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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Bugie irritantiMessaggio #22 »

Magistrati e separazione delle carriere

Post n°21 pubblicato il 21 Gennaio 2007 da a_tiv

Se il Presidente della Repubblica aveva lanciato un appello di pacificazione e raccomandato la ricerca di “proposte condivise che tutelino l'autonomia e l'indipendenza della magistratura” la risposta di Mastella va da tutt’altra direzione.

E’ quanto è avvenuto ad un convegno a Milano, organizzato dall’Unione delle Camere Penali.

E dire che la traccia del convegno era:

 “Giudice e pubblico ministero. Due soggetti diversi nel processo, nell’ordinamento, nella Costituzione».

Un traccia che prefigurava l’esigenza di garantire l’autonomia e la responsabilità delle parti in un processo penale.
Solo la riflessione su quanto sia abnorme una situazione che vede, in un procedimento penale, contigue la parte giudicante e la parte inquirente, dovrebbe far gridare allo scandalo.
Non è una questione politica, non c’entra a questo punto la necessità di supportare uno schieramento.
Il grido d’allarme si vuole che sia trasversale.
Un sistema così non può che dar l’impressione di una forma di gestione autoritaria della giustizia.
E’ certamente un retaggio corporativo.
E’ come se in un processo civile un avvocato di parte appartenga allo stesso ruolo del giudice.
Come se l’uno e l’altro abbiano gli stessi organi di autogoverno e che partecipino insieme ad eleggerli, che abbiano la stessa associazione di categoria e che in essa concorrano insieme a nominarne i vertici.

Quanti dubbi verrebbero alla controparte, soccombente nella causa, che non ci siano state anche silenti connivenze e quanti sul sospetto che non abbia influito lo spirito di corpo?
E’ davvero impressionante sentire il ministro Mastella che dice: “nel mio programma non è prevista la separazione delle carriere”.
E’ impressionante perché, se una evidente questione di emergenza ponga alla ribalta una situazione altrimenti insostenibile, non possiamo immaginare che un Ministro della Repubblica si rifaccia ad un programma.
Verrebbe da chiederci ma questi ministri chi sono e cosa rappresentano?

E’ la stessa domanda, anche se diversa nei termini, che si è posto il Procuratore della Repubblica di Larino (CB) Nicola Magrone:
«una questione che non può avere risposte perché non inserita nel programma: ma quale programma? E soprattutto, il programma di chi?».
Un ministro che annuncia con candore disarmante che non può esserci perché non la vuole l’Associazione Nazionale Magistrati, che è l’organo corporativo di rappresentanza sindacale dei magistrati, ci lascia molto perplessi.
Si ha l’impressione che il Governo possa essere condizionato da un gruppo di cittadini vincitori di un concorso.
La stessa cosa di un associazione tranvieri che stabilisca nella città il percorso dei mezzi pubblici, o di una associazione dei medici che stabilisca quali patologie curare, o una di ingegneri che decida su quali spazi costruire le case ovvero di geometri che voglia introdurre un nuovo metodo di misura che sostituisca il metro.
Tutto questo a noi non sembrerebbe eccessivo?
E perché non dovrebbe essere eccessiva la pretesa dei magistrati di regolare l’esercizio della giustizia che, è bene ricordarlo, la Costituzione vuole che sia esercitata in nome del popolo?
Il Presidente delle Camere Penali a Milano replica al ministro e dice:

“Il Governo segue le indicazioni dell’Anm, che è portatrice di una cultura autoritaria della giustizia».
Un’affermazione grave e inquietante.
Emerge l’impressione del consolidarsi di un regime in cui i poteri forti, e l’organo di gestione della Magistratura lo è, si arroccano a difesa di privilegi e potere, condizionando anche attraverso la gestione della giustizia l’esercizio del libero pensiero e della legalità nel Paese.

Vito Schepisi

http://vitoschepisi.blogspot.com/

 
Rispondi al commento:
a_tiv
a_tiv il 24/01/07 alle 18:05 via WEB
Grazie Dike! Sei preziosa! Un abbraccio! Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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