16 FEBBRAIO 2024
VENERDÌ DOPO LE CENERI
“Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno”. Solitamente di questo Vangelo si commenta la prima parte, la seconda ovvero questa, è la lasciata un po’ in disparte. Oggi, invocando lo Spirito cerchiamo di comprendere cosa è possibile intendere.
Nella Quaresima parliamo di digiuno, lasciamo stare dolci, caffè, ecc…, si fanno fioretti per fortificare il nostro bisogno di Lui, ma c’è un digiuno che operiamo di cui poco ci rendiamo conto e fa parte anch’esso della categoria dei bisogni, ma in maniera inversa, non ci fortifica anzi ci indebolisce ed è il peccato.
Peccare è digiunare Dio, è andare dietro dall’illusione di quel bisogno tanto più forte, che alla fine il Signore viene messo da parte, e tanto più pecco tanto più non mi rendo conto che la mia vita ha bisogno anzitutto di Dio.
Lo sposo descritto nel Vangelo, viene tolto non perché il Signore se ne va, ma perché quello stesso sposo offre la sua vita, affinché quel peccato non comporti più l’assenza di Dio, anzi attraverso la riconciliazione, sia mezzo per credere nel Suo amore più forte di qualunque torto. Così nel sacramento della Riconciliazione, possiamo mettere nelle mani di Dio questo “digiuno sbagliato”, perché ci siamo allontanati noi da Lui e non il contrario, e allo stesso tempo, tale perdono, permette di vivere quel digiuno giusto che fortifica il nostro corpo su che cosa è necessario. Certamente, i nostri digiuni non servono per tenere buono il Signore, perché tutto è già stato pagato una volta per tutte, ma sicuramente ci è utile per esercitarci a fortificare la nostra fede; per farlo abbiamo bisogno di questi piccoli passi, in grado di operarne di grandi e trovarci un po’ più digiuni di quegli sbagli e più consapevoli che la nostra vita è già pienezza, perché già perdonata e amata da sempre.
“Non venirmi a mancare Signore,
stammi accanto anche quando non ti sento.
Gesù prega per me il Padre,
affinché mi guardi con amore,
perché Tu lo contempli e contempli me;
fa che anch’io possa sentirti
e trovi la forza nonostante il vuoto, nonostante la paura.
Signore torna a sederti nel mio cuore
e parla alla mia fragile vita,
così che io possa non peccare più
e se anche sbagliassi,
mi accompagni sempre la certezza che sei lì accanto a me,
proprio in quello sbaglio,
per portarmi avanti nel Tuo perdono.”
(Shekinaheart eremo del cuore)