33) Vie bolognesi dai nomi strani

33) Non poteva mancare un accenno alle vie dai nomi strani, che anche a Bologna non potevano mancare. Prima di addentrarci, è interessante vedere come alcune vie che penseremmo di trovare più facilmente vicino al mare o a corsi navigabili fanno riferimento all’antica vocazione ai trasporti via fiume: via del Porto, via Navile, via Riva di Reno. La maggior parte delle vie dai nomi singolari è in posizione centrale o comunque dentro le mura. Uno storico kebab si trova in via Centotrecento, che deriva da “cento trasende”, cioè cento paratie per regolare il flusso degli scarichi. Tra via D’Azeglio, vicino alla Casa di Lucio Dalla, e piazza Galileo si trova via Battibecco, così chiamata non perché vi nascevano alterchi, ma perché era molto stretta ed era facile battere il becco. La stessa origine aveva via Fregatette, traversa di via Nosadella (dove abitò Pasolini bambino) che ora si chiama via del Fossato. Fregatette non per motivi osé, ma perché stretta e curva, cosicché era facile che le carrozze sfregassero contro le tettoie. Singolare e senza spiegazione è la via Senzanome, traversa di via Saragozza che anticamente si chiamava col nome ancora più strano di Sozzonome. Via Battindarno, nei pressi di via Emilia Ponente, in cui abitava l’omonima famiglia, deve il suo nome ai detriti portati dal fiume, che rendevano poco fertile il terreno (battere indarno, ossia invano). Via Broccaindosso, che collega Strada Maggiore e via San Vitale subito all’interno delle porte, ha origine anch’essa dalla famiglia che ci viveva, evidentemente poco amichevole, visto il significato del latino bronchaleum, un pugnale che si nascondeva nella manica. Introvabile è l’origine della periferica via Due Madonne, al confine con San Lazzaro di Savena, ma è presumibile che vi si trovassero due edicole votive. Via Malpertuso, che collega i viali a sud con via Saragozza, in origine era una stretta via in cui si apriva una posterla. Quindi il significato sarebbe solo di difficoltoso pertugio. Molte vie sono dedicate ai nomi di battaglia dei comandanti partigiani. Una di queste è via Berretta rossa, traversa di via Emilia ponente nei pressi dell’ospedale Maggiore. La via che si trova sul retro di palazzo Accursio, girando da via Ugo Bassi, era chiamata via Fieno e paglia, perché vi si trovavano le bilance per la pesa di questi prodotti. Via Belmeloro, circondata dalle facoltà universitarie, deriva da un bell’alloro in un cortile, mentre via Azzoguidi, nei pressi dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi, non è un’imprecazione tra autisti, ma deriva dal cognome di un’antica famiglia.  Una menzione merita infine il quartiere ovest che riunisce con originalità via Azzurra, via Smeraldo, via Turchese e via Verde, riassunte tutte nella caratteristica cornice della multietnica Piazza dei Colori, all’estremo confine orientale  Castenaso.