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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
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Post n°237 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da a_tiv
Di Pietro è alla ricerca di qualcuno che dica che non se ne possa più. Santoro deve avergli insegnato che fare la vittima e spararla sempre più grossa sia appagante in termini di visibilità e di consenso. Non contento di aver già preso sotto tiro il Presidente della Repubblica a Piazza Farnese, ora riprende a sparare bordate contro il Governo e contro la legittimità del Parlamento, ed indirizza una lettera al Presidente Napolitano, dai toni e contenuti da vero diktat, ammonendolo “rispettosamente ma con fermezza” a non rimanere in silenzio ed a intervenire(?) prima che sia troppo tardi. E’ legittimo rivolgersi al Presidente della Repubblica per segnalare torti o reali sensazioni di pericolo per la democrazia, non dovrebbe essere legittimo, però, procurare allarme sociale o avvelenare i pozzi del legittimo confronto sulle attività del Parlamento. Non è storicamente e moralmente accettabile affermare, come fa Di Pietro, che “quello che sta avvenendo nel Paese, ad opera dell’attuale governo, sembra ricalcare più le orme del partito nazionalsocialista degli anni ’30 che quelle di una democrazia fondata sul diritto”. Per opinione del partito dell’Italia dei valori(?), questo avverrebbe per quattro ragioni. La prima è che la Vigilanza Rai, ora insediata e presieduta da un uomo dell’opposizione di riconosciuta onestà intellettuale, come Sergio Zavoli, si accinge a nominare il CdA Rai, con Presidente di area – per le notizie che si conoscono - dell’opposizione, e con le nomine, come vuole la legge, di consiglieri su indicazione della maggioranza e della opposizione parlamentare. Se Di Pietro e l’Idv resteranno fuori dal Cda Rai, si spieghino con Veltroni, forse hanno sbagliato ad insistere per la Vigilanza su Orlando, ritenuto inidoneo come garante. Fare i furbi non paga! La seconda questione è relativa alla possibilità, prevista dal disegno di legge Brunetta sulla P.A., che il governo utilizzi la Corte dei Conti per scovare chi amministra male gli enti e che affidi al suo Presidente maggiori poteri di indirizzo, oltre al controllo sugli incarichi extraistituzionali dei giudici contabili. Il disegno di legge, inoltre, prevede modifiche dell’assetto del Consiglio di Presidenza della Corte riducendolo da 13+4 (2 nominati dalla Camera e 2 dal Senato) a 11 componenti. La terza questione riguarda la modifica dei regolamenti di Camera e Senato, invocati da tempo, anche nella scorsa legislatura, per rendere più tempestiva ed efficace l’attività del Parlamento. La quarta, invece, riguarda l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche che il Governo vorrebbe ricondurre nell’ambito della compatibilità con i diritti alla privacy ed alla libertà dei cittadini ed al corretto utilizzo dei mezzi di indagine giudiziaria. L’Italia, infatti, è in cima a tutte le classifiche mondiali come violazione della privacy, come numero delle intercettazioni, come spesa sostenuta per la loro gestione, come ricorso per le attività di indagine, come diffusione di notizie riservate o sottoposte a segreto istruttorio, come uso illecito e come alimentatore di squallidi gossip. Per queste quattro ragioni il Governo italiano, per Di Pietro, sarebbe “come il Terzo Reich”. Di Pietro è come quel signore che, impotente, accusa la moglie di non avere “sex appeal”. Non è capace di rappresentare una proposta politica al di là dell’accusa, suo leit motiv di origine professionale, e alza il tono della provocazione per chiari fini elettorali. Paragonare il governo al Terzo Reich non è soltanto una fregnaccia polemica, ma è l’indice di un indecoroso metodo nel confronto politico che non è possibile accettare: siamo dinanzi al reiterarsi delle provocazioni. La replica, seppur doverosa, della politica, della stampa, degli storici, degli studiosi, dei politologi, sottintende una minaccia per tutti d’esser chiamati a rispondere di diffamazione, solo se si è appena coerenti con i propri principi nel definire un po’ di più di rozze, illegittime ed inopportune le accuse provocatorie dell’ex PM e velleitario ed inopportuno l’ordito di utilizzare le Istituzioni, fino alla Presidenza ella Repubblica, per il proprio scopo politico. Se ci fosse ancora Alberto Sordi la canterebbe di gusto quel “…te c’hanno mai mandato…”. Quella della lettera al Presidente Napolitano è solo l’ultima delle trovate che denotano l’imbarbarimento del confronto tra l’opposizione e la rappresentanza legittima del popolo italiano. Sono azioni che fanno emergere anche le responsabilità di una giustizia che troppo spesso si trasforma in casta corporativa e che si fa rappresentare da interpreti del giustizialismo sommario nell’attacco ai partiti, al Parlamento ed agli Organi Costituzionali dello Stato. Vito Schepisi |
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ricordi il film "Totò Peppino e la malafemmina"?
Una delle scene più comiche è quando Totò detta una lettera a Peppino per convincere la "malafemmina" a lasciare il nipote.
Per "dare tono" alla lettera ad un certo punto detta: "punto, due punti, punto e punto e virgola..... ma si, fai vedere che abbondiamo!".
Ora, tenendo a mente la scena, cambiamo per un attimo i personaggi:
Di Pietro (Totò) detta ad un suo collaboratore il comunicato stampa:
"BBBerlusconi è un magnaccia...... BBBerlusconi è come Hitler..... ma sì fai vedddere che abbondiamo. Più gggrosse le spariamo più la gggente abbocca!"
Solo che Di Pietro fa sul serio.
Non avendo nulla da dire, non può che fare così per "dare tono" alla sua azione politica.
Queste "esternazioni" testimoniano un vuoto culturale impressionante.
Scusa ma a me viene da ridere, proprio non ce la faccio a prenderlo sul serio!