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Mi Piacerebbe Diventar Vecchio Insieme A Te
di Mauro Pelosi
Mi piacerebbe tanto diventar vecchio insieme a te, davanti ad un camino,
immagina noi due, star lì a ricordare i bei giorni trascorsi e i problemi di oggi,
le nostre prime volte, il primo schiaffo. Mi piacerebbe tanto guardar la pioggia insieme a te,
e ti sorriderei, ti ascolterei in silenzio, la voce ormai pacata di chi sa troppo bene
che non si torna indietro e che poi non importa, forse è contento.
Poi parleremmo del tempo, delle belle stagioni, dei fiori in giardino, di una torta di mele.
Noi e le nostre paure, i pensieri nascosti, le ombre sui muri e la vita che sfuma
e la vita che sfuma.
Mi piacerebbe tanto mangiare in pace lì con te, e come due bambini
sorprenderci a giocare e prender lo sciroppo per curare più in fretta i malanni del tempo,
per vivere ancora, sarebbe bello.
E ce ne andremmo a letto un po’ traballanti io e te, ma ti sorreggerei, ti coprirei per bene
e guarderei il tuo viso per scoprir se ti ho dato una vita felice,
poi prima di dormire una carezza.
E dietro ogni finestra il respiro del vento, e le foglie contente di giocare nel cortile.
Tutta la casa protetta da una notte amica che ti fa sognare e ti porta lontano
e ti porta lontano.
Se fossi poesia
L’umiltà non fa rumore.
Camminavo con mio padre, quando all’improvviso si arrestò ad una curva e dopo un breve silenzio mi domandò: oltre al canto dei passeri, senti qualcos’altro? ~ Aguzzai le orecchie e dopo alcuni secondi gli risposi: il rumore di un carretto. Giusto ~ mi disse. È un carretto vuoto. ~ Io gli domandai: come fai a sapere che si tratta di un carretto vuoto se non lo hai ancora visto? Mi rispose: è facile capire quando un carretto è vuoto, dal momento che quanto più è vuoto, tanto più fa rumore. Divenni adulto e anche oggi quando vedo una persona che parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, è invadente, si vanta delle doti che pensa di avere, è prepotente e pensa di poter fare a meno degli altri, ho l’impressione di ascoltare la voce di mio padre che dice: quanto più il carretto è vuoto, tanto più fa rumore….
Bruno Ferrero
Queste pagine portano in scena giorni vissuti
e giorni da vivere,
mimano mosse della vita che si esalta
e si deride.
Queste pagine sono una vita e svelano piste
su edifici di parole,
la mia illusione forte, dove in futuro
voglio abitare;
sperimentano una flebile e pungente
voce umana,
una preghiera, e non urla.
Queste pagine, giorno dopo giorno,
alimentano il garbo,
incoraggiano il mondo liberato dalle avversioni.
Empty endless roads
March 30, 2020
Empty and endless roads under threatening clouds,
this is a wild life now, reminiscent of an ancient pain.
Blocked by a cruel molecule, by a vapor,
we listen to conflicting opinions that feed fear,
we live days deprived of everyday life,
of the usual, unconsciously fantastic images.
The essential is an infinite mosaic, a brilliant truth,
austere sanctuary akin to God in confined space.
The earth powerful men, surprised in impotence,
betray hypocrisy, defeated by the invisible weapon.
When everything is over we will go to the old church,
in the fresh air of mountains,
and the still chill wind will rule our face;
survivors we will remember these days as a lesson,
as a warning.
We will light the lamps of faith and hope
not to forget the prayers that heal the world.
Una molecola
30 marzo 2020
Strade vuote e interminabili sotto le nuvole minacciose,
è questa ora una vita feroce, memore di un dolore antico
e addormentato.
Bloccati da una molecola crudele, da un vapore,
ascoltiamo opinioni contrastanti che alimentano la paura,
viviamo giorni privati del quotidiano,
delle immagini consuete, inconsapevolmente fantastiche.
L’essenziale, nello spazio ristretto,
è un mosaico infinito, una verità brillante,
austero santuario affine a Dio.
I potenti della terra, sorpresi nell’impotenza,
tradiscono ipocrisie, sconfitti dall’arma invisibile
e insidiosa.
Quando questo sarà finito andremo alla vecchia chiesetta,
nell’aria fresca di monti,
e il vento ancora gelido ci righerà il viso;
superstiti ricorderemo questi giorni come una lezione,
come un monito.
Accenderemo lampade della fede e della speranza
per non dimenticare le preghiere che guariscono il mondo.
