Gesù nel Vangelo di oggi ci vuole insegnare la vigilanza, non solo come riferimento ad un giorno futuro che non conosciamo, ma come ad un appuntamento che ogni giorno si rinnova con Lui.
Stiamo svegli, attenti, non per paura, ma per amore, per non perderci quell’incontro con Dio, quei segni che lo Spirito semina nella nostra vita ordinaria.
Nel cuore di ciascuno la vigilanza diventa un’attitudine che ne plasma tutta la vita e impegna a vivere ogni giorno l’oggi di Dio, la sua presenza; chiede di scrutare con gli occhi della fede ogni avvenimento, per riconoscere il passaggio del Signore a volte imprevedibile e nascosto.
Vegliare, vuol dire amare veramente con tutto il cuore ciò che Dio ci offre. Questa attesa non è carica di dubbi ma di speranza. Non sappiamo quando il Signore verrà, ma sappiamo per certo che Egli viene. L’incertezza riguarda soltanto il giorno e l’ora non la sua venuta.
Allora, beato quel servo, che vive l’attesa nell’amore che il suo Signore gli ha mostrato, prendendosi cura di quanti gli ha affidato. Beato quel servo, che ha sempre il cuore innamorato.
“Tu o Dio, che fai del Tuo tempo un’attesa di me,
aiutami a vivere ogni giorno e ogni ora cercandoti.
Fa che non disperda le forze e sappia venire da Te sempre.