Sembra nata per correre la #Fiat124spider che abbiamo provato nella #Rivierafriulana #charlieinauto

Una vintage dalle linee moderne e soluzioni tecniche per mantenere i caratteri e il carattere stile anni ‘70

Dalla guida turistica a quella sportiva con prestazioni e sensazioni da piccola Formula

Ragazzi… passare in poche settimane da un posteriore puro, qual è la #Fiat124spider, a una gran turismo, anche se compatta, totalmente integrale, morbida e silenziosa come la #Subaru Levorg, a un crossover, un fuoristrada cattivo ed efficace, incollato alla strada, capace di affrontare i percorsi #offroad come #Subaru XV, il tutto in meno di due mesi, dopo avere ripreso a fare #testdrive e #testroad pur continuando a condurre la vita di ogni giorno… Beh! Vi assicuro che se per certi aspetti può sembrare non facile, dall’altro riempie di motivazione e dà la carica a chi è appassionato della guida. Ma ritorniamo al nostro lavoro iniziale: provare la nuova 124. Anche qui, il dover ritirare le auto del parco stampa di alcune delle Case automobilistiche più note dal centro di una delle città più trafficate d’Europa, se per le prime centinaia di metri ti impanica un po’, poi ti consente di essere subito a confronto con le differenze delle vetture. Per #Fiat124spider il primo impatto è suggestione: per le forme aggressive ma rotonde, un riuscito mix tra la linea americaneggiante e la matrice mediterranea della 124. Il risultato efficace del nuovo corso Fiat in FCA. Suggestione, a cominciare dalla singolarità del posto di guida, quasi un abitacolo da piccolo aereo, con i comandi posizionati così com’erano nell’auto di 40 anni fa, ma con soluzioni davvero ergonomiche. E attuali. Poi, sempre in città, fra i tram, si deve affrontare la guida a bassa velocità di un’auto che sembra nata per correre. A noi è capitato di utilizzarla con gli pneumatici a pressione decisamente più bassa della norma. E già le partenze ai semafori erano un’incognita, per una vettura che seppure leggerissima, 1050 kg, è nata per correre, la scelta dei rapporti è orientata a svilupparne la velocità, mentre la coppia non è certo bassa: è quella di un buon motore medio-piccolo turbo, a benzina.

L’abitacolo è essenziale ma ergonomico

Da dentro la #Fiat124spider, il mondo sembra visto dal basso, ma davvero dal basso. Ma la vista del cofano e delle bombature dei parafanghi rendono il senso di compattezza a un’auto che si guida, nel misto, come un go kart. Al passaggio si voltano in tanti, come farebbero per una macchina del Cavallino, ma non sono richiamati dal rumore. Perché la nostra 124, con le due marmitte posteriori, simula il suono della vecchia 124, anche ascoltandolo dall’interno dell’abitacolo. Abitacolo? Sì, perché disponete di tale spazio: anche la borsetta della vostra compagna dovrà finire nel piccolo bagagliaio, che comunque contiene un paio di trolley di medie dimensioni e può essere amplificato con il suggestivo portapacchi sul cofano posteriore. Salvo, la borsetta ovviamente, essere trattenuta sulle ginocchia della passeggera. Al pavimento, infatti, di spazio ne rimane assai poco. Ma lo spazio a disposizione, ovviamente si tratta di una due posti secchi, è sufficiente per quanto vi occorre per andare a passare qualche giorno al mare.

