Per essere una mamma green (o quasi)

Sono sempre stata un po’ “green”, fin da ragazza credo, in realtà mi definivo semplicemente “antiquata” o “come mia nonna”, perchè ho sempre amato le tradizioni e lo stile di vita di una volta, semplice, a contatto con la natura, apprezzando i racconti della madre di mio padre, i suoi insegnamenti, i suoi regali.

Nel tempo, un po’ per le conoscenze acquisite, per le nuove persone incontrate sulla mia strada (anche virtualmente) ed altre esperienze di vita che mi hanno dato tanto, diciamo che sono “peggiorata” e diventata ancora più pignola in questo senso, soprattutto in alcuni campi.

In sostanza vorrei riassumere cosa si può fare per essere “abbastanza green” (dico abbastanza perchè la perfezione non esiste, non può esistere!), per far del bene alla propria persona, alla famiglia, all’ambiente; naturalmente il troppo stroppia, diventa difficile star dietro proprio a tutto, a volte impossibile per motivi di lavoro, di organizzazione famigliare, di luogo in cui si abita, ma si può fare comunque tanto e tutti insieme ancora di più.

  • Intanto si possono abbattere gli sprechi: vestiti riciclati dei fratelli o degli amici per i bambini, idem lettini, passeggini, molti libri e giochi;
  • ancora meglio se acquistate una fascia rigida, che solitamente va da zero a 18 kg, si lava con il bucato di tutti i giorni, non ingombra, non deve essere smaltita, costa come un passeggino ad ombrello (e molto meno di un trio dei più scarsi) ma serve davvero a soddisfare le esigenze di mamma e bambino ed è in fibre naturali;
  • allattare i bimbi e a lungo: il latte della mamma va sempre bene, protegge molto di più dalle malattie, non servono ciucci, biberon, scaldabiberon, latte artificiale (che influisce ovviamente sull’ecosostenibilità);
  • fare autosvezzamento: il bambino mangiando il nostro cibo ci aiuta ad essere più attenti nell’avere un’alimentazione sana per tutta la famiglia e senza acquistare omogenizzati ed altri prodotti confezionati si aiuta nuovamente il pianeta;
  • acquistare prodotti biologici, ma soprattutto a km zero, dal contadino vicino a casa, ai GAS  o anche al supermercato, ma prediligendo prodotti locali o perlomeno italiani!
  • bere l’acqua del rubinetto e cercare di ponderarne il consumo, come già evidenziato nel mio articolo.
  • preparare dolci fatti in casa, per la merenda, la colazione… così non avranno coloranti e conservanti e molto altro (a casa mia ad esempio vanno a ruba i muffin, che ho anche fatto in versione vegana);
  • usare i pannolini lavabili, se possibile anche di notte (ma a volte dipende proprio da bambino a bambino): un pannolino U&G impiega circa 500 anni a decomporsi, quindi è immaginabile quanto inquinamento ambientale si crei per ogni piccolo essere umano;
  • per la casa usare aceto, bicarbonato, acido citrico e altri detergenti il più possibile ecologici per pulire, lavare i piatti o in lavatrice;
  • organizzarsi per le commissioni in paese in modo da non usare la macchina: a piedi con i piccoli in fascia e i grandi per mano, o bicicletta per tutti, fa bene al pianeta, ma anche alla forma fisica;
  • per il corpo usare burro di karitè e olio di mandorle come idratanti per tutta la famiglia, saponi di Aleppo e Marsiglia e pochi altri di uso quotidiano facendo attenzione all’INCI e sperimentando anche shampoo alternativi come acqua e bicarbonato o acqua e farina di ceci (che è ottima anche per molte altre ricette di bellezza);
  • usare l’henné per tingere i capelli: costa poco, è naturale, ci sono diverse colorazioni e rinforza ed illumina i capelli, a casa in poche ore.
  • scegliere attività per la domenica e l’estate che siano all’aria aperta, in montagna, in campeggio, al fiume, perchè i bambini hanno bisogno di sperimentare, sporcarsi, osservare animali, insetti e fiori e soprattutto stare in compagnia di altri bambini;
  • per i regali ai più piccoli scegliere giochi di legno, educativi, creativi ed evitare quelli rumorosi, luminosi ecc. che implicano l’utilizzo di pile e spesso rendono i bambini troppo eccitati; meglio ancora un libro da leggere insieme per farsi le coccole prima della nanna e iniziare ad appassionare alla lettura.

Ecco qua i miei spunti… e voi cosa fate per essere “abbastanza green”? Attendo i vostri suggerimenti!

Tutti gli usi del burro di Karitè puro

Quando ho scoperto il burro di karitè puro, quindi senza profumi e trattamenti (non raffinato), non l’ho più lasciato e praticamente in casa lo usiamo per tutto e sempre, a discapito di qualsiasi altra crema utilizzata pochissimo, che finisce nell’armadietto solo perché ci viene regalata.

