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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Foibe: 10 febbraio - La Giornata del Ricordo

Post n°126 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da a_tiv
 

60 anni di silenzi e di omissioni. Ma

nascondere la storia delle viltà è come esser vili due volte!

Sono stato a Bassovizza lo scorso anno. E’ una località appena fuori Trieste, sede di una cavità utilizzata dalle milizie comuniste di Tito per occultare i cadaveri di italiani, in particolare triestini, contrari al comunismo ed all’invasione dei miliziani di Tito a Trieste.

Bassovizza è una delle localizzazione delle cavità carsiche chiamate “foibe”, una delle due rimaste in territorio italiano, ed è monumento nazionale. Ho girato per quei luoghi e sono stato oltre l’attuale confine, in territorio sloveno e croato, una volta terre italiane. Mi sono lasciato trasportare dai ricordi storici e dalla memoria delle tensioni politiche. Ho così raccolto il ricordo delle mie letture sulla fine del fascismo, sulla repubblica sociale di Salò, fino alla conquista della democrazia in Italia. Ho ripercorso le tappe che hanno segnato la storia di questo pezzo di terra italiana, luoghi bellissimi che ci sono rimasti cari: un territorio così crudelmente martoriato e ferito.

Ho ricordato il Trattato di Pace di Parigi, nel 1947, che tolse alla sovranità italiana Zara, Fiume e l’Istria e pose Trieste ed il suo territorio circostante sotto controllo delle Nazioni Unite. Il Territorio Libero di Trieste. Il fantasma di una nuova entità nazionale mai sorta E poi nel ’54 la divisione del T.L.T. in due zone, la A e la B, ed il passaggio della città di Trieste sotto controllo italiano, ma anche l’ulteriore tristezza dell’occupazione slava della zona B a sud di Trieste. Capodistria ed altre piccole realtà abitate prevalentemente da italiani dove la pulizia etnica era iniziata sin dai primi giorni dopo il 25 aprile, subito dopo la fine della guerra di liberazione. Il 25 aprile per Trieste è stato l’inizio di una immane tragedia: un incubo per gli abitanti e per coloro che sognavano un’Italia libera dagli orrori della guerra e delle dittature. Un sogno vilmente infranto nella indifferenza del mondo, ma anche e ciò è ancora più doloroso nella disattenzione della politica e della informazione italiana.

La divisione geopolitica delle due zone di Trieste fu poi sancita definitivamente con il Trattato di Osimo del 1975. Una lunga storia di deportazioni, di omicidi, di violenze, di repressione, di pulizia etnica, di crudeltà, di barbarie. Come non ricordare la storia degli esuli istriani e degli italiani cacciati o messi in condizione di lasciare le loro terre ed i loro averi, sottoposti alle angherie del regime comunista del Maresciallo Tito? I morti si sono contati a decina di migliaia, anche se non è stato mai possibile un censimento e 350.000 sono stati valutati gli esuli fuggiti in Italia. Uomini, donne, vecchi e bambini derubati di tutto, senza un soldo, un lavoro, spesso solo con i vestiti indossati e spinti oltre frontiera dal terrore di essere ammazzati.

La memoria dei martiri in questo caso non può essere solo il consueto omaggio alle vittime delle guerre in genere. Ciò che è successo a Trieste ed in Istria va oltre gli atti di guerra: si è trattato di crimine. E’ nostro dovere gridarlo e ricordarlo in ogni occasione. Il crimine non  può passare sotto silenzio, non lo si può liquidare solo come le azioni di viltà che ogni conflitto ripropone. Così risulta vile anche il tentativo di nascondere, di far finta di niente, di sottacere…di compiacere. Fu viltà anche quella degli italiani militanti nel pci che si prestarono a collaborare con la ferocia di Tito e dei comunisti slavi a danno di altri italiani. A Trieste, ad esempio!

La lotta di liberazione in Italia per alcuni fu solo un’occasione per tentare la conquista del potere, un pretesto per esercitare le vendette politiche e personali, un teatro in cui rappresentare le proprie spinte ideologiche. Non fu vile Togliatti che spingeva a barattare Gorizia con Trieste?  Non fu vile nel minimizzare e parteggiare con quei dittatori che usavano gli stessi metodi dei nazifascisti? Non fu vile la sua affermazione, naturalmente falsa, la maggioranza del popolo di Trieste, secondo le mie informazioni, segue oggi il nostro partito”? E che dire dell’odioso cinismo della sua espressione  nel giustificare le vittime delle foibe: una giustizia sommaria fatta dagli stessi italiani contro i fascisti”?