Memories
Blaise Pascal, Grandezza e Miseria dell’uomo
Conoscersi miserabili è un segno di miseria,
ma è in pari tempo un segno di grandezza.
Non si è miserabili se non si sente di esserlo:
una casa rovinata non lo è.
Soltanto l’uomo è miserabile.
Nel pensiero sta la grandezza dell’uomo.
L’uomo non è che una canna,
la più fragile della natura, ma una canna che pensa.
Non occorre che l’Universo intero si armi per annientarlo,
un vapore, una goccia d’acqua bastano ad ucciderlo.
Ma, quando pure l’Universo lo schiacciasse,
l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide
perchè sa di morire
e della superiorità che l’Universo ha su di lui.
Mentre l’Universo non ne sa nulla.
Se egli si esalta lo deprimo,
se si abbassa lo esalto,
e sempre lo contraddico, fino a che comprenda
che è un mostro incomprensibile.
Blaise Pascal, 1623-1662
Teatrino millenario
Smettiamola con questo teatrino moderno, con questi venti di guerra
che preannunciano la fine, improvvisa come un sorriso,
con i falsi sorrisi di una tristezza monotona e obliqua.
La nostra religione dorme nell’odio, nelle lacrime la speranza di pace;
imitiamo la gioia, saltiamo nel vuoto, tentiamo un’effimera salvezza.
Emergeremo dalle onde fluttuanti per spiare il mondo dalle stelle,
dallo spazio infinito ci sorprenderemo della nostra fugacità
di uomini soldato.
I potenti della Terra, votati alla distruzione, percorrono
strade incerte, selve e deserti aridi, attraversano prati
macchiati dal sangue di fratelli, fra barriere di nubi che sono illusioni.
Nei rissosi rintocchi ai ritmi secchi del tempo mi lascerò trasportare
da passi vellutati, mi rinnoverò nella voce gentile della preghiera
che invoca un’infallibile dimora, ispirato dal cuore, dall’operosità, da qui all’eternità.
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Questo film
Venezia, 2 dicembre 2019
Questo film l’avevo già visto. Una mezzanotte siciliana, di quelle che pensavi di dormire, e invece scappi di corsa col fiato in gola, con il cuore esagerato di battiti, l’immaginazione e la realtà come una pista di atterraggio, illuminata da luci multicolori, luccicanti, e il mare dai riflessi cangianti. Questo film l’avevo già visto. La sala d’attesa e una lampada tondeggiante, camici bianchi, ascensori infaticabili su e giù per i piani illuminati nella notte. Ti ho visto con i miei occhi ancora una volta bagnati da lacrime di felicità, dalla commozione irrefrenabile, galoppante. Con le lacrime di gioia prendeva corpo il palco verde e infinito, teatro palpitante dell’umanità intera, e ti guardavo la prima volta quando cominciavi il magico viaggio, udivo le parole dolci, balbettanti e struggenti; i tuoi passi incerti ricordavano i miei, da tempo immemorabile nel giardino infantile, con i gelsomini schizzati nel sole. I passi diventavano sicuri e le parole fiabe e preghiere della mente saziata di rettitudine. Giovanna Maria, questo film l’avevo già visto, avevo gustato lo sguardo di bimba tra le mie braccia, ammirato il segno tangibile della tua integrità morale, i sorprendenti giri di danza, i pensieri genuini. Vi vedo nella stanzetta a giocare, tu e Tiziana, scusa Cristiana… Ricordo le fontane di Tivoli, le Terme di Chianciano e la musica del cuore. Questo film lo voglio gustare, questo film lo voglio rivedere, lo voglio imprimere in mente e rivivere le scene giorno per giorno, nell’effimero tentativo di ricominciare, tornare indietro e avanti come se il tempo non esistesse, come se non segnasse rughe sul viso, grandi come trincee. Questa pellicola di sogno rivela gli studi impegnativi e profondi, lo sfondo incredibile e suggestivo della laguna, il traguardo raggiunto con forza e determinazione, la mia testa ubriaca di felicità. Buon compleanno Giovanna Maria, buon compleanno pellicola di sogno che è la nostra vita, la nostra famiglia, il nostro legame reciproco, sentiero luminoso che supera ogni ostacolo, forza interiore sulla quale abbiamo la fortuna di poter sempre contare. Tanti auguri deliziosetta, che il tempo ti riservi le gioie e le soddisfazioni che meriti; la vita non è un film, ma gli somiglia tanto.
N.B.