Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Messaggi del 16/09/2015

Cittadini Italiani di nazionalità sarda

Post n°2540 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Cittadini italiani di nazionalità sarda

16 settembre 2015

caterino murinoFrancesco Casula

L'attrice sarda Caterina Murino, intervistata il 30 agosto scorso da una TV, alla domanda della conduttrice :"È vero che tu non ti consideri Italiana?" risponde:" assolutamente, non sono Italiana sono Sarda".
In realtà l'affermazione della Murino può sorprendere solo chi si attarda a confondere Stato con Nazione. Noi infatti siamo cittadini italiani - sia pure obtorto collo e senza avere mai scelto di esserlo - ma di nazionalità sarda.
Oltretutto il "sentimento" della Murino è largamente presente fra i sardi. Ricordo che nel 2012, in un sondaggio (curato dall'Università di Cagliari e da quella di Edimburgo e finanziato dalla Regione sarda, circa l'atteggiamento dei Sardi nei confronti della propria identità) era emerso che il 27% si sente sardo e non italiano; il 38% più sardo che italiano; il 31% tanto l'uno che l'altro e solo il 3% più italiano che sardo e l'1% esclusivamente italiano.
Ma si tratta solo di un "sentimento", di un "umore"? O, meglio, di un ri-sentimento e di un mal-umore nei confronti dello Stato italiano, storicamente ostile nei confronti dell'Isola? O sta maturando una nuova consapevolezza e coscienza della propria "diversità" e "specificità" e persino dell'essere "Nazione"? Io credo di sì. E viene da lontano.
La Sardegna, storicamente, è entrata, coattivamente, nell'orbita italiana - a parte la parentesi pisana e genovese nei secoli XI-XIII - solo agli inizi del 1700 quando viene ceduta al Piemonte, per un baratto di guerra. Per il resto ha avuto una etno-storia, peculiare e dissonante rispetto alla coeva storia italiana ed europea.
L'espressione "nazione sarda" comincia a ricorrere con frequenza e poi sempre più insistentemente in documenti (trattati e carte diplomatiche) che accompagnano le relazioni e i conflitti fra il Giudicato di Arborea e il regno d'Aragona.
L'uso del termine nazione sarda è comprovato dalle carte della corona di Arborea e sarà alla base di quel monumento storico, giuridico e linguistico della Carta de Logu.
La lotta sanguinosa fra naciò sardesca e naciò catalana non si può però considerare chiusa con la battaglia di Sanluri: infatti, affermatosi definitivamente il dominio aragonese a seguito della sconfitta dell'ultimo marchese di Oristano Leonardo Alagon, la contrapposizione fra naciò sarda e naciò catalana non scompare.
L'intellighenzia isolana, dal canto suo, se una parte rimane accecata di fronte agli splendori dell'impero spagnolo e da ascara si prostra servilmente ad esso ed evita con grande cura lo stesso termine di nazione sarda, il poeta Araolla alle lingue castigliana e catalana contrappose la lingua sarda con cui si inizia a delineare un embrionale coscienza del rapporto fra nazione e lingua. Che sarà ancor più forte nello scrittore Gian Matteo Garipa:"Totas sas nationes iscrien & istampan libros in sas proprias limbas naturales insoro...disijande eduncas de ponner in platica s'iscrier in sardu pro utile de sos qui non sun platicos in ateras limbas, presento assos sardos compatriotas mios custu libru".
Invito a notare i termini, estremamente chiari e significativi: parla di lingua naturale - oggi diremmo materna - che tutte le nazioni, compresa la sarda, hanno il diritto-dovere di utilizzare per rivolgersi ai "compatrioti", ovvero ai sardi, abitanti dunque della stessa "patria".
Ma è soprattutto alla fine del '700, nel vivo dello scontro politico e sociale che prende sempre più corpo l'idea di nazione sarda. Ad iniziare dal triennio rivoluzionario che vedrà protagonista principale Giovanni Maria Angioy quando i Sardi, prendono coscienza di sé e del proprio essere "popolo" e "nazione", prima quando si battono con successo contro l'invasione francese poi quando cacciano i piemontesi da Cagliari il 28 Aprile 1794.
Il senso di "appartenenza" e di "nazione sarda" sarà fortemente presente nella stampa e negli scritti di quel periodo di grandi cambiamenti. Ancor più forte sarà il sentimento di "popolo sardo" e di "comunità nazionale" nell'Inno di Francesco Ignazio Mannu Su patriota sardu a sos feudatarios , in cui l'istanza dell'abolizione del giogo feudale si coniuga con un atteggiamento anticoloniale e un sentimento nazionale sardo.
E ancor più chiaramente tale "Identità sarda" emerge nel Memoriale di Angioy in cui l'Alternos cerca di cogliere e di interpretare i tratti distintivi, peculiari e originali della individualità sarda, cominciando dal quadro geografico e morfologico, proseguendo con cenni sugli usi, i costumi, le tradizioni, i rapporti comunitari. Con approdo dell'esperienza e della riflessione angioyna nell'esilio parigino a una repubblica sarda indipendente.
L'ingresso della Sardegna nella compagine statale unitaria, la conseguente imposizione dell'uniformismo centralistico da parte dello Stato italiano non porta alla completa omologazione o alla scomparsa di quella forte caratterizzazione individuale dell'Isola che viene messa in rilievo soprattutto nella memorialistica della seconda metà dell'Ottocento. Ma che soprattutto emergerà sul fronte nel primo conflitto mondiale con la Brigata Sassari.
A questo proposito infatti - scrive Lilliu - "Forse sarebbe utile approfondire l'analisi delle gesta belliche della Brigata Sassari nella penultima grande guerra, demitizzandola nel ruolo assegnatole dalla politica e dalla storiografia nazionalistica e fascista, di fedele e strenuo campione di amor patrio italiano. Resistendo sui monti del Grappa, guidati e formati ideologicamente da ufficiali, come Lussu, nei quali urgevano violentemente, sino a forme ritenute quasi di indipendentismo, le istanze dell'autonomia isolane, i fanti della Brigata, combattendo contro lo straniero austro-ungarico-tedesco, riassumevano tutti gli antichi combattimenti contro tutti gli stranieri conquistatori colonizzatori e sfruttatori della loro terra, comprendendo fra essi, forse gli stessi "piemontesi", fondatori dello stato centralista e unitarista italiano. In tal senso, il momento della Brigata, può essere ritenuto una trasposizione in suolo nazionale della resistenza sarda di secoli"