Il burro di karitè è davvero ideale per tutto:

  • le sue proprietà emollienti sono ottime per idratare il viso: consiglio però a chi ha la pelle molto grassa di applicarlo solo la sera, affinché durante la notte abbia il tempo di assorbirsi completamente; usarlo di frequente riduce tantissimo la comparsa di rughe, borse, occhiaie.
  • sempre per via della sua potente proprietà idratante è ottimo anche per i piedi e i talloni secchi: dopo aver passato una pietra pomice sulle parti screpolate, ungete bene le parti anche più volte al giorno e per un’azione urto applicate la sera, avvolgete con la pellicola e sfasciate al mattino.
  • ovviamente è fantastico anche per le mani e anche in questo caso  si possono ungere abbondantemente le stesse prima di coricarsi e avvolgerle in  guanti di cotone per per un’azione idratante più intensa.
  • grazie alla sua non-tossicità si può tranquillamente usare anche come burro-cacao sulle labbra, nonché come idratante del naso quando è molto arrossato e screpolato durante i raffreddori.
  • ottimo per seno e pancia in gravidanza: applicare il più possibile per limitare l’insorgere di smagliature e tenere la pelle elastica e morbida.
  • sempre in gravidanza è possibile utilizzare il burro di karitè per ungere e mantenere elastico il perineo, che ha bisogno di essere morbido durante il parto.
  • è un fantastico dopo sole, nonché crema solare, per lenire gli arrossamenti e prevenire macchie, scottature, rughe. In casa lo usiamo tutti, anche le bambine.
  • per il sederino dei più piccoli è una manna se usato contro gli arrossamenti, sia a livello preventivo che curativo: in caso di candida da pannolino si può miscelare con qualche goccia di tea tree per ammorbidire la parte interessata e fungere anche da antibatterico (alternandolo però, ad appositi prodotti per la candida).
  • durante l’allattamento è un’ottima cura per i capezzoli, funge da preventivo a ragadi e arrossamenti e non serve risciacquare prima di attaccare il bambino (attenzione però che il burro sia davvero puro).
  • dopo una scottatura non grave, se applicato immediatamente, previene la formazione delle classiche vesciche e applicato più volte accelera la guarigione (la bruciatura nell’immediato duole un po’ di più, poi il dolore scompare completamente).
  • per chi ha capelli molto secchi, soprattutto per prevenire la formazione di doppie-punte, dopo il lavaggio e prima di asciugarli si può applicare un filo lievissimo di burro di karitè dopo averlo ammorbidito tra le mani.
  • per capelli molto danneggiati da sole, tinte ecc: applicare il burro sui capelli asciutti e poi avvolgere in un asciugamano per qualche ora o tutta la notte; l’indomani lavateli come fate di solito.
  • naturalmente si può usare come una normale crema su tutto il corpo, sempre, dopo la doccia, dopo la depilazione anche delle parti più delicate, sia dagli adulti che dai bambini, aiutando così la rigenerazione cutanea.
  • ottimo quindi anche per massaggi al pancino dei neonati, per i massaggi AIMI, per le gambe affaticate  e le spalle appesantite dalla lunga giornata.

Il burro di karitè si presenta abbastanza compatto e di odore particolare (subito potrà sembrarvi molto strano e forte, ma utilizzandolo spesso arriverete a non farci più caso); nei periodi più caldi e se lo portate in spiaggia diventa molto più morbido, se non addirittura liquido come olio, per poi tornare solido ad ogni abbassamento di temperatura: non ci sono problemi per il burro, dovrete solo regolare meglio la quantità da mettere.

Ho cercato di acquistarlo presso le farmacie, para-farmacie o erboristerie di zona, ma difficilmente l’ho trovato puro, mentre on-line è più facile acquistarlo, anche senza confezione, pagandolo quindi anche meno in grande quantità (di solito sui 500 g, sfuso sotto vuoto, sui 12 €).

Per chi ha praticità nella preparazione di prodotti naturali per il corpo, il burro è ottimo per fare saponi, burri di cacao, cosmetici vari.

E allora che aspettate? Comprate burro di karitè in quantità!

Capelli ricci fai da te!

Avevo circa 11 anni quando chiesi per la prima volta a mia madre di farmi fare un sostegno ai capelli (la cosiddetta permanente) per averli mossi. Se ci penso adesso mi viene la pelle d’oca, tanto si sentiva all’epoca l’odore di ammoniaca nell’aria, quando li lavavo…

Ma non c’era niente da fare, ero fissata con i capelli ricci, forse perché mia madre e mia sorella hanno questa fortuna e a me invece la natura non ha regalato neanche una mezza onda.

Poi una sera, forse proprio mentre chiedevo a mia madre di inventarsi qualcosa per farmi qualche boccolo, salì la vicina di casa e mi svelò il segreto…

Basta procurarsi uno o più stracci di circa 50×50 cm, tagliarlo a strisce alte 4 dita e lunghe come il tessuto stesso (io per comodità ho sempre usato un telo di cotone/lino ricavato da vecchie lenzuola perché basta inciderlo e poi strappare), ricavando almeno una quindicina di strisce e armarsi di qualche minuto di pazienza.

Più la chioma è folta e più si vogliono ricci piccoli e fitti e più strisce serviranno (a me invece per esempio ne bastano 5/6).

Si parte prendendo una ciocca di capelli, la si tampona con una mano semplicemente umida, si arrotola la fettuccia di stoffa partendo dal fondo come fosse un bigodino e poi una volta arrivati al cuoio capelluto si legano le estremità facendo un semplice nodo, non troppo stretto per poterlo slegare facilmente.

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Cresima di Sophia, boccoli sempre fatti in casa!

 

 

 

 

 

 

Una volta completata l’operazione su tutta la testa, si inumidiscono ancora un po’ le “corna” ottenute con le dita umide e si va a dormire: non è affatto scomodo, non è come avere in testa i bigodini!

Sono necessarie parecchie ore affinché i capelli asciugando prendano bene  la piega, quindi è necessario doverlo fare da sera a mattina, o da mattina a sera, se ad esempio volete avere i boccoli appena fatti, belli corposi e gonfi il sabato sera.

Non fatelo mai con i capelli completamente bagnati dopo la doccia, perché non asciugheranno e non prenderanno alcuna forma. Invece se in casa avete un casco da parrucchiera potrete usarlo per accelerare l’operazione di asciugatura e messa in piega, anche se consiglio di non utilizzarlo di frequente perché i capelli ne risentono.

