Forse il paragone è forte. Ma, almeno a livello politico, la storia di Luigi Di Maio mi ricorda tanto quella del film con il sorriso più bello di Hollywood: Julia Roberts. Cult anni ‘80.
La più grande truffa nella storia della Repubblica italiana. Così, senza mezzi termini, definirei il Movimento cinque stelle e ciò che si è rivelato. Da Movimento anti-sistema e anti-casta ha finito per allearsi proprio col partito che negli ultimi 8 anni ha incarnato al meglio entrambe le cose. Tanto da eludere le elezioni ogni volta cambiando continuamente Presidente del consiglio e maggioranza di governo. Parlo del Partito democratico, ovviamente.
I Cinquestelle hanno aperto definitivamente alla cosiddetta società civile. Con un sistema, quello del web, che ha aperto le porte del Parlamento anche a casalinghe, disoccupati, operai e quant’altro. Anteponendo simpatia e faccia tosta ad esperienza, i titoli di studio e le professioni al servizio del bene pubblico.
La storia di Luigi Di Maio è emblema di tutto questo. Vilipeso e offeso spesso e volentieri da personaggi come il Governatore della Campania Vincenzo De Luca e dal critico d’arte, nonché urlatore televisivo, Vittorio Sgarbi. I quali hanno forse avuto solo il merito di intravedere in lui, prima di tanti altri, il tipico verginello moderato dal sorrisino paraculista pronto però a far carriera.
Ecco in breve l’ascesa di Luigi Di Maio.