Latte bianco o cappuccino ?

Mio padre è sempre stato mungitore. Un giorno in azienda ha avuto la visita di una corriera di bambini di Milano. Stavano guardando stupiti come fluiva il latte dalla mungitrice alche’un bimbo fece una domanda: quella bianca fa il latte ma quella bianca e nera fa il latte macchiato? Portate i figli a vedere la natura e quello che produce altroché centri commerciali. Poi credono che la marmellata cresca già dentro il barattolo in vetro!

L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto e natura

Edificio esploso, un fermo per l’omicidio dei 3 pompieri

Ascoltato il proprietario della cascina

C’è un fermo per la morte dei tre vigili del fuoco nell’esplosione di Quargnento. I carabinieri lo hanno eseguito nella notte nei confronti di un soggetto ritenuto responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l’esplosione che la notte tra il 4 e il 5 novembre ha distrutto un cascinale. Sull’identità della persona viene mantenuto il massimo riserbo dai militari dell’Arma, che hanno convocato di prima mattina una conferenza stampa alla presenza del procuratore di Alessandria, Enrico Cieri.

La svolta nelle indagini a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli”, è stato l’appello che i parenti delle tre vittime hanno rivolto nell’occasione al presidente del Consiglio. “Bisogna capire perché e chi ha fatto questo”, è l’invito pressante del comandante provinciale dei vigili del fuoco, Roberto Marchioni, nell’esprimere la “rabbia” dei pompieri di fronte a questa tragedia. Le indagini hanno portato in pochi giorni ad un primo risultato grazie alle attività “serrate e articolate” dei carabinieri, agli ordini del colonnello Michele Angelo Lorusso. Numerosi gli accertamenti tecnici e gli interrogatori, tra cui nelle ultime ore quello di Giovanni Vincenti, proprietario dell’immobile andato distrutto.

L’uomo, che gli inquirenti avevano già ascoltato più di una volta, ha risposto per diverse ore alle nuove domande degli investigatori. “Non ho informazioni da dare, gli inquirenti stanno facendo accertamenti”, afferma il figlio di Vincenti, Stefano, contattato al telefono. In caserma anche un avvocato, Laura Mazzolini del foro di Alessandria, e due donne, che arrivano e se ne vanno in auto nell’arco di una ventina di minuti. “Ho assistito all’interrogatorio, non posso dire nulla”, si è limitato a dichiarare il legale lasciando gli uffici dell’Arma in piazza Vittorio Veneto poco prima delle 2 del mattino. “Penso che tra poco – ha aggiunto – avrete delle dichiarazioni ufficiali”. Poco dopo ha lasciato la caserma anche il procuratore Cieri, limitatosi ad un “no” con la mano rivolto dall’auto ai giornalisti.

Davanti al Comando provinciale anche alcuni cittadini che, saputo dell’interrogatorio, hanno raggiunto gli uffici dell’Arma. La notizia del fermo di polizia giudiziaria arriva alle 2.29 con un comunicato di dieci righe che rimanda alle 9 i dettagli dell’operazione. Poco dopo anche Vincenti lascia la caserma con altre due persone, a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta di colore grigio. Non si sa dove fosse diretto.

ANSA | 09-11-2019 04:00

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Matti o Artisti

Matti o Artisti
fra i ricoverati dell’Ospedale Psichiatrico di Palermo c’erano dei veri e propri talenti: poeti, matematici, scrittori, musicisti, cantanti, professori di lingue, e chissà quanti altri rimasti prigionieri del loro misterioso e insondabile destino, senza che nessuno si accorgesse di loro.
Vi erano soprattutto tanti pittori, veri e propri artisti che esprimevano una visione del mondo altra, avulsa dagli stereotipi dell’arte e da condizionamenti artistici culturali tout court, inconsapevoli di essere vicini alla natura dell’arte stessa, come mezzo di comunicazione, trait d’union della propria psiche con il mondo esterno.
Questa sintesi tra arte e follia venne tentata, nel quadriennio 1953-56, quando il Maestro Bruno Caruso decise di lavorare fianco a fianco con i folli, coinvolgendoli nell’arte della pittura e del disegno-terapia. Vennero eseguiti schizzi, disegnate bozze, colorate tele, ma di questi lavori sono rimasti soltanto alcuni esemplari, per l’incuria e l’indifferenza di chi aveva l’obbligo di custodirli in una collezione così come si è fatto in taluni ospedali psichiatrici italiani e stranieri.
Il Maestro Bruno Caruso al manicomio di Palermo esegue e realizza un gruppo di disegni che costituiscono un documento impressionante sulla condizione degli ospedali psichiatrici, un manifesto contro la discriminazione e, metaforicamente contro l’uso dell’elettroskoch e dei mezzi di contenzione:camicie di forza, polsini di forza, traverse di forza, guanti di forza, sacchi di forza, letti di forza, sedie di forza.
Questo lavoro, per il Maestro, costituisce anche la sensibilizzare a delineare tutte le premessa per un nuovo messaggio sociale, siamo ai primordi della legge 180 del 13 maggio del 1978, meglio conosciuta come legge Basaglia.
Grazie Bruno, per avermi dato la possibilità di collaborare alla realizzazione della mostra “Il mondo alla rovescia” realizzata nel Manicomio di Palermo, nel mese di marzo del 2010.

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2 Novembre

“Una donna prende forza attraverso la forza di tutte le donne che sono venute prima di lei, sua madre, sua nonna, sua bisnonna,e oltre. Scopre la sua bellezza quando riconosce questa potente forza femminile dietro di lei e dentro di lei . ”

La voce della Dea

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