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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Cos'altro doveva capita...La Lega, la civiltà e la... »

Israele: una reazione eccessiva?

Una guerra è orribile sempre e comunque. L’opzione armata dovrebbe essere l’ultima, in un ventaglio molto articolato di azioni diplomatiche e di ricorsi agli organismi internazionali, per la difesa dei diritti dei popoli e per reagire ai soprusi ed agli atti ostili. Ma la guerra è l’azione indifferibile per costringere chi è sordo, prepotente e aggressivo a rinunciare alle ostilità ed alle reiterate azioni di terrore tra le popolazioni civili. La guerra diventa persino indispensabile contro la viltà ed il fanatismo.

Il pacifismo unilaterale prepara solo una guerra da perdere. Non esiste poi una proporzione in guerra. E’ cinico, ma una guerra si combatte per vincerla da tutte le parti in causa.

Ciò che accade da anni in Israele sa di incredibile. Israele è nei suoi territori per decisione degli organismi internazionali che hanno stabilito che la “Terra promessa” del popolo ebraico fosse in quei territori, una volta in gran parte desertici, assegnati nel 1947 con la risoluzione n. 181.

La modifica dei confini è successivamente avvenuta in conseguenza del consolidamento delle azioni di difesa di Israele, attaccata più volte dagli stati arabi confinanti. Questi confini sono stati ripristinati laddove con i Paesi confinanti si sono siglati trattati di pace e di reciproco riconoscimento, come è capitato con Giordania ed Egitto, ad esempio.

La stampa internazionale e la sensibilità dei governi mondiali si risveglia solo quando Israele, unico paese democratico nell’area mediorientale, decide che sia ora di rispondere alle azioni di provocazione e di terrorismo che partono dai territori rilasciati, come la Striscia di Gaza, o confinanti, come il Libano.

Israele ha chiesto ad Hamas di fermare il lancio di razzi che partono dalla Striscia di Gaza e sono diretti nelle città di confine israeliano (Sderot), indiscriminatamente lanciati sulle popolazioni civili, senza obiettivi militari o altri obiettivi tattici se non quelli di provocare terrore tra le popolazioni inermi. Il gruppo terroristico di Hamas (quello che D’Alema vorrebbe riconoscere come interlocutore politico) ha continuato ad armarsi nella Striscia di Gaza e si è reso responsabile della rottura di una tregua negoziata dall’Egitto e che, sebbene molto tenue, durava da almeno sei mesi.

Questo stillicidio di razzi sul territorio israeliano, partito dall’iniziativa esclusiva di Hamas, non può che avere un fine ed un collegamento inquietante perché, per essere irrazionale, e controproducente per la popolazione palestinese di Gaza, non può non avere finalità diverse.

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, infatti, riceve l’appoggio non solo verbale di Hezbollah, come ha lui stesso dichiarato: “Hassan Nasrallah (leader di Hezbollah) ha chiesto ai libanesi di sostenere il popolo palestinese a Gaza per porre fine all’assedio”. Lo si constata con l’aggiornamento delle notizie del lancio di missili dal sud del Libano sulle città israeliane. Il conflitto si allarga, com’era nelle intenzioni degli attaccanti. Le seguenti, infatti, sono parole di chi scrive, pubblicate due giorni fa in un commento:

Una provocazione politica, forse mirata ad aprire il fronte di Siria ed Iran in Libano, per mezzo di Hezbollah. Ciò che l'opinione pubblica occidentale stenta a capire è che ad Hamas, ad Hezbollah non fa impressione il numero dei morti e le vittime civili, come non fanno impressione all'Iran di Adhaminejad, a loro interessa imbrigliare Israele...magari con l’invio a Gaza di altre forze di interposizione dell'ONU che consentano ai terroristi di fare ciò che vogliono, come nel sud del Libano, magari protetti proprio dai militari dell'ONU, di cui persino si servono. Il fine è l'atomica iraniana che appena pronta avrà un motivo politico, patriottico, morale ed etico (per il fondamentalismo islamico) per essere sganciata su Tel Aviv".

Accade così che chi afferma che l’azione di difesa israeliana sia una reazione eccessiva - come abbiamo sentito dall’ex ministro degli esteri D’Alema anche in occasione dell’attacco di Hezbollah nel sud del Libano di due anni fa, mentre d’eccessivo c’è solo la malafede di chi vorrebbe ascrivere alle responsabilità d’Israele questo nuovo focolaio di conflitto - si prepara vilmente a poter giustificare la distruzione dello Stato d’Israele.

E’ orribile solo a pensarlo, ma c’è chi si sta preparando a dire che “se la sono voluta”!

