Una ragazza entra in in Questura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una ragazza entra in in Questura La guardo. Indossa sandali color crema, come colibrì, di plastica beige, di quelli economici che puoi comprare in molti negozi e che puzzano quando li togli. Bruna, con gli occhi infossati e l’ombra dei baffi a segnarle il volto, la ragazza non ha più di 20 anni. I capelli sono enormi, scuri, esageratamente lunghi. . Mi ricorda un’Eva sconosciuta. Puoi vedere che è sicuramente orgogliosa dei suoi capelli. Non smette di muoverli. Fa dei nodi alle estremità. Poco dopo li smonta per farne subito altri. Quando si stanca dei nodi, inizia ad avvolgersi i capelli intorno al collo.

 

 

 

 

 

Come un fazzoletto. O una collana. O una corda con cui impiccarsi. O un serpente dalla lingua biforcuta che, sibilando, ti porge una mela. Infine, smette di giocare con i suoi capelli e li getta dietro la schiena. Si guarda intorno e fa schioccare la gomma da masticare che sta masticando. È consapevole che i suoi capelli risaltano e questo la rende felice. Ciò di cui la ragazza non si rende conto è che è la bruttezza dei suoi capelli assomiglianti ad un serpente che attira l’attenzione di chiunque la incroci. Sono capelli sporchi spenti, senza lucentezza, senza volume, come un’onda incipiente.
sto per stare zitta. Per una volta. Ogni volta che mi rileggo mi rendo conto dell’imbecillità, della fragilità di ciò che scrivo qui. Scrivo come se fossi flagellato. Mi armo di qualcuno diverso da me stessa. Voglio impormi uno stile virulento, selvaggio, aggressivo. Eppure, quasi sempre, le mie parole non sono altro che parole d’inciampo, così spesso pretenziose e risibili. Li odio. Li odio davvero. A volte, come stanotte, sogno le parole. Parole scritte. Quelli sì. Sono perfetti. Per un semplice motivo. Non esiste.

 

 

 

Una ragazza entra in in Questuraultima modifica: 2023-04-16T09:53:03+02:00da CRUDELIALIBERA
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