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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Libano: responsabilità anche italiane

Post n°7 pubblicato il 23 Novembre 2006 da a_tiv
Foto di a_tiv

Tutto nasce dallo spessore politico che ha assunto Nasrallah ed il suo “partito di dio”.
Spessore non per consenso democratico ed elettorale ma per implicito riconoscimento diplomatico.
Questi attraverso il braccio militare Hezbollah, con azioni di terrorismo e provocazioni, ha condotto sul campo, per interposta persona, l’inizio della guerra di Iran e Siria ad Israele.
Si è posto, in Libano come protagonista della gestione del territorio nazionale.
Il Libano già martoriato da anni di guerra civile ed occupazione straniera, da trasformare ancora in fronte di guerra ed ospitare le basi del nuovo conflitto arabo israeliano, ovvero territorio che divenga nuova scena della guerra civile di tutti contro tutti.
Con questi signori, in Libano, a Bierut, il nostro Ministro degli Esteri ha passeggiato a braccetto, dinanzi alle rovine dei bombardamenti israeliani.
Per questi guerriglieri si sono chieste le forze di interposizione ONU, a cui i nostri militari stanno dando un cospicuo contributo di uomini e mezzi.
Per salvaguardare la possibilità che ricostruiscano in piena tranquillità le basi di missili e le fortificazioni distrutte da Israele.
L’assassinio del leader cristiano- maronita Gemayel è arrivato dopo un consistente braccio di ferro tra il premier Libanese Siniora ed Hezbollah.
Un braccio di ferro fatto di ricatti ed imposizioni e che in sostanza mira alla caduta dell'attuale governo per sostituirlo con altro di più marcata matrice filosiriana.
La Siria abbandonata l'occupazione di gran parte dei territori del Libano ne influisce la direzione politica.
Quello di Gemayel è il quinto assassinio politico che ha insanguinato il libano da quando la Siria, in seguito all’omicidio nel febbraio del 2005 dell’ex premier cristiano-maronita Rafik Hariri, è stata obbligata dalla Comunità internazionale a lasciare il Libano .
Per molti osservatori costituisce la conseguente azione di Damasco per mantenere il controllo politico della regione.
Dell’ultimo omicidio, però, si sostiene anche che la matrice sia solo di Hezbollah: per porre Siniora dinanzi alla scelta tra nuovo governo o guerra civile.
Nell’un caso e nell’altro i rischi della forza di interposizione Unifil sono grossissimi.
L’obiettivo malcelato è la guerra ad Israele, ed ancor più inquietante, a questo punto, appare la dichiarazione del nostro ministro degli esteri D’alema in cui afferma che la forza internazionale di interposizione in Libano è “condizione per la stabilità del Libano ed anche per la sicurezza di Israele”.
Inquietante tanto più che la Francia, attuale comando delle forze militari Unifil in Libano, prende le distanze da Damasco e l'accusa in modo diretto di essere mandante degli omicidi e di concorrere alla destabilizzazione del paese.
La diplomazia italiana, distratta e accondiscendente con la Siria, troverà a scontrarsi con la diplomazia francese? Ed i nostri soldati in quei territori? Nel Parlamento Italiano prende corpo il dubbio se non sia per caso tempo di rivedere la politica estera italiana.
Ad una intervista rilasciata a Mario Sechi l’ex ministro della difesa Antonio Martino alla domanda “Il ministro degli Esteri D'Alema ora ha paura di una svolta isolazionista negli Stati Uniti? Ha così risposto:
"Mentre Ahmadinejad dichiara che vuole la distruzione dello Stato di Israele, mentre si rifiuta di rispettare la risoluzione Onu che gli impone di rinunciare al programma nucleare, D'Alema va a Teheran e proclama inalienabile il diritto dell'Iran al nucleare. Inalienabile! Che cosa avremmo pensato di qualcuno che negli anni Trenta fosse andato nella Germania nazista a proclamare che Hitler aveva il diritto inalienabile alle camere a gas?
Non abbiamo mai avuto un ministro degli Esteri così impresentabile».
Vito Schepisi

 

 

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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