Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Epifani e Di Pietro: cos...Di Pietro è un uomo cont... »

Nella Giornata della Memoria accanto al popolo ebraico

Ogni anno c’è sempre la solita incertezza. C’è il timore di essere retorici, di ripetere come replicanti le tante ragioni di un insieme di coscienze che ricordano con scadenza periodica, come in un rito, l’ingiustificabile debolezza dell’animo umano. Ogni anno ci ritroviamo a pensare alla leggerezza dell’equilibrio dell’uomo, quando, coinvolto dagli effetti dopanti dell’odio e dell’intolleranza, si ritorce contro la dignità della sua stessa specie ed annulla d'un colpo tutti i traguardi raggiunti sul piano della sua evoluzione culturale  e della sua civiltà.

Il 27 gennaio del 1945 l’avanzata russa in Polonia liberava il campo di deportazione di Aushwitz dove nelle camere a gas i nazisti avevano sterminato decine di migliaia di ebrei deportati, poi arsi e resi cenere nei forni crematori.

Per non dimenticare, con la Legge 20 luglio 2000, n. 211, “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Ogni anno si ripetono così le stesse parole, si ricordano le stesse immagini, gli stessi racconti, si leggono le stesse poesie, con l’impegno coralmente condiviso di non consentire che crimini contro l’umanità, come l’Olocausto del popolo ebraico, abbiano più compimento.

Fanno eccezione solo un manipolo di ipocriti, di cinici uomini accecati dall’odio, di spietati e sanguinari carnefici che negano persino ciò che non è possibile negare. Negano le testimonianze di chi è sopravissuto, negano tutto ciò che si legge sulle riviste e sui libri di storia, negano persino ciò che è possibile vedere e giudicare dalle foto, dai filmati, dalle stesse strutture fisiche degli orrori, rimasti a testimoniare la più grande e crudele persecuzione della storia, la più orrida di una idea folle sulla razza, una fobia che è diventata strumento di persecuzione e di morte. Fa impressione, in proposito, leggere di un vescovo, adepto del negazionismo dell’Olocausto, riabilitato in questi giorni dalla scomunica nell’ambito dello scisma lefebvriano.

Esiste allora il timore d’essere retorici e replicanti? E’ giusto ogni anno ricordare e riscrivere gli stessi concetti? Possiamo dimenticare come se la follia nazista sia stata solo una parentesi superata della storia dell’umanità? E’ giusto cancellare il ricordo e ritrovare i motivi di una stessa origine umana che supera gli steccati della razza, della religione e delle diverse culture?

La risposta è, senza dubbio, no! E’ una risposta negativa perché non appare per niente superata la stagione delle follie, perché reiterare ciò che è stato fa parte dello storicismo culturale del mondo, e non solo per una questione di corsi e ricorsi teorizzati da Vico, ma per quella forma di pensiero in cui la verità non è ciò che è, ma ciò che serve, come una ragione diversa che si afferma per servire ad uno scopo.

Di questa natura dell’uomo si potrebbero portare esempi storici italiani come le “verità” mitizzate della resistenza, o il “paradiso” comunista, la “liberazione”  titina della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia e persino l’ispirazione popolare del marxismo, ma anche esempi recenti.

Fra quest’ultimi le forme di manipolazione della realtà con l’informazione finalizzata a perseguire scopi diversi, utili a servire una causa. Come il metodo dell’informazione di Santoro, nella trasmissione “Annozero” sulla guerra nella striscia di Gaza, che si è servito delle sofferenze dei bambini palestinesi per focalizzare l’attenzione sulle responsabilità d’Israele.

Dar voce ad Hamas contro Israele, com’è stato fatto, e senza un accenno di distinzione e di confronto, è un crimine culturale contro l’umanità. Sarebbe bastato a Santoro leggere alcuni passi dello Statuto di Hamas per comprendere, ed informare su quanto orrore ci sia in una guerra voluta per attirare l’attenzione internazionale sui bombardamenti e dove le donne ed i bambini dovevano essere le vittime innocenti sacrificate da Hamas.

Ogni anno, dunque, deve essere un dovere morale ricordare: per non dimenticare mai!

