#testdrive #testroad #charlieauto con #Seat Nuova Leon raggiungiamo una #malga per pernottare

Il fantastico cielo delle #Alpi la notte e all’alba per rinfrescare la nostra calda estate sulle strade, e non solo, e tra i boschi della #Carnia

Il cielo cristallino dell’alta #Carnia, in quota, ci consente di scorgere le costellazioni, e il corso vellutato della Via lattea, quasi da toccare con mano

E di apprezzare finalmente un po’ di frescura dopo tante giornate di caldo africano, vissute in pianura. Un caldo splendido per vivere l’estate, specialmente al mare. Ma una pausa di riflessione dall’arsura ci permette di riscoprire il mondo circostante. Di apprezzare la ricchezza dell’ecosistema alpino. Ma ripartiamo dalla colazione, del giorno dopo. E dall’inizio: siamo saliti a Malga Pizzul 1532 m sopra Paularo (Ud) seguendo le tracce di un grande pickup. Lungo strade di montagna, piste forestali, mulattiere.

Pernottare a Malga Pizzul, mentre #Seat Nuova Leon ci attende al fresco

Dormire in #baita, ancorché in #malga, è stato davvero splendido. Anche perché tutt’intorno l’ambiente era fresco e non caldo come a valle. Il risveglio ci ha fatto ritrovare la nostra #Seat Nuova Leon, sullo sfondo di una skyline senza confini. Ritroviamo Delfina. Che ha tenuto fede alla mission inflittale dai genitori, quando l’hanno chiamata così. L’erede di una famiglia di agricoltori, saliti da Camino al Tagliamento (Ud), alla ricerca di pascoli, e di fresco, con un’idea imprenditoriale forse più innovativa dei moderni: fare agricoltura di pregio ed esclusiva in quota. A tavola, non può mancare il burro fresco, né le marmellate fatte in casa, i mieli. Ma c’è anche qualche krapfen, e il latte con il caffè della Moka. Non spaventatevi: nei bagni c’era l’acqua calda e ogni confort. Così nelle camere. Delfina Ferigo ci spiega che sono numerosi gli appassionati del trekking montano, delle escursioni, delle passeggiate, della mountain bike, ma anche del semplice soggiorno meditativo che specialmente in luglio e agosto frequentano la malga. Diversi giovani, numerose famiglie e gruppi, prenotano anche dall’anno precedente. Ma di solito salgono fin quassù, ci spiega, con auto da montagna o fuoristrada. Le chiariamo che come l’abito non fa il monaco, così

non è l’auto che fa il conducente o il pilota

E che la strada fi quassù, per quello che ci riguarda, è percorribile. Con la #Seat Nuova Leon ci siamo inerpicati fin quassù, con la famiglia, senza alcuna difficoltà. E ci siamo divertiti a penetrare nel bosco, per sbucare su pianori panoramici. Oggi quassù è festa grande: è la ricorrenza del Redentore. E la nostra #Seat si è ritrovata circondata da altri mezzi, soprattutto fuoristrada, o almeno crossover.

Scenario fantastico

Perché fra poco si esibirà la Banca musicale della vallata, che sarà preceduta dalla suggestiva Santa Messa, celebrata sull’altare all’aperto, vista verso il fondovalle, ma anche verso le Dolomiti friulane. Ci smarchiamo un po’ per una passeggiata fino allo spiazzo panoramico qualche centinaio di metri più in alto. Una grande croce ricorda che qui, lungo questo sentiero che va fino in Austria, al riparo delle trincee scavate più ancor più in alto, si è combattuta la Prima guerra mondiale. Anche da qui il panorama è impagabile. A poca distanza sentiamo un fischio flebile, poi più forte: sono le marmotte. Che hanno colonizzato il crinale. Ma… peccato. È ora di ritornare a casa. Salutiamo Delfina e i suoi familiari e diciamo arrivederci a Malga Pizzul. E imbocchiamo la strada in discesa. Stavolta senza patemi o timori poi rivelatisi infondati.

Purtroppo dobbiamo scendere

Una discesa tranquilla, un po’ di attenzione alle pietre. Ma anche i due piccoli guadi, con la luce del giorno ci si rivelano nella reale dimensione. Ripensandoci però, chissà se senza la guida del montanaro con il mezzo da trasporto boschivo, saremmo saliti ugualmente. Forse, in pieno giorno anche sì. Ah, il ragazzone con il pickup: d’estate il fine settimana vive con la famiglia in una baita quasi alla quota della malga. Ma durante la settimana sapete che cosa fa? Il direttore di banca in città. Suggestiva come doppia identità no!?

