Nuova #Subaru #Impreza mette l’esperienza dei rally a disposizione della sicurezza sulle strade

Un’auto fatta per correre che è divenuta un’affidabile vettura per tutti i giorni

E tutti i terreni, come la Riserva naturale Foci dell’Isonzo

Finalmente il sole. È ancora inverno, e proprio per questo, quando il sole riesce a vincere la perturbazione, il cielo si fa terso. E l’aria limpida, un po’ umida nei bassi strati, regala luminosità particolari. Ci serve una strada poco affollata, per provare il sistema Symmetrical 4 WD trazione integrale permanente che è installato sulla Nuova #Subaru #Impreza . Sistema, che valuta elettronicamente la percentuale di potenza da scaricare su ogni singola ruota. #Impreza è arrivata con questo modello alla quinta generazione. E nell’immaginario collettivo, che si compone anche del mio pensiero, questa #Subaru lega il suo percorso a una miriade di successi nel mondo dei rally, nazionali, europei, mondiali.

Una macchina da corsa che ha contribuito allo sviluppo della tecnologia sulle strade

e a incrementare l’esperienza della Casa delle Pleiadi nella trazione integrale. Oggi, le condizioni meteo e delle strade che troviamo lungo il nostro percorso sono ideali. Ovviamente non per una spensierata scampagnata con amici. Ma per effettuare un #testdrive sì. Infatti, ieri sera è piovuto, e le strade recano ancora le tracce del limo e della sabbia sull’asfalto. Avrete intuito che ci avviciniamo all’acqua: al mare, a un fiume. La nostra meta è la

Riserva naturale Foce dell’Isonzo.

All’interno della quale si trova il centro visite dell’Isola della Cona, ove il fiume, che sfocia in mare, nell’Alto Adriatico, fa da confine orientale tra la #RivieraFriulana, e il Golfo di Panzano. Simbolo della riserva è il Chiurlo maggiore, un rapace che nidifica nelle zone umide. Come queste, tra i territori indicati quali patrimonio dell’Unesco e di interesse comunitario. Strade nervose, senza dislivelli, contornate da rivoli e canali, da vegetazioni arbustive e da canneti. A poca distanza il placido scorrere dell’Isonzo. Mentre le zone circostanti sono vocate alla viticoltura di pregio. Con prodotti enologici che si sanno imporre nei concorsi internazionali.

Nuova #Impreza 1600 cc a benzina, 114 CV, ha il cambio automatico Cvt Lineartronic,

che non dispone della versione comandabile a mano con le classiche palette del sequenziale al volante. Della quale non sentiremo affatto la mancanza. In compenso il rapporto prezzo-qualità di questa vettura è ora competitivo, e la nuova impostazione ne fa un’auto adatta a tutti, anche alle famiglie, per la sicurezza nella guida, la docilità ai comandi, la morbidezza dell’assetto e del cambio. L’assenza del cambio tradizionale è compensata da una funzione utile e nuova: la leva del cambio, se spostata a sinistra, attiva un sistema che consente di

sfruttare il freno motore.

Un effetto, che nei propulsori a benzina è meno efficace rispetto ai diesel. Può essere molto utile in discesa in montagna. O nella guida veloce in scalata. Scalata, che il motore imposta autonomamente riducendo le marce a disposizione. Superiamo Staranzano e dirigiamo verso la Riserva. Il paesaggio è splendido e così i colori, anche se ci troviamo ancora in pieno inverno. Ecco un bel tratto di strada deserto, un misto a vista, e proviamo a vedere che cosa succede affrontando le curve in sequenza: il rollio è pressochè assente, e la macchina non si scompone. Anzi, sembra che pensi di seguire il percorso che le chiediamo. E in realtà lo sta facendo. La fanghiglia e la sabbia? Non ce ne accorgiamo nemmeno. Gomme adatte ‘ognitempo’ e l’assetto, che pur essendo morbido consente alle ruote di rimanere perfettamente incollate alla strada sono gli elementi che assieme alla trazione integrale permanente assicurano alla #Impreza una grande stabilità. Ora entriamo sul tratto sterrato verso il centro visite. Saliamo sull’argine dell’Isonzo e scendiamo verso l’alveo del fiume. Il paesaggio è fantastico. E

come sulla neve, sullo sterrato con fango la #Subaru non manifesta segni di incertezza.