Ho reso così omaggio lo scorso anno alle vittime delle foibe. Non avevo idea di queste cavità carsiche ed in verità continuo a non averne. Ho trovato un grosso coperchio di ferro, un quadrato di circa 20 metri di lato che copriva la bocca della cavità. Mi è rimasta la curiosità di queste gole in verticale tra le rocce. Mi aspettavo di vedere questo buco nero nella terra che poi è tra i buchi oscuri della nostra storia nazionale: quella che finora nessuno ha avuto il coraggio di raccontare per davvero. Tutto intorno una pavimentazione pietrosa con sensazione di trascuratezza e di abbandono. Sono rimasto deluso!

Mi aspettavo un luogo curato, tenuto bene come accade per i sacrari in Italia. Invece non ho avuto l’impressione della sacralità e dell’invito a riflettere. Anzi l’idea di un posto come tanti, come uno dei tanti luoghi teatro della nostra storia ma senza particolare rilievo. Come se non fossero stati nostri fratelli da onorare quei morti, tra cui vecchi, donne e bambini, colpevoli solo d’essere italiani. E l’impressione che tutti avessero voluto dimenticare e nascondere si è così consolidata.

Se si leggono le cronache dell’epoca, le testimonianze dei profughi, se si legge la storia, emerge quanto questa terra fosse stata amata e quanto i suoi abitanti avessero sentito fortemente l’attaccamento all’identità nazionale italiana. Un cippo con l’indicazione negli anni delle profondità poi ricoperte con residuati bellici, scarichi di materiali di risulta e di corpi umani di provenienza diversa. Tra questi appunto quelli dei molti italiani che sul finire della guerra, anzi a guerra finita, sono stati trucidati o gettati ancora vivi dai comunisti del maresciallo Tito.  

Qualche corona d’alloro rinsecchita, un muro, una scritta, due lapidi: una in memoria di 97 finanzieri italiani trucidati e l’altra  in ricordo di tutti i militari italiani e stranieri uccisi nel maggio-giugno 1945 a guerra finita. Tutto qui. Tutto qui a Bassovizza per ricordare quanto l’Italia civile abbia pagato sia per la follia del fascismo che per la viltà del comunismo. Se si pensa a quale pericolo l’Italia abbia corso! Subito il pensiero, atroce: e se le truppe di Tito al finire della guerra non fossero state fermate dagli alleati a Trieste? Un brivido lungo la schiena: l’Italia ha rischiato davvero! Come poi dimenticare la storia dei profughi? Come dimenticare la viltà dei sindacalisti della Camera del Lavoro che impedirono la sosta a Bologna al treno carico di profughi istriani  affamati ed assetati, in transito mentre erano diretti a Roma? Come dimenticare il giudizio severo e sommario che i comunisti italiani tranciarono su questi fratelli italiani fuggiti dall’orrore? Ecco ciò che scriveva l’organo del pci, l’Unità: Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall'alito di libertà che precedeva o coincideva con l'avanzata degli eserciti liberatori”. Se non fu questa viltà!

Come si può essere orgogliosi d’essere italiani,

 se non si è in grado di aver dolore e pietà per coloro che sono morti invocando la libertà

ed il riconoscimento della propria identità nazionale?

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>> IL GIORNO DEGLI INNOCENTI DIMENTICATI .... su IL DUBBIO
Ricevuto in data 11/02/08 @ 15:02
Oggi, 10 Febbraio, è il giorno del ricordo per tutti gli italiani che perirono, negli anni che va...

