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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Democrazia e società civileUomini, mezz’uomini, omi... »

Sogno di una notte di mezza estate

Post n°525 pubblicato il 30 Luglio 2013 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Alla mia età i sogni più che nei sospiri si avvolgono in manti di buon senso.
Il mio sogno di una notte di mezza estate si riempie così di speranze e di angosce.
Mi scuserà dalla tomba Shakespeare, ma l’intreccio da commedia fantasiosa e complessa della sua nota opera teatrale mi sembra lo scenario adeguato ad una storia surreale che dura da venti anni e che il buon senso vorrebbe che si concludesse con il classico buon fine.
Oggi o tutt’al più domani dovrebbe chiudersi la storia giudiziaria sui diritti tv di Berlusconi. Mediaset è accusata di frode fiscale. Vero o falso non si saprà mai, non esistendo alcuna prova, neanche indiziaria, di questa accusa.
Se fosse però vero il reato di evasione fiscale, resterebbe il dato che dal 1994 Berlusconi non ha più alcun incarico nelle aziende da lui fondate, essendo, con la sua famiglia, solo l’azionista di maggioranza del Gruppo del Biscione. Esistono, al contrario, sentenze emesse dalla Corte di Cassazione che hanno stabilito, per ben due volte, l’estraneità del leader del centrodestra alla gestione di Mediaset.
Sulla scorta di questo processo, il Tribunale di Milano ha adottato due condanne durissime, in primo e secondo grado, come se il Tribunale nel giudicare non avesse avuto alcun dubbio sulla colpevolezza dell’ex premier: due condanne di gran lunga spropositate, rispetto alla precedente esperienza giudiziaria italiana per i reati di evasione fiscale.
Mancando prove e indizi ci troveremmo ancora una volta dinanzi all’assunto del “non poteva non sapere” che vale per alcuni casi e per altri no, a seconda dell’imputato e dei riti, quasi “privati”, di alcuni uffici giudiziari d’Italia.
Non mi soffermerò oltre, però, sui fatti che con contrapposte ricostruzioni appaiono su tutti i giornali ricchi di particolari e di ricostruzioni, controversi e interpretati a uso e consumo del target dei lettori e delle differenti linee editoriali e lobbistiche.
Solo un’amara riflessione che non si può sottacere: dopo l’allenatore della nazionale di calcio, quella d’ergersi a giudice, pratica alimentata da alcuni giornalisti manettari e da alcuni conduttori-sceneggiatori televisivi, è diventata la seconda aspirazione di milioni d’italiani.
Nella notte di mezza estate, bollente e umida di scirocco, ho sognato che i giudici della Corte di Cassazione, caricatisi d’un moto d’impeto, si soffermassero sulla Giustizia italiana imponendosi di darne dignità; respingessero, annullandole, le due sentenze per consentire che anche in Italia il confronto politico riprendesse come in una normale democrazia liberale.
Ho sognato che dopo l’esperienza vissuta, le forze politiche democratiche prendessero coscienza del corto circuito che si sta creando nel Paese, per effetto d’una parte della magistratura che prevarica il proprio ruolo costituzionale per intimidire, invadere, stabilire, scegliere e affermare principi etici ed ideologici che niente hanno a che fare con la normale gestione della Giustizia.
Ho sognato che si prendesse coscienza delle difficoltà e che per amor di Patria si deponessero le armi per stabilire in modo serio, e senza ipocrisie, quali siano le soluzioni.
In Italia, inaffi, c’è chi vive negli agi, perché privilegiato da un sistema in cui le caste e la burocrazia assorbono, consumano e sprecano le risorse di tutti, e c’è la povera gente che perde il lavoro o non ce la fa ad arrivare alla fine del mese.
In Italia c’è chi parla dei diritti dei gay e vorrebbe l’introduzione dei reati di opinione, anticamera dei regimi autoritari, e ci sono bambini denutriti e abusati e donne violentate.
Ho sognato, così, che dopo questo processo continuo alle scelte degli elettori, la nostra classe dirigente si accorgesse della necessità delle riforme, Giustizia per prima.
Ho sognato che decadessero tutti gli altri processi messi in piedi, in giro per l’Italia, come atti complementari allo scontro politico. Ruby compreso.
Ho sognato una moratoria per le farse e per le ipocrisie.
Poi ho pensato ai personaggi della politica italiana, alla sua classe dirigente, ho pensato ai giornalisti, ho pensato ai magistrati e mi è venuta l’angoscia.
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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