Giorgia Meloni l’ho conosciuta che avevo 15 anni, lei 19. Era il 1996, credo, ed ella ricopriva l’incarico di responsabile nazionale di Azione Studentesca. Il movimento studentesco di Alleanza Nazionale, rappresentando tale movimento in seno al Forum delle associazioni studentesche istituito dal ministero della Pubblica Istruzione.
Devo dire che il suo discorso in occasione dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, seppur giovanissima, mi colpì molto per incisività ed empatia.
La Meloni usò questo esempio per rendere l’idea di come, alla fine, la giustizia italiana fosse inefficace nel proprio compito. E si scegliessero altre strade per cercarla.
E’ trascorso quasi un quarto di secolo e quella giovanissima romana ne ha fatta di strada. Tanto da essere l’unico leader donna di un partito (ci sarebbe anche Sinistra critica, ma loro preferiscono pensarsi come collettivo senza leaderismi): Fratelli d’Italia.
La carriera di Giorgia Meloni è stata brillante. E sebbene scada spesso nel populismo e nella retorica facile, va apprezzata quanto meno per il fatto di essere leader di un partito le cui radici ideologiche sono maschiliste (storicamente la destra sociale vede la donna come massaia, sforna-figli, portatrice di pochi diritti) e in un Paese ancora profondamente maschilista e sessista.
Ripercorriamo la carriera di Giorgia Meloni.