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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« La "Giustizia" secondo MastellaMaggioranza di lotta  e ... »

La riforma elettorale

Parlare della riforma elettorale, ignorando le riforme costituzionali ed un nuovo assetto delle istituzioni  e della rappresentanza politica, mi sembra il modo peggiore per risolvere l’annosa questione.

Ignorare che esista ancora un sistema partitocratrico, in cui i leader politici si ritagliano i propri spazi di gestione, non contribuisce a risolvere in via definitiva la governabilità ed il rispetto del mandato elettorale.

Le elezioni servono spesso a dimensionare alla propria capacità di interdizione sia la gestione del potere che l’affermazione di principi ideologici di nicchia.

Manca nel Paese la consapevolezza che se a prevalere sia una linea politica questa, in tutta coerenza e tranquillità parlamentare, possa perseguire il progetto di governo indicato.

Manca il rispetto del mandato popolare ricevuto e si è alla ricerca, tempo per tempo e provvedimento per provvedimento, delle maggioranze possibili.

L’abitudine al principio assembleare sembra tanto diffuso da far proporre al ministro dell’interno Giuliano Amato, che è persona riflessiva, una inedita proposizione di maggioranze variabili.

La proposta è tanto fuori del sentimento politico da sembrare ignorare che l’opposizione non sia interessata a mantenere in vita un Governo che è senza una vera maggioranza politica ed  inviso a gran parte degli italiani.

Non dovrebbe l'opposizione essere interessata a mantenere in vita un governo che sta provocando lacerazioni nel tessuto sociale del Paese, che sta falcidiando speranze e progetti degli italiani, che sta sconvolgendo persino i principi fondanti della nostra società.

Ma come si fa ad ignorare che la proposta d’Amato trova invece consenso nell'attenzione strumentale di tanti parlamentari invece interessati a prorogare la legislatura almeno fino alla maturazione dell’assegno previdenziale?

La proposta delle maggioranze variabili, perché sia utile al fine, rappresenta un invito rivolto all’opposizione a convergere coi numeri a sostegno della maggioranza, laddove questa non abbia la forza politica per farlo.

L’invito ha la sua logica nel monito che l’unica opzione posta da Prodi alla sua Presidenza siano le elezioni anticipate.

C’è in Parlamento un largo schieramento trasversale ai due poli sensibile alla volontà di veder allontanare lo spettro di nuove elezioni.

Esiste anche tra i partiti un gruppo, già alleato della Cdl, che guarda alle elezioni anticipate come ad un grosso ostacolo alla realizzazione del suo progetto politico.

Casini, al pari di Follini, mira a recuperare lo spazio di tempo possibile per preparare un nuovo soggetto che miri a superare il  bipolarismo e proporsi quale perno centrale di maggioranze alternative.

Nella proposta di Amato però, il fine è così poco trasparente  ed anche un po’subdolo per non tener in alcun conto la volontà degli elettori.

Nel sistema bicamerale perfetto, che si è voluto confermare nel Paese per iniziativa dei partiti dell’attuale maggioranza, che ha respinto la riforma costituzionale che ne modificava le funzioni, è possibile che le maggioranze nei due rami del Parlamento siano differenziate, come è avvenuto il 9 e 10 aprile dello scorso anno.

Con qualsivoglia sistema elettorale questa realtà sarebbe emersa, benché oggi si voglia attribuire la responsabilità alla legge elettorale “porcata”.

Al Senato la Cdl ha sopravanzato l’Unione di circa quattrocentomila voti.

Tale circostanza, prova provata della necessità di modifiche costituzionali che modifichino le funzioni delle due camere, avrebbe dovuto consigliare una forma di governo che fosse sintesi politica dei due schieramenti ed evitare un braccio di ferro deleterio e mortificante per tutta la Nazione.

Un dialogo che, per confermare il principio del bipolarismo e della necessità di una omogenea maggioranza politica, avrebbe dovuto privilegiare la volontà di metter mano alla riforma costituzionale, invece respinta dopo una accesa campagna che la configurava come una minaccia per l’unità del Paese.

Nella precedente legislatura è stato perduto tempo prezioso nella  ricerca di composizione sulle riforme dei meccanismi di rappresentanza democratica.

Per responsabilità dei partiti della maggioranza di allora che premevano per dare contenuti diversi sia all’una che all’altra delle riforme, e per l’assenza colpevole della opposizione interessata solo a delegittimare la coalizione espressa dalla maggioranza degli italiani.