Soprattutto se avete capelli molto lisci e scivolosi, durante la fase di preparazione potete inumidire le ciocche con schiuma per capelli o lacca, puri o con le mani umide, per ottenere ricci più definiti e per un effetto che dura più a lungo e se alla base avete ancora qualche residuo di sostegno fatto in precedenza, il risultato finale sarà certamente ottimizzato.

Al contrario vi suggerisco di evitare il lavoro o non aspettarvi una lunga tenuta del capello mosso in caso di giornate piovose ed umide, perché il capello tenderà subito ad ammosciarsi.

Che dire, ho sposato la filosofia del “bebè a costo zero” e non posso che seguire lo stesso stile di vita per una “mamma a costo zero”, soprattutto se il risultato è a mio parere eccezionale e mi permette anche di guadagnare tempo, quando è già abbastanza difficile far conciliare i bisogni e gli impegni di 5 componenti!

Fatemi sapere come vi siete trovate con questo nuovo modo di farvi il look da sole… e naturalmente alle vostre fanciulle!

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E le borse con i vecchi jeans?

Da tempo lo volevo fare… adesso che ho la macchina da cucire mi sono lanciata.

Non è difficile, ci vuole un po’ di fantasia, qualche jeans che non si indossa più, delle stoffe nuove o sempre di riciclo per effettuare fodera e decorazioni varie e via libera alla creatività.

Ci sono anche diversi video su youtube che possono aiutare a dare un input per iniziare la creazione, partendo dalla vita o dalle gambe dei pantaloni, usando un solo paio o di più per prendere colorazioni diverse.

Partendo dalla vita si tagliano le gambe, si scuce il cavallo e poi si cuce una parte sull’altra per non avere il rigonfiamento, poi nel triangolo che resta tra le gambe si aggiunge un pezzo di jeans o di altra stoffa a piacere, sia davanti che dietro.

Si cuce il fondo, si fa un manico lungo o 2 corti e poi si fodera a piacere: io ho scelto di cucire la fodera a mano con un punto largo e con filo da ricamo che è molto robusto, in modo da non far vedere alcuna cucitura all’esterno della borsa e di arricchire a piacere con calzini che diventano tasche, tasche interne, fiori di stoffa, pizzi, bottoni, tessuto delle fasce porta bebè a mio piacimento.

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La cosa che più mi diverte è che non ho mai un vero progetto già in testa, parto da un jeans, scelgo una stoffa che ho già acquistato in precedenza che si abbini bene per la fodera e altri particolari e poi parto a tagliare e cucire e man mano che procedo mi vengono in mente i dettagli da aggiungere, le varianti sulla forma, sulla chiusura, le decorazioni, per cui ogni volta il risultato finale è una sorpresa anche per me ed è è ovviamente un pezzo unico nel suo genere.

Questa passione per il cucito non so sinceramente come sia saltata fuori, visto che in passato anche un solo calzino da rammendare vagava per la casa mesi e mesi prima di essere… gettato via! Diciamo che la possibilità di creare e dar spazio alla mia fantasia è molto più soddisfacente di un buco in un calzino e credo che la mia nonna sarebbe stata molto fiera di me. Spesso mentre taglio e cucio sento il suono delle sue parole nelle orecchie, come a correggermi quando sto per fare una piccola imperfezione, come a darmi le dritte giuste per ottenere un lavoro più curato e più carino.

Buttatevi anche voi nel cucito creativo… essere artigiani è dare un valore aggiunto alle cose create, lo diceva Francesco D’Assisi:

Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista.

PANNOLINI LAVABILI – consigli pratici

Se avete scelto di usare i pannolini lavabili per risparmiare e per la loro ecosostenibilità, forse vi state facendo delle domande precise su quanti prenderne all’inizio, come lavarli ecc ed allora Vi racconto un po’ come si fa e come ho fatto io.

Io sono partita con una trentina di cambi, a cui ho aggiunto nel tempo altri 15/20 pannolini per darne poi un po’ anche mia madre quando fossi tornata al lavoro e lei avrebbe tenuto le bambine tutto il giorno, per non doverceli passare continuamente.

La comodità di averne almeno 26/30 sta nel fatto che considerando circa 6/7 cambi al giorno (di più se li usate anche di notte, soprattutto all’inizio quando i neonati fanno pupù a tutte le ore e vanno cambiati per non far arrossare il sederino) si può fare una lavatrice ogni 2 giorni con una quindicina di cambi e avere una scorta di altri 15 per il tempo che ci mettono ad asciugare.

All’inizio avevo una lavatrice che non regolava l’acqua in base al carico (adesso quelle nuove lo fanno quasi tutte, quindi il risparmio di acqua è automatico), ma potevo comunque impostare un lavaggio al 50%, sempre a 40° (60° solo una volta ogni tanto), con detersivo bio e senza ammorbidenti di ogni genere, perché rendono i pannolini leggermente impermeabili e quindi meno assorbenti.

L’ideale è procurarsi un secchio con coperchio, ove mettere i pannolini (da cui è stato tolto il velo raccogli pupù che va gettato nel sacchetto dell’immondizia indifferenziata perché non è biodegradabile, se è pulito però si può riciclare un po’ di volte, lavandolo insieme ai pannolini), sciacquati e ben strizzati, con qualche goccia di tea tree che è un antibatterico naturale, fino al momento in cui si metteranno in lavatrice.

Anche durante il lavaggio è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale di tea tree

https://www.greenme.it/consumare/detergenza/7040-tea-tree-oil-usi-proprieta (o lavanda o timo) per disinfettare e profumare il bucato, ma sono assolutamente da evitare sbiancanti non naturali, perché finirebbero a contatto con la pelle del bambino.

Per un’asciugatura più veloce io ho sempre usato la massima centrifuga, poi li stendevo al sole in estate e vicino a stufa e termosifoni in inverno (se non addirittura sopra, così aiutavano anche ad umidificare l’ambiente!).