 
Commenti al Post:
svitol5
svitol5 il 11/02/08 alle 15:14 via WEB
Caro Vito, come vedi ti ho mandato un track al mio post per questa giornata che deve essere sia di monito a chi ha fatto commettere tali atrocità che di scuse per come le autorità italiane si sono comportate verso di loro. Non aggiungo altro se non che fortunatamente abbiamo un presidente della Repubblica che dice chiaramente quello che è stato il dramma di quegli anni, riconoscendo gli errori commessi. Ciao Vito
 
a_tiv
a_tiv il 11/02/08 alle 16:55 via WEB
Ciao Vito...ti ho risposto sul tuo blog, ma ritengo opportuno riportare la mia risposta anche di seguito: "...Una triste pagina della nostra storia rimasta per troppi anni segregata nella memoria e nel dolore di pochi. E' mancata la volontà di scriverla e di ricercarne ogni documentazione. Anche il Trattato di Osimo se il mondo avesse conosciuto la verità forse avrebbe avuto esito diverso. E' per questa ragione che ho aperto il mio post affermando "60 anni di silenzi e di omissioni. Ma nascondere la storia delle viltà è come esser vili due volte!" Meglio tardi che mai? Naturalmente è così ...ma siamo proprio sicuri che è stato detto proprio tutto? Ed il Presidente Napolitano aspettava di essere eletto Presidente della Repubblica per ...avere coraggio!?" Buona serata. Vito
 
bedavid
bedavid il 11/02/08 alle 22:59 via WEB
Come ho già detto a svitol, leggere i vostri post mi ha fatto riflettere e ripensare agli anni che ho passato in quelle terre, ai discorsi degli anziani della zona, al ricordo indelebile (e così deve essere!) di certe assurdità che non devono tornare mai più! Mai. Ciao, buona notte! Davide
 
 
a_tiv
a_tiv il 12/02/08 alle 09:19 via WEB
Ciao davide, ti ringrazio! C'è chi non pensa che questi fatti vadano ricordati ed in particolare che si attribuiscano responsabilità politiche a coloro che, sottolineo ancora, per viltà, hanno contribuito non solo a nascondere ma anche a modificare l'evolversi della storia. Siamo proprio certi che il trattato di Osimo del 1975 avrebbe sancito la divisione della Zona A e della Zona B di Trieste così come già di fatto segnata dall'occupazione slava? Ciao Davide. Vito
 
vergine_e_martire
vergine_e_martire il 11/02/08 alle 23:09 via WEB
è un post INTERESSANTISSIMO!
 
 
a_tiv
a_tiv il 12/02/08 alle 09:20 via WEB
Ciao! Ti ringrazio per l'apprezzamento. Ciao! Vito
 
michelericco
michelericco il 12/02/08 alle 08:15 via WEB
Gentile a_Tiv, ho letto con attenzione il Suo post. Interessante. Mi devo rammaricare per come anche Lei sia riuscito a strumentalizzare politicamente le Foibe e i suoi morti. La storia, purtroppo, non è una scienza esatta. I fatti storici dovrebbero essere utilizzati per interpretare il periodo cui si riferiscono, e per, eventualmente, giudicare le persone, i regimi e gli Stati nella configurazione che avevano all'epoca. E' invece destituito da logica e da opportuna informazione, considerare fatti drammatici accaduti tra il '43 ed il '45 per incollare un'etichetta (comunista = criminale) a chi in modo seppur demente, oggi stringe a se ancora la falce ed il martello. Chi fa questo, strumentalizza ai fini politici attuali fatti criminali da chiunque commessi 60 anni fa. E' un procedimento talmente stupido che indignarsi è il minimo. Saluti, Michele
 
 
a_tiv
a_tiv il 12/02/08 alle 10:01 via WEB
Signor michelericco, lei ci ha trovato strumentalizzazioni, altri invece attenzione e chiarezza. Lei va anche oltre, però: limita le vicende al periodo 43-45. Non è stato così, invece. I fatti sono andati avanti ancora. La punizia etnica è continuata a guerra finita e le foibe e la giustizia sommaria si sono protratte fino ed oltre l'esodo massiccio delle popolazioni italiane. Ora le responsabilità di Togliatti e dei comunisti. Ma se persino all'interno dell'ex pci, dopo l'esaltazione del "Migliore" e dello stalinismo, prima con Longo e poi fino a D'Alema ed Occhetto è avvenuto il processo del "revisionismo" storico! Quando si parla di responsabilità criminali del pci non ci si riferisce ai militanti, certamnte moltissimi in buona fede, ma a coloro che sapevano e trasformavano i propri comportamenti allinendoli non agli interessi del Paese, ed alla necessaria umanità, ma a quelli del partito e della sua collocazione nel disegno dell'internazionlismo comunista. Gli uomini e l'Italia, per Togliatti ed i capi comunisti italiani del tempo, era solo un'entità geografica da collocare possibilmente nell'orbita della sfera di influenza comunista. La falsificazione della storia da parte dei comunisti non è cosa nuova: è una costante. La ragione di partito, si sa, anche per il pci italiano era fondamenrale e prioritaria anche sulla ragione degli uomini. Lei si indigni pure per quella che definisce mia "strumentalizzazione"! Si indigni anche per la parole di Napolitano, di Rutelli e altri...però! Io nel frattempo ho altro per cui indignarmi! Cordialità. vs
 