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/vitoschepisi/trackback.php?msg=6387151

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
insorgente
insorgente il 26/01/09 alle 19:02 via WEB
Caro Vito,
la revoca della scomunica può riguardare esclusivamente aspetti dottrinali, NON le opinioni personali.
Anche gli altri 3 vescovi hanno preso le distanze dalle dichiarazioni negazioniste del loro confratello.
Tali affermazioni non sono assolutamente condivise dai vertici della Chiesa.
Forse lo avrai letto.
D'accordo su tutto il resto, ovviamente.
A presto, Gianpiero.
 
 
a_tiv
a_tiv il 26/01/09 alle 19:57 via WEB
Caro Gianpiero...un vescovo che sostenga il negazionismo sull'Olocausto è una notizia sconfortante. Ho idea che la Chiesa non si debba limitare a ribadire la sua posizione, ma prendere posizione. Devi anche convenire con me che per la remissione della scomunica si poteva scegliere una data diversa. un abbraccio. Vito
 
   
insorgente
insorgente il 26/01/09 alle 21:04 via WEB
Certo che è sconfortante.
La presa di posizione - netta - c'è stata.
Padre Federico Lomabardi, Direttore della sala stampa vaticana ha detto che le affermazioni negazioniste della Shoah di uno dei vescovi lefebvriani a cui il Papa ha revocato la scomunica, Richard Williamson, e lo stesso decreto papale "sono due cose assolutamente indipendenti".
Ed ha aggiunto: "Non è che se si toglie la scomunica ad un vescovo si condivide tutto quello che egli dica".
Ed ancora: il decreto papale "non ha nessun rapporto con le personali posizioni criticabilissime di una persona".
Padre Lombardi ha anche rilevato come la stessa Fraternità sacerdotale San Pio X ha "preso le distanze".
Sulla data diversa.... perchè? Ci sarebbero state le stesse polemiche - gratuite - anche tra un anno.
Ciao Vito.
 
     
a_tiv
a_tiv il 27/01/09 alle 10:42 via WEB
Caro Gianpiero...immagino che siano due cose indipendenti. Se non fosse così, non staremmo neanche a parlarne: sarebbe orribile. Non sono però d'accordo sulla tua seconda affermazione. Ciò che dice un Vescovo coinvolge la responsabilità dell'intera Chiesa. Se un prete ha una relazione con una donna, la Chiesa interviene e gli chide di fare una scelta, perchè ha disatteso uno dei principi della Chiesa: la castità. Se un prete nega la barbarie nazista, disattende un insieme di altri principi della Chiesa che sono l'amore, la fratellanza e la solidarietà. A mio avviso Williamson dovrebbe essere posto dinanzi ad una scelta: ritrattare e chiedere scusa, o essere messo fuori dalla Chiesa. La sua colpa è ancora più grave di chi disattende i suddetti principi per amore. Se le posizioni del Vescovo erano già note..la Chiesa a mio avviso doveva desistere dalla rimessione della scomunica. Anche la data diversa, hai ragione, può sembrare solo un'azione tartufesca...me ne rendo conto. Bisogna però convenire che farlo in questo momento rende ancore più amare le riflessioni di tutti. Mi viene un sospetto...e siccome sono molto chiaro, come sai, lo dico anche se so che troverò la tua netta contrarietà. Non vorrei che si volesse ricercare un dialogo con l'Islam sulla pelle del popolo ebraico. Sarebbe intollerabile e...diabolico e farrebbe venir meno la vicinanza alla Chiesa del mondo laico moderato, oggi unito per la comune lotta in difesa dei valori che ci accomunano. Nello stesso tempo ti dico che non lo credo assolutamente, ma quello occorso è sempre uno sbaglio ella Chiesa, uno sbaglio che grida ...giustizia! Ciao!
 
     
insorgente
insorgente il 27/01/09 alle 15:35 via WEB
Dici che non ci credi assolutamente ma lo scrivi nel tuo blog.
Sei consapevole del peso delle tue parole, fai tu.

"Ciò che dice un Vescovo coinvolge la responsabilità dell'intera Chiesa....." E' vero per i vescovi cattolici.
E sarà così anche per Mons. Williamson allorchè sarà ricucito lo strappo della Comunità di San Pio X nella Chiesa Cattolica.
La revoca della scomunica è solo il primo passo di un lungo cammino perchè restano ancora da discutere alcuni temi importanti tra i quali, il più spinoso è sicuramente l'accettazione del Concilio Vaticano II.