Anche sulle buche, con acqua o senza acqua, va via spedita senza farci pesare il forse attrito che le gomme incontrano nelle pozzanghere, né il dislivello delle buche. Un’auto rivolta alle famiglie, quindi, ma che sfrutta la grande esperienza sportiva per aumentare la sicurezza attiva. Infatti, ha vinto sfide di livello mondiale proprio per la sicurezza attiva e passiva. Ma di questo parliamo la prossima volta. Ora godiamoci la natura, i punti di osservazione dell’oasi, le peculiarità che in questo paradiso naturale non mancano, nemmeno d’inverno. A guidarci è il direttore, Fabio Perco. Un grande esperto delle attrattive faunistiche del territorio. E scopriamo che qui, ci si arriva anche via mare, in motonave, da Grado o da Trieste, o con mezzi nautici propri. Ma quello è un altro genere di #testroad.

#charlieinauto/74

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Nuova #Subaru #Impreza #testdrive sulla prima neve dell’anno

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Il sistema Symmetrical AIMG_68941 IMG_68611 IMG_6864 IMG_68841IMG_68961WD sull’auto che nei rally ha vinto tutto e si propone nella versione superaccessoriata per le famiglie

Avete mai sognato di poter vedere un paesaggio, marino, trasformarsi per mettere in mostra le diverse attrattive che presenta nelle quattro stagioni? In realtà sono pochi i luoghi nei quali ci si può permettere questa fortuna. Uno di questi è Lignano Sabbiadoro. Una lunga spiaggia dorata, che oltre sessant’anni fa ha fatto innamorare anche Ernest Hemingway, definendola ‘la Florida d’Europa’. Tanto verde che è resistito alla urbanizzazione e rappresenta ancora il ‘polmone’ naturale di questa penisola a forma di ala di gabbiano protesa verso sudest, ultima propaggine della #RivieraFriulana. L’acqua, che sotto forma di mare Adriatico a sud, e di Laguna di Marano a est e a nord. Sullo sfondo un fantastico anello di montagne che va dai primi rilievi delle isole quarnerine fino, nelle giornate rese terse dalla bora, al monte Tomba, sopra a Bassano del Grappa, sottolineate dalla fascia bianca della neve.

La neve. Ecco l’elemento raro, al mare.

Ma qui accade quasi una volta l’anno. Quando al passaggio di una perturbazione che fa soffiare il caldo e umido scirocco si sovrappongono le gelide raffiche della bora. Allora fiocca la neve. Lo scorso anno era successo un mese prima, a metà gennaio, quando ho provato la prima auto di #Charlieinauto. Era a trazione posteriore… Uno spettacolo! Stavolta, è capitato a fine febbraio. E il #testdrive si sposta su una 4×4. Anzi, su una Symmetrical AWD, per emozioni nuove. E per provare una trazione integrale avanzata. Chi è informato sulle auto delle ultime generazioni, ha indovinato che sto parlando di un’auto giapponese. E della grande esperienza nel fuoristrada, sulle strade di scarsa aderenza, nei rallies, qual è quella che vanta la Subaru. La Casa delle Pleiadi ha esteso i dispositivi di sicurezza passiva e attiva sull’intera gamma di produzione. Inserendola di serie su tutti i modelli. Così, dopo avere apprezzato le doti stradali, su neve e ghiaccio, su sterrato, il confort, la spaziosità della Nuova Forester,

stavolta saliamo su un mito dei rallysti: l’Impreza.