 

 

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2539 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 


San Cipriano Vescovo e San Cornelio Papa

 

InviaNome: San Cipriano Vescovo e San Cornelio PapaTitolo: MartiriRicorrenza: 16 settembre

«Il Signore edifica la sua Chiesa sopra uno solo; anche se dopo la sua resurrezione egli conferisce un'eguale potestà a tutti gli apostoli. Come può credere allora di possedere la fede chi non mantiene l'unità della Chiesa?»

Cipriano di Cartagine era un famoso retore che si convertì al cristianesimo verso il 246. La sua posizione intellettuale e sociale favorì la sua ordinazione come sacerdote e vescovo. All'epoca la comunità di Cartagine era lacerata da divisioni causate da persecuzioni particolarmente cruente, come quelle degli imperatori Decio, Gallo, Valeriano, Gallieno, ed altri che inducevano numerosi cristiani a sacrificare alle loro divinità pagane per sfuggire alla morte o all'esilio. 

Molti dei caduti chiedevano poi la riammissione, alla quale si opponevano i rigoristi. Cipriano, in considerazione della debolezza umana e della misericordia di Dio, adottò un atteggiamento più benevolo. 

Identica situazione si presentò a Roma dove, dopo la morte di papa Fabiano, venne eletto Cornelio, vescovo ricco di bontà e umiltà, nativo di Roma e di antica famiglia, che fu papa dal 251 al 253. Il presbitero Novaziano, famoso retore, non accettò l'elezione del nuovo papa. Si fece a sua volta consacrare vescovo e provocò una scissione tra i cristiani della capitale. Anche qui la causa della divisione era "atteggiamento da tenere nei confronti dei caduti ". 

Al più umile e comprensivo Cornelio si opponeva il rigorista Novaziano. In questa difficile situazione il papa ricevette il sostegno convinto di Cipriano. 

