Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« 27 gennaio 2008 - Giorno...Chiuso per Ferie »

Al voto per scegliere

Post n°123 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

E se invece di soffermarsi sui soliti aspetti negativi della politica, quella fatta di chiacchiere e di polemiche si pensasse a ricondurre l’interesse generale sulle scelte per il Paese? Non è bene che si chiuda la stagione della politica frivola?

Basta con la fiera delle parole vuote e dei pettegolezzi in cui ciascuno guarda in casa dell’altro e rileva motivi di superficialità, disinteresse e insufficiente coerenza. Si dovrebbe operare perché si riconduca finalmente il confronto politico alla semplicità del suo funzionamento, alle economie delle risorse, soprattutto alla  loro razionalizzazione con i dovuti tagli nei settori non funzionali. E’ urgente provvedere ai tagli allo spreco e soprattutto ai tagli all’uso di risorse economiche utilizzate  per soddisfare gli appetiti di casta. Basta anche con il grande fratello che passa tra i fili del telefono e nelle storie private dei singoli. Basta al ricatto come strumento di lotta politica.

Le scelte, finalmente le scelte, tra un’Italia che semplifichi i rapporti con i cittadini, snellendo burocrazia ed oneri, riducendo le tasse ed i privilegi, ed un’altra che arranca tra le contraddizioni e le tasse, sommersa da spese, da oneri, da costi, dalla politica invasiva e vorace. Non si possono tollerare i salari falcidiati dall’aumento costante del costo della vita, ben oltre quello registrato dagli indici di inflazione, ed una casta politica pletorica e diffusa, ben servita, ben pagata, spesso impunita.

Che si voti per le scelte allora! Il confronto politico non consiste nella contabilità dei provvedimenti giudiziari e nella ricerca fisionomica dell’ombrosità dei personaggi, ma nella capacità di presentare progetti di governo e di proporre idee di realizzazione. Con Prodi è questo soprattutto che è mancato

Si parla tanto di trasparenza, ed i media ricordano puntualmente quanto sia difficile per il cittadino comprendere il valore costruttivo di un battibecco, per indulgere ancora a mantenere comportamenti di scontro e di volgari recriminazioni sull’operato degli altri, con i consueti corollari del rinfaccio reciproco di episodi di rilevanza giudiziaria.

Per essere credibili non basta urlare nelle orecchie degli altri e dare del ladro e del farabutto a destra ed a manca,  o mettere alla berlina il personaggio politico ed utilizzare le doti di comico per esser simpatico. Insomma non è facendo il Grillo di turno che si propongono soluzioni per il Paese o che si possa pretendere di riscuoterne la fiducia. Basta con i forcaioli senza idee. I comportamenti delittuosi devono essere sanzionati, e con severità, soprattutto se sono di provenienza politica, ma se diventano fumo per la strumentalizzazione politica finisce, invece, che nessuno paga. I canali d’informazione potrebbero persino essere il valore aggiunto della comprensione e della puntualizzazione sistematica della verità di fatti, esigenze e circostanze, senza lasciarsi coinvolgere nella partigianeria politica. Ma sappiamo che non sempre è così!

Si indulge spesso sui luoghi comuni o sulle parole d’ordine coniate per sintesi di suggestioni non sempre attendibili. C’è molta responsabilità di  quei settori mediatici che per comodità, servilismo e persino protagonismo fanno da cassa di risonanza alle ipotesi più suggestive. Su questo ha persino ragione Fassino quando accusa i giornali di costruire i titoli, di evocare conflitti e furbizie, di ricercare complotti da raccontare ad ogni riproporsi di una pur giusta e corretta dialettica fra i partiti o all’interno degli stessi. Non è sempre vero che dietro l’angolo ci sia sempre qualcosa, come è pur facile verificare nella vita d’ogni giorno quando svoltando l’angolo spesso si osservano le stesse cose che si son viste prima di svoltarlo. La fiction ha preso il largo nell’immaginario collettivo dove ognuno diventa regista del film della propria fantasia.

E’ ora di finirla con le cagnare senza senso e con l’esercizio delle delegittimazioni. Non si può consentire che una parola d’ordine della politica, grazie alla compiacenza dei media, possa diventare la sintesi di un programma politico per chiedere al Paese di schierarsi contro. Deve essere  sufficiente il consenso elettorale perché un governo svolga il suo compito. In caso contrario qualsiasi governo resterebbe al palo dell’immobilismo. Il timore della impopolarità non può, ancora, impedire ai governi di essere spinta di rinnovamento ed intercettore della domanda di democrazia e di evoluzione di leggi e di opportunità.

Cos’è un governo se non l’interprete di una fascia, la più larga possibile, di esigenze popolari? E cos’è un esecutivo se non l’anima amministrativa del Paese che debba saper mediare le richieste delle diverse fasce sociali?

E’ attraverso il rapporto con le forze produttive del Paese che immancabilmente e per motivi diversi, spesso anche conflittuali, si rivolgono allo Stato per ottenere gli strumenti per rendere al meglio i propri servizi e ricavarne i mezzi necessari per vivere, per crescere, per rinnovarsi, per occupare manodopera, che si sviluppa la coscienza democratica delle popolazioni. Attraverso l’opera di equilibrio tra le esigenze delle famiglie, le politiche dell’impresa e le diverse esigenze dello stato che si mette in moto il meccanismo virtuoso che fa muovere le risorse economiche. Il rapporto costruttivo tra politica, famiglia ed impresa fa girare l’economia e contribuisce al rilascio di quelle risorse plurime ed eterogenee con cui lo Stato sviluppa i sistemi delle garanzie, della sicurezza e dei servizi.

Le elezioni oggi sono l’unica via d’uscita dalla crisi delle scelte che ha afflitto l’esecutivo di Prodi. E’ persino ora inutile ricercare le causa di questa crisi. Ma è opportuno ricordare cosa chiedere alla politica per non ripetere gli errori. E’ sulla proposta politica, quindi sui programmi e sulla credibilità dei partiti a portarli a compimento, che si registri, finalmente, la volontà degli elettori italiani.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963