Quanti rally ha vinto? In tutte le condizioni. Allora, dalla scorsa puntata, vi ho spiegato che con la trazione integrale occorre tenere il muso dell’auto puntato all’interno, o alla corda della curva se si è veloci, e non togliere il piede dall’acceleratore, per nessun motivo. Sempre che la strada sua libera, ovviamente. Altrimenti occorrerà scegliere la traiettoria migliore per proseguire senza combinare guai. Quindi, tutto intorno la strada è bianca di neve. E allora? Cerchiamo una rotonda in una zona deserta, e proviamo. Anche l’Impreza dispone del sistema

Symmetrical che scarica la potenza in modo differenziato su ciascuna ruota.

A seconda di come la centralina decide sia più conveniente per favorire la massima tenuta di strada. In ogni condizione. E soprattutto sulla neve. Volete fare numeri al volante della #Subaru #Impreza? Scordatevelo. A meno che non escludiate tutti i controlli elettronici con i pulsantini sistemati sul cruscotto, sotto e a sinistra del volante. Come nella gran parte delle vetture d’oggi. Rifacciamo la stessa prova su una rotonda sulla quale non è ancora nevicato. Con il cambio automatico a sei marce, questo motore boxer alleggerito di 12 kg aspirato, a benzina, di 1600 cc e 114 CV, trascina con decisione l’auto. La scocca irrigidita e le barre anti torsione fissate alla scocca e non alle sospensioni con una altezza ancor più ridotta da terra assicurano una più marcata assenza di rollio, stabilità e tenuta di strada.  

L’Impreza rimane incollata.

Proviamo a schiacciare l’acceleratore a fondo, e a stringere la curva. Ma la deriva è quasi nulla. E la traiettoria è proprio quella che le chiediamo, anche forzando la mano, e l’andatura. Ovviamente, con la neve che ricopre l’asfalto, le linee della carreggiata non si possono vedere. Dunque, non le vede nemmeno il sistema Eyesight. Che, nel trasferimento in autostrada ci aveva concesso una guida in completo relax. Leggendo le linee della carreggiata, mantenendo la velocità impostata e rallentando da sola, all’occorrenza, in vista di auto o mezzi che erano più lenti della nostra Impreza. I consumi? Se non esageriamo, nella norma, e anche più bassi. Il posto di guida dell’Impreza sembra la cabina di pilotaggio di un aereo: molto suggestivo, con lo schermo centrale, il display più piccolo in alto al centro del cruscotto, e il ripetitore tra gli orologi dietro al volante che presentano uno sfondo azzurro intenso con le stelline delle Pleiadi che si affacciano tra i comandi touch e le informazioni. Tra le quali la visualizzazione in tempo reale della distribuzione della potenza alle ruote, il rendimento ideale, l’econometro, il ripetitore dei segnali di velocità. E i sistemi multimediali? Sono disponibili le App Apple Car Play per Iphone e Android. Ma ne parliamo la prossima volta.

#charlieinauto/74

 

#Mini #JohnCooperWorks #Countryman ALL4 da 231 CV come a Dakar ma #testdrive sulla neve

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L’erede dell’icona sportiva degli anni ’70 ora ha vinto quattro volte la Dakar

Una bella giornata di sole in pieno inverno. Una finestra tra un periodo uggioso e l’arrivo del Burian, il gelido vento siberiano. Quindi? Il momento adatto per andare nella neve. Per lo sc, però, sono un po’ fuori allenamento. Per lo sci nordico, quello da fondo, intendo. Per il quale avrei privilegiato il Tarvisiano. Ricordate l’escursione della scorsa puntata? Oggi però potremmo fare un salto su strade nuove per #charlieinauto . Ci spostiamo verso uno dei siti UNESCO che arricchiscono il territorio del nostro #FVGdascoprire : le Dolomiti Friulane. Nel contesto delle quali ci sono piste da sci alpino e nordico davvero interessanti, a

Sappada. Località sviluppatasi con il turismo montano, invernale ed estivo.