B&b El Niu a Paularo nelle antiche case Linussio

Ma le scoperte, nella nostra gita in Carnia, non sono ancora esaurite. Ritorniamo a Paularo. Al motivo della nostra gira in montagna: nel centro del paese, tra le case Linussio, complesso padronale che era sorto tre secoli fa attorno all’industria della tessitura, che in Carnia era fiorente, Mario Revelant, un’amico che è stato sindaco nella località negli anni ’80, quand’era, come me, poco più che un ragazzo, ha ristrutturato uno stabile. Divenuto ora un accogliente ‘bed and breakfast’, non a caso chiamato ‘El niu’, che in carnico, significa il nido. Cucina tipica per darci il benvenuto, tutto fa pensare che ne faremo una base di appoggio per le nostre escursioni autunnali, o lo sci invernale nel comprensorio, prevalentemente sci da fondo.

#Seat Nuova Leon promossa per affidabilità e confort

E la #Seat? Promossa a pieni voti per la comodità e la tranquillità che ci ha infuso in tutta questa esperienza, fin dalle prime rampe della montagna. Un assetto rigido quanto basta per correre via veloci nel misto, ma abbastanza morbido per superare le asperità, assicurando confort a conducente e passeggeri, la contraddistinguono. E ora? Che fare? Che cosa vi racconteremo? Staremo a vedere. Magari un’altra gita sui laghi italiani. Con un’altra vettura del Gruppo Volkswagen, o FCA, oppure… Sorpresa. Dopotutto, questo fine settimana a Trieste c’è la #Barcolana, il più grande evento velico del Mediterraneo. Chissà che assieme alle grandi barche da regata non ci sia l’occasione per provare qualche cavallo vapore.

E ora?

Questa terza puntata sulle strade della Carnia, ancorché una sviluppata su una delle prove speciali più amate del rallysmo italiano, le altre due in alta montagna, ve l’ho dedicata per poter pubblicare altre foto alla malga. Che non potevo non farvi vedere, perché ritraggono scenari imperdibili. #charlieinauto Paularo paesaggio IMG_1413 IMG_1415 Paularo Seat tornante ghiaia Paularo mulattiera pickup Paularo mulattiera stretta Seat 2 Seat malga guado 2 Malga Seat IMG_1470 IMG_1474 IMG_1476 IMG_1479 IMG_1489 IMG_1492 IMG_1495 IMG_1499 IMG_1505 Malga Delfina Ferigo IMG_1528 IMG_1542 IMG_1538 IMG_1548 IMG_1549

#testdrive #testroad Visto che #Seat Nuova Leon sale fino in malga?

IMG_1412IMG_1471Seat in malga Pizzul 2IMG_1478Alla ricerca del fresco e di una natura intatta ma anche dei sapori genuini

Mille metri sopra Paularo c’è Malga Pizzul gestita dalla gamiglia Fedrigo da 40 anniIMG_1363 IMG_1366 Seat scende malga Paularo IMG_1383 IMG_1384 IMG_1387 Seat verso malga IMG_1391 IMG_1394 IMG_1395

Avete visto? La Seat nuova Leon, sulla Ligosullo – #Paularo ve l’ho portata. Non è certo un’auto pronta per correre. Ma non viene prodotta per questo. Comoda per la sua categoria, completamente accessoriata e dotata dei pacchetti di sicurezza e di guida assistita che il Gruppo Volkswagen assicura ai suoi clienti. Sulle strade di montagna, sul misto, qualora serva potenza per schizzare via oltre le asperità e gli imprevisti della strada, risponde con sincera efficacia. Cilindrata di 1400 cc e 150 CV, ben gestiti elettronicamente, un peso commisurato con le dimensioni, assicurano una guida sicura, anche se ci si può divertire in qualche strada di misto, veloce. Dopo avere fatto l’abitudine con tante auto con il cambio automatico, il cambio a sei marce ci fa lavorare un po’ sui tornanti in salita, ma è rapido nell’innesto anche quando il motore ci deve aiutare in discesa.

