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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 04/11/2015

Cassazione

Post n°2603 pubblicato il 04 Novembre 2015 da deosoe

 

 

Cassazione: no al licenziamento per uso privato di internet e mail aziendali

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DI  IN 3 NOVEMBRE 2015CASSAZIONEPer la Cassazione è illegittimo il licenziamento del lavoratore per uso personale di mail e computer aziendali

 

La Cassazione, con sentenza nr. 22353 del 2 novembre ha dichiarato illegittimo il licenziamento del lavoratore che ha usato impropriamente il computer dato in dotazione dal'azienda, nonche la casella di posta elettronica e le reti aziendali se, tale uso non comporta una diminuzione del lavoro con grave danno per l'attività produttiva.

Il caso è giunto in Cassazione a seguito del ricorso fatto da un lavoratore, avverso il licenziamento disciplinare intimatogli dall'azienda a motivo " dell'uso improprio di strumenti di lavoro aziendali e nella specie del personal computer in dotazione, delle reti informatiche aziendali e della casella di posta elettronica".

Gli Ermellini confermano quanto già stabilito dal Tribunale di primo e secondo grado, asserendo che, gli addebiti mossi al lavoratore, "rientravano nella previsione dell'art. 53 del contratto collettivo, che prevede solo la sanzione conservativa". Nè, d'altra parte, la condotta realizzata, costituisce un'ipotesi diversa e più grave rispetto a quella prevista dalla disposizione contrattuale, in quanto, si legge nella sentenza, "non era emerso che l'utilizzo personale della posta elettronica e della navigazione in internet avessero determinato una significativa sottrazione di tempo all'attività di lavoro, né che la condotta avesse realizzato il blocco del lavoro, con grave danno per l'attività produttiva".

La Suprema Corte, rigetta la tesi dell'azienda datrice di lavoro, secondo la quale, la condotta del lavoratore avrebbe integrato anche la violazione del "dovere di obbedienza" imposto dall'art. 2104 cc. Infatti, continuano gli Ermellini, come da giurisprudenza consolidata, "le allegazioni della società ricorrente non valevano a dimostrare che, l'addebito mosso al dipendente riguardasse infrazioni disciplinari diverse e più gravi rispetto alla fattispecie, contemplata dal contratto collettivo (richiamato nella lettera dì contestazione), di uso improprio di strumenti aziendali.

Il riferimento a precedenti informazioni e preavvisi (cioè a disposizioni del datore di lavoro in ordine all'uso del computer aziendale) non prospettava invero una violazione di distinti obblighi contrattuali, rilevando solo ai fini della valutazione della gravità dell'inadempimento. Inoltre, il fatto che la condotta fosse stata reiterata non esorbitava dalla previsione dell" "utilizzo improprio", locuzione che può intendersi anche come riferita ad un impiego protratto nel tempo".

Per tali motivi, la Corte dichiara il licenziamento illegittimo e rigetta il ricorso dell'azienda.

 

 

 
 
 

Amianto

Post n°2602 pubblicato il 04 Novembre 2015 da deosoe

 

Amianto - Presidio al Ministero del Lavoro

Signor Ministro,
con la presente, le scriventi Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil, l'ANMIL e le Associazioni Vittime Amianto, La informano che nella giornata di mercoledì 11 Novembre 2015, effettueranno un presidio presso la sede del suo Ministero in Via Veneto per manifestare il dissenso verso il Decreto da lei emanato sull'accesso al Fondo vittime dell'amianto dei malati civili di mesotelioma.

Il Decreto da Lei emanato disattende le attese delle persone malate di mesotelioma e non coglie lo spirito e il senso delle lotte portate avanti dal movimento sindacale che hanno ispirato la nascita della Legge che ha istituito il Fondo a favore delle vittime di mesotelioma.

Evidenziamo il fatto che Ella abbia ignorato quanto la sua stessa amministrazione aveva predisposto e regolamentato circa la consultazione degli Organi Amministrativi del Fondo.
Con questo Decreto non vengono colte le nostre osservazioni e proposte, dobbiamo rimarcare inoltre che le risorse dedicate non sono sufficienti per riconoscere adeguate risposte alle Vittime civili e non sono chiare inoltre le modalità con cui sono stati ricostruiti i dati dei malati di Mesotelioma attuali e futuri.

Con la nostra manifestazione vogliamo quindi esprimere il nostro dissenso e Le chiediamo un incontro urgente al fine di sanare le incongruenze contenute nel Decreto in oggetto.