La guida sportiva è anche assistita

Proviamo a prendere velocità: la strada ce lo consente, e sentiamo il classico calcio nel fondoschiena, la spinta all’indietro, all’entrata in potenza del turbo. L’accelerazione è infatti eccellente. Scegliamo un percorso tra gli argini della laguna di Marano e Lignano e la penisola della città balneare friulana. Una strada che ci porta vicino alle ricchezze ambientali della laguna, la zona umida più a nord del Mediterraneo. Occhio alle staccate, perché essendo leggera, con un fondo non proprio ancorante, con il brecciolino o un po’ di brina, potrebbe restituirvi la non sempre gradevole sensazione di non essere in grado di rallentarla in tempo. Ma l’elettronica della quale dispone sa sopperire anche questi imprevisti, e vi aiuta a riprendere subito il controllo della vettura. E …fiato. Tanto che, se anche voleste divertirvi alla vecchia maniera, stimolati dal fatto che la leva del freno a mano è sistemata in alto sopra al tunnel centrale, pensando di passare direttamente al ‘derapage’, anche sul fondo scorrevole vi converrà prima disinserire l’antiskating. Per lasciarvi poi cullare dalla piacevole sensazione di sentirla allargare le curve con il retrotreno. Ma anche con i controlli elettronici inseriti, la potenza della 124 è sufficiente a farla allargare con la coda anche semplicemente uscendo in tiro da una rotonda. Nel misto, poi, la guida è come una danza. Ritmica e morbida. Riscoperta la pressione adeguata delle nostre Goodyear invernali M+S, (2.6 bar dietro e 2 davanti), sfoghiamo il nostro desiderio di riscoprire una ‘posteriore’, e premiamo un po’ di più sulle strade rivierasche: è puro divertimento.

Le prestazioni

Abbiamo provato anche un altro paio di condizioni e di parametri utili a chi vuole saperne di più della 124 Spider. I consumi? Se amate tenere giù il piede, ve lo dovete aspettare che beva. Tuttavia, i consumi sono più contenuti rispetto alle premesse. Per i trasferimenti, pur trattandosi di un motore a quattro cilindri a benzina, 1400 cc, da 140 HP, rientrano nella media grazie al peso contenuto, ottenuto risparmiando sulle imbottiture, sui meccanismi ed automazioni, sulle rifiniture interne, sulle portiere, ecc. I fari sono splendidi. Un nuovo sistema brevettato, in curva lancia la luce oltre il vostro sguardo e vi consente di avere un arco di visuale davvero eccellente e completo. E’ frutto dei fari a led che si orientano verso la direzione che state prendendo. Quando ritorneremo a un’auto che non ne è dotata, ne sentiremo la mancanza.

Una spider, decapottabile anche …d’inverno

Ma è una spider o no? Certo che sì! E l’abbiamo usata per tale anche in pieno inverno. Al mare. Pazzi? No. Semplicemente, sfruttando il potente riscaldamento dell’abitacolo e il riscaldamento dei sedili. Il parabrezza, con le finiture in acciaio cromato, deflette molto bene l’aria anche in velocità. È un’auto rumorosa? Secondo voi, con un tettuccio di tela, sia pure di alta tecnologia, nella quale per risparmiare il peso l’apertura e la chiusura dello stesso sono manuali, quindi non è imbottito, non potrete non avere la sensazioni di starvene a passeggio sulla strada. D’aiuto per la vostra gita in spider, l’impianto musicale Bose, con le casse anche annegate nei poggiatesta per essere avvolti dal suono anche con il tettuccio aperto. Impianto che si comanda dal comodo display, che per dare un tocco di realismo è piantato in mezzo al cruscotto come se vi piazzaste il vostro Ipad.

Impianto hi-fi anche …a cielo aperto

E che vi fa accedere al navigatore, al telefono in bluetoot, alla radio, alle musiche multimediali (lachiavetta con i Manhattan Transfert ci aiuta a creare atmosfera vintage), ai servizi anche di manutenzione della vettura. I problemi enunciati sono comunque criticità che ogni spiderista sa di dover trascurare. Si rifarà infatti guidando la #Fiat124spider. Che, ed è la costatazione di ha corso negli anni ’70 trasformando una piccola auto di serie in una macchina da rally da guidare sempre in sbandata controllata, virà fa riscoprire la voglia di guidare. Ammaliati dalle sensazioni della trazione posteriore. Sapete che vi dico? Che non vedo l’ora di provare la 124Abarth!!!                                                                               #charlieinauto124 pineta 124spider erba 124 Cruscotto display 124 Bellini Pineta IMG_4569 IMG_4583 IMG_4646 IMG_4726 IMG_4808 IMG_4932 IMG_5319 124 Farmacia IMG_5399 IMG_5529 124 argine litoranea 124 argine Tagliamento 124 litoranea

PROVA: FCA 500 UN RITORNO AL PASSATO REGALA VERSATILITA’

