Buon Anno

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Ti saluto o anno

saluto di te tutto ciò che è passato:

gioie, lacrime, sorrisi, paure.

Ti saluto perché un altro anno sta arrivando

Ciò che accomuna tutti è la speranza che sia un anno migliore

ma di te, o anno, rimarrà sempre il ricordo.

Nella vita ho imparato che bisogna voltare pagina con un sorriso

anche quando sorridere non è facile

e nella guancia c’è una lacrima che si sta ancora asciugando.

Sorrido, perché il nuovo anno dipende anche da me

e nonostante tutto o attraverso tutto 

voglio viverlo in piedi, a testa alta.

E invito anche te che leggi a farlo:

fissa il tuo ricordo, su quell’unico ricordo che ti fa stare in piedi 

e apri la finestra al nuovo anno.

La senti l’aria fresca? 

Sei in piedi alla finestra del nuovo anno,

tutto ciò che hai affrontato prima ti ha portato qui

in piedi davanti a un tempo nuovo,

che Qualcuno ha preparato per te.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

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In principio

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 2,18-21

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Gv 1,1-18

 

“In principio”, la nostra vita è preceduta da un principio, anche se non lo sappiamo o non lo riconosciamo nella nostra vita, siamo all’interno di quel principio di salvezza, siamo parte di quel principio, siamo all’interno della vita che è iniziata prima di noi. Come facciamo a farne parte? Per dono Suo!

Colui che ha creato il giorno e la notte, ci ha reso suoi figli, ci ha messo nella condizione di essere parte di quel principio, affinché grazie a questa consapevolezza, noi potessimo vedere la nostra vita nell’ottica di quel principio. Ciò non esclude tutti i momenti difficili, quelli di fragilità, quelli in cui il peso dei nostri peccati, è così grande da non farci pensare che sia possibile, ma tutto è salvato, sanato, perdonato e amato, dal principio.

È l’esperienza che facciamo tutti i giorni: ci alziamo, viviamo la nostra giornata e sopraggiunge la sera; qual è la cosa che ci accorgiamo di meno? Dell’alba che spunta in ogni nuovo giorno, così è per la nostra vita: c’è un’alba, un principio preparato per te.

 

 

 

Il presente

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 2,12-17

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Lc 2,36-40

 

 

Noi possiamo identificarci con il popolo che aspettava la redenzione, sentiamo il bisogno di essere salvati, perdonati, sentiamo il peso delle nostre colpe. Nel Vangelo di oggi riceviamo un conforto che non si riferisce a una profezia futura ma al presente, a quel momento presente in cui Anna incontra Gesù.

Non devo andare lontano, Egli si fa presente per me, nonostante io mi senta mancante o che sia passato tanto tempo, quasi una vita intera ad aspettare quell’incontro. Il momento dell’incontro si fa presente, perché è dal presente che si costruisce il futuro, e il mio quotidiano diventa il tempio dove poter incontrare il Signore.

Gesù lascia il tempio per raggiungerci nel nostro quotidiano, per diventare noi stessi Suo tempio, un luogo dove il peccato lascia il posto al perdono, dove un pezzo di pane e del vino, diventano comunione in cui poter crescere e fortificarsi, un luogo dove l’attesa lascia il posto alla presenza il cui volto è di un Dio che ha scelto di abitare in te.

 

 

Svelare

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 2,3-11

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Lc 2,22-35

 

Gesù viene descritto come un segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori. Gesù è venuto a contraddire, che cosa? Tutto quello che nel nostro cuore è posto come un velo: i nostri modi di pensare che ci imprigionano, le nostre paure, i peccati. È venuto per contraddire tutti noi che a volte smettiamo di sperare, per contraddire il nostro buio e mettere luce, per liberare il nostro cuore. Quando ti sembra che per te non c’è speranza, che i pesi dei tuoi peccati sono grandi e che il tuo cuore non è pronto per ricominciare ad amare, è nato per te un segno per contraddirti: ora puoi.

Egli è venuto per dirti che hai delle spalle su cui contare, non ti toglieranno la fatica del tuo quotidiano, ma sentirai la forza nella tua debolezza, sentirai la pace nelle tue paure, sentirai il perdono nei tuoi peccati, questo affinché tu possa tornare a vivere nella consapevolezza, che tu sei il popolo il cui Dio ha liberato, salvato, redento e non c’è una distanza tra te e Dio perché per te Egli si è fatto uomo e la sua è una scelta di cuore.

