Portati per essere rialzati

 

guarigione-gesc3b9

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 8,4-7.10-22a

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Mc 2,1-12

 

 

Ci sono quattro persone che portano il paralitico a Gesù, non si fanno fermare dal fatto che non possono entrare dalla porta, addirittura scoperchiano il tetto, una cosa alquanto insolita se si pensa. Usano tutte le loro forze per caricare il paralitico e scoperchiare un tetto, è una fede forte. Di loro poi non si sa più nulla, non c’è scritto che entrano in casa o forse non ne hanno bisogno, sanno già che il Signore lo aiuterà.

Nella casa entra solo il paralitico, da lì in poi ce la potrà fare da solo, incontrerà Gesù, lo guarirà e lui tornerà a camminare con le sue gambe. E quegli uomini che l’hanno portato, dove sono finiti? Il paralitico probabilmente non li dimenticherà mai e ogni volta che camminerà, si ricorderà di loro e li assocerà a Gesù.

Anche noi siamo chiamati a essere un mezzo, attraverso il quale Gesù può entrare nelle vite degli altri. Siamo chiamati a far memoria di quando eravamo “paralitici” e c’è stato un incontro, un volto, una persona, una parola che ha scoperchiato il tetto della nostra incredulità, della nostra fragilità.

Oggi siamo invitati a ricordare quei momenti, che sono stati una breccia attraverso il quale abbiamo potuto incontrare il Signore. E se ora tali parole ci sembrano lontane dalla nostra esperienza e non abbiamo il coraggio di lasciarci portare, questo episodio raccontato non è solo per pochi, ma è per tutti. È stato scritto affinché sia di memoria e fiducia, perché tu sappia che la tua vita, non è fatta per essere ferma nella condizione in cui ora sei, ma è una vita rialzata, sotto gli occhi di tutti.