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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Regione Puglia e nuova sede: dove sono stampa e ambientalisti?

Post n°539 pubblicato il 14 Novembre 2013 da a_tiv
 


Su EPolis del 14.11.2013

La nuova sede della Regione Puglia, prima di essere realizzata, si è già rivelata insufficiente a soddisfare le necessità degli spazi.
In Città nessuno ne parla, tanto meno i quotidiani locali, ad eccezione di EPolis che sabato 9 novembre ha riportato la notizia in prima pagina.
L’idea di eliminare il ricorso agli stabili in locazione, e di allocare la Sede del Consiglio e tutti gli uffici e gli assessorati in un unico contesto edilizio, mostra già le prime falle. La sede unica della Regione in via Gentile doveva servire ad abbattere i costi di locazione e a ridurre le diseconomie di una rete di uffici (dislocati in diverse località) che crea mobilità improduttiva e svantaggi all’utenza. Non è confortante, però, osservare che con i lavori già in corso (l’ultimazione e la definitiva e completa consegna degli immobili è prevista per il 2015) e con alcuni edifici già ultimati e consegnati, sia già emersa una difficoltà per la sistemazione degli spazi per uffici e servizi istituzionali.
E’ stata la Giunta a prenderne atto, adottando una delibera nella quale è stato stabilito: “il preminente interesse regionale, per l’obiettivo di concentrare nell’area di Via Gentile la massima parte degli uffici regionali (non tutti? ndr), mediante la realizzazione dei necessari ulteriori volumi edilizi, in ampliamento di quelli già realizzati e in fase di realizzazione, previa redazione dei relativi progetti ed acquisizione delle necessarie autorizzazioni.”
Leggendo la delibera di Giunta si rileva, però, che la questione non si riduce soltanto a esigenze di ampliamento dei volumi e alla verifica positiva delle cubature consentite dagli indici urbanistici vigenti. I nuovi edifici andrebbero a sostituire realizzazioni diverse, in particolare un eliporto e un’area destinata alle attività sportive, ma per essere realizzati necessitano di una deroga ai vincoli stabiliti dalla legge Galasso sulla distanza dalla battigia (meno di 300 metri).
Come immagine per la Regione e per il suo Presidente non sarebbe una questione di poco conto, se solo si pensasse che l’Ente, e sempre sul lato sud della costa barese, andrebbe a riproporre le stesse violazioni dei vincoli che hanno portato all’abbattimento degli edifici di Punta Perotti. Auguriamoci almeno che questa volta si faccia a meno della dinamite e che non si debba arrivare alla distruzione di risorse, con l’Italia e la Puglia che non se lo possono assolutamente permettere.
La stampa tace, però, come se fosse tutto normale, come se la Città non lo debba sapere, come se i baresi non fossero interessati. Nessun dito alzato per ripristinare il principio. Nessun lamento ambientalista. Nessuna osservazione. Nessuna mobilitazione, come se la Città fosse diventata, d’un tratto, disattenta e indifferente. E’ vero che questo silenzio è anche una fortuna, per quanto sono odiosi i toni da crociata, ma perché non doverne parlare con toni pacati, senza arringare le folle? Perché non se ne debba discutere come cittadini coscienziosi e riflessivi?
Tra chi discute e argomenta potrebbe anche esserci chi faccia osservare agli amministratori regionali che gli spazi ben presto, da essere insufficienti, possano, invece, rivelarsi in esubero. Tra le ipotesi al Ministero degli Affari Regionali, infatti, è allo studio un ddl sul riordino dell’amministrazione pubblica locale che andrebbe a modificare gli assetti quantitativi e geografici delle regioni italiane.
Con l’abolizione delle Province, le regioni italiane potrebbero passare da 20 a 36, naturalmente di dimensioni più piccole, e la Puglia potrebbe persino scindersi in tre, assorbendo il materano e il Molise. Bari potrebbe ritrovarsi sede soltanto della Regione “Terra di Bari”. Se il ddl andasse in porto, il personale della Regione Puglia di Bari potrebbe ridursi, e di molto, e gli spazi rivelarsi in esubero.
Vito Schepisi

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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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