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Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« Il Nazifondamentalismo | Riflessione sulla ragione » |
Post n°13 pubblicato il 16 Dicembre 2006 da a_tiv
Si dovrebbe riflettere sul fatto che in un’Italia retta da una democrazia rappresentativa, divisa perfettamente in due alle ultime elezioni, i senatori a vita invece siano divisi solo in una parte politica. C’è qualcosa che non funziona in questo meccanismo. Il buon senso vorrebbe che questi uomini illustri rappresentassero il Paese, ne fossero la coscienza critica e propositiva, ne incarnassero l’ingegno e l’impegno. Ma il Paese è schierato al cento per cento solo da una parte? E’ mai questo il Paese del pensiero unico? Se un osservatore asettico dovesse guardare verso il voto espresso nei reiterati appelli alla fiducia, nonché nelle elezioni delle cariche istituzionali e delle commissioni permanenti del Senato della Repubblica, otterrebbe un’idea distorta del sentimento popolare. Sarebbe portato ad osservare che in Italia prevale una coscienza solidale, un comune sentire, una cultura monolitica, un’espressione non da democrazia liberale ma da democrazia popolare. Quelle forme che molti governanti di oggi, anni fa, applicate nei paesi dell'est europeo, spacciavano per miti della democrazia, della civiltà e della felicità sociale e che, invece, si sono rivelati come sacche di miseria e di ingiustizia, oltre che di violenza e repressione del pensiero. Uno Stato che sceglie e decide servendosi di un manipolo di parlamentari, insediati per nomina o per diritto, anche su questioni prettamente tecniche e squisitamente politiche come una finanziaria. Il Laticlavio a vita era stato pensato, invece, dai costituenti come un’opportunità per il Paese e per il Parlamento. Una facoltà di potersi dotare di fonti di conoscenza ed esperienza da adoperare nella formazione delle leggi. L’opportunità di servirsi di uomini scelti tra il popolo per aver rappresentato degnamente il Paese nelle arti, nelle scienze e dell'azione civile, scelti per essere nobili esempi di dirittura etica sui grandi temi del pluralismo e della tolleranza e garanti credibili nella indifferibile scelta dei valori della democrazia e dell’identità nazionale del popolo. Ed Invece? Invece vengono indecentemente utilizzati come massa votante, per invertire una maggioranza voluta dal popolo, per modificare gli assetti stabiliti dalle consultazioni elettorali dove il popolo sovrano ha espresso le sue scelte politiche e parlamentari. Prestarsi a questo gioco non solo è umiliante per chi si presta, ma anche indecente per coloro che fanno uso di questa “massa manovra”, utilizzata in chiaro spregio sia dello spirito costituente che della volontà popolare. Non può sfuggire agli uni (senatori a vita) ed agli altri (partiti della maggioranza) che c’è una parte dell’ Italia, che è maggioranza nel Paese, che non sente più proprio questo Governo, c’è un’Italia quasi intera che non sente adeguata questa manovra finanziaria. Una grossa fetta dell’Italia che considera immorale il comportamento di uomini, non investiti da mandato popolare, che mantengono in vita una maggioranza ed un Governo che considera il peggiore che ci sia mai stato. Vito Schepisi |
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTà
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5d/Berlinermauer.jpg/250px-Berlinermauer.jpg)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Giovera' ricordare i nomi degli ultimi senatori a vita non piu' fra
noi: Carlo Bo, Norberto Bobbio, Giovanni Agnelli, Sandro Pertini,
Giovanni Spadolini, Paolo Emilio Taviani, Francesco De Martino...
In continuita' con lo statuto sabaudo, Torino e' ben rappresentata:
Il signor FIAT, il suo editorialista principe a "La Stampa" (Bobbio)
fino alla non piu' giovanissima biologa ancora in carica.
A questo elenco potremmo aggiungere una ulteriore considerazione:
l'attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano senatore a
vita lo era gia' e tornera' ad esserlo a settennato concluso dando
luogo ad uno switch di cariche istituzionali con il -soi disant-
bypartizan Carlo Azeglio, dove il laureato in lettere livornese cedeva
il suo posto al quirinale all'ex leader dei "miglioristi" PCI,
sostituendo quest'ultimo sullo scranno vitalizio in quel di Palazzo Madama.
Ricorderai senz'altro alcune campagne d'opinione per la nomina a
senatore a vita fatte a favore di personalita' non organiche alla sinistra.
Una riguardo' Oriana Fallaci, donna di sinistra per tutta la vita ma
che le sue prese di posizione sull'islam -non proprio
politacally-correct- avevano allontanata e reso invisa alla sinistra stessa.
Altre hanno riguardato Umberto Bossi, gia' piegato dalla malattia,
Mike Bongiorno e Marco Pannella (prima della sua confluenza
nell'unione).
Candidature inequivocabilmente bocciate.
Cosi' l'ultimo senatore a vita non di sinistra rimane a tutt'oggi
l'ex presidente napoletano Giovanni Leone: parliamo di 30-35 anni fa.
La sinistra non fa prigionieri e non lascia neppure le briciole: ha
occupato qualsiasi spazio e per trovare una simile concentrazione di
potere bisognerebbe spostarsi nei paesi dell'est ai tempi della
cortina di ferro e forse non basterebbe neanche.
Se servissero voti all'unione al Senato Napolitano glieli servirebbe
immediatamente nominando senatori a vita Luxuria (meriti scientifici),
Caruso (Sociali), Santoro (Giornalistici), Cristiano Lucarelli
(Sportivi), Massimo Moratti (Economici).
Per come hanno potuto, tutti costoro hanno onorato la Patria, pardon
il paese.
...E quando c'e' da votare, votano bene.
Sull'interpretazione "pertiniana" della facolta' presidenziale in materia
di nomina dei senatori a vita non dovrebbero esserci dubbi.
Gia' 2 successori su 3 del presidente socialista, mi riferisco a Cossiga
e Ciampi, si sono mossi in codesta maniera.
Sulla sorte del presidente Napolitano a mandato esaurito sei proprio
sicuro che non riprenda possesso dello scranno che gia' lo stesso Ciampi
gli aveva assegnato?
Se la memoria non mi fa scherzi mi sembra di ricordare che Giovanni Leone
era gia' senatore a vita quando venne eletto presidente della repubblica
al termine di un'indimenticabile maratona parlamentare.
E tale torno' ad essere quando la canea aizzata dai radicali riusci' a
sfrattarlo dal colle piu' alto, facendo ammenda di cio' un paio di decenni
piu' tardi.
Un caro saluto.
E se per puntellare la loro traballante maggioranza senatoriale, Napolitano dovra' spedire 5 cartoline precetto a qualche riservista della gauche-caviar, non credo se ne faccia problemi particolari.
Dubito che ce ne sara' bisogno: un Pallaro o un Follini si sono sempre trovati, in tutti gli schieramenti sin dai tempi di Giolitti ed anche da prima.
Per il resto non conterei troppo sui freni inibitori di questa maggioranza, il cui motto pare essere Vae victis, d'altra parte se il controllo di legittimita' etica viene fatto da "La Stampa" o da Paolo Mieli non c'e' da essere granche' ottimisti.
Il loro atteggiamento mi ricorda quello di Guglielmo il bastardo dopo aver battuto il "barbaro" Aroldo in quel di Hastings: Una vittoria largamente annunciata, veniva conseguita per il rotto della cuffia.
Anziche' riconoscere il valore dei suoi avversari e pacificare l'Inghilterra appena conquistata, il rischio corso durante la battaglia lo spinse ad annientare il nemico battuto per evitare che si potesse riorganizzare.
Un caro saluto