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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Iran e TerrorismoQuando si cammina per Strada! »

Il Partito Democratico tra proclami e realtà

Post n°47 pubblicato il 05 Aprile 2007 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Le contraddizioni della sinistra e l’incapacità di rappresentare un riferimento coerente per un movimento politico su cui incentrare la spinta di un programma innovativo, pluralista e coerente, hanno reso già deludente, prima della sua nascita, il “Partito Democratico”.

Da ciò che emerge dalle intenzioni di voto degli italiani, questa formazione, su cui convergerebbero forze di estrazione marxista, cattolica e di democrazia liberale, prenderebbe meno consensi dei partiti che la comporrebbero.

E’ evidente che nonostante la semplificazione richiesta dagli elettori, l’unione tra ex o post comunisti e laici e cattolici lascia sul campo la posta delle sue contraddizioni.

Agli occhi dei cittadini offre l’idea di una coperta dai lati più corti del necessario che voglia coprire miserie, illusioni, realtà e l’arroganza di chi ritiene di poter bluffare e prendersi gioco degli elettori.

Un movimento politico, più che sui numeri, nasce nelle coscienze.

Il risultato non è mai la somma algebrica dei sentimenti che si uniscono.

Può essere superiore, ma anche inferiore come nel caso in questione.

E’ superiore se è la convergenza su un metodo ed una linea politica, con riferimenti radicati nella società, che spesso allarga lo spazio del suo interesse, incontrando credibilità ed equilibrio sufficiente per diventare un programma di governo, una scelta di sviluppo sociale, una fonte di politiche virtuose e potenzialmente un progetto per la diffusione del benessere.

E’ superiore se viene riconosciuta l’omogeneità degli obiettivi, la convergenza di idee politiche che abbiano i presupposti della realizzazione di un preciso progetto politico.

Al contrario la convergenza strumentale di diversità che hanno riferimenti spesso separati e contraddittori nella società riduce il suo spazio di azione, perché evoca compromessi e condizionamenti che non sono sempre accettabili.

L’essere poi uniti per essere contro non è mai un valore, anzi è un limite al percorso politico perché è una finzione di unitarietà: un sofisma politico.

Il “partito Democratico” che si vuole realizzare in Italia l’ho sempre definito una finzione storica prima che politica.

E’ la realizzazione dopo circa 30 anni dell’idea del “compromesso storico”.

Questo concetto lo vado ripetendo da tempo.

Lo scorso anno ho già avuto modo di osservare che l’idea di creare un partito unico della sinistra riformista si scontra contro tre realtà nello stesso tempo.

La prima è che la sinistra che lo promuove è per molti versi conservatrice.

L’incontrario della definizione che a questo nuovo soggetto politico si vuole dare.

La seconda è che le anime che lo animerebbero sono in antitesi storica.

La terza realtà è che questo partito sarebbe una sintesi di almeno tre, se non più, correnti di pensiero espresse in Europa.

Se così fosse nella Comunità, dove liberali, popolari e socialisti rappresentano la stragrande maggioranza, non ci sarebbe confronto ma pensiero unico.

Tutto questo è percepito dall’elettore che si pone domande ed immagina prospettive ed epiloghi di politiche che non sempre riescono ad interpretare le indicazioni della società, e che il più delle volte non risultano chiare.

L’Italia, al contrario, avrebbe bisogno di due schieramenti “moderati” (dove per moderati si intende, liberi dai condizionamenti delle ali estreme) che riflettano due visioni laiche del percorso politico.

Da una parte spinte di scelte di libertà e di mercato, con le garanzie proporzionate allo sviluppo e, dall’altra, spinte di scelte di solidarietà e con lo sviluppo proporzionato alle garanzie.

Sembrerebbe così semplice!

Nel dibattito degli ultimi mesi il “Partito Democratico” è sembrato che si schierasse all’interno della sinistra europea, facendo osservare a molti ex popolari che non avrebbero finito i loro giorni con la divisa dei socialisti.

Viceversa l’ipotesi di un partito democratico, fuori dalla famiglia del socialismo europeo, ha motivato la reazione di quanti hanno ritenuto di dover ribadire che la loro aspirazione non fosse quella di dover finire di avere le sembianze dei democristiani.

Alla luce di quanto emerge e delle difficoltà avvertite, appare azzardata la profezia di Bersani:

«Sarà come un treno in corsa, nessuno si butterà sui binari per arrestarlo».

Tanto azzardata ed improvvida per quanto sembra ora lenta la corsa del treno e per quanto incerta la sua direzione.

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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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