Forse qualcuno ricorderà anche le offese rivolte, in particolare dalla sinistra radicale, al corpo elettorale.

Anche in questa legislatura si sta perdendo tempo prezioso eludendo un’ampia riflessione su queste questioni, salvo rifarsi alle necessità di affrontare questi argomenti per scongiurare il ritorno alle elezioni.

Nessuna maggioranza variabile, quindi, che serva a mantenere in piedi interessi soggettivi.

Nessuna delle deleterie strategie di sopravvivenza!

Non ci interessa quella di Prodi, consapevole dell'esaurimento della sua funzione di Governo ma caparbiamente intenzionato a non cedere.

Non ci interessa l’altra, quella di Casini e Follini, che ha lo scopo di sconvolgere il bipolarismo ed affermare la centralità della loro componente (stimata al 5%) con la prerogativa di “scelta irreversibile”,  per mantenere un potere ininterrotto e senza alternative se non nell’alternanza dei suoi alleati.

La sola riforma elettorale nelle condizioni attuali non servirebbe a nulla.

Non risolverebbe alcuna questione di fondo: anche il premio di maggioranza in ambito nazionale al Senato, ammesso che la Corte Costituzionale lo possa avvallare, non modificherebbe la possibilità di due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento.

E’ questa la ragione per cui si debba ritenere utile respingere le maggioranze variabili e richiedere le larghe intese con un Governo di impronta istituzionale che abbia lo scopo di offrire al Paese soluzioni di efficienza e di governabilità, nel rispetto delle scelte e delle opzioni del corpo elettorale.

Penso sia venuto il momento di uscire dall’antagonismo Prodi-Berlusconi o dalla anacronistica contrapposizione destra e sinistra anche per la costruzione di un ponte o di una linea ferroviaria: vorremmo che in parlamento e nel paese finalmente si parli delle scelte per l’Italia.

http://vitoschepisi.blogspot.com/

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Premessa Il 7 marzo scorso il Senato della Repubblica ha approvato definitivamente il disegno di ...
>> La Disobbedienza assume rango Costituzionale! su entronellantro
Ricevuto in data 13/03/07 @ 19:20
Qualcuno avrà sicuramente da ridire ma credo che questa notizia vada diffusa. Non è vero che i no...

 
Commenti al Post:
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 12/03/07 alle 09:23 via WEB
Buongiorno caro Vito….Tu tratti oggi un bel problema che non sarà di semplice soluzione. Il problema, infatti, non è solo quello di fare la riforma elettorale, ma anche quello di quale riforma elettorale fare. Tutti stanno a criticare la legge elettorale attuale, che nella formulazione originale era forse migliore di come è adesso e comunque se è una porcata, come l'hanno definita taluni, la colpa è di più persone.Quella legge ha il demerito di essere stata una legge licenziata dalla maggioranza del governo di allora, ma anche la precedente legge elettorale, a firma del primo governo Prodi, ha avuto quel demerito, unitamente a quello di essere la prima legge elettorale approvata dalla maggioranza di governo e dunque ha creato un pericolosissimo precedente. Pertanto, se quella attuale è una pessima legge, il vero problema è che non vi sono però valide proposte alternative che siano ampiamente condivise dai vari partiti. E poi, nel mettere mano ad una riforma della legge elettorale, bisogna vedere cosa si vuole privilegiare: se si vuole privilegiare la rappresentanza oppure la governabilità. Se si vuole privilegiare la prima esigenza allora ci si dovrà orientare verso la scelta del proporzionale. Se invece si vuole privilegiare la seconda esigenza allora ci si dovrà orientare per il maggioritario. All’interno di queste due tipologie, che sono agli antipodi, vi sono poi dei sistemi intermedi (sbarramento, doppio turno ecc) che comunque favoriscono anch’essi certi partiti a discapito di altri. Io penso che, prima di fare la legge elettorale, si dovrebbe avere il coraggio di fare una riforma costituzionale che ampli i poteri del premier, che, adesso come adesso ne ha davvero pochi e solo quelli di coordinare e mediare tra i vari partiti della sua coalizione. Buon inizio di settimana a un abbraccio
 