 

 

 

 

Cosa vuole dirci?

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,5 – 2,2

Salmo: Sal 123 (124)

Vangelo: Mt 2,13-18

 

C’è tanto dolore in questo testo, il dolore di una perdita di fronte a un’ingiustizia, a una sofferenza, tanto dolore da non voler essere consolati, solo dolore.

A volte le parole non bastano, è impossibile poter percepire una vicinanza e soprattutto, cosa vuole dirci un Vangelo così, oltre a farci pensare all’ingiustizia e ai nostri dolori passati? Ci vuole dire, che Dio in quella situazione di dolore, di fatica è lì con te. È un Dio che si fa uomo, soffre, è il primo perseguitato, ma è il primo che si fa vicino ed è il primo che perdona assumendo su di sé le colpe.

In questo brano non dice niente, non fa nulla, sta in silenzio ed a volte è l’unica posizione accettabile: il silenzio. Il Suo silenzio non è vuoto, il silenzio è la consolazione di chi soffrendo come te, capisce che a volte le parole non servono. Colui che non può risparmiarti un dolore così grande può esserci in quel dolore, in quella sofferenza, in quell’abbandono.

Non ci sono parole, c’è solo silenzio ed in quel momento dove vedi solo la tua ombra e ti scende una lacrima, in verità sono due: ci sono anche le Sue, che come Padre non vorrebbe vederti soffrire mai. Credilo anche se non lo senti o non l’hai sentito: Egli è proprio lì con te.

 

 

Il dettaglio

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,1-4

Salmo: Sal 96 (97)

Vangelo: Gv 20,2-8

 

Il Vangelo di oggi ci parla di Risurrezione. Pietro e Giovanni vanno al sepolcro. C’è bisogno di andare nei nostri sepolcri per vedere i segni della Risurrezione.

È proprio lì nel sepolcro, che è possibile vedere dei dettagli che sanno di cura: si parla non solo di teli, ma di teli piegati, messi da parte, c’è una sorta di ordine. Come mai questo dettaglio? Perché l’invito che oggi il Signore ci fa, è di entrare nei nostri sepolcri per fare ordine.

È difficile a volte aver il coraggio di entrarci, abbia paura, ci sentiamo soli aspettiamo, i nostri peccati e gli errori ci paralizzano e non ci permettono di entrare, ci fermiamo nell’oscurità, tentiamo di cancellarli e dimenticarli.

Quello che il Signore oggi vuole dirci, è che quella tua parte oscura è già perdonata, Egli l’ha risorta per te ed è proprio per questo che tu entrandoci potrai scorgere dei dettagli, dei segni di Risurrezione, non perché i tuoi occhi si sono abituati alla penombra, ma perché nel buio è entrata la luce.

 

 

Un pezzo della storia

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,20-22.24-28

Salmo: Sal 83 (84)

Seconda lettura: 1Gv 3,1-2.21-24

Vangelo: Lc 2,41-52

 

Il bambino che ieri era appena nato, oggi lo troviamo dodicenne nel tempio. Quel bambino sta crescendo, ma com’è cresciuto Gesù? Non sappiamo molto della sua infanzia, sappiamo però che a dodici anni quel bambino, è capace di discorrere con i maestri ed interrogarli.

Ci sono fasi nel cammino di fede della nostra vita, in cui abbiamo dei vuoti, riceviamo i sacramenti, poi arriva un momento in cui ci allontaniamo e ancora capita qualcosa, che ci fa ritornare a pensare a Dio; oppure continuiamo il nostro percorso di fede, facciamo delle scelte e magari avviene un evento che ci fa mettere in discussione la Sua presenza. E in tutto questo periodo dov’era Dio? Era lì con te! A dimostrarlo è proprio la figura di Gesù: quel tempo di crescita non descritto è stato tempo della presenza di Dio, poiché a dodici anni Lui non era un bambino prodigio, ma un Figlio che cresceva nel Signore, al punto da riuscire a parlare ai maestri e interrogarli.

Qual è il pezzo della tua storia non descritto? Una parte che non racconti spesso? Prova a osservarla con gli occhi della Sua vicinanza, Egli si manifesta in un tempio, un maestro, un genitore, un amico, un figlio. I nostri vuoti, le nostre pause o assenze non sono l’assenza di Dio, Egli è sempre lì con te che desidera guidarti, esserci, non si stanca mai di te e non vede l’ora di farti vedere che meraviglia puoi diventare.