Si trova ai confini tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, a due passi dal Cadore e da Cortina d’Ampezzo. Fin qui mi avete creduto? In parte spero di sì, perché lo sci da fondo è sempre stato il mio sport invernale preferito. Ma state pensando che … ‘gatta ci cova’? Bravi! Indovinato. Motori e Cavalli Vapore. Vado per ordine e indietro nel tempo. Nel 1946 Charles Cooper e il figlio John fondarono in Inghilterra, a Surbinton, la

Cooper Car Company.

In pochi anni vincono la sfida di trasformare una minivettura in un’icona dello sport del volante. Creando anche la Formula 3 con motore posteriore 500, e svilupparono il progetto fino a vincere il mondiale di F1 e il titolo costruttori. L’esperienza fu trasferita sulle strade, e la Mini Cooper vinse il Rally di Montecarlo nel 1964, 1965 e 1967. Nel 2001 la Mini viene acquisita dalla Bmw, che punta a mantenere l’icona, per tale. Così, in questo decennio la Mini ha vinto quattro volte la Parigi-Dakar. Quindi, da anteriore pura, è divenuta una 4×4 per potersi districare e vincere nelle sabbie del deserto. Ne hanno usata Anche la versione a trazione posteriore. E io che c’entro? Negli anni ’70 non poteva che avermi incuriosito, la Mini. La Cooper ancor di più. Perché non lontano da casa mia si correvano l’Alpi Orientali, il San Martino di Castrozza, la Cividale-Castelmonte, la Tolmezzo-Verzegnis. E tra l’altro,

mio cugino Fabio correva con la Mini Cooper.

Come accade per caso, un caro amico girava con la Mini, e un altro aveva la Cooper 1300. Quello con la Mini, tra l’altro mi diede una mano a cominciare a correre, con un’altra auto di grande serie, però meno corsaiola della Mini. Anche se l’avrei fatta diventare tale. Così, la Mini l’ho provata in lungo e in largo sui tanti sterrati dell’epoca. La Cooper l’ho testata di notte su un tragitto stradale, allora si poteva, e ricordo che, per allora, era davvero entusiasmante. Ora avrete capito che stavolta proviamo la nipote delle Mini Cooper del Montecarlo, quella che ha vinto la Dakar. Anche se, proprio questi ultimi successi, quando mi hanno proposto il #testdrive, non mi erano venuti in mente. Quando mi ci sono avvicinato, mi ha colpito la livrea particolare, davvero aggressiva, con la carrozzeria blu scuro e il tetto e il cofano fuxia. Che risaltano molto bene sul candore della neve. Salgo a bordo. È davvero ribassata. A presentarmela è Ivan De Angelis, pilota di moto GP. Che cura la scuola di pilotaggio-guida sicura della Bmw Italia. L’evento è organizzato dalla Bmw e dall’ #Autostar per presentare la nuova Bmw X2, serie di lancio color oro. Ma quella la proveremo in un’altra occasione. Grandi occhi azzurri, i suoi, quelli di De Angelis, che devono averne viste di curve, su asfalto. Ma anche ‘numeri’ altrui, specialmente nella neve. Che mini è? È la

MINI John Cooper Works Countryman ALL4.

