Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
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Hamas: se non te ne vai, ti meno!
Post n°229 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da a_tiv
Può sembrare comico ma l’impressione che se ne ricava è quella del bulletto che attende che il suo contendente giri l’angolo per gridare sottovoce: “se non te ne vai, ti meno”. Anche se ha molto poco di allegro la faccenda a cui la si collega. E’ così che nella Striscia di Gaza la tregua unilaterale proclamata da Israele viene fatta passare per il ritiro delle truppe della Stella di Davide e per la vittoria di Hamas. Ismail Haniyeh, leader di Hamas a Gaza in un discorso televisivo ai palestinesi di Gaza rivendica la vittoria del suo movimento: "Dio ci ha dato una grande vittoria, non solo per una fazione, o un partito o un movimento ma per il nostro intero popolo. Abbiamo fermato l'aggressione e il nemico non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi". I miliziani palestinesi ci provano anche a dettare le loro condizioni, dando sette giorni di tempo alle truppe israeliane per ritirarsi completamente dai territori di Gaza. E’ lo spirito del “se non te ne vai ti meno!”, ma solo dopo che il contendente, meno gradasso, valutando per raggiunti gli obiettivi politici e militari, fa invertire la marcia dei suoi blindati! E’ bene ricordare che l’azione armata di Tel Aviv nella Striscia è nata per la rottura unilaterale della già instabile tregua da parte di Hamas e per lo stillicidio continuo dei lanci dei razzi Qassam diretti contro le città e le popolazioni civili nei territori del sud dello Stato ebraico. L’intervento militare aveva due fini dichiarati: quello della distruzione dei varchi, a Sud della Striscia di Gaza, da cui passavano, nonostante la tregua negoziata dall’Egitto con Hamas nel giugno del 2008, le armi ed i razzi usati dai guerriglieri, e quello di impedire il loro lancio verso il territorio israeliano. Un altro obiettivo, non dichiarato, ma implicito, era quello di indebolire in quei territori il potere di Hamas. Alla situazione attuale non è dato sapere se gli obiettivi di Israele siano stati tutti completamente centrati. Sembra di no! Almeno non quello di impedire del tutto il lancio degli ordigni verso Israele, che è un risultato difficile da raggiungere appieno: i razzi, infatti, partono dal mezzo degli insediamenti urbani, tra la popolazione civile, tra le donne ed i bambini di cui i guerriglieri si fanno scudo. E’certa, però, ed è triste, quella cruda realtà delle molte vittime innocenti e si può pensare che l’obiettivo di Hamas, di impietosire il mondo con il sangue di donne e bambini, sia stato, invece, sufficientemente raggiunto. Sui risultati politici è invece difficile far previsioni. Se la guerra, infatti, rafforza l’odio verso il nemico, nel nostro caso dei palestinesi verso Israele, è anche vero che la popolazione attribuisce ad Hamas la responsabilità delle molte vittime civili e che, ai sentimenti di vendetta, sa alternare anche la voglia di moderazione e di pace. I guerriglieri di Hamas rendono proprio l’idea dei bulletti di cui si diceva prima e, mentre le forze armate dello Stato ebraico volgono ora in ritirata, sospinte anche dalla pressione internazionale preoccupata ed impietosita per le vittime innocenti, cantano vittoria, invece di avvertire le loro responsabilità e di piangere le loro vittime. La gente del mondo ha, però, il dovere di sapere, malgrado i Santoro e l’indecenza dei pseudo-pacifisti, sedicenti schierati dalla parte dei deboli per nascondere le turbe di un’ideologia anti-occidentale, che in questa contesa i bulletti di Hamas, per mal compreso eroismo, più che la loro vita hanno messo a rischio quella di migliaia di civili, dietro i quali si sono vilmente nascosti. Nessuno, con onestà, può non vedere chi voglia davvero la pace e chi invece soffia sul fuoco. E’indecente, almeno quanto l’arroganza di coloro che sostengono dal servizio pubblico le ragioni del terrorismo, trasformare la codardia degli uomini di Hamas nell’indignazione che investe la civiltà occidentale mentre osserva inorridita l’ingiusto sacrificio di donne e bambini. I criminali, e questa è la riprova, adottano sempre la stessa cinica strategia: usare i civili come scudi umani per ricatto o per impietosire il mondo. I miliziani di Hamas, come quelli del 2006 di Hezbollah nel Libano, in questa infamia ci ricordano i metodi di Saddam Hussein e di Milosevic, ritenuti già responsabili di crimini contro l’umanità. Vito Schepisi |
UNDICI SETTEMBRE
Crono 911: tutto su l'11 set 2001 a N.Y.
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48