   
michelericco
michelericco il 13/02/08 alle 07:55 via WEB
Saluti, Vito. Ho notato che nell’ultima risposta ha voluto indicare come, “ Quando si parla di responsabilità criminali del pci non ci si riferisce ai militanti … “. Perfetto, è quello che cercavo di evidenziare, sa soprattutto di questi tempi, in campagna elettorale, iniziano a venir fuori i comunisti (senza specificare quali) che mangiano i bambini. La storia, come in generale la cultura, dovrebbe essere trattata da chi è in grado di avere una visione allargata sui fatti. Altrimenti chiunque, dalla storia può prelevare stralci che più si confanno alla tesi che deve dimostrate “vera”. Aberrante e pericoloso. Crimini ne sono stati commessi tanti, con l’appoggio e la connivenza di persone, partiti politici, intere nazioni dall’una e l’altra parte politica, senza nessuna distinzione di colore ed anche di recente. L’intervento in Vietnam degli USA nel ’63, quello recente in Iraq con l’appoggio di “molta” politica occidentale. Le faccio notare che proprio per giustificare l’intervento in Iraq gli stessi USA con il Governo Inglese, hanno “falsificato” i fatti. Non è cosa nuova : è una costante. Sue parole, gentile Vito. No, nella strada del revisionismo storico fatto in casa, proprio non la seguo. Ripeto l’interpretazione deve essere molto più allargata e mai usata per colpire ideologicamente il politico attuale che con i fatti storici citati non ha niente a che fare. Qualcuno, comunque, che si potrebbe anche attualmente accusare di appoggiare ideologicamente episodi criminali accaduti durante la guerra, ci sarebbe. Rauti e Storace, ad esempio non hanno rinnegato il ricorso alle Leggi razziali fasciste e Storace di recente ha dichiarato che lui ad Israele, come ha invece fatto Fini, non ha nessuna scusa da chiedere per i provvedimenti del regime fascista contro gli ebrei. I comunisti che mangiano i bambini non ci sono più, i fascisti purtroppo ancora si. Saluti e buona giornata, Michele
 