I due vescovi conclusero la loro vita con il martirio: Cornelio nel 253, in esilio e incarcerato a Civitavecchia (l'antica Centumcellae). Il suo corpo fu trasportato a Roma e sepolto nel cimitero di Callisto.

Cipriano fu prima esiliato durante la persecuzione dell' imperatore Valeriano, quindi, il 14 settembre del 258, morì martire a Cartagine. 

Perciò la Chiesa ricorda insieme questi due generosi fratelli nell'episcopato, la cui fede pronta, incrollabile ed eroica trasformò in intrepidi martiri.

PRATICA. Ricordando l'umiltà dell'accettazione della sofferenza dei due santi martiri Cipriano e Cornelio, rifugiamoci nella bontà del Signore senza mai turbarci, né sgomentarci. Adoriamo Cristo nel nostro cuore, forti della speranza che alimenta la nostra fede. 

PREGHIERA. O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della Chiesa.

 

 

 
 
 

rapporto caritas

Post n°2538 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Rapporto Caritas "Il poco non è meglio del niente"

"Il poco non è meglio del niente": in questo motto si riassume l'atteggiamento di Caritas Italiana verso le politiche attuate dal Governo in materia di lotta all'indigenza. Nel suo secondo Rapporto sulle politiche contro la povertà in Italia, presentato oggi a Roma, l'organismo pastorale della Cei giudica con severità l'operato dell'esecutivo, che pur avendo introdotto qualche "avanzamento marginale" nel sostegno al reddito, non si è finora "discostato in misura sostanziale dai suoi predecessori" e ha confermato la "tradizionale disattenzione della politica italiana nei confronti delle fasce più deboli".

Se è vero, dati Istat alla mano, che la povertà assoluta ha smesso di crescere stabilizzandosi intorno al 7% della popolazione, confrontando il 2014 con il 2007, cioè con il periodo pre-crisi, il numero dei poveri in senso assoluto è salito da 1,8 milioni a 4,1 milioni, più che raddoppiato.

L'Italia, sottolinea Caritas, è l'unico paese europeo, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale contro la povertà. L'attuale sistema di interventi pubblici risulta del tutto inadeguato (i fondi nazionali sono passati da 3.169 milioni del 2008 a 1.233 milioni del 2015) e frantumato in una miriade di prestazioni non coordinate, la gran parte dei finanziamenti pubblici disponibili è dedicata a prestazioni monetarie nazionali mentre i servizi alla persona, di titolarità dei Comuni, sono sottofinanziati. Infine, la distribuzione della spesa pubblica è decisamente sfavorevole ai poveri: l'Italia ha una percentuale di stanziamenti dedicati alla lotta alla povertà inferiore alla media dei paesi dell'area euro.

Gli interventi decisi dal governo Renzi - bonus di 80 euro, bonus bebè, bonus per le famiglie numerose, Asdi - secondo il rapporto si traduce in un complessivo incremento medio di reddito pari al 5,7%, risultato migliore rispetto ai precedenti Governi. Si tratta, però, di un avanzamento marginale e pertanto la valutazione d'insieme è che in materia di sostegno al reddito l'attuale esecutivo non si è discostato in misura sostanziale dai suoi
predecessori e ha confermato la tradizionale disattenzione della politica italiana nei confronti delle fasce più deboli. Anche le misure annunciate, come l'abolizione della Tasi o la riduzione dell'Irpef, incideranno poco o nulla su questi nuclei che per lo
più sono incapienti.

AdnKronos

 

 

 
 
 

ius soli

Post n°2537 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Ius soli, "no al requisito della residenza e norma per i disabili"

Sostituire il requisito della "residenza" con il soggiorno legale; considerare valida la non decadenza della potestà genitoriale anziché la convivenza con il figlio minore, prevedere una norma transitoria per coloro che avevano alla nascita i requisiti per diventare italiani ma hanno già compiuto 21 anni e, infine, introdurre una norma specifica per le persone con disabilità psichica, a cui è negato il diritto di acquisire la cittadinanza in quanto considerati incapaci di presentare dichiarazione di volontà e prestare giuramento. Sono questi gli emendamenti presentati dalla campagna l'"Italia sono anch'io", fra i cui promotori c'è anche la Cgil (n.d.r.),  al disegno di legge C.3264,  per riformare l'attuale legge 91/1992 in materia di cittadinanza.

