Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« I licenziamenti a voce e...Epifani e Kim Yong »

Il PD sta facendo di tutto per far cadere il Governo Letta

Post n°531 pubblicato il 11 Settembre 2013 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Il governo Letta è nato tra mille difficoltà. Il Pd con lo 0,3% di voti in più del Pdl alla Camera, in accordo con il Sel di Vendola e con le pattuglie dei principianti allo sbaraglio di Grillo, aveva già occupato tutte le Istituzioni.
Bersani aveva cercato invano, e insistendo, una maggioranza con il M5S, respingendo invece le offerte di disponibilità del Pdl ad una maggioranza dalle larghe intese. L’aggravamento della crisi, innescato dalle misure fiscali di Monti, consigliava, però, di mettere in piedi, con premura e per responsabilità, un governo solido, con una larga maggioranza in Parlamento, per fronteggiare le serie difficoltà del Paese (recessione e disoccupazione).
Trovatosi dinanzi ad una strada chiusa che portava direttamente verso un nuovo test elettorale che l’avrebbe visto perdente, Il PD, dopo oltre due mesi dall’esito elettorale, cedeva, finalmente, alle insistenze del Presidente della Repubblica.
E’ nato così il Governo Letta. Il Capo dello Stato, mostrando più lucidità, nonostante l'età, dei suoi vecchi compagni di partito, aveva indicato il tragitto delle larghe intese, ritenendole, a ragione, più che un percorso politico, una necessità di responsabilità democratica, resa inevitabile dall'esito delle elezioni che avevano visto i due principali protagonisti, PD e Pdl, attestarsi sullo stesso livello di voti, con solo una leggera preferenza per i primi.
Anche in questa fase, con il Paese in difficoltà, gli uomini nel PD avevano continuato a fare solo ciò che hanno sempre mostrato di saper ben fare (sin da quando militavano nella Dc e nel Pci): occupare poltrone. Facendo valere la legge dei numeri, gonfiati dal premio di maggioranza, il PD si allargava nei ministeri, mentre il Pdl si concentrava sugli aspetti programmatici su cui intervenire. Bisognava dare risposte alle domande di crescita e alle difficoltà delle famiglie: il Pdl si batteva così per l'abolizione dell'IMU sulla prima casa e si predisponeva a battersi per lo stop all’aumento dell’IVA. Se il Pdl mostrava coi fatti di credere nella riduzione della pressione fiscale in Italia, per rendere competitive le nostre aziende e per mirare alla crescita ed all’occupazione, il PD si mostrava, invece, impegnato ad ostacolare la riduzione delle tasse e gli alleggerimenti fiscali sulle famiglie, sostituendoli con la consueta retorica sul lavoro o sullo “ius soli” della Kyenge.
Sta ora assumendo precisi contorni politici il muro contro muro, nella Giunta per le elezioni e per le immunità del Senato, sulla decadenza di Berlusconi. Il PD si rifiuta di valutare il ricorso alla Corte Costituzionale, come sarebbe nelle prerogative della Giunta, si rifiuta di attendere l’esito del ricorso in Europea, e tanto meno sembra disposto a discutere sulla pregiudiziale di non retroattività della legge Severino.
Se il PD mostra la volontà di eliminare il suo avversario di sempre, cavalcando una sentenza giudiziaria che ha destato molta sorpresa e tantissimi dubbi, il Pdl e Berlusconi non ci stanno ad assecondare il percorso extra-elettorale e giustizialista del PD. Il Pdl non ci sta a soddisfare la voglia di conquista del potere (assoluto) di quel partito che ha ancora al suo interno, e tra i suoi alleati, gli eredi del comunismo italiano, e che, soprattutto, ancor oggi, non mostra di volersi discostare dai metodi tipici dei regimi totalitari.
Se, sempre il PD, mostra rabbia e vendetta verso chi non gli ha mai consentito di (con)vincere, né ha mai reso possibile, smascherandoli nelle furbizie e nelle ipocrisie, una loro ben precisa gestazione identitaria, nella chiarezza degli ideali e della collocazione politica, il Pdl non ci sta a subire ed a far da comparsa. Se l’identità politica del PD è stata sempre incerta e mutevole, e se lo stesso PD non ha mai avuto una leadership credibile e condivisa da mostrare con orgoglio al Paese, facendo di volta in volta ricorso a leader di apparato, o a consumati gestori del potere economico-finanziario, mandatari e garanti delle caste, il Pdl non ci sta a consentire che la maggioranza di larghe intese a guida PD prosegua, come se niente fosse successo.
Non sarebbe serio, né responsabile, governare fianco a fianco con chi si attiva per la scomparsa politica degli alleati di governo, né con chi non mostra di porsi dubbi e non si fa domande sulla persecuzione giudiziaria di venti anni contro il leader dello schieramento alleato.
Vito Schepisi

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963