. Anche il ministero del Lavoro - sottolinea la dirigente sindacale - non comunica i dati, e i due soggetti continuano a rimpallarsi la responsabilità. Siamo con i lavoratori che oggi manifestano davanti a Montecitorio - sostiene Lamonica - e riconfermiamo il nostro impegno per far sì che la questione si possa definitivamente chiudere, assicurando - conclude - che a eguale condizione corrispondano eguali diritti".

ansa

 

 

 
 
 

Inca

Post n°2508 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Progetto Cgil-Inca Catania per riduzione malattie professionali

"Solo nel 2014, in Italia sono state presentate 663.000 denunce di infortunio e ben 57.000 di malattie professionali. Il nostro obiettivo è quello di ridurre i rischi nei luoghi di lavoro e di tutelare le migliaia di lavoratori che ogni giorno si rivolgono a noi". È il direttore dell'Inca Cgil di Catania, Vincenzo Cubito a segnalare i dati che la dicono lunga sulla necessità di tutelare i dipendenti delle strutture ospedaliere pubbliche, comprese quelle della provincia di Catania esposti quotidianamente a rischi derivanti dal lavoro che svolgono.

Nei giorni scorsi è stato presentato dal Patronato Inca e dalla Funzione Pubblica Cgil Catania, dipartimento Sanità, il progetto "Dignità nel Lavoro, diritto alla salute" alla presenza del medico legale dell'Inca nazionale Marco Bottazzi e del responsabile regionale Inca Vito Ciulla. Per l'occasione saranno formati i delegati della aziende ospedaliere che intervisteranno i colleghi attraverso un questionario. Obiettivo:  far emergere eventuali danni da lavoro o malattie professionali.

Il segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo commenta che : "Gli infortuni sul lavoro nelle strutture ospedalieri sono spesso il frutto dello stress eccessivo, a sua volta collegato a turni massacranti e a carichi di lavoro impensabili, anche nei pronto soccorsi. Abbiamo più volte denunciato queste verità con dati e testimonianze e torneremo ancora una vota sull'argomento non appena avremo a disposizione i risultati delle interviste somministrate attraverso i questionari. Non appena avremo chiara la fotografia del reale, la divulgheremo all'opinione pubblica".

 

 

 
 
 

Istat

Post n°2507 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Istat: 13 mln persone con limitazioni nel lavoro e nello studio

Circa 13 milioni di persone dai 15 anni in su hanno nella loro quotidianità limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi. Si tratta del 25,5% della popolazione residente in Italia. Lo afferma l'Istat nel report sull'inclusione sociale delle persone con queste limitazioni relativo al 2013. Nel 54,7% dei casi sono donne e il 61,1% anziani. Circa 5 milioni di persone non sono iscritte a corsi di alcun tipo (scolastici, universitari o di formazione professionale). Appena il 44% (a fronte del 55,1% del totale della popolazione) ha un'occupazione.

Circa 2 milioni e 600 mila nel nostro paese le persone con grave riduzione dell'autonomia. Si tratta
del 34% di coloro che soffrono di limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi che dichiarano - rileva l'Istat - di non essere in grado di svolgere da solo almeno una delle attività essenziali della vita quotidiana (come sdraiarsi ed alzarsi dal letto, vestirsi e spogliarsi, lavarsi le mani). Oltre tre milioni e mezzo di persone con limitazione funzionali, invalidità o cronici gravi, hanno difficoltà ad uscire di casa per le condizioni di salute. Si tratta dei due terzi dei casi (76,2%) con limitazioni gravi. Lievemente più bassa è la quota di quanti, sempre per motivi di salute, hanno difficoltà ad accedere agli edifici (22,3%) e ad utilizzare mezzi di trasporto pubblici (19,7%). 400 mila persone con problemi di salute non sono iscritte ad alcun corso di studio. Inoltre, lavora appena una persona su cinque con limitazioni
funzionali gravi.

In generale, fra chi ha limitazioni, gravi e non, è occupato il 44% contro il 55,1% registrato fra l'intera popolazione; la percentuale in cerca di occupazione è lievemente inferiore (12,6% contro 14%). Risulta occupato il 52,5% degli uomini (contro 64,6%) contro il 35,1% delle donne (45,8%). La  quota di occupati è molto più bassa nel mezzogiorno (34,1%) rispetto al Nord (51,7%). Fra l'altro, oltre la metà delle persone con limitazioni gravi ha restrizioni nel lavoro (53,1%, il 12,3% di chi soffre di limitazioni).

Secondo l'Istat "nell'ostacolare l'integrazione nel mondo del lavoro c'è la mancanza di opportunità indicata come il motivo principale dal 22,5% della popolazione residente in Italia. 