Innanzitutto si propone la sostituzione del requisito della "residenza legale, senza interruzioni" dei genitori dei minori stranieri nati in Italia, con quello del "soggiorno legale". "La  residenza anagrafica è un criterio troppo stringente, ed è stato già censurato dalla giurisprudenza - spiega il legale di Asgi, che ha contribuito insieme ad altri esperti a scrivere gli emendamenti per l'Italia sono anch'io -. Non è semplice per gli stranieri ottenere la residenza anagrafica. Questo criterio, dunque, terrebbe fuori moltissimi minori e indurrebbe a una serie di contenziosi, con una conseguenza spesa non da poco per la contabilità dello Stato. Dunque, per evitare che una normativa estranea alle finalità della legge interferisca, con tutte le sue problematiche, nel diritto dei piccoli cittadini stranieri di diventare italiani, e per evitare che gli inadempimenti o le difficoltà degli adulti si ripercuotano sui minori incolpevoli, abbiamo chiesto di modificare il testo con il criterio del soggiorno, che è anche maggiormente coerente con la normativa in materia di immigrazione".

La seconda proposta di modifica riguarda il requisito della convivenza del figlio minore con il genitore che acquista la cittadinanza italiana. Secondo la campagna basta la non decadenza dalla potestà genitoriale, perché altrimenti ci sarebbero effetti discriminatori, ad esempio, nei confronti dei figli di genitori separati.

Tra gli emendamenti proposti c'è anche la previsione di un obbligo di informazione da parte dell'ufficiale di stato civile in alcuni specifici casi, per favorire la conoscenza e dunque l'effettivo esercizio del diritto.

"L'Italia sono anch'io" chiede di introdurre nel testo anche norme specifiche per evitare il verificarsi di un altro caso, come quello di Cristhian Ramos, il ragazzo con sindrome di down che ha dovuto ingaggiare una battaglia legale per ottenere la cittadinanza italiana. Nell'emendamento si chiede, infatti, l'introduzione di una norma sui minori disabili e sugli interdetti, inabilitati e beneficiari di amministrazione di sostegno, per superare l'attuale discriminazione per cui ai giovani con disabilità psichica è negato il diritto di acquistare la cittadinanza italiana. in quanto ritenuti incapaci di presentare la dichiarazione di volontà e di prestare il giuramento.

 

Redattore Sociale

 

 

 
 
 

UE

Post n°2536 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Corte UE - No al turismo del welfare

Nessun sussidio di disoccupazione per chi, in cerca di lavoro, arriva in uno stato europeo che prevede l'erogazione di tale indennità, ma solo per i suoi cittadini.

I giudici hanno stabilito che "il diritto alla parità di trattamento può essere invocato solo "il soggiorno sul territorio dello stati membro ospitante rispetta i requisiti di cui alla direttiva 28/2004 sulla cittadinanza".

In sintesi, chi si è trasferito e si trova in stato di disoccupazione involontaria, dopo aver lavorato per meno di 1 anno ha diritto al sussidio e conserva lo status di occupato e il di soggiorno per almeno 6 mesi, ma trascorso il semestre e se non si è mai lavorato "lo stato ospitante può rifiutare qualsiasi prestazione di assistenza sociale".

 

 

 
 
 

CGIL

Post n°2535 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Cgil: domani al via Conferenza di organizzazione "Contrattare per includere, partecipare per contare"

Giovedì 17 e venerdì 18 settembre si terrà la Conferenza di organizzazione della Cgil "Contrattare per includere, partecipare per contare". I lavori delle due giornate si svolgeranno a Roma, presso l'Auditorium Parco della Musica, in viale Pietro de Coubertin, 30.

Il compito di dare il via alla Conferenza spetterà al segretario confederale, responsabile delle politiche organizzative, Nino Baseotto, con la relazione che giovedì 17 alle ore 10.30 aprirà i lavori.

Al termine degli interventi, previsto per le ore 12.30 di venerdì 18, sarà il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a prendere la parola per le conclusioni.

La due giorni di Roma, è stata preceduta da un centinaio di conferenze territoriali di organizzazione che si sono svolte durante il mese di giugno. Al centro del lungo percorso di discussione quattro temi fondamentali: contrattazione inclusiva, democrazia e partecipazione, territorio e strutture, profilo identitario e formazione sindacale.