 
a_tiv
a_tiv il 12/03/07 alle 10:27 via WEB
Cara Dike...tu hai centrato nel segno. Io sarei anche poroporzionalista, perchè ritengo che ogni idea purchè sufficientemente sentita, abbia dignità ad essere rappresentata; proporzionalista dunque con un limite, cioè uno sbarramento. Sarei anche bipolare perchè ritengo che debba essere diffuso un programma di governo che comprenda istanze omogenee che interessino una fascia più larga possibile delle istanze del Paese. E' possibile conciliare le due cose? E' per questo che penso che servano le riforme costituzionali che stabiliscano delle regole fondamentali. Una maggioranza ben chiara, e senza possibili veriazioni in corso d'opera pena il ritorno alle urne; impossibilità per singoli parlamentari di passare da uno schieramento all'altro se non restituendo il mandato popolare; un Presidente del Consiglio che sia investito dall'elettorato a sviluppare il suo programma quinquennale, ottenendone la fiducia del Parlamento e con prerogative più ampie sulle scelte dei ministri e sulle priorità; la divisione delle funzioni dei due rami del Parlamento e quindi anche maggioranze diverse in quanto una è espressione della politica del Paese e l'altra delle autonomie e delle gestioni sui territori. Tante altre cose ancore sarebbero auspicabili quali incompatibilità, ad esempio, tra il ruolo di parlamentare e quello di ministro; la riduzione del numero dei parlamentari; il decentramento sull'esercizio ed il controllo della attività e dei servizi di interesse locale ed ancora un sistema di controlli ed equilibio dei servizi dello Stato e della sua struttura burocratica.. ed altro ancora. Come vedi cara Dike a questo punto la riforma del sistema elettorale, che sia propozionale o che sia maggioritario, diverrebbe solo una questione di scelta nel privilegiare, come tu dici, solo la rappresentanza e non la governabilità. In quest'ultimo caso, infatti, sia con l'uno che con l'altro con un premio di maggioranza (penso anche più ridotto dell'attuale alla Camera) è assicurata la governabilità per non essere consentite maggioranze variabili o passaggi da una parte di gruppi e persone. Per fare tutto questo...io auspico le larghe intese....in caso contrario si vada ad elezioni anticipate, anche subito e con l'attuale sistema che stando ai sondaggi garantirebbe ora una larga maggioranza. Buona giornata. Vito
 
   
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 12/03/07 alle 22:47 via WEB
Caro Vito… rileggendo il mio intervento sul tuo blog mi sono resa conto di aver omesso una parte di quel che volevo scrivere, mancanza che rende assolutamente imprecisa una cosa da me scritta. Di solito, avendo sempre word aperto per lavoro, scrivo prima i commenti su word e poi li copio incollo sul blog quando commento. Ma talora commetto errori di copia incolla. Da quel mio intervento sembra che la legge elettorale precedente l’abbia fatta Prodi e anche a colpi di maggioranza. So bene che non è così perché la precedente legge elettorale è del 1993 e non l’ha certo fatta Prodi. Purtroppo volevo inserire una frase che però non so come mai non sono riuscita a copia incollare. Ti ringrazio per il rispetto che hai usato nei miei confronti e per non aver rimarcato il mio errore, ma era doveroso correggere il mio commento, inserendo la parte mancante. Parlando della legge elettorale del 2005, licenziata a colpi di maggioranza, volevo dire (ecco la parte che ho dimenticato) che il pericoloso precedente dei “colpi di maggioranza” risale a quando il centro sinistra nel 2001, in scadenza di legislatura, e col voto finale solo dell’allora maggioranza di centro-sinistra, approvò della riforma del titolo V della Cost. Approvazione che ha costituito un precedente pericoloso di importante revisione costituzionale varata a “colpi di maggioranza". Il tutto per dire che i colpi di maggioranza li ha saputi fare anche la sinistra e proprio sulla Costituzione. Scusa, ma sentivo di dover aggiungere questa parte mancante, senza la quale alcune mie righe sembrano una castroneria. Ciao e buona serata
 
