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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Si va a casa?Lettera aperta al Presid... »

Prodi bis? Che senso ha!?

Post n°32 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da a_tiv
 

Prodi è caduto per mancanza di omogeneità politica.

La sua presunta maggioranza diverge su più di una questione.

E' unita solo dall'antiberlusconismo e dalla gestione del potere.

Un nuovo Governo Prodi con questa maggioranza non avrebbe senso e sarebbe una prova di presunzione e di arroganza, oltre a non poter esser compresa dagli italiani.

E’ vero che Prodi ha vinto le elezioni, sebbene col solo 50% dei voti e con sospetti di brogli, ma è anche vero che le ha vinte più che su di un programma politico chiaro e condiviso, su un collante fuori programma: l’antiberlusconismo.

C'è però ora una stragrande maggioranza di elettori che di questa maggioranza, ed anche di Prodi, non vorrebbe più sentirne parlare.

Un Prodi bis, pertanto, significherebbe solo perseverare nell'errore.

Sulla politica estera, prima che su altre questioni, le divergenze sono così macroscopiche da non potersi pensare alcuna forma di mediazione.

C'è una maggioranza di italiani che chiede continuità nelle scelte e nei riferimenti, che sente gli USA paese amico e fidato, che condivide il patto atlantico e la politica della diffusione della democrazia.

C'è una maggioranza di italiani che ritiene pericolosa la troppa accondiscendenza verso il fondamentalismo arabo e che ritiene Israele uno stato assediato e minacciato.

Italiani che attribuiscono al mancato riconoscimento dello stato ebraico, alla doppiezza ed alla corruzione della dirigenza palestinese ed ai gruppi terroristi arabi, tollerati anche dal nostro ministro degli esteri, le responsabilità storiche della tensione in medioriente.

Altri italiani, invece, ritengono di dover mutare il rapporto con gli USA e di dover dar credito alle politiche che privilegiano il rapporto con Hezbollah e con Hamas e persino con Amhadinejad.

Questa Italia è quella che scende nelle piazze e che trova contiguità con gruppi eversivi confinanti con le rinate Brigate Rosse e che si infiltra in partiti della sinistra radicale ed alternativa, nel sindacato di sinistra, maggioritario nel Paese, nei centri sociali e che, seppure a volte frenata, si lascia andare nelle città italiane in devastazioni, furti chiamati “spesa proletaria”, violenze e scontri con la polizia.

Atti  tutti perpetrati inneggiando alla pace.  

Una parte del popolo italiano che ha in odio gli USA ed Israele e che nelle piazze ne incendia le bandiere e si lascia andare a slogan violenti e di odio verso tutto ciò che è americano.

Questa realtà è all'interno del centrosinistra.

E’ all’interno delle forze parlamentari che hanno concesso la fiducia a Prodi, è stata all’interno del suo Governo.

Nelle ultime elezioni dell’aprile del 2006 è stata determinante per raggiungere la risicata presunta maggioranza.

I loro rappresentanti in Parlamento sono perfettamente consapevoli del loro indispensabile apporto, tanto da imporre in ogni circostanza la linea al Governo.

Esiste nel centrosinistra ancora un’altra realtà.

Quella dei post comunisti, orfani dell’URSS, che hanno avuto in odio da sempre la democrazia liberale e che oggi per trasformismo politico e ragioni di partito (classico nella storia marxista), per non essere fuori dalla scena per incompatibilità politica con l’Europa e le sue direttive di sviluppo, dopo aver scippato anche la storia del socialismo democratico ed autonomista, nascondono l'antiamericanismo e l'antisionismo col "multilateralismo" e la "equivicinanza".

Anche quest'ultimo è un termine cinicamente coniato per confondere le intenzioni e nascondere la diversa collocazione.

Non si può essere equivicini tra terrorismo e democrazia e non si può essere equivicini tra un paese alleato ed un altro che si porge minaccioso.

Non si può certo verso coloro che non perdono occasione per mettere in discussione i valori della nostra civiltà.

Un Prodi bis, pertanto, non avrebbe proprio senso.

http://vitoschepisi.blogspot.com/

 
Rispondi al commento:
a_tiv
a_tiv il 23/02/07 alle 11:18 via WEB
Monica nessuna intrusione, ci mancherebbe, grazie per la visita e sappi che è sempre gradita. A volte è sconfortante scrivere e non avere riscontro della voce dei lettori. Io so che ci sono. Il numero dei visitatori me lo segnala. Spero anch'io che Napolitano abbia un moto di saggezza: un Prodi bis come ho scritto nel mio post non avrebbe proprio senso. Servirebbe come dici tu ad esasperare gli animi. Non si tratta solo di un'opposizione politica parlamentare che non lo vuole, e per ragioni comprensibili che attengono alla mancanza di una vera maggioranza politica, ma è il Paese che gli ha tolto la fiducia ed in modo massicio. Si discuta nel Paese allora, anche con un governo a termine che serva a condurre in porto una politica economia di maggiore fiducia, con provvedimenti che alleggeriscano anche la mannaia vessatoria, una politica estera di continuità con le alleanze e le strategie di sempre, la riforma elettorale e possibilmente anche la riforma dello stato, punti su cui penso sia possibile trovare convergenze ampie. Si discuta sulla centralità di una politica di garanzia e sicurezza e di condivsione delle due grandi famiglie del nostro Paese: quella della produzione di beni e servizi e quella del lavoro. L’Italia, l'ho sempre detto, avrebbe bisogno di due schieramenti moderati che riflettano due visioni laiche del percorso politico. Da una parte spinte di scelte di libertà e di mercato, con le garanzie proporzionate allo sviluppo e, dall’altra, spinte di scelte di solidarietà e con lo sviluppo proporzionato alle garanzie. Tradotto in pratica una coalizione liberale ed una laburista. Ciao Monica e grazie ancora per la visita. Buona giornata. Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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