Un modello evocativo, prodotto in 2 mila esemplari, come le altre serie delle Mini Cooper speciali. C’è un piccolo problema: 2000 cc, a benzina, e circa 231 CV. Sulla neve… è la cugina dell’ultima vincitrice della Dakar. Certo non ha l’assetto tipo ‘dune buggy’, bensì è ribassata per una perfetta tenuta su strada, altra da terra quanto basta per districarsi tra neve e ghiaccio. La messa in moto è una leva illuminata di color fuxia sotto all’oblò, che va premuta verso il basso. Ivan mi rassicura. Sale con me n’el primo tratto. Lo vedo per nulla intimorito dall’avermi affidato questo mostro a quattro ruote …motrici. Anzi, subito inizia a spiegarmi le decine di funzioni che si sviluppano dal pc di bordo selezionandole dallo splendido display a oblò centrale. Anche la Mini Minor e la Mini Cooper avevano gli strumenti a orologio al centro della plancia. Una scelta determinata dalle esigenze dell’export: mentre in Inghilterra si circola a sinistra, nel continente si tiene la destra. Così, per facilitare la guida anche al di fuori dell’Inghilterra, il piantone dello sterzo sgusciava dal centro del pavimento e l’asse era orientato verso sinistra o verso destra. Nella ALL4 il posto di guida è perfettamente definito. Mi ci trovo subito a mio agio. Il sedile è stile corsa, come il volante, sportivo a tre razze in pelle JKW, con rivestimento in pelle traforata all’interno per favorire la presa e appoggio sagomato per i pollici. Il cambio, la leva di comando è rivestita in pelle, da automatico diventa sequenziale con le leve a paletta al voltante. Così apro, e … probabilmente

la Casa ha ragione:km/h 6 secondi.

Ma quello che mi colpisce subito è il rumore, che ricorda quello della Mini Cooper. E a sorpresa quando alzo il piede odo alle spalle lo scoppiettio caratteristico ìdello scarico con il motore in rilascio. Mi spiega che è stata realizzata una marmitta particolare che ricrea l’effetto sonoro. E la tenuta? D’auto da rally del terzo millennio. Ora il #test sul circuito. 4×4, cioè nel tornante occorre puntare il muso alla corda, all’interno, e tenere schiacciato a fondo l’acceleratore. Senza sollevare il piede per nessun motivo. Primo giro, tutto ok. Secondo giro, anche. Al terzo giro si infila davanti un altro tester con un SUV. Parte, e …no! ha sollevato le mani dal volante e probabilmente il piede dall’acceleratore: siamo su una lastra di ghiaccio e il risultato è un bel dritto in mezzo al bosco. Nessun danno, ma per tirare fuori 2 tonnellate e mezza di auto ci vorrà più di un’ora e mezza di lavoro. Pista bloccata, questo mi permetterà di provare un’altra auto…

#charlieinauto/73

#testroad con #Subaru #Forester sulle PS dell’AlpiOrientali per rinfrescare i ricordi delle strade del mito

Agile nell’arrampicarsi nella sinuosa speciale di Canebola per raggiungere in fretta la neve

Da lassù paesaggi incantati per spaziare con lo sguardo fino al mare

Finalmente il sole. E l’aria limpida permette di scorgere la quota neve sulle montagne, sulla pedemontana, sulle colline. La neve sembra proprio a portata di mano sul suggestivo anello di rilievi che circonda la pianura friulana. Si scorgono distintamente i piccoli paesi sulle cime dei colli e tra le radure, ritagliati dal riflesso cangiante de tetti. E si intuiscono le strade, oggi tutte asfaltate, dove si sfidavano gli assi che hanno fatto la storia dell’automobilismo su strada:

il Drago Sandro Munari con Mario Mannucci, Maurizio Verini, Federico Ormezzano, Mauro Pregliasco, Giorgio Pianta, Salvatore Bray e Rudy Dal Pozzo, Tony Fassina, Lucky Batistolli, Tacchini, Bacchelli, Vudafieri…

Quasi quasi… Non resta che imboccare la tangenziale per andare a riscoprire strade e percorsi sui quali anch’io ho imparato a guidare, in salita, in discesa, in falsopiano, curve, rettilinei, tornanti, curve a gomito, bivi e trivi con dosso. Su asfalto, ma per gran parte su terra. Mentre mi pregusto lo spettacolo del panorama che potrò godermi lassù, un po’ di buona musica dall’impianto #Subaru Starlink con sistema audio a sei altoparlanti ci sta proprio a pennello. Seleziono la funzione DAB, per le emittenti digitali, e tra i programmi tradizionali trovo canali dedicati, Classica, Techetè (le teche della Rai), e così via. A un certo punto suona il mio cellulare, che avevo provveduto a sincronizzare con il sistema di Informazione e attraverso il Bluetooth, e la chiamata sospende la ricezione del programma sovrapponendosi. Terminata la conversazione, la trasmissione riparte, ma… ecco una bella sorpresa:

riprende esattamente da dove era stata sospesa dalla telefonata.