Il bello degli AIO (all in one) è che sono pratici da far indossare al bambino come un pannolino U&G e si stende un solo pezzo, ma ci mettono un poco di più ad asciugare, mentre i Pocket o i Popolini hanno più parti da stendere, ma asciugano in metà tempo oserei dire.

Credevo che occuparmi anche dei pannolini da lavare e stendere sarebbe stato faticoso, ma in realtà non sono quei 20 minuti ogni 2 giorni che cambiano la vita e poi non è necessario fare un lavoro da certosino come per stendere bene una camicia che poi deve essere stirata, per cui anche i fratellini posso dare una mano a stendere i pannolini, come a raccoglierli e perché no metterli via!

Se avete una mamma e/o una suocera che si offrono di dare una mano in qualche modo, si può chiedere loro di occuparsi di lavare i pannolini, oppure addirittura di cucirne

http://www.nonsolociripa.it/index.php/fai-da-te se sono in grado, o di procurare anche solo degli inserti in più (con vecchi asciugamani) per i bimbi più ciuccioni che bagnano molto.

Buon cambio bebè!

 

Eco idee per pulire casa

Per le pulizie di casa, io parto principalmente da 2 presupposti:

  1. Per tanto che si cerchi di igienizzare casa rimuovendo fino all’ultimo batterio, appena entriamo in casa con le scarpe, sgoccioliamo con il sacchetto del pattume, apriamo la finestra (soprattutto per chi vive in piena città), tutti i buoni propositi sono andati in fumo;
  2. I bambini non devono vivere sotto una campana di vetro e con questo non intendo che debbano rotolare nel fango e mangiarselo, ma poter stare a terra (in casa e fuori) e mettere le mani in bocca per farsi gli anticorpi.Dopo di che diventa quasi automatico non comprare centomila e uno prodotti igienizzanti, antibatterici, profumati e chi più ne ha più ne metta, che la maggior parte delle volte contengono sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente, oltre a costare non poco.

Ecco semplici, veloci, economici ed ecologici metodi per le pulizie di casa ed elettrodomestici, che ho pian piano iniziato ad utilizzare negli anni:

  • Per lavare i pavimenti all’inizio della mia “carriera da casalinga” mi facevo abbindolare da tutti quei prodotti colorati e profumati alla lavanda, al gelsomino, al pino silvestre, ma nonostante gli acquisti più disparati il pavimento era sempre alonato e appiccicoso, dovevo sciacquare più volte, solo con determinati stracci e sperando nel clima affinchè asciugasse in fretta. Un bel giorno ho scoperto che semplice ACQUA CALDA E ACETO sono formidabili, per pavimenti sgrassati e puliti, senza aloni, senza bisogno di risciacquo e senza inquinare il pianeta;
  • Stesso problema di aloni per i vetri: ho sempre visto mia madre comprare le marche più famose e pubblicizzate di prodotti per cristalli, ma io non sono mai stata capace di farli brillare senza impazzire e nel tempo ho provato e speso molto per avere il detergente più efficace, che efficace come desideravo non era mai. Poi mi è stato suggerito da mia nonna come fare, ed è proprio vero che spesso e volentieri i “rimedi della nonna” sono più preziosi: con un panno morbido spolverare prima il telaio delle imposte e con un secondo panno spolverarne il vetro, procedendo dall’esterno verso l’interno. In uno spruzzatore versare un litro di acqua tiepida e due bicchieri d’aceto. Quindi spruzzare sul vetro e pulire con una spugna, infine asciugare con FOGLI DI CARTA DI GIORNALE appallottolati.
  • Per pulire i sanitari del bagno e i rubinetti utilizzo una spugna in microfibra insaponata del medesimo SAPONE che utilizziamo per lavarci (di Marsiglia, di Aleppo ecc), per sgrassare e pulire ogni macchia.
  • Poi, visto che l’ACETO è anche un ottimo anticalcare, lo diluisco con acqua tiepida in uno spruzzino e faccio brillare tutte le superfici del bagno (rubinetti compresi): anche in cucina, o lasciato per qualche ora nelle bottiglie per l’acqua che fanno quella patina gialla sul fondo, l’aceto lucida e disinfetta. Così come è ideale per pulire il frigorifero e come ammorbidente nella lavatrice. Quest’ultima si può pulire riempiendo il cestello di acqua tiepida, aggiungendo un litro e mezzo di aceto e facendo partire l’elettrodomestico con il giro più lungo.
  • Per la lavastoviglie utilizzo ACETO E BICARBONATO insieme: codesta miscela se lasciata a se stessa per un’ora o più diventa inutile, perché gli elementi tra loro annullano l’efficacia di entrambi i prodotti, ma utilizzata subito mentre “frigge” permette di sgrassare a fondo (io di solito pulisco la lavastoviglie e poi faccio fare un lavaggio veloce a vuoto). Non è da usare su pietre calcaree e marmo, ma per l’ingiallimento delle fughe tra le piastrelle nella doccia o per certe macchie di frutta sui capi è un ottimo prodotto, a costo ridicolo.
  • Per la pulizia del forno ci sono prodotti che contengono molti solventi chimici pericolosi, visto che possono essere inalati sotto forma di vapori o addirittura ingeriti assieme agli alimenti se non rimossi perfettamente dalle superfici, per questo è importante sapere come pulire il forno in maniera naturale.

La pulizia del forno può essere eseguita con 4 ingredienti naturali ed ecologici che sicuramente non mancano mai in casa: bicarbonato di sodio, aceto, limone e sale. Con l’ausilio di questi prodotti – economici, oltre che sicuri per la salute e l’ambiente – è possibile sgrassare a fondo, eliminare i cattivi odori e ridare brillantezza alle superfici senza troppa fatica.