Dopo la cronoscalata un po’ di …fiato

Beh, siamo ancora in montagna. Piena estate. Siamo ritornati a Ligosullo, anche toccando la splendida vallata del torrente But, e Paluzza. Dove è possibile trovare splendidi prodotti alimentari e gastronomici della Carnia. E, dove c’era venuta la tentazione di fare un salto in Austria. Perché da Paluzza, passato Timau con i laghetti, biotopo tutelato e d’inverno splendida pista da fondo, e il Museo della Grande guerra, perché le alte montagne circostanti tutt’ora conservano trincee e camminamenti della Prima guerra mondiale, da visitare lungo i sentieri del Cai, il richiamo del Passo di Monte Croce Carnico era davvero forte. Oltre sette km di salita con tornanti, veloce, misto. Ricordo d’averlo scalato, e disceso, con mio zio con la Fiat 1100.

Luoghi della storia: andiamo in Austria?

In cima, il confine con l’Austria. E sull’altro versante, un altro mondo, con il verde curatissimo, le case di montagna: uno scenario montano di quelli che l’Austria presenta in buona parte dell’arco alpino. Ma anche se le giornate sono ancora lunghe, siamo in tre, e l’affrontare le strade oltre confine, di montagna, al buio, avrebbe potuto darci qualche preoccupazione. O insinuarla tra i passeggeri. Così ritorniamo a Paularo. E progettiamo di affrontare il Cason di Lanza. Sostare in malga, ridiscendere per la Val Aupa a Moggio, nel gemonese, e ritornare sulla A23 verso Udine. Ma ci impensierisce la lunghezza del percorso, e il fatto che …fra un paio d’ore sarà buio. E anche se in Italia, magari lassù farà buio, l’auto non è nostra, ecc… Però la spinta istintuale è forte. Cominciamo a salire. Ci fermiamo accanto a un pratone dove pascolano le capre. Località Misincinis. Chiediamo informazioni: “Ci sono malghe più vicine qui sopra”? Una a 5/6 km, ma la strada, in alto è un po’ così, ci risponde una signora attempata in carnico. Però è una signora. Non un giovane, o meno, di montagna uso a scorrazzare per mulattiere e piste forestali. Allora proseguo verso la montagna.

Che dite? Saliamo in malga?

Ecco un’altra frazione: Ravinis. Proseguo e mi fermo in un punto fotogenico, per l’auto, a scattare qualche foto. Passa un vecchietto con l’Ape. Lo fermiamo. Ci studia, guarda la macchina e cin induce a continuare, anche se più su la strada si restringe, ma sarà ancora asfaltata. Due, tre lm in mezzo al bosco di conifere, finché raggiungiamo una radura dalla quale si scorge il fondovalle. Laggiù c’è Paularo, che abbiamo lasciato una ventina di minuti prima. Alcune baite ben curate, con tanto di gerani sui balconi ci fanno presagire dedurre che fin qui si arriva facilmente in auto. E più avanti? Più avanti è sterrato, ci anticipa un uomo alla guida di un potente pic up. “Però dovresti farcela”, mi rassicura dopo avere squadrato la nostra Nuova Leon. L’attrazione è imprescindibile: a valle c’erano 36°, qui, a 1100 m, 25°. E più in alto? Tra l’altro si avvicina l’imbrunire. Il panorama sarà splendido. Vinta la ritrosia di uno dei trasportati, mi infilo dietro al pickup.

Piste forestali e mulattiere: ce la faremo?

Ecco lo sterrato. Si restringe, ma è scorrevole. Eh… l’attraversamento d’acqua di un ruscello: splendido. Il fondo è un po’ sconnesso, ma non ci creerà difficoltà. L’acqua non è alta. La presenza del fuoristrada davanti a noi mi rassicura. Nel caso ci fosse qualche ostacolo sulla strada, con la sua mole me lo spazzerebbe via. Pian piano si comincia a vedere più paesaggio che abeti. Ed è splendido. Finché la montagna comincia a farsi più dolce e prevalgono i prati: probabilmente la malga è qui sopra. Ancora alcuni curvoni in pendenza ed ecco che si apre il pianoro. Lo scenario è mozzafiato: la baita è dietro alle stalle, sotto alla montagna. Una piccola cappella è posizionata sull’orlo del precipizio, la skyline sono le vette delle Alpi Carniche e Giulie, ma si intravedono anche le Dolomiti friulane, che si stagliano sulla luce del tramonto. E giù, si vede fino a fondovalle: è l’abitato di Paularo, oltre 1 km più in basso.

