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Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Un laicismo capovoltoIl PD di Veltroni ... ma... »

Quelli che il programma PD

Post n°134 pubblicato il 29 Febbraio 2008 da a_tiv
 

Leggendo il programma del PD c’è da porsi dinanzi ad un serio problema esistenziale. Tanti, infatti, sono stati investiti dal dubbio d’aver veramente vissuto una vita intellettualmente normale. Era tutto là, pronto: c’era la famosa ricetta per rendere felici gli italiani!

Nessuno era ancora riuscito purtroppo  a capirlo. Tanto meno Prodi! E’ proprio vero che le cose che sembrano più difficili sono sempre quelle che hanno le soluzioni più facili! E’ sufficiente avere un’intelligenza più frizzante. L’intuito del “si può fare”!

Non è utile solo approfondire e studiare i problemi, è necessario anche  pensare alla vita un po’ meno normale, anche a quella un po’ frivola fatta di feste, di notti bianche, di artisti di strada. Anche le sere e le notti passate con un bicchiere in mano, tra una battuta scontata, una citazione fuori posto, un sorriso inutile ed un po’ di memorie simil-epiche e divertenti dei tempi passati, ed ancora un po’ di vintage cinematografico. Le intuizioni utili sono quelle che richiedono fantasia e semplicismo. Una dote che possiede Veltroni.

La vita, i problemi, le difficoltà, sono del resto come un miscuglio di vicende, di fatti, di sogni, di successi e di delusioni. E’ sempre così! Le difficoltà provengono dalle illusioni mortificate, dai sogni non realizzati, dalle vite consumate nell’incomprensione.

E la soluzione per tutto non è forse solo un insieme di parole ben scelte e ben messe? Parole come tante altre che sono già state scritte? Le frasi si compongono tra sostantivi, verbi, aggettivi, preposizioni, articoli ed avverbi. Ed i fatti sono solo la riproduzione di una storia sempre uguale che si ripete monotonamente. Le soluzioni sono sempre là, perché sono le storie di sempre: quelle già note. Basta allora mischiare tutto insieme nello shaker della vita e mescere così nei bicchieri di ciascuno la pozione magica per far sorridere tutti. Si può fare Veltroni!

Peccato che Prodi non l’avesse capito! Invece Veltroni, il sindaco di Roma, con quelli che la sera…tra un abbacchio ed un bicchiere di vino, tra una matriciana ed una “americanata” decide d’inventarsi un cocktail di parole ed incomincia a mixerare essenze diverse: una tassa in meno di qua, un sogno infinito di là, un ritocco ai costi, un Pil che si gonfia ed un fegato che s’ingrossa, un favorino di qua, l’altro di là e una Tav che ancora non va.

Così si risolvono le cose! Ad esempio, per la spazzatura di Napoli un sacchetto per uno non farebbe male a nessuno. E’ così facile! Ma non l’aveva capito nessuno. E, perché no? Così, si può fare! Meno male allora che c’è Veltroni!

L’americano di Roma, con ascendente continente africano, deve averlo capito guardando i film degli yankees. Quelli dove con la mano protesa ed il pollice e l’indice uniti alle punte a forma di “O” e con l’idioma texano c'è ci dice: OK! Yes, we can. Basta un po’ di fantasia ed un po’ di mimica ed il film di Veltroni si che si può fare!

Un po’ di leghismo, un po’di finismo ed un po’ di berlusconismo, un’occhiata a Di Pietro, uno sguardo torvo a Boselli,  una strizzatina d’occhi a Bonino, di nascosto a Pannella, e poi tante gocce di quel condimento saporito fatto di parole inutili e senza senso come lo "sviluppo inclusivo", il "welfare universalistico", l"educazione come ascensore sociale". Non è uno scherzo di Grillo! A pagina 5 del programma del PD di Veltroni c’è scritto proprio così! 

I programmi elettorali dei partiti sono come le sintesi delle idee politiche. Sembrano tutti come un  insieme di buoni propositi che presuppongono una condizione ideale ed animi virtuosi. In definitiva nient’altro che un cumulo di luoghi comuni e di sciocchezze che, si sa già in partenza,  rimarranno ancorate solo ai principi teorici. Sono costruiti su presupposti di realtà più idealizzate che vere. Hanno anche la caratteristica della inevitabile ciclicità delle attualità politiche. I concetti, pur spesso veri ed importanti, se perdono attualità, si riempiono della polvere dell’oblio, per poi essere rispolverati quando la nuova attualità li ripropone.