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Commenti al Post:
star651
star651 il 08/01/09 alle 16:15 via WEB
Grazie per il tuo "sunto" preciso dell'annosa questione tra Israele e Palestina. Credo che molti non abbiano neppure idea, dopo decine di anni, del motivo per cui esiste questa vergognosa faida che di tanto in tanto si risveglia provocando guerre che decimano soltanto vittime innocenti. Io non penso che la reazione di Israele sia eccessiva, anzi ... di eccessivo ho trovato (e l'ho trovato pure pretestuoso) il motivo della manifestazione tenutasi a Milano nella piazza del Duomo ad opera di fedeli musulmani che, guarda caso, l'hanno motivata come una manifestazione "di preghiera" contro Israele. Caro Vito questa gente mi fa paura e sono certa che se un giorno salteremo tutti in aria sarà sicuramente ad opera loro. Un saluto affettuoso.
 
a_tiv
a_tiv il 08/01/09 alle 19:17 via WEB
Ciao, ringrazio te per la visita e per il commento. C'è un popolo che soffre, quello palestinese, coinvolto dagli effetti di una guerra assurda, educato all'odio e messo nelle condizioni di essere strumento di pietà. C'è un altro popolo che non ha serenità e che vive nella paura di madri e di padri per i figli sui fronti da troppi anni, chiamati a difendere i confini di un Paese che oltre ad essere terra di lavoro e di residenza, per gli ebrei è la Terra promessa. Israele chiede soltanto la suicurezza di poter vivere nei suoi confini e per questo, come ha dimostrato col Sinai e con la Striscia di Gaza con Giordania ed Egitto, è disposta a restituire i territori occupati mantenendo l'opzione solo per Gerusalemme, ad esclusione della sua parte est già abitata dalla popolazione araba-palestinese. Gli accordi si arenano sempre su questa questione...Gerusalemme, con l'idea che sia il pretesto per non volere la pace. (anche l'Italia perdendo la guerra ha perso la Dalmazia, l'Istria e parte della Venezia Giulia...facciamo la guerra alla Slovenia ed alla Croazia?) I palestinesi vivono per buona parte con gli aiuti internazionali che negli anni sono arrivati in gran quantità creando fortune prsonali(vedi Arafat)e sono alla mercè di altri paesi arabi, Siria ed Iran negli ultimi tempi, che li armano per usarli contro Israele e contro la pace. Il fine tutti lo conoscono e nessuno lo dice è quello di infiammare il fondamentalismo e di giocare sul territorio israeliano-palestinese il braccio di ferro con gli Usa e l'occidente. Come ho scritto...per queta gente la vita umana non ha nessun valore...anzi utlizzano donne e bambini per proteggersi dal fuoco israeliano e per commuovere la comunità internazionale. La loro viltà e la loro doppiezza è proverbiale e spietata. Questa è la situazione...per cambiarla basterebbe una presa di coscienza internazionale che ...smascherando questi metodi costringesse le autorità palestinesi a prendere atto che il gioco è finito. Ci vorrenne che si dicesse loro, ad esempio, che o depongono le armi o finiscono gli aiuti. Ci vorrebbe una comunità internazionale che isolasse i paesi che armano e sostengono il terrorismo. Sarebbe ora di finirla, come sosteneva Oriana Fallaci, per l'occidente di mettere la testa sotto la sabbia. Ciao ed ...a presto. Vito
 
