#Tiguan #Nuova #Volksvagen #testdrive compagna ideale per una vacanza con la famiglia

Un percorso alla riscoperta dell’Isola d’Elba ci permetterà di testarne le potenzialità #testroad

E di conoscere siti e paesaggi ancor più affascinanti affacciandoci sui mari italiani

 

L’inverno si allontana e i vagiti della bella stagione si ascoltano alle prime ore dell’alba. Ma noi, che abitiamo al Nord, anche se dell’Italia, comunque una Penisola dal clima, fino a qualche anno fa, temperato, sogniamo sempre che al Sud si stia meglio, faccia più caldo. Quindi, ci proviamo. L’occasione è quella di seguire una manifestazione sportiva, ciclistica. In un sito che avevo conosciuto da ragazzo, per andare a vedere come guidavano i rallysti. Allora le strade dei rally erano sterrate, specie quelle di una gara internazionale con valenza mondiale. Alfetta Gtv, Opel Ascona, Porsche, Saab, Fiat 124 Abarth: Pregliasco, Androuet, Cambiaghi, Taufer, Verini, Blomqvist, Tabaton, Zanussi… era il Rally dell’Isola d’Elba. Allora c’ero andato con due compagni di studi, e un ‘SUV’ dell’epoca: la Renalt R4… Stavolta, sulla banchina di Piombino, per prendere il traghetto per Portoferraio, c’arrivo con un SUV moderno. Un restyling, che ha subito migliorie nella sicurezza, negli spazi utili, nell’accessibilità, nella linea: la Nuova Tiguan della #Volksvagen.

Spazio e capacità di carico per la famiglia

Anche questa volta siamo in tre: però due adulti e un bambino. Bagagli? Qb per una settimana di vacanza-lavoro. A bordo c’è stato proprio tutto. Il portellone posteriore della Tiguan ora si estende fino al di sotto del porta targa. In questo modo è possibile caricare direttamente sul piano del bagagliaio. Questa volta, il test dei consumi ha risposto alle nostre aspettative: circa 500 Km a pieno carico e a velocità sostenuta, gran parte in autostrada, 18 km/l. La traversata del Tirreno, nel tratto tra la Maremma toscana e l’isola d’Elba, un po’ sottocoperta, un po’ all’esterno per godersi gli effetti sullo splendido scenario delle isole dell’arcipelago toscano della forte libecciata, dona sempre un valore aggiunto alla vacanza sull’isola. Con la Nuova Tiguan nella stiva, che stavolta intendiamo mettere decisamente alla prova. Appena messe le ruote sull’isola, si respirano subito i fantastici profumi della primavera mediterranea. Cominciamo con il piede giusto: da Portoferraio, per raggiungere la nostra meta, il villaggio resort xxx a Ortano, nel comune di Rio nell’Elba: il fulcro di diverse prove speciali del rally, ma anche nelle vicinanze di paesaggi incantati con skyline come la costa toscana e la Corsica.

#Rio nell’Elba e il mitico #Volterraio

Il percorso più breve è la mitica strada della rocca del Volterraio: un passo che i rallysti, ma anche i ciclisti conoscono e amano, e che si distingue per l’unico canyon oggi solo di qualche decina di metri, scavato per consentire alla strada di valicare la montagna, e raggiungere l’altro versante dell’isola. Affrontiamo la salita, che in talni tratti è piuttosto ripida. Mentre la carreggiata, stretta, tanto che in qualche tratto rende difficile l’incrocio con altre vetture, è quasi unica. Delimitata, da un lato, dal guardrail, dall’altro dalla montagna. Verde, a tratti desolata, in altri spazi ricoperta da un fitto bosco. Il terreno di origine vulcanica e il clima insulare regalano questo scenario unico. Ma e Tiguan? Promossa: il cambio a sei marce l’abbiamo usato poco, perché riesce a mantenere una velocità di salita costante e decisa. Nonostante il carico. È anche molto maneggevole e le ruote da 18’ le permettono di essere eseguire alla perfezione i comandi che le diamo. Mantenendo il confort necessario ai passeggeri. Così, all’arrivo, in serata, ci ritroviamo finalmente in vacanza con un’auto che non potrà che assecondare il nostro desiderio di scoperta, anzi, di riscoperta dell’isola.