Crediamo sia necessario rendere più dignitosa l'applicazione di una Legge che dovrebbe rendere orgoglioso il nostro Paese in quanto lo Stato riconosce un indennizzo per la mancata tutela della salute e della sicurezza dei cittadini rispetto all'amianto.

Con l'occasione, le porgiamo i nostri saluti.

I Segretari Confederali CGIL CISL UIL
AFEVA (Ass. Familiari e Vittime dell'Amianto)
AIEA (Ass. Italiana Esposti Amianto)
ANMIL

 

 

 
 
 

Patronato

Post n°2601 pubblicato il 04 Novembre 2015 da deosoe

 

Tagli ai Patronati - Inca Francia, è ora di dire basta!

Un film già visto nel corso del 2014 e che, ripetendosi, ormai ciclicamente ci consegna incertezza, disagio, preoccupazione, in particolare per le migliaia di nostri concittadini che vivono all'estero e ci chiedono tutela.

E' vero, l'anno scorso, dopo una lunga ed incisiva battaglia sia in Italia che all'estero eravamo tutti convinti che il Governo avesse compreso le nostre ragioni  pur arrivando ad un taglio pesantissimo di 35 milioni di euro che ci ha obbligato ad impegnarci ancora di più per garantire la tutela ai nostri assistiti.

Siamo increduli nel constatare che a distanza di un anno, si ripropone un altro taglio ancora più sostenuto che porterebbe la decurtazione globale a 83 milioni di euro all'anno. 

Se effettivamente attuato, questo ennesimo intervento porterebbe inevitabilmente a una tragicomica situazione tutta tesa a cancellare una straordinaria esperienza di sostegno ai cittadini e alle nostre comunità.

Il tutto in un'inconcepibile assenza di confronto e di chiarezza, impedendo nei fatti qualsiasi possibilità di riorganizzazione.  E gli operatori e le operatrici dell'INCA Francia ben sanno quanto importante sia la nostra presenza sul territorio e l'ampliarsi della richiesta di servizi essenziali che vanno al di là dell'attività cosiddetta "statisticabile".

Con il nostro appello, che nei prossimi giorni verificheremo con tutti gli altri Patronati presenti in Francia, intendiamo dire ai nostri connazionali che "vogliono semplicemente far pagare a loro sia la tutela sia il diritto di accesso ai servizi sociali".

Saremo con i nostri Patronati in Italia e all'estero per reagire a quanto sta accadendo, coinvolgendo i cittadini e le istituzioni tutte, per precisare senza equivoci il senso di questo ulteriore sciagurato intervento. Perché ciò che deve essere chiaro è che si vanno a tagliare le possibilità concrete per le persone a garantirsi l'esigibilità dei loro diritti.

Inca Francia

 

 

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2600 pubblicato il 04 Novembre 2015 da deosoe

San Carlo Borromeo

 

InviaNome: San Carlo BorromeoTitolo: VescovoRicorrenza: 04 novembreProtettore di:catechisti, direttori spirituali, malati di stomaco, meleti, seminaristi, vescovi

S. Carlo, fulgida gloria della Chiesa, nacque ad Arona sul Lago Maggiore il giorno 2 ottobre 1538 dal conte Gilberto Borromeo e Margherita de' Medici.

Dopo i primi studi, fu inviato all'Università di Pavia per il diritto; qui gli giunse notizia che un suo zio materno, il cardinal de' Medici, era stato fatto Papa col nome di Pio W. Dobbiamo riconoscere che egli cedette alquanto alle consuetudini mondane del suo secolo; ma la morte del fratello Federico gli mostrò la vanità delle cose umane, ed egli docile alla voce di Dio riformò completamente se stesso e i suoi familiari, dandosi ad una vita austera e penitente.

Poco più che ventenne fu creato cardinal segretario del Papa ed in seguito fatto arcivescovo di Milano. Come segretario lavorò con zelo indefesso per il Concilio di Trento, e poi per la pratica attuazione dei decreti di quel concilio.

Morto Pio IV, suo zio, S. Carlo lasciò Roma per recarsi alla sua sede arcivescovile allora ridotta in tale stato da scoraggiare qualsiasi tentativo di riforma; ma l'Arcivescovo non indietreggiò. Con prudenza e con fortezza si diede ad abbattere e poi a riedificare. Pubblicò subito i decreti del Concilio di Trento, praticandoli egli per primo : eliminò dal suo palazzo ogni pompa secolaresca e vendette quanto aveva di superfluo, dandone il ricavato ai poveri.

