LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Chi di noi non è mai stato alla ricerca di segni? Qualcosa che ci facesse capire che Dio è vicino. Spesso nella fatica abbiamo chiesto un segno, quasi a far tacere quella parte di noi, che dinanzi al dolore dice: perché? E il Signore lo sa, che da soli non c’è la facciamo, non ci dà dei segni ma Il segno per eccellenza: il Figlio.
Vuoi comprendere quanto è grande il Suo amore? Se davvero hai un posto nel cuore di Dio? Guarda a quel segno, innalzato nel legno. La croce è il segno dell’amore che unisce popoli, lingue, culture. Il crocifisso lascia a bocca aperta, perché chi ti salva la vita, lascia di “stucco”. I farisei, invece, qui chiedono un segno per metterlo alla prova, ed il Signore sospira e si retrae, nessun segno sarà loro dato. Non si mette alla prova Dio, non si usa il Figlio per inganno, perché Egli è via e verità.
Guardando con attenzione, potremmo scorgere come il non dare un segno, è già un segno che non tutti la pensano così come loro e pertanto, la misericordia e la bontà, non vanno sprecate per mettere alla prova. Si invoca Dio, si chiede conforto, ma non si mette alla prova, quasi per renderlo simile a noi: vulnerabile.
Quale incanto sarebbe guardare a Gesù, così come è, far in modo che il nostro sguardo incroci il Suo e lasciarci amare, semplicemente. Forse solo allora non chiederemo più nulla, perché dinanzi a tanto amore il cuore tace e si espande.
Affidiamo a Lui le nostre sofferenze, così che il cuore possa trovare la pace in quello sguardo di Gesù crocifisso, e che ciascuno possa trovare sollievo in quel segno non richiesto e donato, affinché chi cerca Dio trovi coraggio.