Nel programma del PD, con un po’ di capitomboli, c’è qualche concetto scopiazzato, uno spreco di banali sciocchezze, qualche richiamo in formato ridotto di qualche concetto recuperato nelle 282 pagine di Prodi. Non mancano, però,  gli intuiti veltroniani di grande genialità come, ad esempio, il più diretto, quello che fa presa subito perché splende di luce propria, quello immediato: “spendere meglio e meno”.

Basterebbe questa semplificazione per comprendere la grande tensione morale e l’ardua missione sociale del PD di Veltroni.  Appare così, con la forza di questo concetto forte, quello che lega il meno al meglio, la novità dell’uomo nuovo.

Come allora non avvertire il soffio di questo vento che arriva?

Veltroni è come Moretti, il regista, campione della sinistra suggestiva fatta di immagini e sensazioni, ma anche di una noia pazzesca. E’ come la discontinuità col passato. Perché si dica qualcosa di diverso. Perché la politica si riduca a questo dire continuo. Alla ricerca del pensare: perché si appaia collocati in una  geografia di un concetto. All’astrattezza del fare ed alla concretezza del dire, perché si sia protagonisti di un’immagine.

L’aspetto più preoccupante è l’impressione di leggere la sceneggiatura di una fiction: è il film di Veltroni. 

Non si sa se verrà mai programmato. Saranno gli italiani a scegliere se vorranno rivedere un film che, in definitiva, molti in Italia hanno già visto.

http://www.loccidentale.it/node/14000

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Commenti al Post:
unamicoincomune
unamicoincomune il 29/02/08 alle 17:30 via WEB
ottimo!!! You Can...
 
 
a_tiv
a_tiv il 01/03/08 alle 09:40 via WEB
Ciao Pierluigi...ahahaha I can....no!no!noooo!!! Non sono candidato e se ci fossi io in Parlamento sarei roppo rompiscatole con tutti, litigherei ogni giorno con Di Pietro e con altri della sua risma: è davvero un personaggio inquietante! Ha ragione Berlusconi: fa orrore! E poi ti immagini come mi comporterei con "figurine" come, ad esempio, Colaninno e sai le risate coi discorsi "ispirati" di Veltroni. Come potrei restar sereno ad ascoltare tante "stronzate" che colà solitamente si dicono? E poi ...tra tanti palloni gonfiati e... D'Alema, ad esempio, potrei mai digerirlo? No Pierluigi...mi voglio tanto bene per entrare in politica!!! Buon week end. Vito
 
bedavid
bedavid il 29/02/08 alle 18:48 via WEB
E oggi ho sentito Berlusconi a Radio Radicale che illustrava le sue idee per l'Italia dei prossimi anni. Anche qui tanti bei propositi, tante idee condivisibili ma il mio timore, come succede spesso quando un programma deve essere tradotto in pratica (e qui non c'entrano le ideologie: destra e sinistra si sono comportate allo stesso modo in passato), è che solo una piccola parte di quelle idee diventeranno realtà. Non credi che l'italiano avrebbe diritto di analizzare un programma credibile e realizzabile e non di fare, ogni tot anni, un sogno ad occhi aperti che non si potrà concretizzare? Gli italiani hanno già visto negli anni scorsi sia il film della sinistra che quello della destra e sono rimasti delusi da entrambi, almeno da quello che sento in giro e dall'idea che mi sono fatto anch'io... Ciao, buona serata! Davide
 