Sapeva che il mezzo migliore per riformare il popolo era quello di formare dei buoni sacerdoti, ed a questo scopo, seguendo le norme del concilio, fondò diversi seminari ed istituì la Congregazione degli Oblati.

Infiammato dal suo zelo apostolico percorse più volte la sua vasta archidiocesi per le visite pastorali. Sarebbe certo suggestivo poterlo seguire nei suoi innumerevoli viaggi a Roma, in Piemonte, a Trento, nella Svizzera e dovunque vi fosse del bene da compiere. Visitava i più celebri santuari che incontrava sul suo cammino, lasciando ovunque segni di grande pietà.

Però dove maggiormente rifulsero la sua carità e il suo zelo, fu nella terribile peste scoppiata a Milano, mentre egli si trovava in visita pastorale nel 1572. Tutti i personaggi più distinti fuggivano terrorizzati: San Carlo invece, tornato prontamente in città, organizzò l'assistenza agli appestati, il soccorso ai poveri, l'aiuto ai moribondi, dappertutto era il primo, ovunque dava l'esempio. Per invocare poi l'aiuto divino, indisse processioni di penitenza, alle quali partecipò a piedi scalzi e prescrisse preghiere e digiuni. Alla peste seguì la più grave miseria, e il santo prelato, dopo aver dato quanto possedeva, vendette i mobili dell'arcivescovado, contraendo anche forti debiti.

Nell'ottobre 1584 si ritirò sul monte Varallo per un corso di esercizi spirituali. Ivi s'ammalò e trasportato a Milano spirò il giorno 3 novembre.

PRATICA. Riconosciamo nei sacerdoti, e specialmente nei vescovi, il diritto di pascere le anime e condurre i popoli a Dio, e siamo docili alle loro direttive. 

PREGHIERA. Custodisci, o Signore, la tua Chiesa colla continua protezione di S. Carlo, confessore e vescovo, sicchè, come la sollecitudine pastorale lo rese glorioso, così la sua intercessione ci renda sempre fervorosi nel tuo servizio. 

 

 

 
 
 

Patronati

Post n°2599 pubblicato il 04 Novembre 2015 da deosoe

 

Tagli ai Patronati - Inca Francia, è ora di dire basta!

Un film già visto nel corso del 2014 e che, ripetendosi, ormai ciclicamente ci consegna incertezza, disagio, preoccupazione, in particolare per le migliaia di nostri concittadini che vivono all'estero e ci chiedono tutela.

E' vero, l'anno scorso, dopo una lunga ed incisiva battaglia sia in Italia che all'estero eravamo tutti convinti che il Governo avesse compreso le nostre ragioni  pur arrivando ad un taglio pesantissimo di 35 milioni di euro che ci ha obbligato ad impegnarci ancora di più per garantire la tutela ai nostri assistiti.

Siamo increduli nel constatare che a distanza di un anno, si ripropone un altro taglio ancora più sostenuto che porterebbe la decurtazione globale a 83 milioni di euro all'anno. 

Se effettivamente attuato, questo ennesimo intervento porterebbe inevitabilmente a una tragicomica situazione tutta tesa a cancellare una straordinaria esperienza di sostegno ai cittadini e alle nostre comunità.

Il tutto in un'inconcepibile assenza di confronto e di chiarezza, impedendo nei fatti qualsiasi possibilità di riorganizzazione.  E gli operatori e le operatrici dell'INCA Francia ben sanno quanto importante sia la nostra presenza sul territorio e l'ampliarsi della richiesta di servizi essenziali che vanno al di là dell'attività cosiddetta "statisticabile".

Con il nostro appello, che nei prossimi giorni verificheremo con tutti gli altri Patronati presenti in Francia, intendiamo dire ai nostri connazionali che "vogliono semplicemente far pagare a loro sia la tutela sia il diritto di accesso ai servizi sociali".

Saremo con i nostri Patronati in Italia e all'estero per reagire a quanto sta accadendo, coinvolgendo i cittadini e le istituzioni tutte, per precisare senza equivoci il senso di questo ulteriore sciagurato intervento. Perché ciò che deve essere chiaro è che si vanno a tagliare le possibilità concrete per le persone a garantirsi l'esigibilità dei loro diritti.

Inca Francia

 

 

 
 
 
 
 

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