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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Un passo avanti, due passi indietro

Post n°555 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

L’anno vecchio stancamente si consuma e ci lascia la più grave crisi politica dell’Italia repubblicana.
L’Italia non cresce, arretra e perde terreno, le aziende chiudono, la disoccupazione si espande, il debito aumenta, le tasse falcidiano le piccole imprese, saltano le piccole economie delle famiglie ed un giovane su due non trova lavoro. Il campo è rimasto a chi, tra una gag e l’altra, con poche idee, ma senza grande coraggio, assieme ad un nugolo di cortigiani che chiamare ministri sarebbe osar tanto, si spaccia per l’uomo della provvidenza e si sbraccia per far credere in ciò che in Italia non c’è.
Ci sarà pure una ragione perchè l’Italia è ferma e perchè non è al passo con le altre economie industriali del mondo. E’ che, per dabbenaggine e presunzione o per cinico calcolo, in Italia, invece di cambiare ciò che non va, si gira al largo delle cause, ci si impunta sulle parole d’ordine, ci si arrocca dietro ai principi ideologici.
Tutto questo non ha senso. E’ come la tela di Penelope in cui la notte si disfà ciò che di giorno si fa. Sembra d’assistere ad un gioco delle parti in cui si inseriscono le rendite di posizioni e le ambizioni di chi non ci sta a restare solo a guardare. Nessuno s’accorge che nel mondo c’è una realtà economico-sociale in mutamento e che nel terzo millennio si sta rafforzando un mercato che, piaccia o non piaccia, diventa sempre più articolato e globale.
Le chances migliori dell’Italia sono nel “Made in Italy”. Nel mercato globale, infatti, contano ancora la qualità, il gusto e la bellezza, ma gli italiani sono così abili che, col giornalismo di inchiesta, sulla TV di Stato pagata dai contribuenti, invece di fare domande, ad esempio, per scoprire chi e perchè ha dissipato 17 miliardi di Euro del MPS o per far luce sulle altre ricche carognate a danno del Paese, prova a tirar giù la serranda ai marchi di qualità del Made in Italy.
Che bravi! Italiani brava gente!
La stessa struttura costituzionale del Paese è obsoleta. Altro che la Costituzione più bella del mondo! Anche i valori fondanti di una civiltà matura, in cui si è sempre riconosciuto il nostro popolo, sono stati annullati nella retorica dei nuovi scenari sulle origini e sui generi. Va in onda il “politicamente corretto” che è una sorta di “nuova” filosofia in cui il metodo della democrazia vale all’incontrario ed il libero pensiero rischia d’esser etichettato come fobico-ossessivo.
Anche la democrazia, tra primarie mafio-dirette e governi messi in piedi a dispetto della volontà popolare, è diventata un miraggio.
Siamo un Paese di ladri e di corrotti: in Italia lo dicono tutti, anche coloro che hanno voluto e alimentato la rete di gestione del territorio, e che sono parte attiva e governano la ramificazione del sistema di gestione. Dignità, lealtà, senso dello Stato e coerenza hanno lasciato il posto all’ipocrisia. C’è una rete di interessi che si ramifica in tutto lo stivale e che si sviluppa con una organizzazione molto simile a quella del sistema della lupara, con le “famiglie”, i “mandamenti”, i “summit”, la “spartizione”, il “monopolio”.
Cooperative, onlus e associazioni sono ora il “mondo di mezzo”, e sono diventate le nuove cinghie di trasmissione degli interessi particolari, delle pubbliche amministrazioni e … dei partiti.
“Un passo avanti, due passi indietro” scriveva Lenin nel 1904 per spiegare le difficoltà della rivoluzione socialista nel districarsi tra le beghe, la democrazia borghese e la lotta di classe. 
E un passo avanti e due passi indietro fa l’Italia, nel districarsi tra l’etica e le scelte di indipendenza e libertà, mentre si allontana la speranza di ritrovare i valori ideali, la fiducia e un percorso coerente verso il futuro.
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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