Arrivati: quota 1532 a Malga Pizzul 1000 m sopra Paularo

Ce l’abbiamo fatta: Malga Pizzul 1532 m. All’esterno un bancone con chiosco di legno e pietra, dal quale ci porgono una birra fresca. Il clima: splendidamente asciutto e 24°. Fantastico! Sentiamo i vicini, in abbigliamento consono all’ambiente forestale che commentano in carnico, la lingua friulana parlata su queste montagne: “Hai visto! (‘bulo’) Spavaldo quel signore: è venuto fin quassù con la Seat”… Il paesaggio ci cattura sempre di più. Man mano che cala la sera, diviene fatato. Ci invitano ad entrare. Foto in bianco e nero e oggetti d’arredo dei primi del ‘900 ci ricordano l’antico uso della malga. Ci accoglie Delfina Ferigo, la figlia del primo gestore della marga, Erminio, quarant’anni fa. Assieme alle nipoti che ci servono in breve un gustoso antipasto di formaggi e insaccati (quassù assieme alle mucche allevano anche maiali), una buona pasta al ragù e il frico, il formaggio fritto con le patate. Il vino è un equilibrato Merlot. Il dolce? Il Tiramisù che è di moda in questi giorni. Il conto? Con la pancia satolla abbiamo speso come in pizzeria. Intuiscono il mio mestiere. Forse è stato mio figlio a fare la soffiata. Così, mentre stiamo per ripartire mi prospettano la possibilità che ci fermiamo a dormire lì.

Dopo i sapori della Carnia, pernottiamo qui? Ci sono 20°…

Ci sono 12 posti letto in quattro camere, tutte con bagno. Una è ancora libera. L’indomani ci sarà festa grande: la Festa del Redentore, con la banda e l’arcivescovo che celebrerà la Messa sull’altare sistemato sul pratone. Facciamo un salto fuori: in quota, il cielo, terso, è fantastico e pieno di stelle. Quindi? Ci hanno convinto.       #charlieinauto

(2-segue)

#Autosport #Testdrive #Seat Leon sulle strade della storia dell’automobilismo da corsa

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Vi capita di usare una chicca che può passare inosservata. Ma che chi mastica un po’ di motori, nota per la strada. Perché è la nuova versione di un’auto di successo. Anche in pista. Compatta, piccolina da fuori, spaziosa dentro, presenta tutto quello che serve e anche di più. È un’auto giovane. E come tale ha dotazioni che piacciono in particolare ai giovani. Ma poi anche ai più ‘grandi’, i quali, quando le provano, ci si abituano volentieri. Per esempio l’illuminazione a Led che interrompe la monotonia della portiera. E che a comando si accende del colore che preferiamo. Mentre l’illuminazione delle pedane, sia nei posti anteriori che in quelli posteriori è regolabile. Un’opzione di matrice Volkswagen che ritroveremo su auto più grandi del Gruppo. È la nuova Seat Leon. Ci è già capitato di usare un’auto piccola, e di sentirci calare nell’abitacolo dell’auto che ha vinto il mondiale rally #WRC, con la #Skoda Fabia. Questa è più spaziosa, più grande, confortevole, scattante, comunque morbida da guidare. Scendiamo di un gradino solo perché è con il cambio manuale. Ma gli accorgimenti per la guida assistita di matrice #VW ci permetteranno di sopperire a questa ‘novità’, e ci riporteranno alla guida. Così, dopo un giro in autostrada, il solito trasferimento dal #Veneto centrale al #Friuli, per verificare che la Seat Leon è risparmiosa. Ovviamente bisogna fare attenzione con il piede, ma i consumi, nonostante il motore sia un 1400 a benzina, sono davvero contenuti.

Nonostante siamo costretti dalla calura ad accendere il clima, la macchina non registra cali di potenza

Anche nell’estate più prolungatamente calda degli ultimi anni. Che ci costringe, da subito, ad accendere il clima a manetta. Che risponde bene alle aspettative e ci consente di viaggiare in pieno relax. E non influisce su prestazioni e consumi. E’ bene spiegare però che pur essendo un 1400 cc, il motore di questa Seat Leon ci regala ben 150 CV. Dunque, riassumendo, 6 marce, e un motore sportivo ma all’occorrenza morbido e silenzioso. Le rifiniture di alto livello e soprattutto ergonomiche. Nell’abitacolo tutto ci mette a nostro agio. Fatta la sua conoscenza, ora, che si fa? Il caldo dell’estate è insistente. Quindi? Cerchiamo scampo al mare? Non basta, perché là, nella #RivieraFriulana l’escursione termica tra giorno e notte è limitata. Allora, non ci resta che andare in montagna. L’ispirazione arriva con l’occasione. L’inaugurazione di un bed and breakfast a Paularo. ‘Il Niu’, in lingua friulana Il nido, ricavato nelle antiche case Linussio del vecchio borgo della Carnia, da Mario Revelant. Paularo, nella val d’Incarojo. Ci offre diverse possibilità in serate lunghe e calde come quelle dell’estate 2017.

