Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« Una mezza figura sarebbe... | Senza speranze » |
L’anno era il 2012 ed il mese quello di agosto. Basta poco per rovinare una giornata d’estate: qualche volta una lettera del Comune che ti chiede di pagare un’imposta.
Quella mattina la lettera aveva per oggetto: Tassa per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani (TARSU) anno 2012. La Giunta Comunale aveva aumentato l’imposta del 30%. Una bella mazzata c’era da pagare 498,00 Euro.
Nel 2012 c’era Monti al Governo ed Emiliano era Sindaco. Era l’anno in cui gli italiani si sono giocati 7 anni di lavoro in più prima di andare in pensione, i risparmi impiegati nell’acquisto di immobili crollati di valore, parte dello stipendio per pagare le tasse. In quello stesso anno gli italiani hanno salutato gli scatti di anzianità e l’adeguamento della pensione. Gli unici che non ci hanno rimesso sono stati i boiardi di Stato, i politici ed i magistrati, grazie all’intervento dei guardiani della Costituzione più bella del mondo.
I giornali dicevano che al Governo c’era un uomo che stava salvando l’Italia. Imperava in tv la retorica del migliore, come se fosse tornato l’Istituto Luce (L’Unione Cinematografica Educativa): il più grosso strumento di propaganda dell’era fascista. L’enfasi e il reiterato richiamo alla nostra felicità per il vantaggio d’avere un premier che pensava alla salvezza degli italiani, però, non ci faceva essere più arrendevoli dinanzi alla mappata di tasse che ci piovevano addosso.
Non si poteva far altro, però, che frenare la rabbia e pagare, anche se qualche imprecazione, magari in silenzio, te la facevano passare. Nella mia, Monti ed Emiliano, erano accumunati nel tragitto verso un’unica meta. Ho pagato “on line”, apprezzando la tecnologia, senza far file alla banca o all’ufficio postale. Ho trasmesso un bonifico rispettando le istruzioni e controllando con cura l’IBAN. Ho copiato diligentemente la causale, il mio numero contribuente, il mio nome e cognome. Ci ho tenuto ad essere preciso. Con questa gente non si sa mai!
Pagare una volta la Tarsu ci può anche stare, s’impreca e si paga, ma pagarla due volte no. Siamo nel 2015 ed il mese è quello di marzo. Basta poco per rovinare il primo giorno lavorativo di primavera: al tempo piovoso s’è aggiunto il ritiro di una raccomandata.
La fila. Il mio turno. Una stanza con scatoloni zeppi di lettere tutte uguali alla mia. Tutte inviate dal Comune – Ripartizione Tributi. Ho pensato: è una strage.
Apro la lettera. OGGETTO: Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) 2012 – sollecito di pagamento.
Quando accadono cose del genere le pensi tutte, anche che qualcuno si sia fregato i tuoi soldi, anche che il Comune ci provi. Quella tassa l’ho già pagata. Imprecando, ma l’ho pagata.
Perdo una mattinata tra il cercare le carte (trovo la copia dell’ordine di bonifico) e l’andare in banca per controllare che il mio bonifico sia andato a buon fine. Tutto era a posto. La tassa l’avevo pagata. La tappa successiva, per far valere le mie ragioni, è all’Ufficio Ripartizione Tributi del Comune di Bari, il giorno successivo, cioè oggi.
Per evitare lunghe code, ci arrivo mezz’ora prima dell’orario di apertura al pubblico. Ne esco vittorioso con un timbro e la firma di un funzionario della Ripartizione Tributi sotto la scritta “sollecito annullato”.
Mi chiedo, però, cosa sarebbe successo se avessi perso la copia del bonifico? E quanti baresi per evitare l’accertamento, le sanzioni (maggiorazione del 30%) e la mora, come scritto nella lettera di sollecito, pagheranno due volte?
Vito Schepisi
Su Epolis Bari del 25 marzo 2015
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UNDICI SETTEMBRE
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48