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“Sterrare umanum est”: #testdrive sulle strade bianche della #Rivierafriulana con #Subaru XV

#testdrive Subaru XV terra

Oggi ci sono pochi siti per imparare a guidare con scarsa aderenza

Restano le strade interpoderali e quelle in mezzo alle campagne

‘Sterrare umanum est’, diceva un mio professore del liceo classico appassionato di fuoristrada in moto, scherzando sul noto motto in lingua latina, che ci ricorda che ‘sbagliare è umano’, …perseverare è diabolico. E in effetti, sbagliare sulle strade non asfaltate può, ma non deve capitare. Salvo che si siano percorse decine di migliaia di km di sugli sterrati. Come poteva capitare a quelli della mia età. Training, che oggi è pressoché impossibile da praticare. Perché ci sono regole diverse sulle strade, macchine che guidano da sole, una parte ciclistica dell’auto e motori ben più evoluti. Troppo evoluti, come lo sono le auto, per poter imparare a guidare. Perché è proprio dagli errori, a volte ‘perdonati’ da sbandate di decine di metri, che si impara, a vivere, e a guidare. A perdere …e a vincere. A me personalmente piace poter perdere, perché poi c’è la possibilità di vincere. Ah, c’è un altro problema non ininfluente che limita la possibilità di imparare a guidare su terra: il nostro vero nemico è l’asfalto.

L’asfalto è figlio del progresso e ha ucciso strade come Ligosullo-Paularo, Canebola,Volterraio

Il figlio del progresso del XX secolo, ha ammantato quasi tutte le più belle strade bianche sulle quali ci siamo impratichiti da giovani: la strada a mezza costa tra Canebola, Porzus, Forame (Ud) del rally delle Alpi Orientali, la Ligosullo-Paularo (Ud), della stessa gara ma anche del San Martino di Castrozza, parte dell’Altopiano di Asiago. Perfino il Volterraio, il Calamita, parte della Lacona-Monumento (Gr) all’Elba. Ricordate la mitica speciale incassata tra i terrapieni su una delle alture dell’isola, sulla quale Amilcare Balestrieri, con l’Alfa Gtv 6 cil., Walter Rorhl, con l’Opel Ascona, Stig Blomqvist, con la Saab, ci riempivano di polvere con le auto, che non erano nemmeno per un istante allineate alla strada. Guidare sullo sterrato è infatti paragonabile a una danza. È un po’ come guidare a tavoletta sulla sabbia: bisogna lasciar ‘galleggiare’ l’auto sopra la polvere, lasciarla scorrere e lasciarle scaricare energia fin quando riprende aderenza. Al volante su terra, occorre prendere il ritmo di una danza anticipando le curve e controllando l’auto di traverso anche dopo le curve.

Ma tutto questo, oggi, è ancora possibile? Abbiamo provato a farlo con un crossover tra quelli più sicuri sul mercato mondiale dell’automobile

La Subaru XV per ritrovare le emozioni della terra, ma state tranquilli, è incollata alla strada impossibile farle perdere …la calma

La #Subaru XV, 150 HP, 2000 di cilindrata e diesel. Tutto quello che serve per affrontare una bella strada bianca con la grinta necessaria. Non ci aiutano in questo nostro goliardico proposito le gomme, invernali, che hanno parecchio grip anche in queste condizioni.

Oggi, Siamo nella #RivieraFriulana, a Carlino, tra le valli da pesca e le acque dolci e placide del fiume Zellina. Da queste parti è stata scoperta una grande fornace romana. Qui i romani cuocevano le suppellettili in terracotta per le loro truppe da inviare in oriente. Prima opzione del #testdrive. Al quale uniamo un #roadtest anche per potervi allietare con immagini del territorio. Guidiamo normalmente, assecondati ala perfezione dall’elettronica della macchina giapponese. Impeccabile, la sicurezza è ormai un paradigma della Casa delle Pleiadi.

Impossibile far perdere …la calma a una #Subaru

E la XV anche con lo sterrato polveroso, con scarsissima aderenza, non si scompone. Ci sembra quasi di guidare sull’asfalto. Seconda opzione: escludiamo i controlli anti sbandamento e di trazione. In realtà non cambia molto, e la #Subaru XV ha un po’ di deriva, alla quale sopperiamo dando gas. Il risultato è che la XV è molto veloce anche su terra. Come aveva dimostrato di essere sul fondo innevato. Condizione, che, ormai, e purtroppo, potremo ritrovare soltanto nell’inverno 2018. Ora ci fermiamo accanto all’argine del fiume Zellina, che raggiungiamo agevolmente grazie alle doti fuoristradistiche della nostra vettura. E arriviamo nel punto dove si trova una grande bilancia da pesca. Ora, vediamo se ci fanno assaggiare qualcosa di buono e appena pescato…

#charlieinauto