Acqua e sale:

Amalgamate 1/2 litro d’acqua con 250 gr di sale grosso fino a ottenere un composto denso e omogeneo. A questo punto applicatelo con una spugnetta sulle incrostazioni e le macchie di bruciato e lasciate agire per circa 15 minuti. Risciacquate con un panno umido.

Sale e aceto:

Per ottenere un detergente naturale sgrassante ma anche anti-odore potete sostituire l’acqua con l’aceto e miscelare ½ litro di aceto di vino bianco con 250 gr di sale. Quando il sale sarà completamente sciolto, trasferite la miscela in un vaporizzatore e spruzzate a forno tiepido. Fate asciugare e raffreddare il forno. Rimuovete i residui di sale rappreso con una spugna e ultimate la pulizia con un panno morbido.

Bicarbonato e sale:

Per ottenere un efficacissimo detergente naturale per la pulizia del forno è sufficiente una tazza di sale, una di bicarbonato e una di acqua. Stendete l’impasto ottenuto miscelando i tre ingredienti su tutta la superficie del forno e lasciate agire per un’ora. Trascorso questo tempo, potrete rimuovere con un panno tutto il grasso e i residui di cibo senza alcuna fatica. Risciacquate velocemente con un panno umido e il gioco è fatto.

Bicarbonato e aceto:

Dopo aver spruzzato l’aceto di vino bianco nel forno, cospargete le superfici tiepide di bicarbonato di sodio e lasciate agire per mezzora. La reazione chimica innescata farà letteralmente “staccare” e lo sporco che potrete rimuovere con una spugna abrasiva imbevuta in acqua tiepida e bicarbonato.

Acqua e limone:

Se lo sporco è più ostinato che mai, quello che vi serve è un detergente naturale a base di acqua e succo di limone. Mettete in una teglia dai bordi alti il succo di 3 limoni grandi e aggiungete un po’ di acqua. Infornate per circa mezzora a 180° così che l’evaporazione dell’acqua miscelata al limone sgrassi le pareti del forno. A questo punto spegnete il forno, lasciate raffreddare per il tempo necessario e inzuppate un panno nel succo rimasto. Procedete, dunque, con la normale pulizia del forno e completate con un abbondante risciacquo. Se notate qualche residuo di sporco, trattatelo con direttamente con una metà dei limoni spremuti.

Acqua e aceto:

Lo stesso identico procedimento può essere replicato sostituendo il succo di limone con un bicchiere di aceto bianco o di mele. Fate bollire il tegame di acqua e aceto per un quarto d’ora ed estraete la teglia dal forno. Procedete pulendo il forno con un panno imbevuto in una miscela di acqua e 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio.

Qui trovate molte altre idee per la pulizia ecologica della casa.

Buone eco-pulizie domestiche!

 

DECLUTTERING… e acquisti saggi

Dunque vediamo, decluttering significa:

 • letteralmente, “rimuovere il clutter“, ovvero il caos, il disordine e il superfluo. Nasce in riferimento agli oggetti, in particolare in ambiente domestico.
• Concretamente, cosa significa fare decluttering? Significa riorganizzare un ambiente, una scrivania, un cassetto o un’intera casa, non limitandosi a fare ordine, ma ponendo l’accento sul superfluo. Pensate al classico cambio degli armadi stagionale: anziché limitarci a scambiare indumenti invernali con estivi, o viceversa, andremo a eliminare tutto quello che non mettiamo più, perché non ci sta bene, è diventato troppo piccolo o troppo grande etc. Così, quella che apparentemente è una banale e noiosa operazione di economia domestica diventa una vera e propria prova, una gara a ostacoli psicologica che può rivelarsi molto impegnativa. Per alcuni diventa impossibile: l’incapacità a liberarsi delle cose assume la forma di disturbo ossessivo-compulsivo.

Lo stesso processo mentale vale per qualsiasi oggetto, compresi quelli privi di utilità pratica ma che hanno un valore affettivo. In quest’ultimo caso può anche darsi che l’oggetto sia legato a un’altra persona, qualcuno con cui non siamo più in contatto o che magari è venuto a mancare. Liberarci di quell’oggetto ci sembra un tradimento, equivale a spezzare l’ultimo legame che abbiamo con qualcuno che non c’è più. Ovviamente non è così: ma non è facile essere sufficientemente lucidi da rendersi conto che a contare sono i ricordi, e quelli non possiamo perderli, non certo gli oggetti, anche se le due cose sembrano legate a doppio filo.

Un’altra categoria di oggetti dai quali fatichiamo a separarci sono quelli abbiamo comprato per l’interesse momentaneo verso un certo hobby o perché “mi serve poi per…”, ma in realtà sono chiusi nell’armadio da tempo, anche se ogni volta che ci cade l’occhio ci diciamo “settimana prossima lo uso” e non accade mai.

Ma se il semplice riordino diventasse uno stile di vita fin da prima di appropriarci di un oggetto? Per me da tempo accade davvero così, vi faccio qualche esempio:

• Quando vado al supermercato, mi cade naturalmente l’occhio su un prodotto per il corpo, un’offerta sull’olio extravergine, delle bellissime tazzine da caffè colorate e la tentazione di comprare tutto è davvero forte… dentro di me una vocina dice “ne hai davvero bisogno!”, ma per fortuna dall’altra parte qualcuno risponde “ok, di olio prendine uno, lascia perdere la crema perché intanto hai già il burro di karitè che va bene per tutto e guai a te se tocchi quelle tazzine perché non hai spazio per riporle!”. E così, oltre a non spendere denaro, non riempirò la credenza fino a farla scoppiare con le scorte, che vorrebbe dire riordinare ogni settimana quando ci mettono mano le bambine e continuare a usare le vecchie tazzine, fino a romperle tutte e ricomprarle soltanto dopo.