     
a_tiv
a_tiv il 13/03/07 alle 09:40 via WEB
Cara Dike...ero rimasto perplesso...ma avevo capito il senso del tuo pensiero. In verità la precedente legge elettorale, a mio avviso, se concepita con questa articolazione costituzionale, poteva anche andar bene se non per la questione dello scorporo che riduceva i margini della maggioranza e si prestava ad antipatici giochi di prestigio elettorale. L'insistenza dell'UDC, e di Follini prima degli altri, per il ritorno al proporzionale ha determinato la cosidetta "porcata"...che è stata determinante per far vincere il centrosinistra. Dai dati ottenuti sia alla Camera che al Senato col precedente sistema avrebbe vinto il centrodestra...il nuovo sistema inoltre ha fatto disperdere per protesta una parte dei voti di CD ed ha consentito la presentazione delle liste (di disturbo) delle leghe al nord schierate col CS per sottarre voti al CD. Anch'io sarei d'accordo sulla condivisione delle modifiche costituzionali: è per qusto che auspicherei le larghe intese (a termine) con in agenda questa e poche altre questioni. Buona giornata. Vito
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 12/03/07 alle 17:54 via WEB
Caro Vito, ho letto con attenzione il tuo pezzo e nel leggerlo mi sembrava di leggere cose che ripeto da anni. Purtroppo in questo Paese (ma forse farei meglio a scriverlo minuscolo) mancano i presupposti necessari ad intraprendere nuove strade. Strade che portano allo sviluppo e alla crescita. Non esiste il senso di appartenenza, non esiste il senso di Patria. Tutti si comportano come se fossimo in pieno feudalesimo e si attivano solo per i loro interessi settoriali e la difesa del proprio feudo. Quando dico tutti intendo proprio tutti, dall'ultimo cittadino ai potenti. Hai ragione quando parli di anacronismo in merito alla contrapposizione sinistra -destra. Se non si capirà che difendere posizioni ideologiche superate e sconfitte dalla storia non porterà a nulla allora ci si ritroverà qui tra 20 anni a parlare delle stesse cose. Urge una maturazione altrimenti si finirà nel baratro. Complimenti per il pezzo. Ciao pierluigi
 
 
a_tiv
a_tiv il 12/03/07 alle 18:26 via WEB
Caro Pierluigi...ti ringrazio per i complimenti. E' vero in Italia per arrivare ad una soluzione si fa non solo il giro dell'Italia ma anche dell'Europa e del mondo. Anche per le riforme elettorali il nostro privincialismo ci porta a sbirciare a destra ed a manca ed a tessere le lodi dei sistemi che più si confanno ai propri interessi e all'attenzione dei modi per ottenere visibilità e ruoli. Un protagonismo a volte esasperato ed anche fastidioso e provocatorio! Vi sono gruppi fotocopia che si distinguono solo per i nomi dei propri leaders. Un po' dappertutto nell'area occidentale, tra i paesi democratici, ciò che è preminente è il bipolarismo. Sarebbe auspicabile, anche in Italia, la formazione di due schieramenti uno che si caratterizzi con le spinte di scelte di libertà e di mercato, con le garanzie proporzionate allo sviluppo e, l’altro, con spinte di scelte di solidarietà e con lo sviluppo proporzionato alle garanzie. Ripeto etichettare le due spinte con destra e sinistra può essere un esercizio di sommaria semplificazione ma nello stesso tempo pecca di visione anacronistica. Inutile dire che fascismo e comunismo debbano essere relegate a nostalgie senza senso, al di fuori sia dell'annunciato partito democratico che del contendente partito delle libertà. Buona serata. Vito
 
lucedilunazzurra
lucedilunazzurra il 12/03/07 alle 20:58 via WEB
ciao vito, ho letto il tuo post però non so che dire oltre ad un rassegnato "boh! me so stufata e come me tanti altri!". però tu insegni che la stanchezza ci deve far parlare-ribellare e non ammutolire. mi prendo questa sera per riposarmi e da domani ricomincio ad arrabbiarmi ;-) ti abbraccio forte
 
 
a_tiv
a_tiv il 13/03/07 alle 08:44 via WEB
Sei sempre immensamente simpatica...ti abbraccio forte anch'io. Vito
 
Caty1966
Caty1966 il 12/03/07 alle 21:38 via WEB
Buonasera Vito. Io vorrei, ma forse sogno, una riforma semplice, che impedisse i ribaltoni.Una legge che non abbia bisogno di andare a copiare i modelli stranieri, che hanno realtà politiche diverse dalla nostra. Io temo però una cosa: che si stia sondando il terreno per alleanze nuove e poi sulla base di queste sponsorizzare la legge elettorale. Chi può escludere a priori che Ds e Margherita possano cercare una intesa con centro destra e cercare di licenziare una legge per emarginare i piccoli partiti? Questo è solo un esempio e se ne possono fare altri per dimostrare che a livello politico si muovono verso un modello o un altro di legge elettorale a seconda delle loro esigenze e dei loro interessi. I cittadini però vogliono cose diverse, e soprattutto sapere che il loro voto non vada a sostenere qualcuno a cui non l'avrebbero mai dato (es chi ha votato Follini). Ciao e buona serata. Caty
 