Scoprirai che il tuo cammino è un cammino di fede: la fede, la fiducia, che Dio ha per te.

 

 

Buon Natale

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 52,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: Eb 1,1-6

Vangelo: Gv 1,1-18

 

 

Quando nasce un bambino in casa avviene una rivoluzione, cambiano le abitudini, il proprio stile di vita. Così è accaduto a una giovane coppia: Maria e Giuseppe quando è nato Gesù.

Quel bambino che dà Maria è nato era la vita, era la luce, era il Verbo, il bambino che Maria teneva in braccio era il Figlio di Dio. Quando guardiamo un bambino appena nato osserviamo se assomiglia più alla mamma o al papà, ma qui il bambino ha preso da Dio. È un bambino che ha in sé le caratteristiche del Padre, è un bambino il cui sguardo è di Misericordia.

Le prime persone che vede sono i suoi genitori, è lo sguardo di Dio che si è posato su di loro. In quello sguardo pieno di amore ci siamo anche noi, Lui che è la vita, vede chi siamo e come siamo, ma è un Dio che ha le caratteristiche di un bambino e guarda tutto con tenerezza.

Dio per te si fa padre, madre ma anche figlio, affinché tu riconosca per te la disarmante tenerezza di un Dio bambino che è la vita; e tu ritrovi in te nella Sua nascita la tua rinascita, nel Suo Amore il tuo perdono, nel Suo sguardo il tuo coraggio, per ricominciare qui da dove sei. Fermati un momento accogli quello sguardo e riparti da qui, forza non temere, ora puoi, perché oggi è nato il Signore che rivoluzionerà la tua storia, e la vita, la luce e il verbo saranno la tua realtà.

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La vigilia di Natale

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Lc 1,67-79

 

 

Siamo alla vigilia di Natale, in questo giorno ci raggiunge un Vangelo che ci dà un promessa: “Dio ha visitato e redento il suo popolo”. Oggi è un giorno grande, una famiglia è in cammino la cui Madre porta con sé, nel grembo il Figlio di Dio, sono in cammino per venire a visitarci e farci sentire suo popolo.

Il bambino che nascerà, entra nella tua casa non come ospite, ma per fermarsi, e rivelarti il volto del Padre. Tutto è pronto affinché tu non ti senta più escluso, dimenticato e abbandonato. In qualsiasi modo tu trascorra il giorno della Vigilia, non dimenticare che tra tutti i preparativi, oggi è Dio che ha preparato qualcosa per te che durerà per sempre: la Sua promessa.

La promessa della Sua Misericordia, la promessa di una direzione verso cui camminare, affinché tu non viva nelle tenebre e veda risplendere il sole anche nelle notti più buie. La promessa di una strada, la tua, che per quanto difficile possa essere, è illuminata da un sole che sorge dall’alto, in modo che tu non ti senta più nel basso ma viva da rialzato, da risorto! 

 

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Contiamo insieme – 2 al NATALE

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O Emmanuele, nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli:

vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

(Antifona 23 dicembre novena di Natale)

 

A pochi giorni dal Natale, sentiamo l’amore di un Dio che è si fatto bambino per donarci la salvezza. Di che salvezza si tratta? Dalle nostre leggi interiori che ci governano, dalle paure, peccati e da tutto ciò che ci imbriglia e non ci permette di camminare.

Ora è venuto il momento in cui dove sono e come sono, mi riconosca salvato, apra il mio cuore e dica:

 

“Cammino nello scorrere del tempo

e mi accorgo che ogni passo compiuto, 

ogni persona incontrata, ogni lacrima versata,

ogni risata donata, 

ogni strada percorsa non è stata vana.

Scorgo attorno a me la vita ogni giorno ricominciare: 

vedo ogni foglia cambiare colore, gli alberi spogliarsi e rivestirsi,

sentire il freddo di un inverno pieno di neve che scende e tutto copre.

Sentire il profumo della primavera, l’odore dei fiori, 

assaggiare l’aspro dei frutti

e assistere alla nascita dei primi germogli.

Gustare lo spettacolo del sole che maestoso nutre, scalda, illumina 

e rimango sorpreso come uno spettatore stupito 

dinanzi a ciò che vedo.

Ad un tratto mi accorgo di ciò che sta accadendo:

non sono solo un osservatore,

ma faccio parte anch’io di tutto ciò.

 Sento che la natura mi viene incontro, 

solo così capisco dove sono: 

nel POSTO GIUSTO, 

e questo posto è la mia VITA”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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