Non pago, la prova questa volta la faccio io: chiamo un numero con il cellulare, e scopro che alla fine sul display della #Subaru compaiono i simboli del registratore, e l’indicazione di quanti secondi o minuti di ritardo ci separano dal tempo reale del programma. Se desideriamo bypassare questa comoda funzione, è sufficiente fare un clic sul pulsante Live. Frattanto abbiamo raggiunto l’attacco della salita. A Faedis. Il mio giovane teleoperatore, a casa per le vacanze di Carnevale, è subito incuriosito dalla strada che sale a Canebola, Taipana, Porzus, Forame, Slovenia. Un tempo non lontano da lì si andava in Jugoslavia. Un confine tra due mondi, guardato a vista e che sfioravamo anche a notte fonda, anche con la neve alta un metro pur di sfogare la passione per i motori, per l’avventura. Per la ricerca della prestazione estrema che da piccolo non può non avere animato ogni buon pilota o conducente. Perché in assenza delle scuole di guida sicura e di pilotaggio, la scuola erano le strade e la capacità di correggere gli errori o di anticiparli. Bella storia no? Ma siamo qui per vedere come sale su queste strade la

Nuova #Subaru #Forester.

Ricordiamo: 2000 cc 150 CV a benzina, cambio automatico a 6 marce o con comando manuale con palette al volante, gomme Yokohama off road e invernali, X MODE per salire e scendere da pendenze estreme senza perdere aderenza con ogni fondo stradale, ecc. Proviamo a salire sulla Prova Speciale di Canebola. Ovviamente sfrutteremo i tratti a vista. Per farci confermare dalla #Forester le sue doti di splendida ‘grimpeure’, arrampicatrice, nel linguaggio ciclistico. Non solo, ma mantiene l’agilità e la docilità ai comandi come in pianura. Destra-sinistra lunga in desta chiude allungo tornante sinistro… Mi sembra di ricordare le note del mio copilota. E la #Subaru? Ovviamente promossa per la capacità di risalire con agilità una strada nervosa, tortuosa, discontinua come

quella che porta a Canebola.

Nonostante le sue dimensioni non proprio tascabili. Il restyling della versione più recente l’ha infatti arricchita di volumi interni più spaziosi. È più alta, ma il motore boxer a cilindri orizzontali contrapposti, e la distribuzione dei pesi, con il baricentro bassissimo, la rendono stabile e maneggevole come un kart. Mi ha rassicurato l’immagine dello spaccato del telaio che rende la struttura portante dell’abitacolo un solido rollbar integrale. Arriviamo a Canebola, e incrociamo alcuni appassionati che stanno risalendo in auto togliendosi gli scarponi o le racchette., dopo avere appena concluso una appagante escursione sui sentieri nei boschi qui attorno. Saliamo ancora, fino a Bocchetta Sant’Antonio. Tanti anni fa, ci arrivai un pomeriggio con la mia macchina. Il trivio era a dorso di mulo e si perdeva nella discesa sottostante. A un certo punto, per il ghiaccio, l’auto ha cominciato a muoversi trasversalmente verso valle. E soltanto con l’aiuto dei tre robusti amici che avevo portato fin quassù per ammirare il panorama, con il miraggio di un salto nell’osteria del paese, dove allora si trovavano i prodotti rurali più gustosi e genuini, sono riuscito a evitare che scivolasse nel bosco…

lo spettacolo non è cambiato.