Le bellezze della montagna friulana, la mitica ps. Ligosullo-Paularo

Andar per malghe, e rientrare dalla Val Aupa, o scendere verso il Gemonese. Oppure… Paularo-Ligosullo, lo scollinamento verso la Valle del But, l’altro ramo del suggestivo paesaggio montano della Carnia. Nel senso contrario, era una delle mitiche prove speciali del Rally delle #Alpi Orientali. E, credo di ricordare, anche del Rally di San Martino di Castrozza. Era completamente sterrata, e ricordo che negli ultimi tornanti vedevo scendere le Fiat 124 Abarth, l’Alfa Romeo Gtv, le Opel Ascona, la Opel Commodore, le Porsche Carrera, la Lancia Beta, le A112, con una delle ruote posteriori quasi nel vuoto… O nel vuoto. Bene. Trovato l’equipaggio da scaricare a terra per darmi il via libera, o no, e per riprendermi con foto e video, scaldo ruote e motore in salita. Splendido lo scenario, dalle ultime abitazioni di Paularo. Poi in mezzo al bosco. La versione che mi hanno affidato alla Volkswagen a Verona è la FR. Con l’assetto più sportivo. Cominciamo a tirare un po’ le marce. E la Seat Nuova Leon, 1400 cc, si arrampica bene, e dai tornanti al misto si svicola con agilità e la potenza che serve. Arriviamo a Ligosullo, e invece di proseguire verso Paluzza, dove abbiamo amici, non ultimi i fondisti olimpionici Di Centa, decidiamo di percorrere la speciale nel senso di marcia dei rallisti di allora. Pronti: via! All’inizio si sale un po’. Per affrontare sette tornanti. Quelli più spettacolari. La Leon si qualifica per grinta e agilità in questo tratto. C’è da dire che ognuno di questi #testdrive per me è una scoperta. Infatti, finora ho provato modelli e versioni sempre in anteprima. Il che non vuol dire che ero il primo a salire a bordo di uno di questi modelli. O meglio, non sempre. Ma le ho sempre provate prima che altri le potessero descrivere sui loro media, televisivi, cartacei, on line. Come ne sono certo? Semplicemente andando a sfruculiare su Google per vedere recensioni e test. Addirittura le Case, spesso, non riportano la versione che ho in uso. E così, addio dati.. Questo per evidenziare che anche la Nuova Seat Leon è stata una piacevole sorpresa, e scoperta. Perché anche dopo la salita movimentata dai tornanti dei primi km della Sp 24, da Ligosullo a Paularo, è arrivato un bel misto in falsopiano, poi in discesa con alcuni tornanti e il tratto veloce finale, che s’introduce nell’abitato di Paularo. Gran bella strada, anche da asfaltata. E gran bella macchina: si tratta sempre di una 5 porte, anche se con vocazione sportiva. Ma assetto e freni hanno retto alla prova, speciale, al clima caldo, alle nostre richieste. Ma allora? Una coupé giovane, sportiva, ma anche elegante nella sua sobrietà può andare anche in alta montagna? Certo, e la prossima volta vedremo come si comporta.

Charlieinauto

(Segue-1)

#Subaru Levorg sportiva docile morbida silenziosa: non sembra una SW a benzina con 170 HP

20170212_193345_HDR Ch Levorg Coda Ch Levorg Central 2 IMG_5932 IMG_5908 IMG_5848 IMG_5818 IMG_5817#Subaru Levorg sulle strade della Carnia si lascia guidare con facilità e perdona molto grazie al 4×4 permanente e al sistema Symmetrical per la distribuzione della potenza alle ruote

Il motore boxer abbassa in baricentro a vantaggio della tenuta di strada

#Subaru Levorg è stata una bella scoperta. Quando l’abbiamo presa in consegna ci eravamo lasciati prendere dai pregiudizi che da qualche anno coviamo per i motori benzina. Dopo l’avvento del diesel tra le auto di ogni giorno, i consumi più limitati e la coppia bassa avevano sempre avuto la meglio nelle nostre aspettative rispetto alle prestazioni, spostate di più verso l’alto, dei motori a benzina. Così abbiamo pensato di provarla su una salita, alla quale avrebbe evidentemente fatto seguito la discesa. E siamo andati sullo Zoncolan. L’inverno dall’innevamento incerto fino in quota ci ha permesso di provare sul misto la pronta risposta alle sollecitazioni del nostro acceleratore.