     
a_tiv
a_tiv il 13/02/08 alle 10:23 via WEB
Caro signor Michele puntualizzare ogni volta che il comunismo sia stato ed è un un crimine contro l'umanità non deve essere un obbligo perchè anche gli attuali militanti se lo ricordino. Rivendicare, come avviene, condivisione con il comunismo di Castro, ad esempio, penso che non possa assolvere i militanti dall'accusa di essere complici di criminali. Devo però ammettere che molti comunisti italiani del dopoguerra e forse molti quadri locali non sapevano. Il Partito comunista possedeva una macchina di propaganda ed una organizzazione di informazione, mantenuta anche durante il fascismo attraverso le formazioni partigiane, la clandestinità e gli esuli, molto efficiente. Mi scusi se scendo nel basso ma il comunismo era come la squadra alternativa per antonomasia in una competizione, in sostanza come la Roma e la Lazio, o il Milan e l'Inter. I tifosi credono nella squadra come se fosse la voce della verità. Così accadeva e da alcune parti accade ancora quando la formazione ideologica diventa il significato del divenire. Tornando ai comunisti del tempo, sono certo che la massa non sapeva ma credeva fermamente in ciò che il partito sosteneva. Ma, sollecitato, non posso fermarmi qui. In Italia è girata e gira la convinzione che quello italiano, e sarebbe l'unico caso al mondo, sarebbe stato un comunismo diverso e che la sua eventuale attuazione avrebbe lasciato ampi spazi di libertà sia nel mercato che nelle libertà formali ed infine nel pluralismo. Niente di più falso, caro signor Michele. In Italia, come in tono minore in Francia, resisi conto (a Mosca e non a Roma) che mai si sarebbe potuto conquistare il potere attraverso la violenza, per la presenta degli USA che non avrebbe mai consentito una presenza comunista nel mediterraneo, la conquista del potere doveva avvenire attraverso l'inserimento e l'occupazione delle funzioni dello Stato. Un processo lento, ma inesorabile ed ineluttabile. Tutto è crollato con la caduta del muro di Berlino e la palese denuncia di fallimento della società comunista. La scena dei giovani che si ammassavano sul muro e lo demolivano deve essere stata davvero dura per coloro che pregustavano l'agonia delle democrazia borghese in Italia. In qualsiasi momento, se vorrà, ne potremmo analizzare le vicende. Per farla breve, l'ex pci messo alla strette ha giocato la carta "tangentopoli". E, guardi il caso, il partito più dispendioso e complesso ne è stato tenuto fuori, grazie al cambio di nome, ad una amnistia sui reati dei finanziamenti illeciti fatta al momento opportuno, a scelte giudiziarie. Nel 1994 se non ci fosse stato la discesa in campo di Berlusconi, con la legge elettorale maggioritaria, la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, con circa il 30% dei voti della sinistra nel complesso, avrebbe ottenuto l'85% dei seggi in Parlamento. Non mi interesso delle follie di 4 stupidi che sono stati funzionali da una parte e dall'altra quando anche lo 0,1% faceva e fa la differenza. Il fascismo inteso come pericolo non esiste. Evocarlo è solo un esercizio ideologico. Storace ai tempi del ventennio non era neanche nato. Quella del Vietnam è stata una storia triste. Il comunismo ha prevalso nell'area (Laos, Cambogia, Vietnam) il popolo è in miseria e costretto alle più orribili angherie. Caro signor Michele dobbiamo intenderci. La realtà è cruda e non è come la cera pongo. Provi, ad esempio, ad immaginare un mondo senza le forze armate inglesi ed americane! Provi ad immaginare all'Iraq, oggi, ancora con Saddam ed i suoi figli. Per molto meno, mi scusi per questa contabilità stupida, è stata bombardata Belgrado in Serbia, anche dall'areonautica militare italiana quando al governo sedeva D'Alema. Anche il nazifascimo era lontano dall'area territoriale degli Usa...eppure!!! Se non fosse stato per gli USA ...Stalin avrebbe sostituito Hitler! Guantanamo e Abu Grahib? Ma quanti ce ne sono nel mondo di cui non conosciamo l'esistenza? Ma dov'erano questi comunisti "diversi" italiani quando Solzenisten, Daniel, Siniaski denunciavano gli orrori del comunismo? Napolitano nel 56 esultava per i carri armati a Budapest e timide erano i distinguo nel 68 per l'invasione in Cecoslovacchia. Chi ricorda ancora la defenestrazione di Nagy in Ungheria nell'agosto del 56, chi ricorda il sacrificio di Jan Palach a Praga in Piazza San Venceslao? E poi la repressione contro i lavoratori di Danzica e Stettino nella Polonia del genrale Jaruzelski e l'occupazione dell'Armata Rossa dell'afghanistan!? la Cecenia è diventata nota solo quando è caduto il comunismo. Mio caro signor Michele le democrazie hanno la capacità di emendarsi, di far conoscere i fatti, di sanzionarli anche, le democrazie non chiedono fedeltà ideologica e non impongono la verità di stato. E' vero i comunisti non mangiavano i bambini. Il comunismo, però, ha diffuso tanto degrado e miseria per cui in alcune realtà è accaduto anche questo. Non perchè lo dice Berlusconi ma perchè lo dice la storia. Cordialità. vito s.
 