Da un lato lo scorcio verso la pianura friulana, la #RivieraFriulana, e si vede perfino il mare, la laguna di Marano, Lignano Sabbiadoro. A destra e a sinistra le due strade di sommità che portano a Porzus, o a Forame o al Canal di Grivò, altro mito del rallysmo. Una stretta stradina di nel bosco che all’occorrenza diviene un torrente. Che Sandro Munari discendeva con la Fulvia aiutandosi con la ruota interna nelle canalette di scolo dell’acqua per IMG_59131 IMG_58551 IMG_58611 IMG_58631 IMG_58651 IMG_5866 IMG_58681 IMG_58691 IMG_587112 IMG_58751mantenere la Lancia in strada ad alta velocità. Da entrambe i lati le strade si perdono tra la neve e il paesaggio è fantastico. Oltre la chiesetta votiva la strada prosegue e discende verso Prossenicco. Entra nel territorio della Slovenia, ora che non ci sono i confini e in questo unico angolo d’Europa, nel quale tre Paesi alpini incrociano i loro confini, scorgiamo sullo sfondo, e poi non così distante, il monte Canin, il più alto del Friuli Venezia Giulia e del Nordest. Proseguire lungo quella strada ci permetterà di arrivate a Bovec. Sul versante sloveno del Canin. Da lì una funivia ci porterà sulla cima. Ma questo, è già un altro viaggio.

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#Subaru Nuova #Forester #testdrive nel Tavisiano tra due ali di neve

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Conserva come poche la leva del freno a mano comando estremo per uscire dalle situazioni scabrose

‘Un’auto da neve’. Davvero? Certo. Un primo assaggio di questo SUV crossover l‘abbiamo già avuto nella montagna pordenonese. Come in tutte le cose, per comprendere meglio di che cosa disponiamo ora dobbiamo approfondirne la conoscenza. Ci serve ancora neve. Tanta neve. Mezzo metro? Di più. Perché ormai che ci siamo il desiderio del paesaggio ammantato sale. Magari carichiamo a bordo della Nuova #Forester #Subaru i nostri sci da fondo con tutto l’equipaggiamento necessario. Che grazie al progresso non comprende più da tempo il fornello a gas per riscaldare e sciogliere le scioline, contrassegnate da colori diversi a seconda del tipo di tenuta o di scorrevolezza che chiedevamo ai nostri sci in funzione delle caratteristiche del percorso prescelto e previsto. Non dispone dunque della decina e oltre di tubetti colorati di scioline, di solito trasportate in una scatola per scarpe in disuso facendo tanta attenzione per non trasformare il bagagliaio dell’auto in una grande tavolozza, e che lasciavano nei parcheggi delle auto le confondibili chiazze multicolori sulla neve. Piuttosto, e al loro posto, ci aggiungiamo un paio di slittini per lanciarci giù dal primo discesone che troveremo. E partiamo. Vento frontale. In autostrada ce l’abbiamo proprio conto. La #Forester come le altre #Subaru dispone di un

ottimo computer di bordo

che ci aiuta a comprendere il rendimento e il funzionamento dell’auto e ci insegna a guidarla al meglio. Con dati riportati con efficaci soluzioni grafiche nel display centrale e in parte ripetute nel quadrante posizionato tra gli orologi del cruscotto. Spiegano il rendimento e la ripartizione della potenza a ciascuna delle quattro ruote, l’indice di rendimento e del consumo in tempo reale, il grafico dettagliato dell’economicità della nostra guida e altro ancora. In autostrada impostiamo il cruise control adattivo e non facciamo fatica a verificare che dove il nostro percorso si orienta controvento, il consumo aumenta di un litro ogni 100 km, con le raffiche anche di più. Evidentemente ha un suo peso la sezione frontale della Forester, che nella versione più recente dispone di

volumi interni e di un abitacolo più ampi.