• Stessa cosa con i prodotti per la casa o per il bucato, che riempiono gli scomparti di bagno e cucina… ne basta uno per tipo, l’ aceto bianco ad esempio si può utilizzare sia come lavapavimenti che da ammorbidente in lavatrice, tutto spazio e denaro guadagnati (e anche salute!).

• E poi che dire dei vestiti per i bambini? Se di routine gettiamo quelli consumati e teniamo quelli più belli, riutilizzarli per i fratellini e non ricomprare tutto da capo ci permette di risparmiare e di non accumulare… soprattutto se pensiamo a quanto crescono e cambiano taglia in fretta!

• Senza contare quanti doppioni di oggetti dei quali ne serve soltanto uno si aggirano per casa occupando grandi spazi: per evitare di avere 2 zaini di scuola, 4 cappotti tutti della stessa taglia, 2 giochi identici ecc, io mi sono organizzata cominciando sin da Ottobre a raccomandarmi con i nonni e con i parenti più stretti per i regali di Natale per le bambine, consigliando di acquistare quello che serve ed evitando quello che finirebbe dimenticato dopo 5 minuti. Lo stesso vale per compleanni o altre ricorrenze in cui solitamente vengono fatti doni (battesimo, comunione, Pasqua…), mentre io stessa spesso opto per regali non tangibili, come la giornata a Gardaland o le lezioni a cavallo, in cui anche il tempo passato insieme è prezioso più di un oggetto da mettere sul comodino.

• Per quando riguarda qualsiasi oggetto che davvero non usiamo, anche se ci sembra che possa diventare di primaria importanza proprio domani, proviamo a pensare che rivenderlo a basso prezzo su ebay o subito.it potrebbe, non solo farci liberare uno scaffale, ma anche darci un ritorno in denaro! Io nel tempo credo di aver venduto davvero di tutto, dai vestiti (di adulti e bambini), alle borse, disegni e soprammobili e anche piccoli elettrodomestici.

• Il lavoro da fare su noi stessi è grande, ci va tempo anche per soffermare lo sguardo su una mensola del salotto e guardarla con occhi diversi, dicendo “ma quella candela lassù, perché non l’accendo così si consuma e faccio spazio?”. Già… avete mai censito i vostri soprammobili, uno per uno, acquistati o ricevuti in dono, considerandone veramente l’utilità o il legame affettivo? Perché spesso si ricevono gadget davvero simpatici dalle colleghe di lavoro, o da ospiti dell’ultimo minuto che per Natale o il compleanno ci portano le cose più assurde. Ma quali hanno veramente riempito il nostro cuore di emozione o si sono resi davvero necessari?

• Ed ecco che la solidarietà può farsi strada dentro di noi e possiamo riordinare casa liberandoci di piccoli soprammobili, vecchi giochi, libri per bambini che nessuno guarda più, donandoli alla vicina di casa bisognosa, all’asilo, alla scuola per fare la lotteria di Natale.

Non è molto difficile in fondo fare del decluttering uno stile di vita, che oltre a permetterci di tenere il più possibile un minimo di ordine e di controllo sulle cose, ci può far risparmiare tempo e denaro e può dare una qualità di vita migliore anche ai nostri figli.

http://www.greenme.it/abitare/10233-decluttering-liberarsi-del-superfluo

Perché usare i pannolini lavabili

Con la prima figlia Sophia, come spesso accade, mi sono lasciata molto condizionare da usi e costumi della società moderna e, con mio rammarico, credo di aver sbagliato su molti fronti.

Durante la seconda gravidanza, ho iniziato ad informarmi molto bene sotto diversi aspetti e, quando la mia pro-zia mi chiese cosa desideravo come regalo per la nascita della bambina, ho chiesto i pannolini lavabili.

Dunque vediamo perché:

I pannolini lavabili sono definiti pannolini ecologici. Infatti i pannolini usa e getta fin dalle fasi iniziali della loro produzione (consumo di cellulosa, consumo di acqua ed energia e utilizzo di sbiancanti chimici e materie plastiche per la produzione) sprecano risorse e inquinano l’ambiente. Per produrre pannolini usa e getta per un solo bambino si richiede una quantita’ di cellulosa pari a circa 10 grandi alberi. Riempiti di feci e urine, essi costituiscono il 20% circa dei rifiuti nelle discariche. Ogni bambino produce all’incirca una tonnellata di questi rifiuti difficili da trattare e non biodegradabili. Il loro tempo di decomposizione, variabile da 200 a 500 anni, aumenta in condizioni di carenza di acqua e ossigeno, condizioni che alcuni genitori riproducono volontariamente, richiudendo ogni singolo pannolino in un sacchetto di plastica. La loro degradazione rilascia nell’ambiente sostanze chimiche nocive, tra cui sodium polyacrilate, tributyl-stagno (TBT), diossina, xylene, ethylbenzene, styrene, isopropylene.

Utilizzare pannolini lavabili è invece una scelta rispettosa dell’ambiente nel quale i nostri figli dovranno vivere. I consumi idrici ed energetici dovuti al lavaggio dei pannolini lavabili in lavatrice non sono significativamente superiori a quelli del ciclo vitale-produttivo dei pannolini usa e getta. Lavare i pannolini con lavatrici ad alte prestazioni energetiche, a carico pieno e a temperature medio-basse, ed asciugare all’aria anziché in asciugatrici meccaniche, consente di spostare anche il bilancio idrico ed energetico a favore dei pannolini lavabili. Lavare pannolini in modo ecologico fa risparmiare risorse non rinnovabili e riduce l’emissione di anidride carbonica in atmosfera!