Ieri il cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l'ebraismo sulle tesi negazioniste ha detto: «Sono parole inaccettabili, parole stolte. Negare l'Olocausto è stolto ed è una posizione che non ha nulla a che fare con la Chiesa Cattolica».
Ma credo sia vano proseguire.
Rispetto le tue scelte.
 
     
a_tiv
a_tiv il 27/01/09 alle 18:05 via WEB
Caro Gianpiero...lo dico perchè l'ho pensato e nasconderlo d'averlo pensato non è nel mio modo. Questo vescovo non è solo scomodo .... è da prendere...scusami....a calci nel sedere ed accompagnarlo così fuori della porta. Perchè mi dici che sia vano proseguire? Io non sono credente, e lo sai, anche se condivido molte posizioni della Chiesa, e non ho difficoltà ad affiancarmici, appunto perchè agisco con vero spirito laico, cioè senza pregiudizi. In questa vicenda, però, non ho avvertito la stessa fermezza riposta in altre circostanze. Tutto qua! Non ho fatto, pertanto, scelte perchè non avevo da farne. Sono solo critico e ...perplesso. Ho taciuto quando il Vaticano, di recente, ha preso posizione contro Israele, durante la guerra a Gaza, ma l'ho capito: la Chiesa si schiera sempre per la pace anche se significa ....offrire l'altra guancia. Non capisco, però, la reazione davvero tiepida contro la "bestemmia" di Williamson. Ciao Gianpiero. Vito
 
     
insorgente
insorgente il 27/01/09 alle 19:03 via WEB
Sai bene che non è mai stato un problema il fatto che ti definisca un non credente ...... anche se per molti aspetti sei molto più credente del sottoscritto.
Sul resto mi ripeterei, solo per questo ho detto che sarebbe inutile proseguire.
Non dobbiamo per forza essere d'accordo su tutto.
Come avrai letto nel mio profilo non condivido il "tutto fa brodo" pur di non scontentare nessuno.
Ti abbraccio con affetto.
 
     
a_tiv
a_tiv il 29/01/09 alle 08:54 via WEB
Caro Gianpiero, l'intervento del Papa ieri ha contribuito a disperdere le preoccupazioni di tanti e soprattutto delle comunità ebraiche. Penso che fosse necessario ed in particolare è stato apprezzato per i toni incisivi verso le riprovevoli posizioni del vescovo Williamson. Non voglio attribuirmi ragioni, ma se il Papa, pur nella delicatezza del recupero dello scisma lefebrviano, ha sentito la necessità di sollevare la questione significa che ha avvertito lo sconcerto di una larga comunità di laici e cattolici, impressionata dalle parole del vescovo, che si poneva le mie stesse domande. Ti abbraccio anch'io. Vito
 
     
insorgente
insorgente il 29/01/09 alle 15:22 via WEB
Caro Vito,
la revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani non significava un’attenuazione del chiaro giudizio della Chiesa sull’olocausto, nè una sua revisione.
Tantomeno era un “imprimatur” sulle deliranti affermazioni negazioniste sulla Shoah di Richard Williamson.
Questa volta anch'io sarò franco: pensare il contrario è una forzatura.
Il Papa ha solo voluto rasserenzare gli animi, con l'equilibrio che lo contraddistingue.
Non ha voluto smentire delle fesserie.
Benedetto XVI ha parlato più volte contro l’antisemitismo molto chiaramente nella linea del suo predecessore Giovanni Paolo II.
Inoltre, la frase "non vorrei che si volesse ricercare un dialogo con l'Islam sulla pelle del popolo ebraico" ti è proprio sfuggita.
A presto.
 
     
a_tiv
a_tiv il 30/01/09 alle 10:53 via WEB
Ciao Gianpiero considero chiuso l'episodio, ma sappi che da laico non potrò mai limitare la mia osservazione ai presupposti di un sentimento religioso, senza sentire il dovere di approfondirla sul terreno del dubbio. A presto, ciao. Vito
 
     
insorgente
insorgente il 30/01/09 alle 13:00 via WEB
Caro Vito,
anche come laico cattolico condivido al 100% l'esigenza di non limitare l'osservazione a presupposti di sentimenti religiosi.
E' proprio questo che fa la differenza tra un credente ed un fondamentalista.
Fede e ragione non si possono separare.
Oso confidare che, in ragione della nostra amicizia, tu voglia sempre vigilare su questo.
Gianpiero
 
     
a_tiv
a_tiv il 01/02/09 alle 08:18 via WEB
Ciao Gianpiero non mi troverai mai schierato su posizioni di pregiudizio...ma puoi immaginare che spesso in politica contano più le sensazioni che appaiono che la reale dimensione di un episodio. Un osservatore politico, come mi piace definirmi, che non sappia cogliere queste sensazioni...è meglio che rinunci a commentare gli episodi della politica. Non per insistere, ma quella della freddezza del mondo ebraico con quello cattolico, alla vigilia della giornata della memoria, è stata più che una sensazione. Questa mia sensazione non mette assolutamente in discussione il rispetto che ho per il pensiero e la fede dei miei amici, anzi penso che rafforzi lo spessore di un'amicizia, se si salda anche negli spazi non totalmente condivisi. Un abbraccio. Vito
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963