#TESTDRIVE: IL RITORNO DI UN MITO – DALLA 500 ALLA #CINQUECENTO VIAGGIARE COMODI E SICURI

BASSI CONSUMI BUONE PRESTAZIONI CONFORT ADEGUATO E UN LOOK MODERNO ANTIAGE

PER LA CINQUECENTO L NUMEROSI GLI ELEMENTI DI PREGIO E UNA GUIDA MODERNA E RASSICURANTE

È da un po’ che è presente sulle strade, ma il fascino che ha saputo trasmettere fin dal suo esordio, poi amplificato dalla versione L, esaltato da una campagna di lancio importante, che p ripresa in questi giorni, non ci può esimere dal provarla per voi, che non avete ancora avuto la fortuna di salire a bordo della utilitaria, poi divenuta anche grande, della Casa nazionale. Dalla sua comparsa sulle strade italiane, la Fiat Cinquecento ha suscitato subito curiosità, aspettativa, ammirazione, affetto da parte di quanti avevano vissuto l’era della Fiat 500, negli anni ’60. Ma anche simpatia da parte dei più giovani, e in particolare dei più piccini. Il muso simpatico, che ricorda i fumetti di Topolino, e le dimensioni contenute l’avevano da subito resa simpatica ai bimbi. In realtà, la replica, in grande, della Fiat 500, cinquant’anni dopo, svela una linea elegante e grintosa. In sintonia con le caratteristiche della vettura, anche oggi di dimensioni compatte, duttile in città, ma adatta anche ai lunghi percorsi. La prima volta che ci siamo saliti a bordo è stato il caso… in un kart dromo della Riviera Friulana volevamo incontrare un vecchio amico tuttora presente nei rally: “Rudy”, al secolo Roberto Dal Pozzo, già navigatore di Bray, Lucky, Toni Fassina e di altri piloti degli anni ’70, ’80, ’90. L’occasione? Eccellente: un contest per scegliere un equipaggio destinato a correre in Costa Smeralda in una gara internazionale. La sfida, degli aspiranti piloti e copiloti, si giocava proprio sulle Fiat Cinquecento. Reincontrate alcune altre vecchie conoscenze del rallismo italiano, ‘Rudy’ ci ha detto: -“Facciamo un giro in pista”. Così abbiamo provato l’emozione di correre su un percorso nuovo, guidati dalle ‘note’ di un’icona del mondo dei motori. Il ‘maestro’ dei copiloti: ‘Rudy’. La macchina, docile e maneggevole, risponde agilmente alle sollecitazioni nelle staccate, supera come da copione le chicane. Certo, il modello che avevamo per mano avrebbe avuto bisogno di un po’ di cavalli in più per farci sentire con ancor maggiore realismo nei panni del pilota. Ma anche così, con l’auto di serie, è stato possibile apprezzare la buona posizione di guida, adatta anche per l’uso sportivo. Una buona frenata, anche se, per non sfigurare con uno dei nostri ‘miti’ del passato e di oggi, ‘Rudy’, è una delle funzioni della Cinquecento che abbiamo testato di meno. L’aspetto della Cinquecento è davvero simpatico. Perché ricalca con classe e stile moderno le forme della mitica Fiat 500. La si riconosce subito, anche da lontano, nello specchietto retrovisore, dai fanali: imitano perfettamente quelli della 500 degli anni ’60. Certo, con altre lampade e un’efficacia diversa.

Poi, sul nostro cammino, è arrivata la CINQUECENTO L.