Salute del bambino
I benefici dell’uso di pannolini lavabili anziché pannolini usa e getta sulla salute del bambino sono molteplici e relativi a: (1) migliore traspirazione delle zone genitali, (2) evitata esposizione a sostanze chimiche potenzialmente tossiche, (3) mantenimento della posizione ottimale per il corretto sviluppo dell’articolazione delle anche, (4) migliore percezione delle funzioni fisiologiche.

(1) Traspirazione – Secondo una ricerca tedesca i pannolini usa e getta, essendo rivestiti da un film plastificato, impediscono la normale traspirazione della pelle. I ricercatori hanno infatti stimato un aumento di temperatura di 1°C su bambini che utilizzavano pannolini usa e getta, rispetto a bambini che indossavano pannolini di cotone. Questo risultato ha destato preoccupazione, in quanto il surriscaldamento dell’area genitale pare essere correlato a infertilità maschile.

(2) Composti tossici nei pannolini usa e getta – I pannolini usa e getta sono sostituiti da composti sintetici con effetti tossici. Emissioni nocive per il tratto respiratorio sono state dimostrate in uno studio su topi di laboratorio. Nell’esperimento, gli animali, esposti a varie marche di pannolini usa e getta mostravano sintomi riconducibili all’asma, e irritazioni di occhi, naso e gola, mentre l’esposizione a pannolini di tessuto non produceva alcun effetto.

Il sodium polyacrilate, componente dei gel superassorbenti, può assorbire fino a 100 volte il suo peso in liquidi. A causa del suo forte effetto disidratante, è collegato all’insorgenza degli eritemi da pannolino.

L’uso di pannolini lavabili evita che le delicate parti genitali dei bimbi vadano a contatto con sostanze chimiche utilizzate per la produzione di pannolini usa e getta, con potenziali effetti nocivi per la salute.

(3) Mantenimento di posizione ottimale per le anche – L’ingombro di un pannolino lavabile, variabile da modello a modello, è mediamente superiore a quello di un pannolino usa e getta. Questo da alcuni genitori viene visto come un potenziale problema, ma non è affatto così! I pannolini lavabili non procurano alcun impedimento ai movimenti nei bambini più grandicelli, e nei neonati sono addirittura più indicati degli usa e getta, poiché mantengono meglio divaricate le gambine, aiutando il corretto sviluppo delle anche. La lussazione congenita dell’anca, che colpisce soprattutto le bambine di razza bianca caucasica, viene infatti affrontata già nelle prime settimane di vita utilizzando un doppio pannolino o una mutandina speciale o, nei casi più gravi, un apposito divaricatore. Usare pannolini lavabili già dalle prime settimane di vita favorisce quindi il normale sviluppo di questa articolazione.

(4) Percezione delle funzioni fisiologiche – La sensazione di “sederino asciutto”, tanto promossa dai produttori di pannolini usa e getta, è di fatto innaturale. Il bambino che indossa pannolini lavabili viene invece messo in condizione di associare la sensazione di bagnato al fare pipì, favorendo l’insorgere del controllo delle funzioni fisiologiche e l’abbandono anticipato del pannolino.

 Assorbimento pipì: l’assorbimento nei pannolini lavabili varia a seconda del modello, del tessuto e del livello di mantenimento del pannolino stesso. Può essere quindi inferiore, paragonabile, o anche superiore all’assorbenza di un pannolino usa e getta. Va però ricordato che l’assorbenza di tutti i pannolini lavabili può essere regolata e aumentata, con l’aggiunta di appositi inserti assorbenti, fino a trovare l’assetto idoneo per il proprio figlio e per i diversi momenti della giornata. Cosa non possibile con i pannolini usa e getta, la cui assorbenza è costante e non controllabile.

Risparmio per le famiglie: un pannolino lavabile acquistato nuovo costa mediamente 13 €, a partire dai 2 € circa dei più economici prefolds, fino ai modelli più costosi di pocket o all-in-one che arrivano a 25 € circa.

Considerando che (i) per un utilizzo esclusivo di pannolini lavabili occorre un kit di almeno 15-20 pezzi, e (ii) ad eccezione dei pannolini a taglia unica che accompagnano il bimbo dalla nascita al vasino, occorrono almeno 2 o 3 kit completi di pannolini per ogni taglia, la spesa-pannolini per i lavabili è dell’ordine delle centinaia di euro. Il genitore che compra pannolini usa e getta invece spende complessivamente di più, in quanto un bimbo in media consuma settimanalmente un pacco da 10€, il che significa almeno 500 € annuali. Pertanto, la famiglia che utilizza pannolini lavabili risparmia almeno la metà rispetto alla famiglia che acquista pannolini usa e getta per 2-3 anni. Pannolini ecologici usati acquistati di seconda mano e pannolini ecologici auto-prodotti, ovviamente, consentono un ulteriore risparmio rispetto a pannolini acquistati nuovi. Nel caso di utilizzo degli stessi pannolini per altri figli, inoltre, il risparmio conseguito usando pannolini lavabili aumenta proporzionalmente al numero di figli!

Per concludere posso dirvi di aver fatto acquistare alla pro-zia un pacco da 15 pezzi di Popolini http://www.popolini.it/ taglia unica regolabile, con mutandina esterna impermeabile di 3 diverse misure e aver utilizzato a supporto i miei vecchi ciripà. Poi nel tempo ho comprato altri pannolini usati, trovandoli su Kijiji e altri nuovi in offerta da una casa inglese che produce prefolds, spendendo davvero poco.

Proponendo il vasino alle mie bimbe fin dalle prime capacità di star sedute bene e utilizzando i pannolini lavabili (che appunto lasciano al bambino la fastidiosa sensazione di bagnato), la mia seconda bimba Elettra ha tolto il pannolino a 19 mesi (e intorno ai 24 anche di notte) e la terza, Diamante Adele, a 17 e mezzo (e di lì a pochissimo anche di notte).