lllll_June_lllll
lllll_June_lllll il 09/01/09 alle 14:49 via WEB
Ciao carissimo Vito. Sentire parlare di guerra mi fa orrore e paura, per tutte le tragedie che un conflitto si porta dietro e perchè, al di là delle ragioni e dei torti, non c'è mai un vincitore. Come dici tu mi piacerebbe che davvero l'arma diplomatica sortisse effetti, ma credo che non sia così, come credo anche (e mi appropprio di una frase che ha scritto Giampiero sul suo profilo) che pace e pacifismo non siano sinonimi. Credo (e spero) che queste ultime vicende a Gaza dimostrino come Hamas non abbia alcuna pietà per la sua gente. Ho visto ieri un video in cui si predispongono per il tiro dei Qassam; un video accompagnato da un canto tradotto dai sottotitoli: un continuo inneggiare a non arrendersi, un continuo invito a lanciare i qassam, un continuo invito a distruggere Israele. Gaza è stata governata per circa 40 anni da Israele. Poi sappiamo tutti le vicende che hanno portato Israele al ritiro. Mi sarei attesa che Hamas avrebbe ricostruito quei territori, e invece non ho calcolato che Hamas oltre ad essere un partito politico con ministri e parlamentari, ha anche un braccio armato che ha posto in essere azioni terroristiche. E non si è curato di ridare benessere a quella zona, ma dopo aver vinto ha rincarato il tiro: non gli bastava nè gli interessava che israele si ritirasse, ma puntava alla distruzione dello Stato di Israele. E in questa sua folle voglia di rivoluzione è stato supportato ed incoraggiato da Iran e da Hezbollah. Niente case, ricostruzioni, lavoro, ma solo razzi e niente altro. Ed ora che i palestinesi soffrono per questo conflitto Hamas pensa forse alla sua gente? Niente affatto.Hamas se ne frega della popolazione. LO abbiamo visto nei suoi comportamenti con Al-fatah. Questo è l'integralismo, col suo bagaglio di odio, intolleranza, intransigenza. Lo abbiamo visto anche qui pochi giorni fa cosa fa l'integralismo: si sceglie un obiettivo della cristianità, del cattolicesimo, come il Duomo di Milano e si va davanti al Duomo, si forzano i cordoni di polizia e si prega rivolti alla Mecca. Non mi sognerei mai di prendere un crocefisso e andare a pregare davanti a una moschea e magari bruciando una bandiera palestinese. e sai perchè non lo farei? Perchè sono persona che ha rispetto per l'islam, e per le altre religioni, e mai mancherei di rispetto ad esse come invece hanno fatto ad es a Milano andando ad inginocchiarsi in piazza duomo. Oriana Fallaci, che amo tanto (adesso sto leggendo "Un cappello pieno di ciliege") è stata profetica, pur se molto dura, con l'integralismo. Peccato che quanti amano le passeggiate con Hezbollah abbiano visto in lei intolleranza e non realismo. Hai mai sentito un integralista parlare di pace e di tolleranza? Quando me ne troveranno uno e lo potrò sentire di persona forse cambierò opinione sul considerarli un pericolo per il mondo intero. Ho letto oggi, ma non ho ancora verificato la cosa, che Hamas avrebbe ucciso nei giorni scorsi 35 palestinesi di Fatah e ne avrebbe gambizzato 75, accusati di essere spie di Israele. Non credo nemmeno che la risoluzione dell'Onu serva a molto. Fermerebbe le cose per un po' di tempo. Se l'Onu avesse davvero un po' di coraggio dovrebbe mandare ispettori a monitorare i tunnel sotterranei tramite i quali Hamas riceve armi da paesi che hanno tutto interesse a che Hamas continui a colpire Israele. Un abbraccio e un saluto
 
 
a_tiv
a_tiv il 10/01/09 alle 09:23 via WEB
Cara June...è giusto il pacifismo è l'altra faccia dell'odio perchè si manifesta sempre a senso unico mentre tace quando l'orrore attenta alla pace. Finora i pacifisti hanno ignorato lo stillicidio dei missili contro Israele come se non fossero atti di guerra. E' stato Hamas a disdettare la tregua stpulata 6 mesi prima con la mediazione egiziana, per altro violata quotidianamente con il lancio dei missili che non si è mai fermato. Il pacifismo è l'ulteriore canagliata di certa sinistra per nascondere la loro malvagia falsità. Fa il pari con l'equivicinanza del marinaretto più famoso d'Italia che nel corso dell'attacco ad israele da parte di Hezbollah nel 2006 andava a braccetto a Beirut con dirigenti di quella formazione terroristica (armata da Siria e da Iran) e sosteneva che Israele dovesse sedere ad un tavolo di trattative con Hamas che non riconosce Israele e che nel suo statuto sancisce che debbano essere uccisi tutti gli israeliani. La bandiera arcobaleno presa a simbolo del pacifismo è la bandiera della vergogna e della viltà. Ciao June. Vito
 
insorgente
insorgente il 09/01/09 alle 18:29 via WEB
Sul grave problema a cui accennava Vito, cioè dell'utilizzo, da parte di Hamas, della popolazione inerme come scudi umani, é desolante constatare come i mezzi di dis-informazione politically correct facciano finta di niente.
E che dire dei fiumi di denaro spesi in questi anni da Hamas per sparare migliaia di missili sulle città israeliane – in ossequio al loro odio eterno per gli ebrei –anziché per cercare di rendere più dignitosa la vita delle loro stesse famiglie?
Non ci si può non commuovere guardando la scena di un padre che bacia il proprio bambino gravemente ferito.
Ma far vedere solo questo è totalmente fuorviante.
Quasi che gli israeliani si divertano a fare il tiro a segno.

Per June:
la frase a cui accennavi l'ho spudoratamente copiata da un post del grande Valerio Sampieri.
Ciao Vito, Ciao June
 
 
a_tiv
a_tiv il 10/01/09 alle 09:32 via WEB
Ciao Gianpiero...purtroppo il popolo palestinese è tenuto in ostaggio dai guerriglieri di hamas. Al Fatah aveva perso le elezioni per la doppiezza per la gestione corrotta dei fondi e per la sua incapacità di andare sino in fondo per la soluzione della questione palestinese. La popolazione ha sfogato la sua insoddisfazione optando per l'estremismo (come alcuni vorrebbero fare in Italia con Di Pietro). Ora Hamas usa la popolòazione come uno scudo come fanno i criminali con gli ostaggi inermi per proteggersi la fuga dopo il misfatto. Come hanno fatto i criminali di guerra nell'Iraq di Saddam. Buona giornata. Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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