I giornalisti interessati si potranno accreditare direttamente presso l'Auditorium Parco della Musica, a partire dalle ore 9 di giovedì 17 settembre

 

 

 
 
 

Esodati

Post n°2534 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

E sodati: Cgil, risorse ci sono, flessibilità in stabilità

La Cgil torna a chiedere al Governo di intervenire con la legge di stabilità per modificare la legge Fornero sulla previdenza, introducendo maggiore flessibilità e ricorda che per salvaguardare gli esodati rimasti ancora scoperti le risorse ci sono.

"Non si confondano le acque con la propaganda - dice il segretario confederale Vera Lamonica - per le questioni esodati e opzione donna le risorse ci sono già, non hanno nulla a che fare con la legge di stabilità, che dovrà affrontare il tema pensioni introducendo la flessibilità" nell'accesso alla pensione.

"Il governo stesso - sottolinea la dirigente sindacale - a più riprese ha riconosciuto questa esigenza, ma ora fa marcia indietro e pone il problema di un intervento a  costo zero, che, naturalmente, non è possibile: significherebbe un taglio insopportabile alla consistenza delle pensioni, nella maggior parte dei casi già basse".

"Insistiamo - conclude - per avere risposte sul Fondo esodati, che va ripristinato per intero, e chiediamo che si proceda speditamente alla settima salvaguardia, che deve chiudere la questione  risolvendo anche problemi annosi quali quota 96, macchinisti e molto altro. E per questo torneremo in
piazza".

ansa

 

 

 
 
 

Amianto

Post n°2533 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Filt Cgil - Amianto, ancora un morto alle Ogr di Bologna, sono 400

Un altro morto tra i lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni-Ogr delle Fs di Bologna: la Filt-Cgil rende noto che ieri si sono tenuti "i funerali di S.N., una vita di lavoro come elettricista in officina a diretto contatto con l'amianto". L'Ausl, prosegue il sindacato, "ha comunicato che sono più di 400 le vittime dell'amianto all'Ogr di Bologna".

La Filt-Cgil ricorda il paradosso di lavoratori che "hanno subito un'esposizione all'amianto senza alcuna protezione che non viene riconosciuta per i benefici previdenziali, che anzi gli vengono riconosciuti solo se si ammalano, quando cioè il più delle volte diventa inutile". Perché al sopraggiungere della malattia segue la morte. E questo anche se "tutte le cause legali affrontate per questo motivo confermano in sentenza definitiva questa esposizione. Ci tocca prendere atto che gli organi preposti (Inail, Inps) non danno risposte".

Anche l'associazione di esposti all'amianto e loro familiari, Afeva, ribadisce la protesta: il mesotelioma pleurico continua a uccidere alle Ogr. Pochi mesi fa, "in occasione della morte di R.B., abbiamo scritto - rileva il presidente dell'associazione - che non si tratta di una fatalità, non è un incidente, ma l'esito di un modello di sviluppo che ha trascurato deliberatamente la sicurezza sul lavoro, in nome del profitto.

E' intollerabile la sottovalutazione che continua". La vicenda "chiede che siano modificate le priorità delle scelte" e questo a partire dal nuovo Piano Amianto "che la Regione Emilia-Romagna ha programmato di varare entro giugno 2016. I familiari delle vittime e gli ex-esposti rivendicano un percorso partecipato, celere", denunciando anche "il colossale ritardo del Governo che blocca il Piano Nazionale Amianto e non trova le risorse necessarie"

 

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: deosoe
Data di creazione: 30/12/2012
 

PAE

 

BLOG

In classifica

 

VISIONE

blog.libero.it/triballadores

 

 

 

ARCIPELAGHI DI GIOVANNI COLUMBU

 

"SU RE" DI GIOVANNI COLUMBU

 

 

 

 

 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

fcasula45deosoesalangelo45luigi.marionidennytaorminalorenzo85dgl2avvbubbabello.mEremoDelCuorehuddle25pandolfi.emilioantonioforevegranatatecnovisualasu1000puntoenelnp.msgc
 

ULTIMI COMMENTI

 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963