Ma ci rifaremo al ritorno, con il vento in poppa. Arriviamo nel Tarvisiano, a Camporosso, e incontriamo le prime strade ghiacciate. Ai lati c’è tanta neve. Quindi, se qualche cosa dovesse andare storto ce la caveremo con un po’ di lavoro per uscire dal mucchio bianco. Così provo ad aprire un po’ di più e non cambia niente: stabilità, direzionalità, trazione non cambiano. Rallento, provo a frenare. E Forester si ferma, non come sull’asfalto asciutto ma quasi come su quello bagnato. Davanti a noi si apre un piazzale. Mi cade lo sguardo sul tunnel, sul comando del cambio scelgo l’opzione S sport per assicurarmi l’erogazione della massima potenza da subito. Per stimolare al motore una curva di coppia più verticale. Ma… accanto alla leva del cambio, a 6 marce automatico o manuale, 150 CV 2000 cc a benzina, la #Forester conserva

il comando del freno a mano a bacchetta.

Con tanto di pulsante di sblocco. Quando avevo ripreso a provare auto, all’inizio mi imbarazzavano quelle auto che hanno questo comando a pulsante. Che, magari, se lo azioni rischi che non si sblocchi istantaneamente, aggiungendo un brivido alla nostra guida. Perché sono ancora della generazione di ‘Noi che il freno a mano… ’ lo usavamo per innescare il derapage, andare in tesata coda, cavacela all’ultimo momento in extremis sfruttando l’attrito delle ruote di traverso rispetto alla nostra marcia per rallentare quel minimo che bastava per permetterci di entrare in curva con un pizzico di sicurezza in più. A volte era soltanto una condizione psicologica. Ma ha sempre funzionato. E per sicurezza un amico ci aveva insegnato a fare un forellino nell’impugnatura  con il trapano, per infilarvi una vite autofilettante e bloccare il pulsante di sblocco. Di modo che la leva, una volta tirata, appena rilasciata ritornasse in posizione di riposo. Per bloccare le ruote posteriori per un istante, innescare la derapata e lasciarle subito libere di riprendere velocità. Quindi? La mano scende verso la leva quando siamo arrivati quasi in corrispondenza con la fine dell’aiuola centrale del parcheggio. Che vista l’ora pomeridiana è libero. Punto il muso all’interno verso l’aiuola colma di neve, un colpetto alla leva. La lascio andare, e anche Forester si lascia andare via di piatto. Sterzo tutto a sinistra, schiaccio a fondo l’acceleratore e via: quando mi ritrovo sul rettilineo del lato opposto del parcheggio ormai allineato nel senso di marcia mi accorgo di avere già radunato alcuni curiosi, che stavano passeggiando lì accanto. Ripeto la manovra sull’altra curva, dopo avere verificato che il piazzale era completamente vuoto, e ripeto l’operazione: spettacolo! Mi fermo e arrivano gli spettatori. Entusiasti ma rammaricati: ‘bravo, vorremmo farlo anche noi

ma il freno a mano a leva non ce l’abbiamo più“…

Ah, ecco lo spiazzo per lo slittino: vado o no? Mah sì: via! Le giornate si sono allungate. E quasi quasi… Cinque km e arrivo a Valbruna. Quasi un metro di neve. Fantastica. Proviamo a salire lungo la Saisera. La strada è pulita. Ma lo scenario è fantastico. Arrivo alla Malga del Tedesco: chiusa. Niente gnocchi, zuppa né strudel. Allora conviene salire fino alla Polveriera, e all’attacco dei sentieri, per il rifugio Marinelli e il Jof Fuart. Il ponte sul Saisera è già un punto panoramico inguagliabile, con tanta neve. Ecco il parcheggio. Vuoto. Anche qui un paio di prove di tornante con guida in condizioni di emergenza ci stanno. E anche questa volta il pubblico non manca. Voto: 10 e lode in confort, comodità, sicurezza, risposta alla guida veloce con fondo a rischio, risposta nell’off road su neve esattamente come nelle aspettative, sia con i controlli di sicurezza attivi che disattivati.

#charlieinauto/71