Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi del 28/11/2015
Post n°2623 pubblicato il 28 Novembre 2015 da deosoe
Jobs act: l'annunciata (ma falsa) abolizione del precariato DI ANTONIO MAROSCIA IN 25 NOVEMBRE 2015PUNTI DI VISTA
Precari, vignetta VauroNicola Coccia e Giovanni Furfari, sul Fatto Quotidiano Online, spiegano come, secondo loro, il Jobs Act ha abolito solo a parole il precariato
L'obiettivo primario del Jobs Act è creare nuova occupazione stabile. Il contratto a tempo indeterminato diventa finalmente la forma di assunzione privilegiata. Quella di sopra è una delle frasi introduttive che campeggiano in bella vista sul sito predisposto dal Governo dedicato esclusivamente alla riforma del lavoro portata a termine dal Ministro del Lavoro Poletti e dal Presidente del Consiglio Renzi comunemente denominata Jobs Act. Non sono propriamente di questo avviso gli avvocati e giuslavoristi Nicola Coccia e Giovanni Furfari, che per la rubrica "Area pro labour Giuristi per il lavoro" sul Fatto Quotidiano Online, hanno scritto un utilissimo articolo con il quale spiegano come, secondo loro, il Jobs Act ha abolito solo a parole il precariato. Jobs act e l'annunciata (ma falsa) abolizione del precariato: il 'lavoro intermittente'di Nicola Coccia e Giovanni Furfari Continua a leggere su: www.ilfattoquotidiano.it
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Post n°2622 pubblicato il 28 Novembre 2015 da deosoe
San Giacomo della Marca
†InviaNome: San Giacomo della MarcaTitolo: Religioso e sacerdoteRicorrenza: 28 novembre S. Giacomo della Marca nacque. a Montemprandone, provincia di Ascoli Piceno, da poveri genitori. Studiò in varie città delle Marche e dell'Umbria e fu maestro di scuola. A vent'anni, preso dalla bellezza dell'ideale francescano, abbandonò il mondo ed entrò in religione. Il suo primo maestro fu S. Bernardino da Siena. E di tanto padre il nostro Giacomo (al secolo Domenico) sarà degno figlio. Come lui predicatore, lo imitò nello zelo e nella santità. La sua vita, dal lato umano, è un romanzo d'avventure. Girò l'Europa e specialmente l'Italia, l'Ungheria, l'Austria, la Boemia e in alcuni paesi fondò pure dei conventi. Ovunque predicò e combattè eresie, sempre obbediente alla volontà del Pontefice, che lo spostava da una regione all'altra. Ma il suo principale campo di lotta fu l'Italia, dove combattè la setta dei « Fraticelli », predicò quaresime, illustrò concili e congressi con la sua presenza e l'airtorità della sua parola. All'Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta. Andato a Napoli vi morì poco dopo, il 18 novembre 1476. Per più di trent'anni girò per città e villaggi a predicare, mangiando solo un tozzo di pane, poche fave e qualche cipolla che portava sempre con sè nella bisaccia. S. Bernardino gli raccomandava spesso di nutrirsi e lo esortava a mangiare un poco di minestra, ma lui non se ne dava per inteso e continuava a digiunare ogni giorno. Dormiva pochissimo: un paio d'ore per sera e si levava sempre quando gli altri andavano a riposare. Per dieci anni portò il cilicio sulla nuda carne e ogni notte si batteva con la disciplina. Durante tutta la sua vita di religioso osservò la castità in modo perfetto, tuttavia fu tormentato per ben trent'anni da forti tentazioni, dalle quali lo liberò la Vergine di Loreto. Nelle sue molte peregrinazioni fu imprigionato varie volte, assalito e malmenato dagli eretici, ma non desistette mai dai suoi propositi; mai mostrò rancore verso i suoi nemici; sempre li perdonò, pur combattendo strenuamente i loro errori. Nella vecchiaia fu travagliato da molti mali e acciacchi, tanto che per sei volte gli venne amministrata l'Estrema Unzione. Ma tutto sopportò con rassegnazione e quasi con gioia, per imitare Gesù anche sul Calvario. Edificava sempre chi lo assisteva con la sua umiltà e preghiera. Nell'ultima malattia, sentendo ormai la morte vicina, chiese i sacramenti e si spense nel nome di Gesù invocando dai presenti il perdono dei suoi falli. Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII. PRATICA. Nell'obbedienza, che è fonte di tante virtù, troveremo una facile via per il Paradiso. PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di illustrare la tua Chiesa con i meriti e la predicazione di S. Giacomo, confessore della tua fede, concedi a noi di seguirne gli esempi e di conseguire l'eterno premio.
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