 
a_tiv
a_tiv il 13/03/07 alle 09:22 via WEB
Ciao Caty...molte volte la soluzione è molto più semplice di quanto appaia. Anche in questo, però, domina il nostro provincialismo. Si gira attorno al problema sbirciando da altre parti. La sola cosa utile, invece, sarebbe quella di rivedere quella parte della Costituzione, ormai desueta, che all'atto costitutivo si rifaceva ad una realtà ora radicalmente mutata. Se prima nel dopo guerra c'era l'esigenza di evitare di concentrare poteri, e con i due rami del Parlamento ed il proporzionale si voleva imbrigliare l'emergere di una maggioranza forte e non mediata, oggi questa esigenza è venuta meno. In un mio post di qualche giorno fa mi sono dilungato su questa questione. Oggi è dunque auspicabile adeguare la Costituzione all'efficienza ed alla governabilità, senza tralasciare il rispetto del voto e delle scelte dei cittadini. Una volta adeguate le norme relativio agli aspetti istituzionali di rappresentanza e di governo anche la questione del metodo elettorale assumerebbe aspetti meno drammatici. Basterebbe un proporzionale con sbarramento, ad esempio al 5%, e premio di maggioranza anche abbastanza contenuto. Naturalmente io sarei per dimezzare il numero dei deputati e dei senatori e per diversificare il ruolo dei due rami del Parlamento. Sarei anche per fisare il numero massimo dei ministeri e dei vice ministri e sottosegretari e limiterei i compensi solo ai rimborsi delle diarie per l'effettiva presenza ed alla possibilità di raggiungere gratis il Parlamento o i luoghi di presenza istituzionale o di gestione con i mezzi disponibili, limiterei le macchine di servizio ai soli ministri. Ma forse io sogno un po' più di te!Buona giornata. Vito
 
passo_lieve
passo_lieve il 13/03/07 alle 19:52 via WEB
Te lo dico usando lo slang che userei coi miei amici di qui: “ ne sai troppo, Vito!” :)) Tu e Dike siete formidabili, siete una ricca miniera d’informazione politica per una come me che alla politica non si è mai voluta avvicinare tanto poiché attratta da mille altri risvolti della vita. Grazie a tutt’e due, siete grandi!! Serena serata... :)
 
 
a_tiv
a_tiv il 14/03/07 alle 08:44 via WEB
Carissima passo_lieve ti ringrazio infinitamente per la tua schietta amicizia nei miei confronti. Penso che anche Dike te ne sia grata. Mi sento gratificato dalla tua buona predisposizione verso di me. Posso dirti che faccio di tutto per aggiungere alla mia visione delle cose ed ai miei sentimenti politici il massimo della serenità di commento e della obiettività. So che spesso traspare la mia partigianeria, ma anche questa fa parte della passione e della schiettezza della mia personalità. Sarebbe più disdicevole, come accade sovente, che si faccia sfoggio di imparzialità tranciando giudizi solo da una parte imbeccando persino chi risponde a muso duro, come a me piace fare con le parole, a coloro che attentano all'intelligenza ed alla dignità dei cittadini. A me capita qualche volta di caricare di tinte più forti i toni delle mie espressioni ma solo per dar sfogo al mio sdegno. E nella realtà quotidiana di questo Paese non mancano certo motivi per caricare di sdegno la libera espressione del pensiero. Spero che l'incubo di questo governo termini al più presto e che il suo Capo, inadeguato e di sottile spessore, sia destinato ad altro mestiere, anzichè continuare a mortificare il nostro popolo. Con questo auspicio, ti abbraccio e ti auguro una buona giornata. Vito
 