Un enorme vantaggio per mamma e bambino, aggiunto al risparmio per la famiglia ed agli accorgimenti per il mondo che lasciamo ai nostri figli.

C’è solo da sbizzarrirsi nel trovare il pannolino più simpatico e comodo e tramite le pannolinoteche presenti in tanti paesi è possibile prenderli in prestito per mesi oppure provare i vari modelli per acquistare poi in proprio il più congeniale alle esigenze di mamma e bebè.

 

Detersivo piatti fai da te

Tempo fa ero alla ricerca di ricette per preparare detersivi naturali per la casa e ho scoperto questo bellissimo sito: http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htm

La prima cosa che ho pensato di fare in casa è stato il detersivo per piatti, da usare possibilmente in lavastoviglie e ottenere piatti puliti, sgrassati e profumati, senza inquinare il mondo.

Io e la mia prima figlia allora ci siamo buttate in questa ricetta:

3 limoni, 400 ml di acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco

  • Tagliare i limoni in 4-5 pezzi togliendo solo i semi (è più facile se tagliate i limoni a rondelle o li spremete).
  • Frullarli con un mixer insieme ad un po’ di acqua e al sale. Per evitare intasamenti del filtro lavastoviglie, frullate a lungo e molto finemente la poltiglia. Controllate l’efficacia del vostro frullatore, altrimenti resteranno residui anche sulle stoviglie.
  • Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l’acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando, affinché non si attacchi. Quando il preparato si è addensato, metterlo in vasetti di vetro, possibilmente ancora caldo: si crea un sottovuoto che conserva il detersivo più a lungo.
  • Come si usa:
    • Due cucchiai da minestra per la lavastoviglie. Non mischiate il detersivo fai da te a quello classico per lavastoviglie.
    • A piacere per i piatti a mano. In caso di stoviglie unte basta aggiungere sulla spugnetta un po’ di detersivo classico per piatti a mano visto che, a differenza di quello per lavastoviglie, può mischiarsi con quello fai da te.
  • Se il miscuglio rimane grossolano non lava bene. Ciò dipende dalla potenza del frullatore e dalle caratteristiche della lavastoviglie. Quando la poltiglia è intiepidita, ripassarla al frullatore.
  • Inoltre è consigliabile alternare a un certo numero di lavaggi, uno con detersivo lavastoviglie bio o tradizionale.

Salviamo la natura!

 

 

Stirare: spreco di tempo e denaro

Non sono mai stata una come mia nonna, che stirava anche stracci, calzini e mutande, ma diciamo che impiegavo almeno 3/4 ore a settimana per stirare per bene tutto il resto, asciugamani compresi.

Ebbene, col tempo e l’ampliamento della famiglia, ho dovuto e VOLUTO rivedere le mie priorità, anche perché con una figlia di pochi mesi e un’altra adolescente le lavatrici sono quasi a ciclo continuo, per dei capi che per di più vengono indossati sì e no qualche ora.

Stirare spesso lo viviamo come un lavoro noioso, ma è soprattutto uno spreco di tempo ed energia elettrica. Ecco qualche trucco per stirare meno, più velocemente o non stirare affatto e avere panni perfetti:

Nell’utilizzare la lavatrice, scegliete un ciclo di lavaggio con il minore numero di giri per la centrifuga o, se potete stendere capi gocciolanti, non effettuatela affatto.

Dedicare qualche minuto in più a stendere il bucato vi faciliterà il lavoro in fase di stiro: meno pieghe si formano in fase di asciugatura, infatti, meno ne dovremo spianare con il ferro. Una volta estratto il bucato dalla lavatrice, cercate di porre più cura possibile nel disporre i panni sullo stenditoio: spianate le pieghe dei capi più piccoli con le mani, scuotete quelli più grandi in modo che siano perfettamente distesi, posizionate le mollette solo se necessario e nei punti più nascosti.

Utilizzare l’ammorbidente, meglio se naturale: aggiungere mezza tazza di aceto bianco al ciclo di risciacquo della lavatrice. I panni risulteranno più morbidi, avranno colori più brillanti e si libereranno di ogni eventuale odore di stantio, magari derivato da una prolungata permanenza in un ambiente umido (come spesso accade agli asciugamani).

Sebbene sia certamente più “green” asciugare il bucato naturalmente, l’asciugatrice presenta diversi vantaggi. Uno su tutti? Il bucato, asciutto in breve tempo, risulta più morbido che con la tradizionale stenditura. Per pareggiare il bilancio energetico, potete vederla così: risparmierete sul fronte della stiratura! Spesso i capi estratti ancora tiepidi dall’asciugatrice praticamente non presentano pieghe e possono essere piegati prima che si raffreddino e poi riposti, con risultati simili a quelli di una stiratura leggera.

E poi ancora:

Asciugamani, pigiami, indumenti che si usano per stare in casa, magliette che in inverno finiscono sotto alla felpa, canottiere e body dei bambini, tutine in ciniglia, calzini, mutande, tovaglie che si usano tutti i giorni, capi elasticizzati, lenzuola leggere (certo non quelle di lino della nonna!), perché stirarli? Se non ci sono ospiti o l’indumento resta nascosto è davvero inutile dedicarci tempo e denaro per stirarlo… basta piegarlo bene e ritirarlo impilato con ordine http://www.vitasregolata.it/la-tana/piegare-le-t-shirt-in-modo-impeccabile/, che al momento dell’utilizzo sarà praticamente perfetto.

Che dire quindi… impieghiamo il nostro tempo in altre passioni, ma non per stirare!