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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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L'anticamera della dittatura

Post n°533 pubblicato il 18 Settembre 2013 da a_tiv
 

Se Silvio Berlusconi abbia mai pensato che la vittoria elettorale del 2008, con cui il centrodestra prese la maggioranza assoluta alla Camera ed al Senato, gliela avrebbero fatta passare liscia e senza una reazione feroce, alla luce di ciò che poi è accaduto, politicamente e giudiziariamente, è evidente che si sia sbagliato di grosso.
Persino i tradimenti ricevuti rientrano in una complessa e inquietante strategia di demolizione e di persecuzione. Chi ha tradito ha fatto una misera fine, quella di tutti gli utili idioti, ma era prevedibile: non poteva non essere messa nel conto da chi della politica ne aveva fatto un mestiere.
Non che la vita privata e imprenditoriale di Berlusconi, con i suoi interessi economici, non fossero già stati, prima del 2008, il bersaglio preferito di truppe d’assalto di magistrati politicizzati, collaterali a quella sinistra post comunista che nel leader del centrodestra vedeva il nemico da abbattere ad ogni costo. Berlusconi dal 1994 è stato, infatti, l’ostacolo insormontabile che si è frapposto, con successo, alla conquista del potere assoluto, come, per inderogabile obiettivo, è stampato nel manuale ideale di ogni buon marxista.
Le contraddizioni e l’incapacità di coniugare la propaganda con la realtà hanno sempre impedito alla sinistra italiana, camuffata dietro la maschera della democrazia, la continuità nel consenso. La sinistra italiana è rimasta quella di sempre: illiberale, antidemocratica, reazionaria, corrotta, violenta, ipocrita, cinica e falsa. Come lo era ai tempi di Togliatti.
La necessità di liberarsi del “nemico” rientra nel dna politico e storico dei marxisti-leninisti. Eliminare l’avversario toglie anche il fastidio di dover rispettare le promesse, il popolo e il Paese.
C’è la convinzione, a sinistra, penso a ragione, che dopo Berlusconi non ci saranno più ostacoli. Se la giocheranno in casa tra chi è più ipocrita e falso tra loro. E con questo PD confuso, idealmente disorientato dalle esibizioni del lessico strumentale dei suoi rocamboleschi personaggi, fra rottamati e rottamatori, smacchiatori e asfaltatori, finiranno con essere rottamati, smacchiati e asfaltati tutti quegli italiani che s’impegnano nel lavoro e che non sono abituati a mendicare niente a nessuno.
E’ il popolo che pagherà il conto di tutto questo insistente imbroglio sociale d’imprese collassate, di banche saccheggiate, di burocrazia esosa ed asfissiante, di famiglie affamate, di donne e uomini caricati di tasse e privati dei propri diritti, di milioni di giovani disoccupati. I fannulloni, i galoppini sindacali e politici, i ruffiani e gli impostori, gli imbroglioni, i corrotti e le caste degli intoccabili continueranno, invece, indisturbati, a prendersi beffa delle persone per bene.
Se, all’eliminazione politica di Berlusconi, si unirà anche l’esproprio del suo patrimonio, sarà impartita una lezione tremenda a chi non gorgheggia nel coro. Un monito che non potrà che destare preoccupazione per chiunque ci voglia ancora provare. Chi avrà, infatti, ancora la forza e il coraggio di denunciare le ingiustizie e di battersi contro la nuova barbarie autoritaria? Si pensi allora a quanto possa valere, per la propaganda comunista, questa lezione! Almeno 100 delle loro menzogne.
Nel silenzio di chi non avrà più voce, la sinistra potrà concludere il suo processo di appiattimento dell’informazione televisiva e cartacea. Come nei regimi più classici, ci sarà chi si occuperà della dispersione e della criminalizzazione del dissenso: avremo un altro servizio pubblico di agenti provocatori che snideranno e denunceranno i “disfattisti”. I “compagni” di provata fede occuperanno tutti i centri decisionali del Paese. Il “Partito” eserciterà il controllo dei vertici delle funzioni di sicurezza dello Stato. Il governo potrà infierire su tutti o su alcuni con tasse e patrimoniali. La sinistra potrà continuare a saccheggiare il Paese, invadendolo con i suoi famelici galoppini, con i fannulloni che vivono sul lavoro degli altri, sindacalizzando le imprese, uniformando l’informazione, disperdendo e criminalizzando il dissenso.
Ciò che sta succedendo al leader del centrodestra non è che la nuova rappresentazione autoritaria di una trama che già conosciamo, in cui il grottesco si sposa con la viltà e l’indifferenza di tanti.
Siamo nell’anticamera della nuova dittatura.
Vito Schepisi

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Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 23/09/13 alle 12:24 via WEB
Giusto per ricordarti un episodio di circa 20 e passa anni fa.. Luciano Violante è generalmente riconosciuto come il "padre della via giudiziaria" al potere percorsa dal csx, in aprticolare gli ex ds.
Voci, scritti in tal senso non sono stati mai smentiti. Almeno a me non risultano. Mai smentita l'affermazione dell'ex ministro dc Scotti che ha riferito di essere stato ammonito dal senatore Chiaromonte, uno degli spiriti più aperti dell'ex Pci, a non affidare la Commissione Antimafia a Luciano Violante «perché Violante ha già scelto la via giudiziaria».
C'è altro di cui meravigliarsi anche al giorno d'oggi? Chi non canta nel coro finisce nel posto più maleodorante che esista.. Anche se, personalmente, resto dell'idea che sarà sempre e comunque la Ue a dirigere le operazioni qui da noi. Resta da capire chi si "inginnocchierà" senza batter ciglio a certi dictat e chi cercherà di controbattere nell'interesse di noi cittadini, per non ridurci alla fame.
Qui è il "vulnus" ^___^
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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