   
passo_lieve
passo_lieve il 14/03/07 alle 22:05 via WEB
Caro Vito, ti sono amica e ho senza dubbio una buona predisposizione verso te per vari motivi: come ho già scritto, non ho mai trovato affascinante la politica tanto da sentirmene attratta e da occuparmene, però una mia netta preferenza ideologica esiste ed è forte e certamente te ne sei accorto; ciò che tu scrivi mi trova sempre assolutamente consenziente, e mi trova consenziente soprattutto il tuo stile, la tua educazione, la tua passione, la tua schiettezza e, perchè no? anche la tua “partigianeria” sempre elegante. Tu scrivi: “A me capita qualche volta di caricare di tinte più forti i toni delle mie espressioni ma solo per dar sfogo al mio sdegno.” e mi viene da sorridere pensando alle “tinte forti” usate dai rossi in ogni occasione, sia qui, nel mondo blog, sia in un forum di poesia che ho avuto la forza di frequentare per un paio d’anni, anche se in modo discontinuo... Credimi, la loro arroganza, e la loro maleducazione sono così forti e grandi da non tener conto minimamente della sensibilità di chi si discosta dal loro pensiero, da calpestare, usando un vero e proprio odioso turpiloquio, ogni esternazione altrui che non sia loro più che gradita, e offendono regolarmente l’intelligenza di chi considerano antagonista con menzogne da fantapolitica che spacciano per verità, senza vergogna alcuna. Una delle loro strategie di sopravvivenza, che permette loro di imperversare ovunque, è la loro capacità di aggregazione faziosa, il loro occulto mutuo soccorso che li fa accorrere uniti come gregge compatto verso un’unica vittima per farla a pezzi da par loro... Sai qual’è la loro fortuna? Che il più delle volte i loro antagonisti non sono altrettanto feroci, che quasi sempre sono più educati, che mai alle loro menzogne vengono contrapposte altre menzogne, che i loro antagonisti non dovendo rendere conto delle loro azioni a partiti politici che fanno della violenza il loro marchio di qualità (cosa che invece loro devono fare quasi sempre), alla fine li lasciano perdere, sfiniti dalla loro veemente e violenta maleducazione... e qui mi fermo, perchè credo che non meritino altre mie parole. Spesso non so commentare i tuoi scritti, ma ti assicuro che ti leggo sempre con piacere immenso, sentendomi estremamente gratificata dalle tue analisi e dalle tue considerazioni alle quali aderisco totalmente. Ciao Vito, ti auguro una serena serata. Un caro abbraccio :)
 
     
a_tiv
a_tiv il 15/03/07 alle 09:28 via WEB
Mia carissima amica...conosco i modi ed i toni della sinistra. Conosco i toni spesso violenti e ciechi con cui espongono le loro "verità", l'uso della mistificazione e della menzogna, l'arroganza e la volgarità dei toni. Alla mia età non esco dal niente. Da ragazzo liberale laico e democratico, sono stato aggredito più di una volta, fuori del liceo o dell'università, per i miei richiami alla tolleranza ed alla denuncia del dilagare di quello che allora chiamavo "fascismo rosso"(come vedi non è cambiato granchè). Sono stato anche oggetto di minacce ed avvertimenti. Penso che il mio modo di esprimere le ragioni del buon senso e della moderazione desse più fastidio dei modi dei giovani missini che si esprimevano nella loro stessa maniera. Anche sulla verità storica della lotta partigiana ho parlato almeno 35 anni prima di Pansa, così sulle Foibe e sulla doppiezza del pci di Togliatti e del dopo Togliatti. Sono stato persino anticlericale ed anticoncordatario, come tanti giovani laici, quando i politici cattolici guardavano al mondo comunista come un inelluttabile destino della storia. Se non fosse caduto il Muro di Berlino ci saremmo trovati nella eventualità della stipula di ulteriori concordati tra Stato e Chiesa, come quello in San Giovanni al Laterano dell'11 febbraio del 1929 firmato dal Cardinale Pietro Gasparri e dal capo del fascismo Benito Mussolini. Sono consapevole che la politica sia luogo di privilegi e di potere, che sia molte volte strumento di agi e vantaggi e di illeciti arricchimenti, che sia a volte cinica ed ipocrita, autoreferente ed incomprensibile, sono però altrettanto consapevole che senza della politica ci sia solo anarchia e sopraffazione. Spesso mi fanno sorridere i politici che alimentano i giudizi morali sugli avversari, dopo aver trascorso la loro giornata a discutere di strategie sulla conquista di spazi di potere. Vorrei che in questa orgia di stupida valorizzazione della "discontinuità", ormai assunta a panacea dei mali, si pensasse ai problemi del Paese, alla sua crescita, alla modernizzazione, alla competizione vera che è quella con i mercati dove si forgia lavoro e benessere. Mia carissima amica, ti sono grato per la tua stima che sai esser ricambiata. Anch'io ti leggo sempre e sempre nelle tue parole avverto una carica di gentilezza e di nobiltà d'animo fuori dal comune. Sai anche quanto apprezzi la tua sensibilità e la delicatezza delle tue parole, e quanto io sia preso dal fascino sublime della tua poesia. Un abbraccio caro e buona giornata. Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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