Sicilia: aeroporto di Palermo. Un trasferimento di notte fino a Castelbuono, sulla montagna alle spalle del suggestivo borgo marinaro di Cefalù, ci permette di apprezzarne la grande capacità di carico. I generosi spazi interni. La comodità dei sedili. La qualità delle rifiniture. La simpatia del cruscotto e della strumentazione, con la radio-navigatore a display del tipo ‘touch screen’ centrale, che riprende le forme di quello della vecchia 500. Le ruote di dimensioni maggiorata rispetto alla versione base, quelle in lega, ci hanno consentito di prendere subito dimestichezza con la sua stabilità e la precisione di guida. Anche in un pur breve percorso di montagna. Il risveglio nell’accogliente agriturismo Bergi, fattoria didattica-biologica, e una colazione tutta naturale, ci hanno fatto aprire gli occhi sul paesaggio circostante: ci trovavamo proprio sotto le Madonie. Scendendo in strada, poche centinaia di metri più avanti abbiamo incontrato il cartello con scritto Targa Florio, e l’indicazione di un paio di tracciati da poter seguire, sulle strade già affrontate dai grandi campioni del volante. È lì che abbiamo provato la tenuta di strada, la maneggevolezza, la versatilità di un’auto di dimensioni, stavolta non da utilitaria, ma da piccolo SUV, che non si è lasciata intimidire dalla varietà delle strade, dalle rampe in salita, dalle discese guidate. Al rientro al nord abbiamo provato un’altra L, ma con le ruote più piccole. Questa volta con l’intenzione di fare attenzione a consumi, a un uso più familiare della Cinquecento. Confermate le ottime capacità di carico, ed è bene saperlo, esiste anche la versione Lounge, ancora più lunga e spaziosa, ci siamo trovati un po’ a disagio per i primi KM percorsi in autostrada. A causa delle ruote, forse sottodimensionate per questo modello, ma comunque di serie, l’auto ci ha trasmesso una sgradevole sensazione. Forse acuita dalla nostra consuetudine di guida con l’assetto ‘Alfistico’: tenendo la mano sinistra in alto sul volante, comportamento da non imitare nella guida di ogni giorno, per dedicare l’uso della mano destra alla leva del cambio, che è centrale e all’altezza giusta, la macchina tendeva a oscillare da un lato. Poi dall’altro. Come un pendolo. Un po’ come accade guidando per la prima volta un motoscafo dotato di una sola elica centrale. Riposizionando le mani nella classica posizione delle 4 – 10, abbiamo potuto apprezzare la sicurezza di guida della Cinquecento. La sorpresa più gradevole è arrivata dopo qualche giorno d’uso lungo le strade della Riviera Friulana: la lancetta del serbatoio stentava decisamente a scendere. E in effetti, il consumo medio dell’auto era ben superiore ai 20 KM/l. E al giorno d’oggi si tratta di un buon risultato. Anche per quanto riguarda la L, ci siamo affezionati alla sua linea, alla scelta concreta e azzeccata dai volumi e degli spazi. Alla simpatia della linea che ricalca, in maxi, quella della sorella più anziana, la 500 Familiare. Con la quale, da ragazzi, ci divertivamo a fare le gare di sbandata, che all’epoca, plagiati dal periodico Il Pilota e dalle gesta dei driver francesi come Androuet e Darniche, chiamavamo ’derapage’. Certo, perché la Fiat 500 era a trazione posteriore. Mentre la Fiat Cinquecento, anche la L, è come la gran parte delle auto moderne a trazione anteriore. E manifesta ampiamente tutte le caratteristiche positive che ne derivano. Anche sul bagnato è incollata all’asfalto. Non ha incertezze E sullo sterrato rivierasco, liscio e veloce, tra Carlino e Precenicco, non manifesta criticità: corre esattamente dove e come noi desideriamo, anche spingendo sull’acceleratore. La stessa sensazione rassicurante che si prova nel misto su asfalto, nella compagna del palazzolese. Anche esagerando nelle curve strette, Cinquecento non si scompone, grazie a un’adeguata distribuzione dei pesi. In conclusione, è un’auto consigliabile per le famiglie, ma anche per chi viaggia parecchio, e ha necessità di carico. Ma non vuole abbandonare il confort, né trascurare il proprio look. Diverse versioni di carrozzeria bicolore non fanno rimpiangere altri mini SUV in circolazione. E le conferiscono un tocco della classica eleganza Made in Italy. Che piace molto anche all’estero. Ciò consente di usarla in ogni occasione, da quelle di lavoro, a quelle familiari, alla sera, con gli amici. In ogni stagione. Ben accessoriata, forse, il prezzo d’acquisto può sembrare un po’ elevato, ma il confort, i bassi consumi e l’affidabilità e durata dei motori,  possono compensare, alla distanza, anche queste incertezze.

Carlo Morandini                                                      Listener