 

 

 
 
 

Congedo parentale

Post n°2506 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Prolungamento congedo parentale figli in situazione di handicap grave

Il D.lgs. 80/2015 (Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di  lavoro), interviene e modifica le disposizioni contenute nel DLgs. 151/2001 ridefinendo, in via sperimentale, per il solo anno 2015, il limite di età del figlio, in situazione di handicap grave, entro cui i genitori possono fruire del prolungamento del congedo parentale. 
Per gli anni successivi al 2015 l'eventuale estensione rimane subordinata all'introduzione di norme che forniscano adeguate coperture finanziarie.

L'art.33 del d.lgs.151/2001 prevedeva che il prolungamento del congedo parentale per figli con disabilità in situazione di gravità  potesse essere fruito, entro il compimento dell'ottavo anno di vita del bambino,  per un periodo massimo di tre anni, dalla conclusione del periodo di "normale congedo parentale" "teoricamente" fruibile dal genitore richiedente;

mentre, per effetto della modifica operata dal decreto 80/2015, si stabilisce la possibilità per i genitori di fruire del predetto beneficio entro il dodicesimo anno di vita del figlio con HANDICAP in situazione di gravità; compresi anche i casi di adozione nazionale, internazionale e affidamento.

Per l'anno 2015, quindi, in via sperimentale, il prolungamento del congedo parentale potrà essere fruito, qualunque sia l'età del minore, non oltre la maggiore età, dai genitori adottivi o affidatari entro i dodici anni dall'ingresso del minore in famiglia.

Il periodo massimo di prolungamento del congedo parentale (fino al dodicesimo anno di età o fino al dodicesimo anno dall'ingresso in famiglia), fruibile dalla madre lavoratrice o, in alternativa, dal padre lavoratore, per ogni figlio in situazione di handicap grave, resta ancorato a 36 mesi, compresivi del "normale congedo parentale" e, come in precedenza, decorre sempre dalla conclusione del periodo di normale congedo parentale teoricamente fruibile.

Per tutto il periodo è riconosciuta una indennità economica pari al 30% della retribuzione. Conditio sine qua non  è che il bambino non sia ricoverato a tempo  pieno  presso  istituti specializzati, salvo che,  sia  richiesta  dai sanitari la presenza del genitore.

L'entrata in vigore del nuovo dettato normativo fa si che i genitori (anche adottivi o affidatari) con figli in situazione di handicap grave possano beneficiare in alternativa:

fino a tre anni di età del bambino: tre giorni di permesso; ore di riposo giornaliere; prolungamento del congedo parentale.

Oltre i tre anni e fino ai dodici anni del bambino: tre giorni di permesso; prolungamento del congedo parentale.

Oltre i dodici anni del bambino:  tre giorni di permesso mensile.

La norma, come più volte sottolineato nel messaggio Inps (n. 4805/15), si applica per l'anno 2015 in via sperimentale e potranno trovare accoglimento solo le richieste presentate dopo il 24 giugno 2015.

In attesa, che l'Inps renda possibile la presentazione delle domande in modalità telematica, i genitori, che intendano avvalersi del beneficio, potranno produrre la domanda in forma cartacea solo per tutto il mese di luglio.

Le sedi dell'Inca, dislocate su tutto il territorio nazionale, sono a disposizione per fornire eventuali, ulteriori informazioni.

 

 

 
 
 

Eternit

Post n°2505 pubblicato il 22 Luglio 2015 da deosoe

 

Processo Eternit bis?

Il 24 luglio 2015 a Torino il Gup dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura di Torino per il rinvio a giudizio di Stephan Smidheiny (ultimo proprietario della multinazionale Eternit) per "omicidio volontario" (doloso), dopo che la Corte di Cassazione con la sentenza del 19.11.2014 , non ha assolto Smidheiny, ma ha dichiarato prescritto il reato di "disastro ambientale doloso".

"Un disastro Eternit che  - commenta un comunicato dell'AfeVa (Associazione Familiari Vittime Amianto) - è invece ancora in corso: solo a Casale i mesotelioma hanno superato i 50 casi all'anno! Questa sentenza della Cassazione è sconcertante - prosegue il comunicato - ed ha inferto un duro colpo al diritto alla giustizia delle migliaia di vittime ed alle aspettative delle migliaia di cittadini che hanno partecipato con mille iniziative a questa battaglia di civiltà, assieme a tutte le scuole ed istituzioni del territorio, ai medici, a tanti legali, al mondo culturale e sportivo e, in particolare, alle vittime ed associazioni di tanti altri Paesi".

 

 

 
 
 
 
 

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