Un motore vivace e potente e la possibilità di decidere istantaneamente di dare potenza

Cambio automatico, o il sequenziale a sei marce con le leve al volante. 1600 cc, 170 HP, una curva di coppia che possiamo modificare con un tasto al volante per scegliere tra la guida I ntelligente, che dà priorità al risparmio e riduce un po’ la potenza, e quella S portiva, che consente di avere il massimo dalla vettura. E che si può commutare all’occorrenza anche istantaneamente, per esempio per un sorpasso. Sul display tra gli orologi del cruscotto compare disegnata la curva di potenza che ci permette di sapere che cosa abbiamo a disposizione in quel momento. Quanto a stabilità, l’auto è compatta, ma con la linea da vettura d’alto livello. La mascherina elegante ma aggressiva consente di raffreddare il segreto di questa macchina di alto livello, camuffata da auto di fascia media. Per consentirci di apprezzare i sedili molto curati e comodi, nello stile della Casa delle Pleiadi, avvolgenti ma estremamente confortevoli, e che ci permettono di sopportare di buon grado le sollecitazioni ‘di potenza’, Levorg monta il boxer a benzina Subaru. Il motore è piatto, distribuito in orizzontale, perché i 4 cilindri sono contrapposti di 180 gradi.

Baricentro basso per sfogare le nostre propensioni rallystiche

Ne consegue il baricentro basso, assecondato dalla limitata altezza da terra, esaltata dalle minigonne laterali. Il risultato è una tenuta di strada eccellente in ogni occasione. Garantita anche dalle 4 ruote motrici sempre in presa. Risultato dell’esperienza Subaru in materia. Non la spaventano certo i tornanti dello Zoncolan, sui quali possiamo guidarla con determinazione impugnando il volante ergonomico a forma di D. Magari disattivando per l’occasione Eyesight, il dispositivo di guida sicura che potrebbe scambiare la nostra guida sportiva per degli errori e intromettersi, anche se con garbo, con le nostre decisioni. Arriviamo in cima al pianoro dello Zoncolan, verificando che i consumi non sono stati così drammatici. E mentre in pianura erano nella media, nella salita hanno risentito delle nostre pretese sportive.

Guida morbida quasi ovattata che attenua anche la percezione della spinta del motore boxer

La guida è sempre stata fluida, a portata di tutti e di tutte. Anche grazie al brevetto Symmetrical All-Weel drive, che distribuisce la potenza dove serve, e non indistintamente sulle quattro ruote. Un salto al rifugio Zoncolan, o in uno dei locali per la grappa con i mirtilli, per i passeggeri, la cioccolata calda, per noi che guidiamo, e possiamo provare Levorg sulla strada sporca, un po’ sconnessa dall’inverno, che scende verso la montagna pordenonese. Due strette gallerie che sono percorse anche dai ciclisti del Giro d’Italia nella tappa dello Zoncolan, ci conducono verso la malga Pozof. Da visitare per assaggiare i formaggi freschi e stagionati che il casaro realizza sul posto. Poi, la discesa, stretta, a tratti ripida, con allunghi seguiti da curve strette e tornanti: insomma, da guidare. E anche qui Levorg ha dimostrato una buona capacità di frenata e di saper rispondere alle nostre richieste di spunto e velocità. D’altro canto, chi abbiamo lasciato alle spalle aveva la conferma del carattere di Levorg dai due terminali di scarico a coda dell’auto.

 

Scalare le marce a mano con il comando del sequenziale e lasciare la progressione al cambio automatico

 

Per regalarci qualche emozione in più nelle staccate ci siamo aiutati scalando le marce all’inserimento alla corda delle curve strette manualmente. È possibile farso semplicemtne agendo sulle leve al volante anche con la cloche del cambio sulla posizione Automatico. Quando rilasciamo le levette il cambio automatico riprende il comando dei rapporti del motore. Mentre l’intera nostra manovra è replicata dal display sul cruscotto, dove compare anche il suggerimento della marcia da innestare, assieme al numerino di quella inserita. Ma come possiamo usare la #Subaru Levorg? Dove e per corsa possiamo sfruttarla? Lo vedremo assieme la prossima volta.

#charlieinauto