Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Ma il problema è il voto...Voglia di vendetta »

Alla fiera dell'est del PD

Post n°168 pubblicato il 08 Settembre 2008 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Siamo quasi alle comiche. Arturo Parisi che riconosce i meriti di Berlusconi offende il PD: per Veltroni è, infatti, “offensivo ed irresponsabile”. La Festa del Partito Democratico si trasforma nella fiera dell’est dove per due soldi Veltroni un topolino comprò.

Se l’ideatore dell’Ulivo, amico di Prodi, avesse detto che le soluzioni politiche proposte da Berlusconi sono risultate efficaci, al contrario di quanto va sostenendo il PD, o se di questo avesse criticato la sterile e strumentale opposizione, sarebbe diventato il Giordano Bruno del ventunesimo secolo e condannato al rogo per eresia dall’inquisitore Walter Veltroni.

E’ blasfemo ed eretico per il segretario PD chi possa pensare che la maggioranza che sostiene il Presidente del Consiglio sia animata da strategie di sviluppo e che l’azione del governo s’interseca con la domanda che emerge dal Paese, al contrario della confusione isterica che anima invece l’opposizione.

Parisi, però, al contrario dell’esegeta dell’antipolitica Di Pietro (che fa politica ed ha un partito personale), non contesta a Veltroni arrendevolezza o convergenze programmatiche nei confronti del Cavaliere. L’ex ministro della difesa del governo Prodi assume solo posizioni critiche sulla validità della strategia veltroniana che fa apparire Berlusconi un vincente ed, al contrario, il segretario del PD un perdente. Parisi contesta a Veltroni l’abbandono della strategia dell’Unione che univa tutta la sinistra, ritenendo forse utile, per poter prevalere, l’utilizzo dell’unico collante capace a tenerli insieme che è l’antiberlusconismo. Una posizione pazzesca e sterile, inutile al fine di riformare e rilanciare il Paese ma legittima nella dialettica democratica.

Finora le posizioni critiche ed il confronto sulle strategie all’interno di un movimento politico erano considerate un segnale di vitalità, un valore aggiunto per la capacità di alimentare il dibattito interno. Il confronto delle idee e delle proposte, infatti, ha sempre una valenza di partecipazione e democrazia. Ma questo PD con Veltroni dove conduce?

E’ la Fiera dell’est dove alla fine resta di certo solo che Veltroni per due soldi un topolino comprò.

Sarebbero da considerare criticità, invece, tutte quelle azioni che mirano a scavare buche sotto i piedi del segretario per questioni di poltrone e/o di leadership, più che le posizioni di aperto dissenso sulla gestione e sulla strategia del Partito Democratico, che invece favoriscono la crescita culturale e la maturazione di un partito. A Parisi non viene riconosciuta neanche la lealtà di essere critico  apertamente e senza sotterfugi, come si conviene nella sincerità dell’impegno politico. Viene liquidato con scherno “il partito è molto più avanti dei suoi rappresentanti”. Ma di questo, in verità, nessuno se n’era mai accorto!

Da Firenze ci si aspettava una indicazione ed un orientamento più preciso. La Festa del Partito Democratico, dopo le elezioni di aprile, e dopo un periodo di confusione e disorientamento dovuto alla difficoltà di assestarsi in un ruolo di opposizione serio e riconoscibile, era attesa come un momento di riflessione e di chiarezza. Doveva essere l’occasione per un nuovo passo avanti che stabilisse il rilancio del metodo della legittimazione reciproca. Doveva marcare la definizione di un nuovo comportamento, simile a quello delle grandi forze democratiche europee. E’ vero che non era un congresso e non poteva, pertanto, offrire nuove indicazioni di linea politica, ma dall’assise non è emerso nessun segnale di recupero per l’immagine di una sinistra moderna e riformista.

Non ci sono state definizioni né sulle strategie di un eventuale dialogo con la maggioranza sulle regole dello Stato e neanche indicazioni sulle riforme ritenute necessarie. Un partito riformista che è orientato alla conservazione su temi di grande rilievo sociale come ad esempio, la giustizia, la scuola, la sicurezza, la pubblica amministrazione, la qualità della vita nelle città, il decentramento federalista, fallisce nel suo ruolo e tradisce la sua missione.

Cos’è mai così un partito riformista che non propone riforme? Cosa un partito che sulle riforme crea ostacoli e politiche disfattiste, inseguendo magari Di Pietro e le sue strumentalizzazioni?

Sembra solo un Veltroni degli anatemi quello che è apparso a Firenze. Un uomo preoccupato per la sua poltrona. Più un Veltroni del non si può fare. Eppure è appena tornato da Denver negli Usa, dalla Convention del suo profeta Obama, dal suo “yes, we can”!

In verità, si ha la strana impressione che tra i democratici Usa s’incominci a temere la iella Veltroni!

Accusa Di Pietro di averlo tradito e prende le distanze dall’alleanza con l’ex magistrato. Gli sta scomoda l’Idv che gli ruba la scena catalizzando l’attenzione di coloro che si contorcono le budella dell’antiberlusconismo. Gli fa ombra il condottiero dell’assalto all’arma bianca contro il governo e la maggioranza. Il leader PD soffre la concorrenza del nuovo signor no a prescindere. Questo finisce con essere un brutto sintomo di debolezza: un leader di un grande partito non può, infatti, temere la concorrenza di un uomo senza precisa fisionomia: un po’ fascista un po’ barricadiero e per giunta incapace di esprimersi.

Anche l’osservazione sugli errori di Prodi per aver spacciato nel 2006 per vittoria quella che invece non è stata tale, appare oggi strumentale. L’accusa all’Unione di aver respinto le proposte di convergenza con l’opposizione, per aprire una stagione di dialogo, non regge se il PD di Veltroni, adesso, non riesce a cogliere il valore di un serrato confronto sulla necessità di modernizzare lo Stato. Se non si avverte la necessità di intervenire laddove sacche di privilegi e di sprechi sottraggono le risorse per migliorare i servizi e per favorire il rilancio di iniziative utili all’ ammodernamento del Paese, si è fuori dalla sintonia con il popolo. Se si è indifferenti e si ostacolano le realizzazioni delle grandi opere che, oltre a segnare il tempo evolutivo della storia, favoriscono l’occupazione e lo sviluppo economico del Paese, non si è progressisti e riformisti bensì biechi conservatori.

Continua solo a mietere uno scarso raccolto il Veltroni dello stucchevole “ma anche”, come quando afferma che è pronto al dialogo con la sinistra alternativa, ma anche all’attenzione verso l’Udc di Casini con cui creerà “con intelligenza le condizioni di prossimità, a livello locale e nazionale”. E nel frattempo continua a rivendicare il successo alle ultime elezioni politiche per aver riscosso il 34% dei consensi.

Qualcuno gli spieghi che per vincere occorre avvicinarsi al 50%!

Alla fiera dell’est per due soldi Veltroni un topolino comprò.

Vito Schepisi

Su l'Occidentale

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963