SABATO DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Prima lettura: Gn 18,1-15
Salmo: Da Lc 1,46-55
Vangelo: Mt 8,5-17
“Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e tutti i malati curò.”
Solitamente alla sera ci si riposa, si va a dormire, qui Gesu, invece, continua a guarire tutti i malati che gli portano.
La sera, la notte e il buio per l’uomo sono simboli della morte, mentre Gesù agisce proprio dentro la notte, perché è con la sua morte che ci guarisce tutti, è con la sua croce che ha redento il mondo. E proprio nella notte che il Signore fa della sua vita un dono di salvezza per tutti.
Nella sua notte si fa accanto a tutte le nostre notti e questa notte diventa bella, perché illuminata da molti miracoli che danno vita.
Questi sono i segni di un potere che porta l’amore, e come dice il Pofeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità”, ha accolto ogni nostra debolezza, ogni nostra instabilità. Allora andiamo a Lui come il centurione, crediamo al suo amore, apriamogli la porta della nostra casa perché venga e ci tocchi, andiamo a Lui quando si allungano le ombre e diventa notte, certi che: “nemmeno le tenebre per Lui sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; è Lui a trasformare le nostre tenebre in luce” (cfr. Sl 138).