 
a_tiv
a_tiv il 01/03/08 alle 10:05 via WEB
Caro Davide nel mio post sono stato io il primo a ritenere che i programmi spesso sono come gli specchietti per le allodole. Ho però ben chiara quella che è stata la realtà italiana degli ultimi 14 anni, gli anni successivi a tangentopoli, per intenderci. Tanto chiara da poter dire che la legislatura dal 2001 al 2006 ha registrato una continuità innegabile. E' stata la più proficua per il varo di alcune riforme utili ed il programma, è stato verificato da fonti attendibili, è stato rispettato per l'85%. E' stato anche il quinquennio più difficile per la crisi dei mercati tanto che potenze economiche come la germania e la francia hanno dovuto piegare le gambe. Inutile dirti che in periodi del genere le difficoltà per l'Italia si moltiplicano per essere portatrice di un debito pubblico impressionante. Eppure il Paese, finita la fase acuta della crisi, ha saputo e potuto riprendere la marcia verso la crescita ed il mercato. Le misure di Berlusconi e Tremonti sono state considerate virtuose da tutta l'Europa, dalla Banca d'Italia, dal Fondo monetario internazionale e dalla Corte dei Conti. Tutto senza incidere sulle tasche degli italiani, anzi riducendo per quanto possibile la pressione fiscale. La scelta è stata davvero la più semplice. L'allargamento della base imponibile ottenuta attraverso la Biagi ed i condoni fiscali (gli evasori emersi poi continuano a pagare), la riduzione dei meccanismi burocratici e vessatori per la formazione della piccola impresa ed infine gli investimenti che mettono in moto fatturato, produzione e lavoro. La fase di Prodi, degli ultimi due anni, ha interrotto il processo evolutivo del sistema Paese. Ora è necessario riprenderlo perchè sia una fase che ci porti a competere alla pari con gli altri paesi. E' un appuntamento a cui non si può mancare. Quanto di valido ci sia nello spirito di rivoluzionare in senso liberale l'Italia lo si deduce da importanti osservazioni. La prima è nel programma del PD che cerca di nascondere il passato di Prodi per riconvertire gli obiettivi sui programmi dell'opposizione. L'altra è il nervosismo dei poteri forti del Paese che con Montezemolo cercano di impedire che si affermi il bipolarismo. E' chiaro che le grandi famiglie preferirebbero uomini e partiti di sinistra che imbrigliassero le forze sociali per accordarsi coi governi nella perpetuazione delle caste. Ciao Davide e buon week end. Vito
 
dianavera
dianavera il 29/02/08 alle 22:00 via WEB
... ti amo come si amano certe cose oscure. Segretamente. Dentro l'ombra e l'anima. Ti amo come la pianta che non fiorisce e racchiude in sè la luce di quei fiori... (Pablo Neruda) .
 
 
a_tiv
a_tiv il 01/03/08 alle 10:13 via WEB
Ciao Diana...cosa c'è di più bello la mattina, dal lato della soddisfazione sensoriale, se non avere la sensazione di essere accarezzato dallo sguardo, dalle parole, dal profumo, dalla percezione del sentire di una persona che ti voglia bene? Neruda ha nella sua poesia la magia di rendere queste sensazioni...come raggi di vita vissuta. Un abbraccio! Vito
 
demy_moore37
demy_moore37 il 02/03/08 alle 01:31 via WEB
ma si sa che i politici TUTTI facciano demagogia .... un bacio demy^_*
 
 
a_tiv
a_tiv il 02/03/08 alle 09:45 via WEB
Ciao Demy...la politica, come ogni cosa nella vita, è fatta di suggestioni create. Sono le stesse che ci convincono che il mio bianco è più bianco del tuo o via dicendo. L'errore è di aspettarsi dalla politica ciò che non si è capaci di ottenere dalla vita, o di credere che attraverso la politica si possa modificare radicalmente l'uomo e la società. Dagli studi fatti qualche cambiamento si ottiene ma in percentuali così ridotte da non essere determinante. Detto questo, allora, bisogna cogliere gli aspetti del cambiamento e della alternanza, garanzia del pluralismo, ma nello stesso tempo consentire lo sviluppo di un progetto politico. Soprattutto se orientato alla libertà ed al pluralismo. Ora la scelta è tra la politica della sinistra e di Prodi, con Veltroni ed il PD cambiano i nomi ma i soggetti non cambiano, che ha fatto confusione tra esigenze dei cittadini e animo vendicativo, tra sviluppo e presunta giustizia sociale, e la continuità della modernizzazione del Paese iniziata da Berlusconi nell'altra legislatura. Nei commenti di sopra potrai leggere come l'Italia sia stata danneggiata da questi processi interrotti. Ora è necessario dar avvio alle grandi opere, ad esempio, per far crescere occupazione, fatturato, imprese e risorse economiche. E' necessario ridurre le tasse e sostenere le famiglie portate quasi in miseria da Prodi. Una scelta diversa, quindi, sottenderebbe solo a ragioni ideologiche e irragionevoli contrapposizioni. Mi auguro, pertanto, che l'Italia sappia scegliere come nei momenti importanti: come fece nel 48 per fronteggiare il fronte popolare che voleva portare l'Italia dal fascismo al comunismo. Ciao Demy, un bacio Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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