In Toscana nella Val d’Orcia e nel senese tra bellezze architettoniche, paesaggistiche e culturali
A volte i tesori sono meno distanti di quello che pensiamo. E l’Italia è un caleidoscopio di tesori. Dell’arte, della cultura, dei paesaggi. Alcuni sono messi in bella mostra, tanto che li diamo per scontati e inconsapevolmente passiamo oltre. Per anni sono andato in vacanza, d’estate, in un paesino speduto della Val d’Orcia, sulle pendici del monte Amiata: Bagni San Filippo. Un gruppo di case antiche, ristrutturate, un albergo degli inizi del secolo scorso. Tutto è sorto attorno a una fonte termale, che come accade quando l’acqua vuole esprimere la propria potenza, magari su un’area di origine vulcanica, spesso si spostava. Sgorgando nell’aia di una casa, piuttosto che nell’orto. Acqua dall’altissimo contenuto di carbonato di calcio. E la temperatura vicina ai 40°. Da lì ho cominciato a conoscere il fascino di borghi medioevali di questo angolo della Toscana. Che tanti turisti stranieri avevano già scoperto ben prima di me. O che poeti antichi avevano cantato. O che avevo sentito citare da piccolo, perché ci passava la Millemiglia: Radicofani, Pienza, Montichiello, Bagno Vignoni…
A Siena
Ma Siena, l’avevo sempre vista di sfuggita. Per qualche ora. Sfiorando la sfida del Palio. Stavolta l’occasione è buona: un tour di giornalisti organizzato dall’Unaga, l’Unione nazionale dei giornalisti agricoli, agroalimentari, dell’ambiente e territorio. La macchina scelta per il tour: la nuovissima Seat Ateca, un SUV che si presenza con un aspetto grintoso ma compatto e aggraziato, e offre grandi spazi interni assieme a un comodo bagagliaio. Per le strade toscane, che hanno ospitato un rally mondiale, e hanno generato diversi piloti, sembra l’ideale per viaggiare in sicurezza. La stagione autunnale può infatti presentare insidie e impresti sulle strade nervose e spesso immerse tra i boschi a foglia caduca. È infatti dotata della trazione integrale permanente, e il motore è piuttosto generoso: 2000 cc diesel da 190 CV. Facciamo una prova alla ripartenza da un casello dell’autostrada, dopo avere viaggiato in modo confortevole e ovattato, accompagnati dal buon impianto musicale. Confortata dal cambio automatico a doppia frizione a sette marce… sembra una veloce auto a benzina: tira e fa sentire la spinta al cambio delle marce. Ora la parcheggiamo per qualche ora. Perché ci attende una degustazione dei prodotti tipici e dei piatti del senese: finocchiona, ribollita, formaggi di capra, ecc… Ma anche un bianco minerale e leggermente sapido e i profumati rossi della Val d’Orcia, dal Brunello al Rosso di Montalcino. Ci troviamo nel cuore della città del Palio, nella sede del Consorzio agrario, non distante dall’Università. Dalla quale si gode uno splendido panorama come aperitivo. Ma non è niente rispetto a quello che godremo più tardi dalla cima della torre del Monte dei Paschi di Siena. Una vista a 360° dal Chianti alla Val d’Orcia, fin verso i rilievi che nascondono al nostro sguardo la Maremma. E la Ateca? Il colore è proprio adatto al paesaggio autunnale toscano: Terra di Siena.
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