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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Il nostro futuro? Proviamoci con l’eresia

Post n°538 pubblicato il 07 Novembre 2013 da a_tiv
 

EPolis del 7.11.2013

LA BARI CHE PENSA...
C’è la Bari che pensa e vuol fare. Il nostro dibattito non si arresta e oggi si arricchisce del contributo di Vito Schepisi, coordinatore dei gruppi di lavoro Rinasci Bari.  

Ciò che non manca al Sud è la fantasia. A Bari e in Puglia sono nati laboratori politici, rilanciati poi sul territorio nazionale, che volgevano lo sguardo su scenari e strategie politiche, su aperture storiche, persino su strane convergenze e cambi di maggioranze in corsa. Né è mancata la fantasia d’immaginare per Bari una Città che non c'è, o di volerne cambiare abitudini e vocazioni, facendo e disfacendo per gli interessi di pochi.
Rispolverare Voltaire, però, e il suo Zadig, come fa Palmisano, significherebbe dare alla comune furbizia, o alle stesse lagnanze, un valore più ampio di ciò che non hanno. Non è solo l’intolleranza delle classi agiate e non è solo l’isolamento di chi si trova chiuso e tenuto distante da una classe dominante cinica e impenetrabile. A Bari è anche l’esatto contrario: spesso sono le classi agiate e parassitarie che, per furbizia e mancanza di scrupoli, si pongono nella cordata dei mestieranti di turno. Manca l’autonomia di pensiero e, se l’individuo trova spazio alla sua genialità solo al servizio di chi organizza e manovra gli strumenti per la conquista del potere, diventa una questione d’indifferenza alla libertà.
John Locke, nella prefazione al Saggio sull'intelletto umano, scrive: “… essendosi cinque o sei amici miei riuniti nella mia stanza a discutere di argomenti molto diversi dal presente soggetto, ben presto ci trovammo in un vicolo cieco, e dopo aver fatto alquanti sforzi senza con ciò progredire verso la soluzione, a me venne il sospetto che avessimo adottato un procedimento errato; e che prima di applicarci a ricerche di quel genere, fosse necessario esaminare le nostre facoltà e vedere con quali oggetti il nostro intelletto fosse atto a trattare e con quali invece non lo fosse”.
Oggi i più non si pongono domande e il conformismo interessato sta demolendo il futuro. L’intelletto è parcellizzato. Senza la cultura della libertà, manca chi scuota le coscienze in nome dei principi di giustizia e dignità. Il coraggio dei pochi confligge contro una classe dirigente che parcellizza le professionalità. Si perdono di vista i bisogni, e c’è disinteresse per il futuro e per le nuove generazioni.
Sarebbe antistorico immaginare Bari senza la sua operosità commerciale e folle immaginarla, Città Metropolitana e Città Regione, tagliata fuori dalla centralità dei trasporti. E’ già un delitto osservare Bari priva di un terminal container e senza una gestione strategica del suo porto turistico, scalo di un milione di croceristi. I fatti di cronaca in Città ci parlano, ancora, di burocrazia ottusa che scarica il suo nervosismo su un bar del centro o sui venditori di sgagliozze e di caldarroste. Bisognerebbe invece finirla con il sistema medioevale delle istituzioni usate contro i cittadini.
Desirèe Digeronimo, citando Rousseau, scrive di un “patto sociale” per il bene comune, ma occorrerebbe prima che la Città si chieda cosa voglia essere o diventare: se riprendere a essere una città dei commerci, di cultura e di terziario, o se cambiare. E con cosa? Le centralità devono tornare a essere sviluppo e lavoro. Bisogna dirlo. Sono le imprese che possono generare occupazione e ricchezza. Oggi, però, le imprese sono vessate dal fisco e dalla burocrazia.
All’intelligenza, all’inventiva, alla creatività ed alla progettualità, che hanno già permesso in passato di costruire una grande città, si deve unire un sistema di “burocrazia amica”, così definita in un Convegno dall’Associazione Rinascibari, un gruppo di “eretici” che un bel giorno, preso atto che non andava bene niente di ciò che c’era, si sono chiesti: Che cosa facciamo? Di che cosa parliamo? Per poi aggiungere: proviamoci con l’eresia!
Vito Schepisi  
Coordinatore dei gruppi di lavoro di Rinasci Bari.

I precedenti interventi di Leonardo Palmisano, Annamaria Monterisi, Gianni Spinelli, Gianvito Spizzico, Eugenio Lombardi, Vitandrea Marzano, Desirée Digeronimo e Massimo Lupis sono disponibili integralmente sulla pagina Facebook di EPolis Bari mentre le edizioni del giornale possono essere scaricate dal sito www.epolisbari.com e dall’app per iPad. 

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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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