     
michelericco
michelericco il 13/02/08 alle 12:09 via WEB
Risalve, Vito. Mi perdoni, ma Lei fa proprio un bel minestrone. Sembra che abbia l’indispensabile necessità di demonizzare l’attuale centro sinistra italiano evocando lo spettro di un comunismo che tanti danni nel mondo ha prodotto e continua a produrre (Cina, Cuba, ecc…). Se a Lei piace così, bene, tenga la posizione. Il PD attuale, così scendiamo nella terra, non ha nulla a che vedere con quegli orrori. Ma anche ciò che oggi prende il nome di sinistra arcobaleno non centra più niente. Quando Diliberto propone di riportare in Italia la salma di Lenin, artefice della rivoluzione ’15-’18, il problema è psichiatrico e certamente in Italia potrà trovare le strutture più adatte ad una pronta guarigione. Lo stesso non si può dire, insisto, per Storace che anche se Lei ha dribblato la prima mia osservazione, si accanisce, oggi, a fare dichiarazioni palesemente antisemite e cosa più raccapricciante, il Signor Storace, oggi e non prima di nascere, giustifica ancora con “la ragione di stato” l’operato del fascismo per le leggi razziali. Si aggiorni. Il Signor Storace, fino ad ieri era con Fini, ha governato La Regione Lazio, ha fondato di recente “la destra” e chiede di entrare in lista con il PDL alle prossime elezioni. Non è cosa da poco. Sulle foibe ci stanno ancora studiando gli storici. Sulle Leggi razziali approvate dal criminale Mussolini, non c’è più niente da studiare, come pure sullo sterminio nazi-fascista. Quelli i bambini non li mangiavano, li saponificavano. Saluti, Vito, Michele
 
     
a_tiv
a_tiv il 13/02/08 alle 13:58 via WEB
Mi scusi se provo a contestualizzare e spiegare che, oggi, mentre parlare di fascismo (intendo il pericolo di regime riveniente da svolte autoritarie) non ha più senso, parlare di rigurgiti comunisti invece ne ha. Non è solo Diliberto che vorrebbe la salma di Lenin in Italia. Nel Prc militano da castristi a trozkisti e lo stesso Bertinotti non se la sentirebbe di dichiarare sanguinario, dittatoriale e orrendo il regime di Castro. Questo per ciò che riguarda gli aspetti parlamentari dei sedicenti comunisti. Sappiamo però che c’è una fascia extraparlamentare che non scherza, soprattutto in pericolosità sociale. Ma evocarli, come fa lei con la destra, non mi sembra opportuno perché si fa il loro gioco. La parlamentarizzazione del dissenso, anche estremo, tutto sommato è sempre un bene perché se ne dissolve in parte la pericolosità. Non ho mai sentito Storace, in verità, giustificare le leggi razziali. Mi faccia sapere dove posso cogliere queste informazioni che sinceramente non possiedo. Ho letto invece di “antifascisti” dell’ultima ora che ne hanno detto un gran bene…quando c’era il regime. Ma caro signor Michele queste sono schermaglie inutili! Non servono a niente! Storace presenterà il suo nuovo partito alle elezioni perché ritiene che non possa diluire la sua particolarità nella centralità del nuovo soggetto politico. Il Pdl occupa stabilmente lo spazio centrale della politica italiana avendovi persino trascinato AN. Vorrei ricordarle che lei sta parlando con chi non è mai stato di destra e tanto meno fascista. Le battute sulla saponificazione non hanno senso nel porsi in confronto. Ho scritto pagine contro la criminalità nazifascista e mi posso permettere di scriverne altrettante contro gli orrendi delitti comunisti. Mettere la testa dentro la sabbia come gli struzzi professando l’antifascismo è più dannoso che utile. Bisogna essere coerenti nel rifiutare le ideologie che tendono ad annullare la razionalità degli individui: sono questi i pericoli. La memoria dell’Olocausto ed il Ricordo delle Foibe e degli esuli istriani, dalmati e della Venezia Giulia servono a farci capire come sia aberrante pensare che la barbarie e la violenza possano risolvere le questioni dei popoli e dei governi. Per concludere vorrei sottolineare che si parlava di foibe e di criminalità e non del centrosinistra, e di PD, e di Veltroni. Quando capiterà, le assicuro non parlerò di comunisti ma di contraddizioni ancora da sciogliere sulle scelte di governo. Cordiali saluti. Vito
 
alpha2007
alpha2007 il 13/02/08 alle 23:46 via WEB
Caro Vito, sei un archivio "bloggante". Molto informativo il post (sai che condivido la tua posizione) e altamente interessante il tuo scambio con Michele! Ciao, A.
 
 
a_tiv
a_tiv il 14/02/08 alle 08:32 via WEB
Ciao Alpha...bella questa..."un archivio bloggante"...ahahah! Ti ringrazio sei molto cara...anche se mi dimentichi spesso!!! Un abbraccio! Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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